Il convegno “Un diluvio di giornali. L’illustrazione satirica: metodologia di indagine e catalogazione iconografica”, organizzato il 25 e 26 maggio dal Centro Apice dell’Università degli studi di Milano, è stato un’importante occasione di confronto tra esperienze italiane e internazionali sul tema dello studio dell’immagine satirica.
È stato presentato il Progetto Marengo, finanziato dalla Regione Lombardia e realizzato all’interno dell’accordo di programma “Coordinamento delle biblioteche milanesi con particolare riferimento alle biblioteche storico artistiche”: 80.000 pagine di periodici illustrati sono stati digitalizzati e resi disponibili online; inoltre, sempre dal fondo Marengo, sono state catalogate 12.000 illustrazioni satiriche, consultabili direttamente dall’OPAC di Ateneo.
Marta Sironi, coordinatrice del progetto, ha descritto il funzionamento dei database partendo dalla homepage del Progetto Marengo.
Nell’OPAC le immagini sono ricercabili sia in modo consueto per autore o titolo, che per parola chiave dall’abstract descrittivo, oppure con il codice Iconclass (che compare come menu a scorrimento). Da ogni scheda inoltre è possibile visualizzare la relativa illustrazione in JPG: ne è risultato un ricco repertorio di immagini satiriche di età contemporanea tratto da riviste del XIX e XX secolo.
Vanja Strukelj e Francesca Zanella dell’Università degli studi di Parma hanno invece mostrato un prototipo di open archivi – basato sulla rivista «Numero», settimanale edito a Torino tra il 1914 e il 1922 – costituito dai fascicoli della rivista sfogliabili (in formato PDF), insieme a materiali di documentazione sui temi della satira e dell’illustrazione strettamente collegati all’attività didattica e di ricerca.
Simona Ciofetta, collaboratrice dell’ICCD (Istituto centrale per il catalogo e la documentazione) di Roma e iniziale referente di Iconclass nel Progetto Marengo, ha sottolineato l’importanza della sperimentazione di nuovi codici riferiti a soggetti e tematiche legati all’età contemporanea, per esempio quello relativo alle teorie e ideologie politiche.
Maria Pia Critelli ha invece presentato la banca dati della Biblioteca di storia moderna e contemporanea di Roma (progetto Digima, costituito insieme all’Istituto per la storia del Risorgimento italiano), che contiene circa cinquemila documenti iconografici e che è interrogabile anche per soggetto attraverso i campi “Personaggi e figure”, “Luoghi e ambienti”, “Eventi”, “Animali e piante”, “Abiti e uniformi”, “Simboli e allegorie”, “Oggetti”. Molte di queste immagini sono importanti proprio per il loro valore storico documentario: si tratta di fonti rimaste in parte sconosciute a causa della difficoltà della loro indicizzazione nei cataloghi tradizionali.
Giuseppina Benassati ha tracciato una panoramica degli sviluppi del catalogo Imago dal 1999 a oggi. Partito da una campagna di catalogazione avviata con un censimento nel 1986, messo in rete dal novembre 2000, Imago è oggi il maggiore catalogo italiano di materiali grafici (incisioni, disegni, figurine, fotografie, cartografie, di autori italiani e stranieri dal XV al XX secolo contenute nelle biblioteche, archivi e musei dell’Emilia-Romagna) per un totale di circa 200.000 opere.
Roberta Cristofori, ricercatrice della Soprintendenza ai beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna, ha messo in evidenza una caratteristica peculiare della catalogazione iconografica: la molteplicità per una stessa immagine delle chiavi di lettura e delle relative possibilità di classificazione, in special modo se si sceglie di adottare un approccio interdisciplinare alla lettura e all’interpretazione delle immagini.
Per approfondire il tema di Iconclass, strumento per la produzione e la standardizzazione di informazioni riguardanti il contenuto delle immagini, dall’Olanda è intervenuto Hans Brandhorst, attualmente responsabile, assieme a Etienne Posthumus, dell’implementazione del browser di ricerca del sistema.
Elaborato da Henri van de Waal (1910-1972), a partire dagli anni ’50, Iconclass funziona in base all’attribuzione di un codice alfanumerico, ordinato gerarchicamente, al soggetto dell’opera.
Iconclass è stato informatizzato dal 1990, e ne è stata creata una versione multilingue dal 2004.
Jean-Claude Gardes dell’Università della Bretagna Occidentale e direttore dell’EIRIS (Gruppo interdisciplinare di ricerca sull’immagine satirica) ha descritto l’attività del centro e lo stato degli studi sulla satira in Francia.
È in atto la messa in rete di una bibliografia internazionale sulla satira; inoltre l’EIRIS pubblica una rivista, «Ridiculosa», che esce dal 1994 con numeri tematici.
Infine Jeffrey Schnapp della Stanford University ha parlato dei diversi orizzonti che possono aprirsi nel campo della valorizzazione delle memorie culturali attraverso l’uso della rete e dei sistemi di realtà virtuale.
Particolarmente utile è stato poi il confronto con altri protagonisti come associazioni private, fondazioni, editori e singoli collezionisti: nella giornata successiva è stato discusso un programma di iniziative.
Il Centro APICE – Archivi della parola, dell’immagine e della comunicazione editoriale – è nato nell’ottobre 2002 con la finalità di raccogliere, conservare e valorizzare fondi bibliografici e archivistici di particolare pregio e rarità.
Attualmente Apice conserva circa 60.000 volumi e 7 fondi archivistici, tra cui l’archivio e la biblioteca degli editori Bompiani, Scheiwiller. Ricciardi, l’archivio di Gabriele Mucchi, di Antonio Porta e di Gina Lagorio, infine l’immenso patrimonio iconografico racchiuso nei fondi Alfieri, Marengo, e nella “Collezione ’900 Sergio Reggi”.
Per maggiori informazioni: http://www.apice.unimi.it.
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