[AIB] AIB notizie 18 (2006), n. 10
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"Io per conto mio continuerò ancora a camminare imperterrito per la strada delle mie convinzioni, tra le quali c'è anche quella di dover convincere gli altri".
(Giorgio de Gregori, 1969)

Andrea Paoli

Il 19 ottobre 2006, nel corso dell'Assemblea dei soci che si è tenuta a Roma in occasione del 53° congresso AIB, è stata presentata la prima edizione del Premio "Giorgio de Gregori".

Chi ha conosciuto Giorgio de Gregori, scomparso il 30 giugno 2003, ha ben impresso nella memoria quel suo modo sorridente e aperto di entrare in relazione con gli altri. E la sua perseveranza nel portare avanti la causa delle biblioteche, soprattutto delle biblioteche pubbliche, convinto che la crescita professionale fosse una delle chiavi per migliorarne i servizi. Quella convinzione era alla base del suo rapporto con l'Associazione italiana biblioteche, di cui è stato socio per oltre sessant'anni costituendone, assieme a Barberi, l'anima per lunghi periodi. Così, quando Luigi e Francesco de Gregori hanno avuto l'idea di istituire un premio per ricordare la figura di loro padre, hanno subito pensato all'AIB come sede "naturale" di un'iniziativa di questo genere.
È nato in questo modo il Premio "Giorgio de Gregori", riservato a scritti su temi biblioteconomici realizzati da giovani bibliotecari e studenti di biblioteconomia. Non si tratterà di un premio una tantum. Ne sono previste, grazie alla generosità di Luigi e Francesco de Gregori, non meno di cinque edizioni. Il vincitore o la vincitrice, oltre a un premio in denaro, vedrà il suo lavoro pubblicato dall'AIB in una piccola collana dedicata a Giorgio de Gregori.
Giorgio, con quella modestia che era tra i suoi tratti caratteristici, sarebbe probabilmente arrossito sapendo di un premio dedicato a lui dai suoi figli e dall'AIB. Ma sono sicuro che, sotto sotto, gli avrebbe fatto immensamente piacere.
Giorgio de Gregori ha "respirato" le biblioteche fin dalla nascita, avvenuta a Roma nel 1913. E non poteva essere altrimenti per il figlio di Luigi de Gregori, all'epoca direttore della Biblioteca del Ministero della pubblica istruzione. La convinzione di diventare un bibliotecario - è lo stesso Giorgio a raccontarcelo nella sua autobiografia - maturò ai tempi dell'università. Poi il concorso, nel 1937 e l'entrata in servizio presso la Biblioteca nazionale centrale di Firenze. Da allora, con il procedere della carriera, Giorgio è sempre stato un protagonista attivo del dibattito professionale, attento ai cambiamenti, propositivo, sempre disponibile, soprattutto coi più giovani.
Ha costituito, anche dopo il suo collocamento a riposo del 1977, un punto di riferimento preciso per un paio di generazioni di bibliotecari. La tecnologia, diceva scherzando, aveva finito per allontanarlo dalle biblioteche, troppo in là con gli anni e troppo stanchi i suoi occhi per mettersi davanti allo schermo di un computer, ma perfettamente conscio del ruolo e della potenzialità degli strumenti informatici nell'accrescere la qualità dei servizi della biblioteca.
Nell'ultimo periodo della sua vita si era così rivolto al passato, contribuendo con le sue pubblicazioni a dare nuovi e vigorosi impulsi alla ricerca sulla storia delle biblioteche e dei bibliotecari italiani.
Da segnalare la biografia di suo padre (Giorgio de Gregori, Vita di un bibliotecario romano: Luigi de Gregori: con i suoi diari, documenti inediti, note e figure, Roma: AIB, 1999) e il "Dizionario dei bibliotecari italiani del XX secolo" (Giorgio de Gregori - Simonetta Buttò, Per una storia dei bibliotecari italiani del XX secolo. Dizionario bio-bibliografico 1900-1990, Roma: AIB, 1999), un progetto cui teneva moltissimo e che proprio grazie alla tecnologia vive e prospera online come lui avrebbe voluto.
Non perdeva però di vista, come sua abitudine, gli sviluppi della professione e nel 1999 scrisse al presidente Poggiali per congratularsi con lui e con l'AIB per la realizzazione dell'Albo professionale dei bibliotecari italiani, un progetto proposto per la prima volta dal suo fraterno amico Renato Pagetti nel 1967 e da lui sempre sostenuto. Un albo concepito - scrisse Giorgio in quella lettera - «non come difesa corporativa della nostra categoria di operatori della cultura, ma come garanzia per gli utenti delle biblioteche di trovare in esse un personale capace ed efficacemente preparato: e tale deve essere per mia intima convinzione anche oggi».
La speranza è che il Premio, oltre a tener viva la memoria di Giorgio de Gregori e a trasmetterne gli insegnamenti alle nuove generazioni, possa contribuire, nel suo piccolo, alla crescita professionale dei giovani bibliotecari, perché il futuro delle biblioteche sia sempre meno futuro e sempre più presente.

Per saperne di più su Giorgio de Gregori si può consultare la voce a lui dedicata nel Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari italiani del XX secolo, a cura di Simonetta Buttò o leggere la sua autobiografia: Giorgio de Gregori, La mia vita tra le rocce e tra i libri, a cura di Andrea Paoli, Roma: AIB, 2003.

andrea.paoli@tiscali.it


PAOLI, Andrea. "Io per conto mio continuerò ancora a camminare imperterrito per la strada delle mie convinzioni, tra le quali c'è anche quella di dover convincere gli altri". (Giorgio de Gregori, 1969). «AIB notizie», 18 (2006), n. 10, p. 6.

Copyright AIB 2007-01, ultimo aggiornamento 2007-01-02 a cura di Zaira Maroccia
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