... a Mosca, agosto 1991.
La scelta del paese in cui tenere la Conferenza annuale non è mai casuale per l’IFLA. Essa è sempre abbinata a un messaggio politico, a una dichiarazione di intenti, all’esaltazione del ruolo svolto da un paese o da un’area geografica per l’avanzamento geopolitico della libertà di informazione e l’interscambio culturale. Nell’indicare Mosca come sede della 57. Conferenza generale, l’IFLA voleva esaltare la Russia della glasnost e della perestroika e celebrarvi l’abbandono della censura, il ritorno del paese agli ideali democratici. Non ci fu tempo per versare molto champagne: si erano appena spenti gli echi dell’inaugurazione della Conferenza che, il 18 agosto, un gruppo di ministri, generali e alti funzionari del PCUS tentava un colpo di stato, arrestando Gorbachev e proclamando lo stato di emergenza. La televisione trasmetteva le note del Lago dei cigni di Ciajkovskij; i convegnisti, rinchiusi nei loro alberghi e impossibilitati a raggiungere il luogo del convegno, si domandavano: che fare? Come proteggere le delegazioni? Occorreva o no lanciare un proclama? E consultavano frequentemente le ambasciate, per cercare lumi e vie d’uscita (non solo metaforiche). A togliere tutti dall’imbarazzo provvide Boris Yeltsin, che in un famoso discorso il 21 agosto, in cima a un tank, decretò il mancato ritorno al comunismo.
... a Gerusalemme, agosto 2000.
Gli accordi di Oslo tra le diplomazie israeliane e palestinesi erano stati ratificati nel 1993 da Rabin e Arafat con una stretta di mano molto scenografica sul prato della Casa Bianca, complice un serafico e sorridente Clinton. Il meccanismo dei “passi” nel processo di pace faceva ben sperare nella conclusione del conflitto tra israeliani e palestinesi durato mezzo secolo. A giusto titolo l’IFLA pensò di cavalcare lo spirito dei tempi, convocando la sua Conferenza generale a Gerusalemme nel 2000. Ma i calcoli dovevano rivelarsi sbagliati; nel luglio del 2000 Arafat rompeva i negoziati nonostante le offerte apparentemente generose di Israele. Ciò accadeva appena un mese prima della conferenza, ma le conseguenze furono immediate: le delegazioni bibliotecarie arabe si rifiutarono di recarsi su suolo israeliano e ritirarono la loro adesione. La conferenza ebbe un successo relativo e dovette dolorosamente registrare, una volta di più, una frattura che sembrava superata.
... a Buenos Aires, agosto 2004.
Quando, agli inizi del 2000, fu deciso di organizzare la Conferenza generale in Argentina, il “miracolo economico” di Menem era già dietro le spalle. La parità peso-dollaro, tanto vantata dal Presidente, sarebbe terminata in uno dei più formidabili crack della storia economica, buttando sul lastrico almeno metà della popolazione argentina e dissolvendo le fortune di non pochi risparmiatori in tutto il mondo. Pur presagendo la tempesta economica che doveva poi scoppiare, l’IFLA decise di dare fiducia all’associazione dei bibliotecari argentini (anche se in seguito ebbe seri dubbi sulla sostenibilità del loro piano finanziario). La fiducia venne mantenuta anche dopo il crack, ma trattative informali furono avviate con le associazioni di altri paesi per alternative dell’ultima ora. Gli argentini difesero con i denti la “loro” Conferenza e lo sforzo eccezionale che vi dispiegarono fu adeguatamente premiato. Malgrado i pochi avvenimenti di contorno e qualche difficoltà logistica, o forse proprio a causa di ciò, furono ben 3835 gli iscritti, uno tra i più alti tassi di partecipazione a una Conferenza IFLA.
...in Europa meridionale, 2009.
Anche se non esplicito, il messaggio politico lanciato dall’IFLA è chiaro: celebrare il Mediterraneo non come frontiera, ma come libero incrocio di civiltà bibliotecarie, mare nostrum di informazioni provenienti da diversi popoli e religioni. L’IFLA lascia aperta la porta per tutti i paesi, ma la decisione sarà presa anche sulla base delle garanzie offerte dai decisori politici e della capacità del programma di recepire con forza il messaggio, riverberandolo sui lavori della Conferenza generale.
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