La professione di bibliotecario ha assunto negli ultimi anni un ruolo strategico nel sistema dell’informazione e della conoscenza e ha imposto una riflessione e un adattamento del curriculum professionale. In Europa, con il Processo di Bologna nel 1999, si è avviata la riforma dell’università con l’obiettivo di procedere verso l’armonizzazione dei curricula e la certificazione dei profili professionali. La Spagna è un paese al quale oggi si sta guardando con molto interesse. Chiediamo quindi a Margarita Pérez Pulido, docente di Biblioteconomia all’Università dell’Estremadura, quali sono le figure professionali e quale formazione di ingresso è prevista per i bibliotecari in Spagna.
Attualmente in Spagna è l’università che si occupa della formazione di base dei professionisti dell’informazione, con due differenti percorsi: il diploma in Biblioteconomia e documentazione (3 anni) e la laurea in Documentazione (+2 anni). I corsi sono presenti in 20 università distribuite su tutto il territorio spagnolo.
L’università si occupa anche della formazione continua dei suoi diplomati inseriti nel mercato del lavoro, attraverso la progettazione e l’offerta di master e titoli post universitari. Anche le associazioni professionali occupano oggi una parte importante nella formazione continua, ruolo che hanno occupato storicamente, grazie all’importante collaborazione con le differenti università.
Cosa cambierà in Spagna con la riforma prevista per il 2008?
Il nuovo profilo professionale previsto per la riforma del 2008 è stato costruito a partire dall’analisi e dallo studio dei documenti nazionali e internazionali esistenti sulle competenze professionali e dallo sviluppo dei programmi educativi per i futuri professionisti. A partire da questi documenti si è trattato di stabilire un profilo professionale dei laureati basato sulle competenze, vale a dire conoscenze, capacità e abilità, che possono offrire allo studente una formazione di base solida, teorica e pratica, da applicare a tutte le realtà e in tutti i tipi di organizzazione.
Questi profili hanno uno sbocco occupazionale nelle biblioteche generali, specializzate, in archivi di tutti i tipi e imprese per la creazione di sistemi di informazione, basi di dati, contenuti editoriali, e Internet.
Il nuovo titolo che viene proposto, denominato Informazione e documentazione, è il risultato della integrazione di due titoli: il diploma in Biblioteconomia e documentazione e la laurea in Documentazione. Con la nuova denominazione si vogliono enfatizzare l’informazione e la documentazione come nucleo centrale che comprende i diversi professionisti che lavorano nelle biblioteche, archivi e centri di documentazione e i content manager nelle organizzazioni.
La proposta è stata sviluppata nella cornice del primo “bando di soccorso” per il Disegno dei piani di studio e i titoli di laurea dell’Agenzia nazionale di valutazione e accreditamento (ANECA) nel 2003 e risponde ai parametri richiesti dall’Europa. Hanno collaborato 166 università spagnole a questo progetto a partire dalla creazione di gruppi di lavoro formati da rappresentanti di ciascuna delle università coinvolte; i documenti hanno circolato e sono stati sottoposti alla valutazione ed esame di tutta la comunità universitaria, per vedere finalmente approvato il nuovo titolo in modo unanime. Ugualmente il documento è stato sottoposto al parere e all’approvazione delle differenti associazioni professionali spagnole e diffuso in tutti i congressi e riunioni che si sono tenuti nel nostro paese in quest’anno di lavoro.
Il modello di studio che propone si basa su un titolo di primo livello, laurea in Informazione e documentazione, di 240 crediti, e post universitario, master di 60-120 crediti, con un doppio orientamento, professionale o di ricerca.
C’è stato un coinvolgimento del mondo del lavoro nella riforma dei percorsi formativi?
Importanti studi e ricerche si stanno portando a termine negli ultimi anni nelle diverse università spagnole con l’obiettivo di identificare e stabilire nuovi profili professionali adattati al mercato del lavoro, nell’interesse di armonizzare ugualmente gli studi universitari alla realtà dell’offerta di lavoro, nell’intento di adeguarsi agli standard europei.
Questi lavori sono risultati fondamentali perché assumono carattere scientifico, aiutano a interpretare correttamente ciò che la nostra professione è e deve essere, rappresentano la realtà nel nostro paese e si realizzano in collaborazione con le associazioni professionali. In questo modo, a profili tradizionali come bibliotecario, documentalista, archivista si uniscono altri come architetto delle informazioni, gestore di contenuti, disegnatore di contenuti web.
Gli studi sull’inserimento lavorativo dei laureati in biblioteconomia e documentazione in Spagna stanno dando alcuni risultati positivi. Per esempio, in generale si constata un elevato tasso di inserimento lavorativo, i laureati cominciano a lavorare senza neanche terminare i loro studi per mezzo di borse di studio e contratti, comunque questo dipende dall’area geografica. Ugualmente si osserva una differenza della fonte di impiego: se negli anni ’90 si lavorava fondamentalmente nel settore pubblico, negli ultimi anni si sta osservando una crescita del mercato del lavoro nel settore privato. In contrasto con questi risultati, che possono essere soddisfacenti, si osserva tuttavia uno scarso riconoscimento della professione in determinati settori di impiego.
La certificazione delle competenze professionali è la strada che anche in Italia le associazioni professionali stanno affrontando.
Come si è mossa la Spagna per il riconoscimento della professione?
La certificazione della professione dell’informazione e documentazione è una formula di riconoscimento professionale adottata in Spagna da pochi anni. Del processo di certificazione si fa carico l’Associazione spagnola di documentazione e informazione scientifica (SEDIC) attraverso i suoi servizi di certificazione. Esistono alcuni livelli di certificazione dei professionisti dell’informazione e documentazione: tecnico, tecnico superiore ed esperto, ciascuno dei quali risponde a conoscenze, a livelli di formazione ed esperienza professionale differenti, che sono richiesti come condizioni indispensabili per avere la certificazione.
Per la verifica del profilo professionale il candidato si deve sottoporre a un processo di autovalutazione, in accordo con i requisiti di un documento chiamato Rapporto sulle conoscenze e tecniche applicabili alle funzioni dei professionisti dell’informazione e documentazione, e documentare il livello di conoscenze che dichiara di possedere nel documento di autovalutazione.
Infine, il servizio di certificazione del SEDIC procede alla valutazione e al rilascio del curriculum. Esso rappresenta un documento di accreditamento del livello di competenze di un professionista, che può essere modificato, e valuta la competenza di un professionista nel corso del tempo.
Ci saranno ancora bibliotecari in Spagna o i nuovi professionisti saranno solo documentalisti?
Il futuro nome della laurea, Informazione e documentazione, non è stato esente da un certo disaccordo legato alla sparizione dalla denominazione della Biblioteconomia. Però il ragionamento è stato il seguente: l’informazione e la documentazione sono i nuclei centrali che condividono i differenti professionisti.
Ovunque si riconosce l’utilizzo di tecniche e strumenti distinti, ma tutti condividono i principi che si basano sull’organizzazione dell’informazione e documentazione e la fornitura dei servizi agli utenti.
D’altra parte si considera che il nome Informazione e documentazione ha una grande tradizione nazionale e internazionale ed è presente nel nome di associazioni e organismi promotori di servizi di informazione e documentazione, come la International Federation for Information and Documentation, l’antica FID o gli spagnoli Instituto de Información y Documentación en Humanidades y Ciencias Sociales (ISOC) e Instituto de Información y Documentación en Ciencia y Tecnologia (ICYT), ambedue appartenenti al Consiglio superiore di ricerche scientifiche (CSIC), così anche associazioni come la Sociedad Española de Documentación e Información Cientifica (SEDIC) o la Societat Catalana de Documentació i Informació (SOCADI).