[AIB] AIB notizie 19 (2007), n. 10
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Digital libraries à la carte 2007

Nuove tendenze dalla Ticer International Summer School

Maria Cassella

Anche quest’anno, come ormai da 11 anni, l’Università di Tilburg ha organizzato e ospitato il programma della Ticer (Tilburg Innovation Centre for Electronic Resources) International Summer School.
L’edizione 2007, dal titolo “Digital libraries à la carte: 2007” era articolata, a differenza delle precedenti, in una sola settimana di corso e suddivisa in cinque moduli tematici:
modulo 1: Strategic development and library management
modulo 2: Technological developments: threats and opportunities for libraries
modulo 3: Open-source software for libraries and XML
modulo 4a: Libraries supporting research and Open Access
modulo 4b: Library 2.0 technologies to reach out to the customer
modulo 5: Libraries supporting teaching and learning.
I moduli 4a e 4b erano, a scelta, alternativi e chi scrive ha seguito il modulo 4a.

Responsabile scientifico del corso era quest’anno Norbert Lossau, di recente divenuto direttore della Göttingen State and University Library e coordinatore del progetto europeo DRIVER (Digital Repositories Infrastructure Vision for European Research) che si propone di creare una infrastruttura tecnologica europea di sostegno ai depositi istituzionali.

Ovviamente sono stati toccati tutti i principali temi relativi alle biblioteche digitali: sviluppo delle collezioni, Open Access, conservazione e preservazione, proprietà intellettuale, nuove tecnologie ecc. Come accade frequentemente nel mondo digitale, il contenuto dei differenti moduli ha offerto una cifra di lettura trasversale che, secondo chi scrive, può essere semplificata e riassunta in alcune parole chiave.

La prima parola chiave è “sperimentare”. Nel mondo delle digital libraries ci sono numerose domande alle quali, al momento, nessuno riesce a dare delle risposte (deludente, per esempio, a proposito delle collezioni, la lezione di Ronald Milne della British Library sullo sviluppo delle collezioni del 21º secolo).
L’unica possibilità, quindi, è procedere per tentativi. Sperimentare idee e tecnologie innovative (podcast per i tutorials, chatbots nel reference digitale), servizi integrati, ma personalizzati, adottare modelli flessibili e un sistema di misurazione e valutazione delle performance che consenta di evidenziare la relazione tra costi e benefici per ritornare poi eventualmente sulle proprie scelte. Moltissimo si può e si deve fare utilizzando applicativi open source (Eric Lease Morgan docet).

La seconda espressione chiave del corso è “essere presenti dove si trovano gli utenti”, cioè utilizzare tutte le possibili strategie per uscire dai “confini virtuali” delle biblioteche e integrare le collezioni sul Web: Google, Google Scholar, Wikipedia, Web 2.0 oppure nei Course management systems.
Lavorare a stretto contatto con i docenti (per esempio inserendo nei curricula moduli per sviluppare competenze di information literacy), riposizionare la biblioteca e i suoi servizi, integrandola in modo reale e sempre più dinamico nella vita accademica di studenti e docenti.
Capire le esigenze degli utenti, moltiplicare i test di usabilità, le indagini sul grado di soddisfazione (LibQual, ad esempio, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna è ormai uno strumento consolidato di misurazione della qualità percepita), fare benchmarking.

La terza parola chiave è “expertise” e si commenta da sola.

La quarta è “be collaborative”. Lavorare in sinergia con altre figure professionali: amministrativi, informatici, statistici e, perché no?, psicologi e, soprattutto, docenti e studenti.
Far sì che anche gli studenti possano essere coinvolti in modo proficuo e costruttivo nella progettazione di nuovi servizi, che abbiano una parte attiva nello sviluppo delle strategie messe in atto da biblioteche, centri di e-learning, centri IT ecc. Decisamente interessante il modulo su open source e XML a cura di Eric Lease Morgan, il “padre” del software MyLibrary.
Secondo Morgan si potrebbero abbandonare tutti i formati MARC a vantaggio del linguaggio di marcatura XML, se non fosse che tutti i cataloghi sono costruiti in MARC.
In una sola ora Morgan ha estrapolato tutti i dati dalla Directory of Open Access Journals (DOAJ), li ha integrati in un catalogo, è passato da MARC a XHTML, da MARC a MARCXML, da TEI a HTML, grazie a dei semplici programmi da lui sviluppati ad hoc con il linguaggio di programmazione PERL.

Di notevole spessore anche la lezione di Joan Lippincott del Coalition of Networked Information sulla Net generation. La Lippincott è autrice di un capitolo sulla Net Gen e biblioteche, inserito nel volume Educating the Net generation, a cura di Diana G. Oblinger e James L. Oblinger.
L’autrice coglie in modo essenziale, ma geniale, le tendenze delle nuove generazioni nei confronti del Web e dà una serie di suggerimenti pratici su cosa fare per incontrare le esigenze degli studenti appartenenti alla Net Gen.
Secondo la Lippincott è fondamentale capire che le nuove generazioni sono abituate a lavorare e studiare in modo “visuale”, multimediale e multitasking e quindi è necessario che le biblioteche facciano uno sforzo per adeguare i loro servizi a queste peculiari nuove caratteristiche della Net Gen.

Il modulo sull’OA ha offerto un paio di spunti interessanti, ma non tutte le relazioni erano adeguate alle aspettative. Di rilievo è stata la relazione di Peter Doorn, già docente presso l’Università di Leiden di tecnologie applicate alla storia e attualmente direttore del DANS, un archivio di dati di ricerca nel campo umanistico e delle scienze sociali.
Dal momento che l’Open Access appartiene al mondo della ricerca appare fondamentale capire il punto di vista dei docenti sull’argomento e scoprire gli strumenti con i quali le differenti comunità di ricerca lavorano. Tra gli argomenti affrontati nel modulo anche la e-science (per la ricerca è vitale che i dati primari possano essere accessibili, manipolati, trasformati e scambiati) e i depositi istituzionali.

Sul sito dell’Università di Tilburg sono liberamente accessibili tutte le letture consigliate per chi fosse interessato ad approfondire gli argomenti trattati nel corso.

maria.cassella@unito.it


CASSELLA, Maria. Digital libraries à la carte 2007. Nuove tendenze dalla Ticer International Summer School. «AIB notizie», 19 (2007), n. 10, p. 16.

Copyright AIB 2007-10, ultimo aggiornamento 2007-10-18 a cura di Zaira Maroccia
URL: http://www.aib.it/aib/editoria/n19/1016.htm3

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