[AIB] AIB notizie 19 (2007), n. 5
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Gli ottant’anni di Carlo Revelli

Cecilia Cognigni

Il 16 dicembre 2006, presso la Biblioteca civica “Alberto Geisser” di Torino, le Biblioteche civiche torinesi e la Sezione Piemonte dell’Associazione italiana biblioteche hanno organizzato, per festeggiare gli ottant’anni di Carlo Revelli, un incontro al quale hanno partecipato l’assessore alla cultura della città di Torino Fiorenzo Alfieri, Mauro Guerrini presidente dell’AIB, Eugenio Pintore, presidente della Sezione piemontese, Paolo Messina direttore delle Biblioteche civiche torinesi, Massimo Belotti direttore della rivista «Biblioteche oggi» e molti amici bibliotecari e non.
Nel corso dell’incontro è stato presentato il volume La biblioteca come teoria e come pratica, un’antologia degli scritti di Carlo Revelli curata dalle Biblioteche civiche torinesi e pubblicata dall’Editrice Bibliografica, insieme alla bibliografia dei suoi scritti, ricca di più di 350 fra articoli e saggi.

Fiorenzo Alfieri ha ricordato il lavoro svolto da Carlo Revelli per la città con lo sviluppo del Sistema bibliotecario urbano e l’apertura di otto nuove sedi di zona. Per tale motivo è stato ricordato Giorgio Balmas, recentemente scomparso, assessore alla cultura negli anni della direzione Revelli.
«Si era a metà degli anni Settanta quando nelle nostre città la cultura si cominciava a inventarla», ha dichiarato l’assessore Alfieri consegnando a Revelli una targa con la dedica «per il contributo dato allo sviluppo delle Biblioteche civiche torinesi e alla crescita professionale dei bibliotecari italiani».

Paolo Messina ha parlato invece della lunga attività di Revelli nelle Biblioteche civiche, dal ‘44 al ‘77, attraverso tutti i ruoli del lavoro di biblioteca, e dal 1978 come direttore fino al 1985, anno del suo pensionamento.
Il vivido ricordo che ancora molti colleghi della Biblioteca civica centrale hanno di Revelli direttore per la sua umanità, cortesia, competenza e per l’attenzione che ha sempre saputo dimostrare nei confronti di tutti, è uno degli elementi che aiuta a comprendere le ragioni del titolo della raccolta antologica.

Mauro Guerrini ha invece sottolineato il contributo dato da Revelli alla biblioteconomia italiana insieme a tre altri maestri, Luigi Crocetti, Diego Maltese e Alfredo Serrai.
Revelli ha saputo «leggere la prassi in una prospettiva teorica», dando così un impulso fondamentale agli studi di ambito biblioteconomico, in opere come Il catalogo per soggetti e Il catalogo, specchio dei suoi interessi per i temi della normalizzazione catalografica, da considerarsi ancora oggi un aspetto fondamentale del lavoro di biblioteca. Revelli è stato un militante dell’Associazione italiana biblioteche sin dall’inizio della sua attività e ha saputo interpretare il ruolo dell’Associazione anche in momenti particolari; ad esempio durante il lavoro della Commissione ministeriale per la redazione delle RICA ha saputo porsi come un ponte con il mondo della professione.
Grazie alla conoscenza approfondita della letteratura professionale internazionale, Revelli ha avuto un ruolo importante nel favorire la ricezione in Italia di opere fondamentali, come è stato per il volume di Ákos Domanovszky, Functions and objects of author and title cataloguing. A contribution to cataloguing theory.

Il rapporto invece con «Biblioteche oggi» e Massimo Belotti è passato attraverso il Comitato di redazione prima e il Comitato editoriale della rivista poi e, soprattutto, attraverso la rubrica Osservatorio internazionale, che Revelli cura con puntualità e competenza dal 1993, riferimento costante per tutti quei bibliotecari che amano confrontare le proprie pratiche di lavoro e prendere spunto da quanto, su un certo tema, si sta sperimentando all’estero.
La rubrica infatti è costruita «connettendo opinioni, informazioni, dibattiti» tratti dalle principali riviste di biblioteconomia di tutto il mondo.

Carlo Revelli è per Belotti un bibliotecario a tutto tondo, e «anche quando si cimenta con la teoria, il suo approccio non è mai accademico. Revelli rimane aderente all’esperienza dei bibliotecari anche quando decide di volare alto».

Eugenio Pintore, infine, ha raccontato il punto di vista di un’altra generazione di bibliotecari che è arrivata alla professione «quando tutto era già pronto» e «la catalogazione e la soggettazione erano aspetti acquisiti» del lavoro di biblioteca, ricordando Carlo Revelli anche come docente, figura di riferimento per i corsi da bibliotecario organizzati dalla Regione Piemonte.

Il 16 dicembre è stata, innanzitutto, una festa arricchita da messaggi di stima e affetto personali giunti anche da lontano, come quello inviato da Antonella Agnoli, ma anche un’occasione per raccontare, attraverso l’attività di Carlo Revelli, l’impegno e la serietà di una generazione di bibliotecari che ha consentito alla nostra professione di raggiungere i primi importanti traguardi di visibilità.

Per chi come me lavora, da alcuni anni ormai, presso la Biblioteca civica centrale, Carlo Revelli non è soltanto un utente assiduo e attento, ma anche un mentore che silenziosamente mostra a molti di noi una personale attenzione, raccogliendo e offrendoci segnalazioni bibliografiche e recensioni, sempre utili per il nostro lavoro, tratte dalle molte riviste straniere oggi disponibili nella nostra Biblioteca.

Posso dire, penso a nome di molti colleghi, anche delle ultime generazioni, che come me non hanno avuto la possibilità di lavorare con lui, che Carlo Revelli non è soltanto un utente della Civica, ma sempre e soprattutto una guida saggia e discreta, un ponte fra il passato e il presente del nostro Sistema bibliotecario, capace di aiutarci spesso a guardare anche al futuro.

cecilia.cognigni@comune.torino.it


COGNINI, Cecilia. Gli ottant’anni di Carlo Revelli. «AIB notizie», 19 (2007), n. 5, p. 6.

Copyright AIB 2007-06, ultimo aggiornamento 2007-06-06 a cura di Zaira Maroccia
URL: http://www.aib.it/aib/editoria/n19/0506.htm3

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