L’impegno della nostra Associazione per il riconoscimento della professione segna un nuovo passo avanti.
Da anni le associazioni professionali rappresentative delle professionalità tecnico-scientifiche presenti nel Ministero (AIB, ANAI e Assotecnici) conducono una battaglia perché queste figure abbiano una disciplina contrattuale distinta dagli altri dipendenti dell’Amministrazione pubblica.
Le ragioni di questa scelta risiedono nella convinzione che l’attività svolta da queste figure professionali, per offrire ai cittadini servizi ottimali di conservazione, valorizzazione e accesso al bene culturale, richiedono una preparazione culturale, un’attenzione alla propria formazione e qualificazione, una capacità di scelte autonome e responsabili non riconducibili semplicemente alle qualità organizzative e gestionali normalmente richieste ai funzionari.
L’architetto, lo storico dell’arte, l’archeologo, l’archivista e ovviamente il bibliotecario non possono svolgere la loro attività semplicemente istruendo pratiche o applicando normative, senza la conoscenza peculiare del settore e la consapevolezza profonda del proprio scopo e dei propri valori.
Queste caratteristiche per molto tempo sono state riferite all’esercizio di queste professioni da parte dei privati, poiché si riteneva che, nell’ambito della pubblica amministrazione, la responsabilità del buon andamento di ogni prestazione dipendesse dall’organizzazione degli uffici e dalla dirigenza.
Sabino Cassese già aveva denunziato nel ’94, all’inaugurazione del 5° Forum della P. A., i limiti di questa concezione che riduceva il lavoro dei dipendenti pubblici all’adempimento di compiti gerarchicamente preordinati, anziché all’impegno per la realizzazione di servizi efficienti: se questo è vero in generale, tanto più lo è per quelle professioni che comportano scelte autonome e responsabili sulla base delle specifiche competenze.
Sempre grazie all’impegno delle associazioni, questa esigenza trovava una prima riposta nella legge quadro di riforma della P. A. n. 59/1997 (la cosiddetta legge Bassanini), in cui si stabilisce che: “i decreti legislativi e la contrattazione stabiliscano una distinta disciplina per i dipendenti pubblici che svolgono qualificate attività professionali, implicanti l’iscrizione ad albi, oppure tecnico-scientifiche e di ricerca”.
Nonostante ciò, di fatto nulla di concreto è stato fatto in questi anni per attuare il dettato legislativo: anzi si è profilato il pericolo che questa norma fosse accantonata in favore di istituti contrattuali quali la vice-dirigenza o le posizioni organizzative, il cui scopo è la valorizzazione delle capacità e responsabilità gestionali e non delle elevate professionalità.
Per scongiurare questo rischio, l’AIB e l’ANAI hanno incontrato Gianfranco Cerasoli, segretario generale della UIL Beni culturali e Salvatore Bosco, segretario generale della UIL Pubblica amministrazione, ottenendo che, nella sessione contrattuale immediatamente successiva all’approvazione della finanziaria, questa materia venga trattata in modo organico e completo. In questo numero di “AIB notizie” è pubblicato il testo del comunicato congiunto delle associazioni stilato in seguito all’accordo.
Siamo soddisfatti del risultato ottenuto, anche se non possiamo certo considerare conclusa la necessità di un dialogo continuo con le associazioni sindacali e con l’amministrazione per riempire di contenuti concreti la “disciplina distinta per le professionalità tecnico-scientifiche”.
Fondamentale, oltre all’aspetto economico, è l’impegno per uno status giuridico basato sull’autonomia e sulla responsabilità professionale, in quanto questo riconoscimento oltrepassa l’ambito puramente contrattuale dei bibliotecari dipendenti dal Ministero per i beni e le attività culturali, e può diventare punto di riferimento per tutte le pubbliche amministrazioni, nonché riaffermare l’unicità della professione.
L’Associazione da anni si batte per ottenere un Albo professionale basato sul controllo della formazione e della competenza professionale, il controllo deontologico e un regolamento di disciplina, senza distinguere tra pubblico e privato, tra l’esercizio della professione come lavoratore dipendente o come autonomo, perché la mission del nostro lavoro è la stessa e scopo fondamentale dell’Associazione è affermarne e difenderne i valori, in tutti i luoghi e in qualsiasi condizione contrattuale viene svolta.
marzia.miele@beniculturali.it