L’annuale convegno nazionale dell’ABEI (Associazione dei bibliotecari ecclesiastici italiani) rappresenta per non pochi colleghi un punto di riferimento fisso per il proprio impegno di formazione e di aggiornamento professionale.
È consuetudine organizzare tale convegno in varie città italiane, secondo un criterio geografico che prevede l’alternanza di Sud, Centro e Nord Italia. Quest’anno la scelta è caduta su Brescia, dove la Diocesi ha messo a disposizione per il convegno il salone degli atti ufficiali dello splendido palazzo barocco che per secoli ha ospitato il seminario diocesano e, oggi, svolge la funzione di Centro pastorale e di Centro congressi che ospita manifestazioni a livello nazionale e internazionale.
Il convegno, seguito da quasi un centinaio di colleghi, amici e ospiti, si è svolto secondo un programma di lavoro piuttosto intenso, ricco di interventi qualificati.
Non si è trattato di un convegno monotematico, ma di un incontro strutturato in tre tempi, ciascuno dei quali dedicato a un argomento differente.
Già durante le fasi preparatorie del convegno, il comitato scientifico aveva manifestato interesse verso un tema complesso e affascinante, quello della cosiddetta letteratura grigia ovvero del materiale minore, un tema complesso del quale non si sente parlare troppo spesso, dati anche gli oggettivi problemi di descrizione, classificazione, conservazione e fruizione di tali materiali che, anche se talora trascurati, rappresentano un’autentica miniera di notizie e informazioni che altrimenti andrebbero fatalmente perdute.
La miriade di ricadute derivanti dall’uso attento e, per certi versi, anche sapiente di questi materiali è stata mirabilmente presentata nel discorso introduttivo ai lavori tenuto dal prof. Xenio Toscani, dell’Università cattolica. Tale ricaduta può essere ben apprezzata facendo mente locale anche sulla vastità e la varietà dei materiali cosiddetti, appunto, “minori”.
Senza avere pretese di esaustività, giusto per citare alcune tipologie di materiali, si possono ricordare le cartoline, i calendarietti, le buste intestate di aziende, i pieghevoli informativi su convegni, concorsi, concerti, le immaginette devozionali, le lettere circolari di uffici di curia, enti ecclesiastici, pie opere, associazioni e comitati cattolici, segnalibri, bollettini di vario genere, bollettari, tessere di iscrizione ad associazioni cattoliche, opuscoli di propaganda, pubblicità commerciali, persino vecchi quaderni scolastici. Nel corso del convegno si è parlato del trattamento catalografico di questi materiali, alla luce anche di taluni esempi di riordino avvenuti applicando, con le attenzioni e le cautele del caso, i criteri degli NBM (Non Book Materials).
La seconda giornata dei lavori si è invece concentrata, nella sessione del mattino, su un tema molto legato al territorio della città ospitante: ossia la radicata tradizione editoriale cattolica che, fin dalla seconda metà dell’Ottocento, ha dato un contributo serio e qualificato alla vita culturale del paese.
Da questo humus culturale, quasi un antesignano, emerge la figura del cardinal Querini, fondatore della Biblioteca Queriniana. Numerose figure caratterizzano questo importante contesto, nel quale mosse i primi passi l’immane personalità di Paolo VI, il cui solo nome non può non evocare il vastissimo movimento legato al suo pontificato e a tutto il periodo postconciliare.
Nel corso della giornata si è quindi svolta un’articolata tavola rotonda alla quale hanno partecipato rappresentanti delle seguenti case editrici: Morcelliana, Queriniana, La scuola, Paideia, Ancora, il che ha permesso di avere una visione di insieme pressochè completa del contesto editoriale cattolico bresciano.
I lavori della sessione pomeridiana sono stati dedicati a varie iniziative e problemi di interesse bibliotecario.
L’Ufficio nazionale beni culturali ed ecclesiastici della CEI ha fatto il punto sull’impatto del nuovo servizio CEI-Bib stabilito dalla Conferenza episcopale italiana per i beni della Chiesa; i carabinieri Andrea Ilari e Vito Cicale hanno presentato, rispettivamente, l’attività del Nucleo Tutela patrimonio artistico e culturale dell’Arma e un pregevole volume illustrativo delle varie tipologie di beni e delle modalità di tutela degli stessi redatto personalmente dal relatore, così da poter fornire ai convegnisti indicazioni utili e preziose per la tutela e la prevenzione dei dannosi furti che depauperano il patrimonio delle nostre biblioteche.
Rappresentanti dell’Associazione dei bibliotecari ecclesiastici italiani hanno poi illustrato la fase aggiornata di attuazione del censimento nazionale dei periodici di interesse religioso, nonchè della monumentale fatica rappresenta dalla lista di autorità Acolit più volte ufficialmente presentata.
Viva è stata la percezione dell’importanza di questo materiale che di minore ha soltanto l’empirica definizione.
Dato che uno degli scopi del convegno consisteva nel porre in luce le ricchezze informative insite in questo tipo di documentazione, si ha la netta sensazione che tale risultato sia stato efficacemente raggiunto.
La ricchezza e la complessità dei temi discussi, la nutrita partecipazione di convegnisti qualificati a livello nazionale unite alla generale atmosfera di cordialità e simpatia hanno fatto di questo convegno un avvenimento felicemente riuscito, i cui atti conterranno relazioni di indubbio valore professionale, utili punti di riferimento per quanti trattano i materiali “minori”, tanto presenti in tutte le nostre biblioteche.
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