AIB notizie 18 (2006), n. 9
BIB: cercare, trovare. Un portolano per bibliotecari...
Intervista ad Alberto Petrucciani
Serena Sangiorgi
Probabilmente è stato proprio aver iniziato a studiare quando la Rete era di là da venire: l’imprinting è sempre fondamentale. Per la ricerca bibliografica l’ho avuto con una parete intera di Annèe Philologique, formato libro tradizionale: è stato lì che ho imparato a "scrutare nel buio" dell’universo pubblicato di una disciplina, per trovare i riferimenti necessari per una ricerca.
La bibliografia, le fonti, cosa e chi altri ha scritto su quello che in quel momento interessa: tutto questo è diventato subito una forma mentis, che poi dallo studio è passata con grande naturalezza al lavoro. Per questo BIB, fin dal n. 0, si è inserito molto facilmente nelle mie abitudini: come idea in sé, che sento molto mia, e come evoluzione della rubrica Letteratura professionale italiana stampata sul "Bollettino AIB".
Evoluzione non solo tecnologica ma sostanziale, per una ricerca efficace (gli stessi vantaggi di un OPAC rispetto a un catalogo cartaceo, per fare un paragone): i costanti ampliamenti della copertura, il passaggio alla versione cumulativa su CD-ROM, la versione web, il controllo sui dati e la loro forma, ne fanno uno strumento unico per l'ambito professionale italiano, così mal coperto dalle banche dati anglosassoni.
Le ragioni obiettive, i motivi razionali per apprezzare BIB sono già esaurientemente espressi e stampati nella accurata "introduzione" (curiosamente forse, ma non riesco a considerare altrimenti il volume di centotrentotto pagine…) all'appena uscito quinto CD-ROM e nelle recensioni già pubblicate (anch'esse rintracciabili sia nel volume che in BIB stesso).
All'inizio, l’oggetto è nuovo, e queste si indirizzano per lo più ad aspetti di copertura e di struttura dei dati (anni considerati, derivazione dalla rubrica Letteratura professionale italiana, uso dello stesso schema di classificazione...) suggerendo ampliamenti e modifiche che sono state via via recepite (cumulazione di dati, passaggio al CD-ROM, e infine approdo alla versione web), generando una impressione generale di sintonia tra il prodotto e i suoi utilizzatori, una sostanziale identità di vedute per cui è difficile stabilire se i suggerimenti non fossero già in qualche modo previsti dai curatori stessi, licenziando ciascuna versione, per la successiva.
Alberto Salarelli recensendo la versione su CD-ROM, nel 2000, fa alcune interessanti considerazioni più generali, indicando tre punti fondamentali: la concentrazione di informazione specialistica dispersa su pubblicazioni diverse, in un'ottica di ottimizzazione dei tempi per i risultati (save the librarian’s time, parafrasando Ranganathan); il cambiamento di titolo rispetto alla rubrica del "Bollettino AIB", segno di una diversità che allarga il target di indirizzo; infine, e collegato a questo concetto, l'importanza di una versione (allora auspicata) web, che possa offrire in piena libertà di navigazione anche riferimenti non strettamente legati alla "stampa".
Opinione condivisa con uno dei curatori storici della rubrica Letteratura professionale italiana, Gulia Visintin, e che, una volta attuata, avrebbe portato a uno strumento (in accordo con l'opinione di Mauro Guerrini) di valore più generale, più "accessibile".
Considerazioni che non hanno perso validità da allora…
Però un paio di aspetti mi pare stiano prendendo maggior forma con il passare del tempo: il supporto alla memoria singola, e la creazione di una memoria collettiva.
Ho sentito BIB fin dall'inizio come un alleato, nel mio lavoro e nelle mie curiosità: una fonte di suggerimenti, di tracce, di piste da esplorare, ma anche di certezze: di date, di fonti, di citazioni. Ho avuto tempo di leggere molto, nei ritagli di tempo del lavoro e ancor più fuori di esso, grazie a una personale idiosincrasia verso la televisione: BIB è diventato l'alter ego alla memoria di lettura personale.
Umberto Eco mette in guardia dai ricordi troppo certi scrivendo di se stesso, che tornato dopo molti anni su uno dei punti chiave della tesi di laurea scopre di aver fatto una serie di deduzioni sbagliate partendo da una citazione assolutamente errata: a me è capitato più modestamente di voler inviare un articolo uscito parecchi anni fa a una collega, e di andare a cercarlo con assoluta sicurezza in una rivista (ne ricordavo "perfettamente" l'impaginazione!).
Ovviamente la rivista non era quella delle mie certezze, e senza BIB non l'avrei ritrovato.
Ma l'articolo a sua volta si inseriva in un orizzonte più ampio: la storia di SBN, con annessi, connessi, paralleli e trasversi.
Per chi l'ha vissuta fin dall'inizio "si sa": ma come in mille altri casi analoghi, spiegare a chi arriva vent'anni dopo da dove si è partiti, cosa si è fatto e come, cosa resta da fare e cosa è già da cambiare, e i perché di tutte le difficoltà attuali, non è per niente banale o facile. In questo senso mi pare che BIB sia sempre più importante come fonte di una memoria collettiva di lavoro e di realizzazioni che al singolo facilmente sfugge nel suo insieme, ma che ci viene dato ricomporre attraverso un percorso "a posteriori": la tradizionale funzione di ricerca "domanda-risposta" viene a mio avviso superata da questo aspetto più significativo, che diventerà sempre più evidente con l’ampliarsi della copertura, sia in senso cronologico che di materiali, già attuata ma in continua espansione.
Benché non possa considerarsi esaustiva, come gli stessi autori convengono, la copertura di BIB è a oggi considerevole: professor Petrucciani, in quali direzioni si pensa di approfondire per il futuro? Arco cronologico oppure tipologia di materiali? Ad esempio, retrospettivamente si può pensare al recupero delle fonti citate per la prima metà del '900 nel volume, ma anche agli open archives per l'oggi e il domani? O ancora, la letteratura grigia: in passato si è accennato anche alla possibilità di inserire le tesi di laurea…
Anche se c'è sempre qualche lacuna da colmare qua e là, io coltivo fin dal principio e soprattutto la speranza di completare il recupero retrospettivo, almeno fin al principio del Novecento. Per tanti motivi, ma soprattutto perché non mi piace la "memoria corta" che caratterizza troppo la nostra professione, almeno in Italia (e non credo che altrove stiano molto meglio). Continuamente si reinventano, presentandole come nuove, cose che si facevano già quarant'anni fa, se non prima, ripartendo sempre da zero e svalutando in maniera poco generosa quanto hanno fatto le persone che ci hanno preceduto (e che avevano testa e cuore non meno di noi).
È segno di una professione ancora debole, dove spesso mancano sia una solida formazione di base sia, forse più, l'orgoglio di far parte di una tradizione che viene da lontano (e, sia detto per inciso, va pure lontano).
Ma sicuramente è importante anche l'ampliamento dei materiali. Le risorse in rete, anche da archivi come "E-LIS", sono già largamente presenti (oltre duemila URL in BIB 5), ma penso che sia bene essere selettivi quando i materiali sono evidentemente effimeri o di poca sostanza.
Del resto, sono spesso effimeri per la scarsissima cura che viene messa nella conservazione e nella stabilità dei siti web (salvo le lodevoli ma rare eccezioni) e, se non scompaiono, sono quelli più facilmente reperibili con i comuni motori di ricerca.
Le tesi, a cui fai riferimento, sono sicuramente un materiale di estremo interesse, perché in genere contengono documenti o dati non disponibili altrove, ma non ci sembra praticabile inserirle in mancanza di una effettiva accessibilità, innanzitutto per la redazione e quindi per gli utenti della bibliografia.
Tecnicamente, quali miglioramenti possono essere ipotizzati per il prossimo futuro? Export dei dati via e-mail, export citazione standardizzata ecc.
È un discorso difficile, perché si scontra col fatto che BIB non ha finanziamenti né introiti rilevanti, né vuole gravare sulle casse sempre esauste dell'Associazione, e quindi ogni miglioramento tecnico è affidato alla generosa disponibilità della H&T di Firenze, che ha creduto nel progetto fin dal principio e lo ha in molte occasioni sostenuto anche economicamente.
Idee e capacità per migliorarne le funzioni ci sono, ma bisognerebbe potervi investire risorse che al momento non ci sono.
Questo ultimo CD, anche perché accompagnato da un libro, è stato messo in vendita, invece di distribuirlo gratuitamente col "Bollettino AIB", ma a un prezzo decisamente "popolare", non per ricavarne chissà quali utili ma soprattutto per evitare sprechi. Ma se incontrerà un buon successo, anche di vendita, come speriamo, si potrà magari programmare qualche investimento.
Ma soprattutto: come si può contribuire a BIB?
A nuove collaborazioni teniamo moltissimo, sia Vittorio Ponzani che io. Spesso i lavori bibliografici oggi attirano poco, perché richiedono grande cura e precisione mentre non danno molta "visibilità". Eppure sono lavori che danno una profonda soddisfazione e aprono tante conoscenze e curiosità spesso insospettate.
La forma di collaborazione più semplice è quella di assumersi lo spoglio, retrospettivo e/o corrente, di una o più riviste (non solo di biblioteconomia, ma di qualsiasi altro campo, in cui compaiano scritti sulle biblioteche, l'editoria, la lettura ecc.). Sfogliare [SIC] attentamente una rivista è qualcosa di tutt'altro che inutile o arido: quando poi è per uno spoglio retrospettivo diventa una sorta di viaggio nel tempo.
Ma è importante anche il contributo di chi scrive e pubblica: tutti i bibliotecari e le biblioteche dovrebbero mandare quello che pubblicano (e particolarmente le cose meno facilmente reperibili) alla Biblioteca dell'AIB e/o alla redazione, così che possano comparire regolarmente nella Letteratura professionale e in BIB.
BIB: cercare, trovare. Un portolano per bibliotecari..., a cura di Serena Sangiorgi. «AIB notizie», 18 (2006), n. 9, p. 6-7.