A partire dal mese di novembre 2005 è scoppiato un flame su numerose liste di discussione (INFER, H-Italy, AIB-CUR), ripreso dalla stampa professionale (Library Collections, Acquisitions, & Technical Services) e non (UsItalia): il soggetto di questa polemica è stato un progetto che la Library of Congress ha proposto alla Casalini Libri, il Shelf-Ready Pilot Project.
La Library of Congress nell’estate 2004 si è resa conto di dover tentare di arginare il notevole ritardo nella catalogazione dei volumi acquisiti in lingua straniera, ritardo dovuto sia alle difficoltà nel trattamento di alcune tipologie di documenti, sia al decremento del personale dedicato a tale attività.
Questa motivazione ha portato alla decisione di affidare in outsourcing la catalogazione di parte del materiale acquisito; la scelta del partner con il quale avviare un progetto di sperimentazione è caduta sulla Casalini Libri che già dal 2002 prepara per le biblioteche statunitensi basic record con call number e voci di soggetto.
La fiducia, motivata dal lungo e reciprocamente proficuo periodo di collaborazione, è stata ulteriormente rafforzata dalla valutazione positiva che hanno avuto le fasi di preparazione del progetto; durante un iniziale periodo di formazione (in marzo e luglio 2005) che ha visto coinvolti otto catalogatori, sono stati prodotti infatti 2200 record descrittivi e 400 record di authority che hanno ricevuto da parte della Library of Congress una valutazione positiva, permettendo l’avvio della fase più compiutamente realizzativa.
Nell’ottobre 2005 è iniziata la fase operativa del Shelf-Ready Project sulla base di un contratto della durata di un anno fiscale che quindi si concluderà nel settembre 2006; durante questi dodici mesi sono previste da parte della Casalini Libri la creazione di record catalografici LC core level e di indici elettronici (Toc), e l’etichettatura per 3500 volumi.
Il LC core level è il livello intermedio tra minimal e full level cataloging definito dalla Library of Congress e adottato per il trattamento catalografico della maggioranza delle raccolte; nel caso del materiale librario, equivale ad una descrizione bibliografica con un minor numero di note, soggetti e intestazioni, ma con alcuni campi MARC21 obbligatori per venire incontro ai requisiti definiti da FRBR.
I volumi per i quali la Casalini Libri fornirà questo servizio sono circa la metà di quanto acquisito annualmente in lingua italiana dalla Library of Congress; i titoli vengono scelti tra quelli di maggiore complessità sia descrittiva che semantica, come ad esempio gli atti di congressi.
I libri oggetto del Shelf-Ready Project, una volta giunti presso la Library of Congress, saranno immediatamente pronti per essere messi a disposizione degli utenti sugli scaffali e i loro record per essere caricati nel catalogo. Continuerà invece ad essere svolta dal personale della biblioteca la catalogazione delle restanti acquisizioni in lingua italiana.
Il fatto che questo fosse un progetto pilota, unito all’iniziale incompleta definizione del modello economico, soprattutto nei confronti di realtà di primaria importanza nel mondo nord-americano come OCLC, hanno diffuso il timore, ingigantitosi col diffondersi delle notizie, che questi record venissero, a causa del loro elevato costo, esclusi dalla libera circolazione.
Sono più di cento anni infatti che la Library of Congress mette a disposizione le proprie descrizioni bibliografiche; iniziò nel 1901 distribuendo le schede cartacee stampate e la pratica è arrivata fino ad oggi grazie alla possibilità di derivare i record catalografici dal loro catalogo o tramite sistemi come OCLC o RLG.
La notizia che si era diffusa nelle liste, e alla quale la stampa aveva fatto eco, era che le biblioteche non partecipanti al progetto o che non intrattenessero alcun tipo di rapporto commerciale con la Casalini Libri avrebbero dovuto pagare 15 dollari per ciascun record che avessero voluto importare nel proprio catalogo; è doveroso a riguardo ricordare che la catalogazione derivata costituisce da anni la prassi presso le biblioteche statunitensi e che l’idea di catalogare in maniera originale è, per molte di esse, del tutto remota.
Il timore dei bibliotecari si era unito allo sconcerto degli studiosi americani che prevedevano una drastica riduzione nelle acquisizioni in lingua italiana a causa del sovrapporsi, al costo del materiale documentario, di quello per il record catalografico; l’evento sarebbe inoltre avvenuto in concomitanza con una ripresa oltreoceano degli studi della lingua italiana e della letteratura, storia e arte del nostro paese che avrebbe avuto quindi breve vita se l’attività accademica non fosse stata adeguatamente supportata dalle raccolte bibliotecarie.
Le critiche più aspre da parte di quanti partecipavano alle discussioni erano rivolte alla Library of Congress che, dicevano, a causa di un poco astuto accordo commerciale, non era padrona dei record catalografici acquistati.
In realtà la questione è molto diversa da come è stata presentata: nel periodo iniziale del progetto, le biblioteche aderenti (oltre alla Library of Congress, alcune università statunitensi e la New York Public Library), una volta acquisiti i record, li mettevano liberamente a disposizione nei propri cataloghi e quindi derivabili via Z39.50; da gennaio di quest’anno, grazie ad un accordo raggiunto con OCLC, le biblioteche aderenti a questa rete potranno scaricare i record bibliografici prodotti dalla Casalini Libri, secondo il rapporto commerciale vigente tra esse e OCLC.
In conclusione, tutti gli allarmi, che immaginiamo motivati da una sana preoccupazione per la diffusione e la visibilità della cultura italiana all’estero, erano immotivati e, come spesso succede, hanno avuto un risalto e un’eco molto maggiori dei tentativi di chiarimento che sono stati tentati da parte della Casalini Libri e della stessa Library of Congress (anche durante l’ultimo ALA Midwinter meeting tenutosi a gennaio a San Antonio, in Texas).
Uno degli effetti del progetto, oltre all’immediata disponibilità dei volumi acquisiti dalla Library of Congress, sarà una maggiore diffusione nella conoscenza della produzione editoriale italiana dal momento che le descrizioni catalografiche ad essa relative saranno disponibili in breve tempo per le biblioteche statunitensi, sia per i servizi di reference sia per l’orientamento delle politiche di sviluppo delle raccolte.
Attualmente il costo del Shelf-Ready Project pesa per i 3/4 sul bilancio della Library of Congress; quali pubblicazioni saranno oggetto di catalogazione nel futuro, quali biblioteche, reti o organizzazioni contribuiranno a coprirne i costi e in quale percentuale, sono questioni aperte e che andranno definite nel caso in cui la Library of Congress decida di trasformare, nonostante le polemiche del quale ingiustamente è stato oggetto, il progetto in stabile workflow.
agnese_g@hotmail.com