[AIB] AIB notizie 18 (2006), n. 7-8
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IFLA 2009: la parola alle istituzioni

a cura di Vittorio Ponzani


Intervista a Luciano Scala, direttore generale per i beni librari e gli istituti culturali del MiBAC

Quali sono a suo avviso le ragioni che hanno motivato la scelta dell’Italia come sede per il Congresso IFLA del 2009?

Certamente la scelta dell’Italia e di Milano come sede per il WLIC 2009 ci suggerisce qualche considerazione.
Ritengo che l’IFLA possa aver sostanziato la sua scelta sulla base di una valutazione che pone al centro la presenza del nostro Paese nei contesti europei e internazionali, dove biblioteche italiane di diversa appartenenza istituzionale e tipologica si sono da tempo accreditate come referenti qualificati all’interno di partnership progettuali e di organismi internazionali. Lo stesso Ministero per i beni e le attività culturali, nelle sue diverse articolazioni, sia a livello centrale che periferico, partecipa a programmi di iniziativa comunitaria e a progetti internazionali. Basti ricordare l’azione di promozione, monitoraggio e assistenza svolta dall’OPIB (l’Osservatorio dei programmi internazionali per le biblioteche e gli archivi) o il ruolo di coordinamento del Ministero all’interno del Progetto Minerva.
Il sistema bibliotecario italiano, certamente ancora imperfetto, con le sue punte di eccellenza e le situazioni di stallo, con le diverse velocità di crescita e le sue disomogeneità, è oggi mediamente in grado di proporsi con un trend di sviluppo fortemente orientato verso le realtà biblioteconomiche più avanzate. Il consolidarsi e aprirsi della rete SBN, l’evoluzione della reference library, la diffusione sempre maggiore della fornitura dei documenti attraverso l’automazione dei servizi di prestito e il document delivery, la realizzazione di una organica politica di digitalizzazione del patrimonio documentale nazionale per la creazione di una biblioteca digitale italiana, sono i diversi aspetti di una offerta sempre più strutturata di servizi partecipati e distribuiti, in linea con le più efficaci strategie consortili di ottimizzazione delle risorse economiche, scientifiche e professionali ormai praticate anche nel nostro paese.
La comunità professionale, che si è andata consolidando sulla spinta delle nuove urgenze prodotte dalla società della conoscenza, è infatti sempre più consapevole delle responsabilità culturali legate al suo ruolo di intermediazione documentaria e informativa e perciò sempre più attenta ad aggiornare il proprio bagaglio professionale con nuovi saperi e con nuove competenze, attraverso percorsi di formazione e di autoformazione, la partecipazione al dibattito scientifico, oltre che attraverso la quotidiana pratica di lavoro.
Questo il contesto che dà valore ai contributi dei bibliotecari italiani nei comitati, nei gruppi di lavoro, nella produzione scientifica; la stessa attività dei delegati italiani negli Standing Committees dell’IFLA è estremamente importante sia come rappresentanza professionale che come mediazione tra esperienze e progetti nazionali e internazionali, un’attività che in futuro mi auguro possa tradursi in sempre maggiori occasioni di condivisione e di scambio.
L’Associazione italiana biblioteche ha fortemente voluto l’IFLA in Italia, in particolare nella persona del suo Presidente, il professor Mauro Guerrini, e ha costruito e sostenuto con passione la candidatura italiana nella convinzione che il WLIC sia un’occasione da non perdere per la promozione e la valorizzazione del comparto biblioteche in ambito nazionale e internazionale.
Si unisce a queste considerazioni la consapevolezza del forte ruolo, come attrattori, di Milano e dell’Italia: il nostro straordinario patrimonio culturale e paesaggistico e, quindi, la possibilità di costruire itinerari turistico-culturali di grande interesse, una consolidata tradizione di ospitalità, un’infrastruttura logistica di qualità.

Con quali strumenti l’Italia si prepara a organizzare il Congressi IFLA 2009?

La scelta dell’IFLA rappresenta una sfida che dobbiamo raccogliere.
Sono convinto che, pur nella consapevolezza del grosso lavoro che ci attende, abbiamo molti strumenti per dare una risposta di qualità. È fondamentale e indispensabile utilizzare tutte le opportunità offerte dall’attuale normativa in materia di concertazione negoziata per costruire, intorno al progetto WLIC, un programma che coinvolga, in una rete di responsabilità diffuse e condivise, diversi soggetti pubblici e privati: il MiBAC, la Regione Lombardia e gli altri enti locali, l’Università, la Biblioteca europea di informazione e cultura (BEIC), l’ANCI, l’UPI, naturalmente l’AIB, ma anche il mondo dell’editoria e degli altri settori imprenditoriali legati alla produzione e promozione dell’informazione.
L’attuale contesto legislativo e amministrativo, infatti, consente di dare concretezza a forme di cooperazione e di programmazione negoziale tra soggetti istituzionali e privati diversi per la destinazione e l’utilizzo di risorse economico-finanziarie, strutturali e professionali.
Occorre, insomma, fare rete, creare le migliori condizioni di contesto perché il futuro gruppo operativo, in cui dovranno confluire diverse competenze professionali, pratiche organizzative e di servizio, possa cominciare a lavorare ma, soprattutto, possa garantire nel medio e lungo termine tenuta e produttività.

Quale dovrà essere il ruolo delle biblioteche e dei bibliotecari italiani?

Le biblioteche e i bibliotecari italiani hanno sviluppato da anni una cultura della cooperazione.
Dalle diverse esperienze consortili finalizzate alla condivisione di servizi e risorse al Servizio bibliotecario nazionale e alla Biblioteca digitale italiana e Network turistico culturale, lavorare insieme è diventato uno stile di lavoro, prima ancora che una prassi quotidiana. Sono convinto che potranno offrire un significativo contributo su diversi fronti: scientifico, organizzativo, promozionale.
Il Congresso IFLA 2009 può rappresentare una grande opportunità per diffondere nella comunità professionale e nella società civile quei valori di democrazia e uguaglianza nel diritto di accesso all’informazione, che fondano, attraverso le libertà individuali e collettive, lo sviluppo dei paesi.
Ma mi auguro che possa anche costituire un’occasione unica per portare al centro dell’attenzione e dell’interesse della classe dirigente e politica le biblioteche, con il loro enorme potenziale culturale ed economico, di gran lunga superiore a quanto viene percepito.

In particolare quale sarà il ruolo della Direzione generale per i beni librari?

La Direzione generale per i beni librari ha assicurato il suo sostegno fin dalla presentazione della candidatura italiana e tradurrà in azioni concrete il suo impegno.
Oltre a condividere con gli altri soggetti pubblici e privati le responsabilità finanziarie e gestionali dell’iniziativa, agevolerà la partecipazione al progetto WLIC del personale tecnico e amministrativo di sua competenza e garantirà un adeguato spazio informativo e promozionale del progetto, sia sul sito del MiBAC, sia sul portale Internet culturale), sia attraverso altri canali di comunicazione che saranno, di volta in volta, individuati.


Intervista ad Alberto Garlandini, Direzione generale culture, identità e autonomie della regione Lombardia

L'Italia è stata designata come il paese che ospiterà l’IFLA World Library and Information Congress 2009. La possiamo considerare una buona notizia?

È una ottima notizia per almeno due motivi: il primo è l’orgoglio per l’opportunità di ospitare in Italia, dopo molti anni di assenza, il Congresso dell’IFLA e dunque essere partecipi - come comunità professionale - dell’evento che segna lo stato dell’arte mondiale nella biblioteconomia e nella scienza dell’informazione.
In secondo luogo, è molto importante il riconoscimento che è stato dato all’Italia e alla Lombardia: l’arrivo di migliaia di importanti testimoni della cultura di paesi di tutto il mondo è un apprezzamento delle potenzialità del nostro territorio, del nostro patrimonio culturale, delle nostre capacità organizzative.
La designazione di Milano per il World Library and Information Congress (WLIC) 2009 dà a tutti noi operatori culturali italiani (e lombardi in particolare) una buona dose di fiducia per continuare a fare sempre meglio il nostro lavoro!

Quali possono essere le opportunità che le biblioteche italiane possono cogliere da questo importante evento?

Un grande evento internazionale come questo è uno stimolo per migliorare a tutti i livelli. I servizi bibliotecari italiani sono ancora disomogenei e certamente bisognosi di cure, attenzioni, risorse, organizzazione. IFLA 2009 in Italia è un monito a tutti gli operatori istituzionali del settore (in particolare allo Stato, alle autonomie locali, alle università) a fare ognuno la propria parte in un’ottica di sussidiarietà.
È un invito a tutti gli altri "attori" del settore (enti e istituti culturali di ogni titolarità, sponsor, aziende specializzate, potenziali finanziatori) a investire risorse ed energie in un settore che ha molti bisogni ma anche molte potenzialità.
Infine, è una grande opportunità comunicativa e promozionale affinché le nostre biblioteche siano conosciute meglio e utilizzate di più da tutti i cittadini. La frequentazione dei nostri servizi bibliotecari è ancora troppo limitata: solo il 15-20% dei cittadini usa regolarmente le biblioteche italiane, mentre in altri paesi europei le percentuali di frequentazione sono ribaltate (arrivano al 70-80%). Colpa certamente dell’insufficienza dell’offerta, ma anche della carenza di un’abitudine diffusa all’uso dei servizi culturali (biblioteche, archivi, musei).
IFLA 2009 - per la portata dell’evento - può essere l’occasione buona per puntare i riflettori sul mondo delle biblioteche e ottenere la dovuta attenzione sia da parte dei "decisori" sia da parte del "pubblico".

In che modo la Regione Lombardia intende sfruttare questa occasione "unica" per valorizzare lo straordinario patrimonio delle biblioteche italiane?

Regione Lombardia ha creduto fortemente nella candidatura di Milano anche nella convinzione che la città sia il "contenitore" ideale per un incontro come questo. Nel programma del Presidente Roberto Formigoni e della Giunta regionale la promozione di Milano e della Lombardia come territorio ospitante grandi eventi - non solo di carattere commerciale e fieristico - è uno dei punti qualificanti per i prossimi anni.
Il WLIC a Milano nel 2009 è uno dei primi "successi" di questa politica promozionale, ma mi piace qui ricordare che nel giugno del 2009 si terrà a Milano, presso il Museo nazionale della scienza e della tecnologia, un altro importante evento culturale internazionale: la 20th Annual Conference di ECSITE, the European Collaborative for Science, Industry and Technology Exhibitions, l’organizzazione internazionale dei musei scientifici e degli science centres.
Del resto, Milano possiede il più grande centro congressi d’Italia, il "Fiera Milano Congressi Center", di realizzazione recentissima, con sale in grado di contenere fino a 5000 persone e strutture di servizio di assoluta avanguardia. Il centro è ubicato in città, nell’area della "vecchia" Fiera di Milano (ricordo che gli spazi espositivi più grandi oggi sono nel nuovo polo fieristico di Rho-Pero), interessata nel prossimo futuro a una grande operazione di riqualificazione urbanistica con il progetto (vincitore di una gara internazionale) degli architetti Arata Isozaki, Daniel Libeskind, Zaha Hadid, Pier Paolo Maggiora.
La conferenza IFLA sarà anche l’occasione per presentare al mondo il patrimonio culturale italiano e lombardo in particolare, e soprattutto quello delle biblioteche (ma anche degli archivi e dei centri di documentazione a vario livello) che rischia di apparire poco e invece è inestimabilmente ricco.
Si pensi alle raccolte bibliografiche di Milano (le biblioteche Sormani, Braidense, Trivulziana, Ambrosiana, le biblioteche delle università, la Mediateca di Santa Teresa, per citare solo gli istituti più importanti), oppure alle storiche biblioteche dei capoluoghi lombardi. Ma ovviamente l’opera di valorizzazione non può fermarsi alla Lombardia, perché WLIC 2009 è un evento che deve essere gestito a livello nazionale, nei suoi impegni e nelle sue potenzialità.

Cosa si può rispondere a chi teme che questo evento possa togliere risorse alle biblioteche italiane, già "provate" da gravi tagli ai finanziamenti?

In ambito culturale è sempre presente la diatriba tra "eventi" e "beni culturali". A mio avviso bisognerebbe però superare questa logica ristretta. L’evento culturale, se è di qualità e ben progettato, è un’opportunità da cogliere sia per aumentare l’attrattività e la competitività dei nostri territori, sia per evidenziare la strategicità delle infrastrutture culturali e per far sì che siano opportunamente gestite e valorizzate.
In quest’ottica WLIC 2009 può essere un aiuto prezioso per ribadire l’importanza strutturale delle biblioteche italiane e degli altri istituti e luoghi della cultura.
In ogni caso va ricordato che la conferenza IFLA è un evento certamente costoso, ma che in buona parte è in grado di "autofinanziarsi" tramite le quote di partecipazione e la vendita di spazi commerciali alle aziende di settore. Inoltre il meccanismo organizzativo internazionale è estremamente efficiente e rodato, e a questa esperienza si unisce la capacità gestionale di Fiera Milano per garantire risultati di eccellenza con impegni finanziari sostenibili.


ponzani@aib.it


IFLA 2009: la parola alle istituzioni, a cura di Vittorio Ponzani. «AIB notizie», 18 (2006), n. 7-8, p. 18-20.

Copyright AIB 2006-10, ultimo aggiornamento 2006-10-16 a cura di Zaira Maroccia
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