Nel corso di quest’anno le iniziative in Veneto legate a Nati per leggere, grazie all’impegno di tanti colleghi e alla sensibilità delle istituzioni coinvolte, ha visto una significativa ripresa e soprattutto è finalmente evidente una prospettiva di riavvio e consolidamento del progetto in tutta la regione.
Sono tre gli eventi grazie ai quali si sono verificate le condizioni favorevoli per questo riavvio: i primi due, a maggiore evidenza pubblica, sono la giornata di studio regionale “Nati per leggere in Veneto” tenutasi a Paese (TV) il 29 marzo u.s. e promossa dalle amministrazioni comunali di Istrana, Paese, Ponzano Veneto, Breda di Piave, Villorba e la presenza di NPL al Mondadori Junior Festival (MJF) di Verona nei giorni 20-22 aprile.
Di entrambe le esperienze seguono i resoconti rispettivamente a cura di Franco Pozzebon, assessore alla cultura del comune di Paese e di Maria Grazia Dalai e Marianna Gemma Brenzoni, bibliotecarie a Verona e Bice Bertoldi, educatrice.
Il terzo evento fortemente voluto da AIB Veneto e sostenuto da tutti i referenti coinvolti nella promozione del convegno e nella partecipazione al MJF è la costituzione del coordinamento regionale di NPL e del primo dei gruppi di coordinamento provinciale per la provincia di Treviso, nato a stretto ridosso del convegno; tutti hanno concordato sulla necessità di costituire questa forma di cordinamento articolata sul territorio come interlocutore necessario ai vari livelli istituzionali per promuovere la diffusione del progetto e come cerniera concreta di collegamento tra le varie esperienze in corso e punto di riferimento per quelle in avvio.
Tutte le informazioni sul coordinamento regionale e su quelli provinciali sono disponibili sia sul sito di Nati per leggere che su quello della Sezione Veneto dell’AIB.
“Nati per leggere in Veneto”, giornata di studio, Paese (TV), 29 marzo 2007
Ci sono sempre più esperienze e sempre meno dubbi sul valore e sull’efficacia del progetto Nati per leggere (Cfr. Luca Ronfani et al., La promozione della lettura ad alta voce in Italia: valutazione dell’efficacia del progetto Nati per leggere, «AIB notizie», 18 (2006), n. 6, p. 11-16).
Lo hanno compreso gli oltre 200 partecipanti alla giornata di studio regionale sul progetto NPL, svoltasi il 29 marzo a Paese.
Il compito iniziale di mettere a fuoco significato e valore di questo progetto, avviato nel 1999, è toccato a Giovanna Malgaroli, referente nazionale del progetto Nati per leggere. «La lettura ad alta voce – ha spiegato – è ormai considerata a livello internazionale la singola attività più importante per acquisire le conoscenze necessarie per il successivo autonomo apprendimento della lettura». Non solo: «libri e letture precoci stimolano la capacità di distinguere e manipolare i suoni e metterli in relazione con le parole scritte, permettono il formarsi e il consolidarsi dell’intelligenza narrativa, ossia la capacità di interpretare gli eventi e attribuire loro significato».
Con risultati ormai riconosciuti: «i bambini che partecipano a NPL, rispetto a quelli che non vi partecipano, tendono ad avere un incremento nello sviluppo del linguaggio».
Ciò non può, secondo Malgaroli, non essere letto anche in una prospettiva sociale: «le parole che un bambino ascolta in famiglia cambiano molto a seconda che egli faccia parte di una famiglia di operai, una famiglia borghese, una famiglia disagiata…».
Ma la referente nazionale di NPL ha voluto ribadire che tra gli aspetti positivi della lettura ai bambini va considerato quello di essere una “lettura di relazione”: è un veicolo che innanzitutto avvicina adulto e bambino, permette loro di condividere delle emozioni.
E Malgaroli additava ai bibliotecari come il progetto NPL rappresentasse una grande opportunità nelle loro mani per «modificare la percezione sociale dell’attività della lettura».
Il dottor Michele Gangemi, presidente dell’Associazione culturale pediatri, ha portato il punto di vista del pediatra nell’ambito di Nati per leggere, al quale hanno aderito formalmente fino a oggi circa 600 pediatri di famiglia e una cinquantina di pediatri di comunità.
«L’intervento del pediatra – ha sostenuto Gangemi – avviene innanzitutto con un consiglio orale nel 99% dei casi. Ma deve essere soprattutto un intervento di facilitazione, mirato a stimolare le risorse dei genitori. Il pediatra non deve prescrivere i libri, la lettura, bensì avvalersi di Nati per leggere per costruire o per rafforzare la relazione con la famiglia».
Alessandra Sila, del Centro per la salute per il bambino di Trieste, ha analizzato l’efficacia di Nati per leggere come possibilità di supporto alla genitorialità, partendo dalla constatazione che «sempre più i genitori si sentono impreparati riguardo alla natalità». D’altra parte, ha ribadito, «i bambini sono da stimolare proprio nei primi anni di vita, che sono “anni cruciali” per la loro formazione». Con la lettura, infatti, avranno una riduzione dei problemi di comportamento e di apprendimento a scuola.
Ancora prima, però, la lettura a voce alta del genitore al proprio figlioletto permette, secondo la dottoressa Sila, di raggiungere risultati importanti: «i genitori migliorano l’autostima. Si rafforza la relazione adulto-bambino. Il bambino è aiutato a conoscere le emozioni».
La promozione della lettura ad alta voce viene riconosciuta come strumento importante per favorire il benessere del bambino anche nell’ambito delle politiche socio-sanitarie della Regione Veneto.
Al punto che, come ha spiegato Mara Brunelli dell’ULSS 20 di Verona, essa è una della sette azioni della campagna per la promozione della salute nei primi anni di vita “Genitori più”: «una azione considerata efficace per la prevenzione di disturbi di apprendimento e nel comportamento».
Il punto sull’attuazione del progetto Nati per leggere in ambito regionale è stato proposto dalla vicepresidente di AIB Veneto Lidia Pattaro. I dati aggiornati a marzo 2007 indicano 172 adesioni, delle quali 52 vengono da biblioteche, 25 da insegnati o educatori, una ventina da scuole, una quindicina da pediatri, altrettante associazioni. Sulla carta geografica, però la distribuzione delle adesioni risulta essere abbastanza disomogenea.
A fronte di una più consistente presenza a Treviso, Venezia e Vicenza, risultano assenti all’appello Padova, Verona, Rovigo. E Pattaro ha indicato alcune piste su cui occorre lavorare per favorire l’estensione di Nati per leggere: «c’è la necessità di riorientare l’attività del progetto in Veneto, dove si constata una ricchezza di esperienze, ma disomogenee e isolate. Come? Perseguendo una politica di informazione più incisiva; favorendo la rete tra biblioteche; effettuando la verifica e il monitoraggio; investendo su un gruppo di coordinamento nel territorio».
Un’esperienza di lavoro in rete
Giovanni Gallo, del Servizio Igiene e prevenzione dell’ULSS 9 di Treviso, e Stefania Berti, bibliotecaria di Paese, hanno presentato l’esperienza di collaborazione avviata con un gruppo di comuni del Distretto 2 e l’ULSS 9, indicando come obiettivo l’attuazione di Nati per leggere come progetto di comunità, nell’ambito del quale le alleanze rappresentano un passaggio fondamentale, affinché le azioni di ciascun attore vadano a integrarsi e a rafforzarsi con quelle degli altri soggetti. Con un obiettivo apparentemente ambizioso, ma in realtà assai preciso.
«La lettura, e in particolare a questa età la lettura a voce alta, – ha spiegato il dottor Gallo – è legata intimamente al miglioramento della qualità della relazione e quindi dell’esistenza. Essa fa aumentare la qualità di salute del bambino, e si presenta come uno strumento di maggiore equità sociale. Quindi la lettura a voce alta va considerata tra gli indicatori del “livello essenziale di assistenza” che deve riguardare tutti i bambini».
Un livello territoriale di attuazione di Nati per leggere è stato avviato attraverso la definizione di un protocollo d’intesa cui hanno aderito nove comuni del Distretto 2 dell’ULSS 9 di Treviso, con il coinvolgimento diretto del Servizio Igiene e prevenzione dell’azienda sanitaria. L’accordo impegna i Comuni ad attuare alcune azioni: finanziare nell’ambito dei rispettivi bilanci il miglioramento dello spazio dedicato alla fascia di utenti 0-6 anni, con l’acquisto di libri adatti, con attività di promozione alla lettura e distribuzione di volantini riguardanti il progetto; supportare il progetto con il lavoro di proprio personale bibliotecario professionalmente qualificato; collaborare con il gruppo di coordinamento.
Da parte sua l’ULSS 9 si è impegnata ad allestire spazi idonei negli ambulatori vaccinali e distrettuali per l’accoglienza dei bambini e dei loro genitori; a proporre materiale informativo sul progetto in occasione delle vaccinazioni; a supportare il progetto con l’attività del personale del Dipartimento di prevenzione del distretto sanitario; a sensibilizzare e coinvolgere i pediatri di libera scelta affinché aderiscano volontariamente alle attività del progetto.
Questa intesa appare al tempo stesso semplice e fattibile, con azioni assai concrete, quanto impegnative, poiché prevede una continuità e capillarità di interventi.
Ma il convegno di Paese ha soprattutto indicato, visti anche i tanti enti e operatori interessati o incuriositi dal progetto, che il primo passo da compiere per favorire la diffusione di Nati per leggere in Veneto dovrà essere la costituzione di un gruppo di coordinamento regionale, che sviluppi le intuizioni emerse e dia un’articolazione alle azioni da realizzare ai vari livelli.
La presidente della Sezione Veneto dell’AIB, Francesca Ghersetti, lo ha ribadito a chiare lettere: «per la diffusione di Nati per leggere la costituzione di una rete è fondamentale, perché è indispensabile un contatto diretto con il territorio. In questa giornata di studio abbiamo constatato che c’è una grande varietà di esperienze che fanno riferimento a finalità e obiettivi di Nati per leggere. E appare utile che i diversi attori si diano alcuni efficaci strumenti di valutazione sul progetto».
E sull’importanza di far nascere presto un organismo locale di coordinamento hanno concordato tutti i curatori della giornata di studio di Paese.
Con l’obiettivo di evidenziare il tema oggetto di questa giornata di studio, circa una ventina di biblioteche comunali trevigiane si sono accordate per un’apertura straordinaria la domenica successiva al convegno, mirata a sensibilizzare la cittadinanza su questo progetto di promozione della lettura con i bambini tra 0 e 6 anni.
Nati per leggere al Mondadori Junior Festival, Verona, 20-22 aprile 2007
A Verona dal 20 al 22 di aprile si è svolto il Mondadori Junior Festival alla sua terza edizione, non solo occasione di divertimento per le bambine e i bambini, quanto momento importante di educazione alla diversità culturale.
La manifestazione, intitolata quest’anno “Tutti i colori del mondo”, ha cercato di presentare ai bambini e alle loro famiglie realtà diverse che vanno rispettate in una società multietnica e multiculturale qual è la nostra: tutto questo attraverso le più svariate forme espressive che hanno esplorato campi quali il teatro, la musica, il gioco, lo sport e la scienza.
Tra gli appuntamenti più seguiti segnaliamo quello alla “Tenda dei racconti”, frutto della collaborazione, giunta al secondo anno, tra il progetto Nati per leggere e il MJF: uno stand che ospitava un punto informativo e le attività di letture animate a cura di Bice Bertoldi, educatrice con un curriculum di “tata professionista” (www.tatabice.com).
L’abbiamo intervistata chiedendole come si è collocato lo specifico progetto NPL in questo contesto e quali sono state le persone coinvolte.
«Il Mondadori Junior Festival – ci risponde Bice Bertoldi – si è avvalso del progetto Nati per leggere quale promotore e divulgatore di concetti psicopedagogici a fruizione delle famiglie con bambini in età prescolare. Quindi una scelta fatta in termini qualitativi che ha visto i bambini nella veste di protagonisti: accompagnati da insegnanti e genitori si sono dati appuntamento alla “Tenda dei racconti” in Piazza Bra per scoprire o confermare il piacere della lettura.
Al via vai di visi incuriositi e stupiti dei bambini si accompagnavano quelli non meno sorpresi dei genitori, che si ritagliavano momenti di assoluto divertimento e distensione leggendo libri ai loro piccoli, adagiati in modo confidenziale e informale sui tappeti disposti all’interno della tenda. Per ciò che riguarda l’organizzazione delle attività alla “Tenda dei racconti”, le finalità che mi ero proposta erano quelle di riuscire a trasformare e dare valore, mediante un intreccio appassionante di attività didattiche, al senso dell’educare al libro: in questo sono stata fortunatamente libera di poter realizzare determinate idee che si sono rivelate positive anche negli appuntamenti con le scuole d’infanzia e le scuole primarie.
Innanzitutto all’interno della Tenda è stata messa a disposizione per la libera consultazione una grande quantità di libri per bambini di tutte le età. Poi si sono svolte attività di lettura previste in tutto l’arco delle tre giornate e incontri divulgativi del progetto Nati per leggere, presentati in modo permanente con collaboratori volontari dell’AIB, del coordinamento nazionale di NPL, e dell’Associazione culturale pediatri. Questo ha fatto sì che, pure in una circostanza logisticamente difficile come quella di un festival di piazza, si sia potuta diffondere la conoscenza del progetto NPL, estendendola anche ai servizi educativi, quali il nido e la scuola dell’infanzia. In questo senso è stata preziosa la collaborazione del Comune di Verona nel diffondere a scuole e pediatri di base un foglio informativo su NPL appositamente redatto per l’occasione.
A ragione di questo, le tre giornate (venerdì, sabato e domenica) sono state ripartite in modo tale da riservare quella di venerdì alle scuole: nello specifico alla tenda sono arrivati piccoli di scuole d’infanzia e primaria che, insieme ai loro insegnanti ed educatori, si sono subito appassionati alle proposte di letture animate.
Le attività di lettura animata sono state rese possibili dalla collaborazione di professionisti volontari dell’Associazione Il cigno di Verona e lettori volontari di NPL del veronese e in parte dalla sottoscritta. Diversamente per le letture musicali: esse sono state realizzate con la preziosa collaborazione dei violinisti Gianluca Nicolini di Ancona e Alessandra Bottai di Pesaro e strutturate attraverso una metodologia di ricerca-azione atta a rendere il bambino costruttore e fruitore del proprio sapere e delle proprie conoscenze. Un sapere maieutico in cui la musica, che sottolinea e media la relazione tra l’adulto e il bambino, amplifica le potenzialità del bambino che incontra lo strumento libro».
In questi tre giorni i volontari di AIB e di ACP si sono alternati nel presidio del punto informativo di NPL dove erano stati messi a disposizione sia i pieghevoli con i suggerimenti ai genitori, sia quelli con le indicazioni agli operatori, le guide bibliografiche, il carrello espositore “Luigi”con le edizioni speciali dei libri per NPL, manifesti e locandine.
Ci sono stati numerosi contatti con genitori, nonni, insegnanti ed educatori, ai quali è stato illustrato il valore della lettura ad alta voce ai bambini in età prescolare e il valore della cooperazione tra diversi soggetti quali le istituzioni (scuole, enti locali, biblioteche, unità sanitarie locali) e le figure professionali (bibliotecari, insegnanti, pediatri, educatori). Il gradimento dei bambini (espresso anche attraverso disegni colorati e insistenze per non lasciare la tenda!), l’afflusso di pubblico e l’interesse dimostrato da insegnanti e genitori ci fa ben sperare che il progetto NPL prenda corpo e si diffonda a Verona e in altre realtà territoriali ancora non coinvolte.