Con il Manifesto di Alessandria l’IFLA affronta il tema della concezione stessa delle biblioteche e dei servizi informativi, dal punto di vista del loro ruolo all’interno della società odierna, che si basa sull’informazione e sulla conoscenza come risorse strategiche.
L’occasione per proclamare questo quarto manifesto è stata la World summit on the information sociey pre-conference, “Libraries – the information society in action” (Biblioteca di Alessandria d’Egitto, 10-11 novembre 2005); il presidente IFLA Alex Byrne l’ha poi segnalato in un discorso all’Assemblea plenaria del World summit on the information society che ha avuto luogo a Tunisi dal 16 al 18 novembre 2005.
Seconda fase – dopo Ginevra 2003 – del summit mondiale voluto dall’ONU e dall’UNESCO, Tunisi 2005 si è focalizzato principalmente sul controllo e la gestione di Internet; l’IFLA, però, ha insistito affinché le biblioteche non fossero trascurate: nel Manifesto di Alessandria sulle biblioteche essa chiede supporto continuativo per le biblioteche e in generale i servizi d’informazione e perora la causa dell’accesso libero all’informazione e del riconoscimento dell’importanza dell’alfabetizzazione all’uso dell’informazione.
In un mondo che attribuisce valore strategico alla conoscenza, il rischio è che l’informazione venga vista solo come fattore economico senza tener conto degli aspetti sociali, etici e di solidarietà.
Auspicando una società dell’informazione inclusiva si intende dire che la società del futuro dev’essere davvero per tutti, che ai suoi benefici devono avere accesso anche i paesi emergenti, in un’ottica di pluralismo e partecipazione.
Relativamente a libertà intellettuale e diritti civili universali, significativa era stata la cerimonia d’apertura del World Library and Information Congress 2005 a Oslo: vari interventi vi avevano trattato dell’importanza delle biblioteche per la libertà di espressione. Il rifiuto da parte dell’IFLA della censura pubblica è significativo, in un periodo in cui le misure di contrasto al terrorismo spesso includono restrizioni alla libertà di espressione e di informazione, nonché al diritto alla privacy. Di qui l’importanza delle biblioteche che svolgono una funzione realmente democratica e sono in prima linea nella lotta per una società “aperta”. Esse, però, devono poter sfruttare le nuove tecnologie digitali, che a loro volta – con lo sviluppo di Internet – hanno avuto un effetto rivoluzionario sulla libertà di espressione e sulla libertà di informazione. Arriviamo dunque al tema della governance della Rete, riguardo a cui l’IFLA si è espressa con favore sull’ipotesi di un controllo internazionale su Internet: nella Position on Internet governance del settembre 2005 la Federazione dichiara di supportare un approccio multistakeholder (con il coinvolgimento di governi, società civile e imprese), oltre a opporsi a ogni misura di controllo dell’accesso all’informazione e della libera espressione che vada contro l’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani. Si ricorda che a occuparsi di libertà di espressione e di libertà di accesso all’informazione in seno all’IFLA è il Comitato FAIFE.
Il Manifesto di Alessandria sulle biblioteche afferma che con investimenti pubblici anche modesti sulle biblioteche si ottengono risultati superiori almeno di 4-6 volte. Potenziare le biblioteche non solo aiuta a “risparmiare il tempo del lettore”, ma più in generale produce conseguenze positive in ambito sociale ed economico. In appendice al documento IFLA troviamo un corredo di cifre significative a supporto della dichiarazione – dalla discreta valenza economica – a cui si è fatto riferimento, e cioè che 2,5 miliardi di utenti registrati delle biblioteche nel mondo leggono 15.000 km di scaffalature librarie e prendono a prestito 1,5 miliardi di miliardi di documenti per anno. Nell’elenco delle esortazioni ai governi e alle organizzazioni internazionali, presente nel Manifesto, si sottolinea proprio la necessità di includere le biblioteche e i servizi d’informazione all’interno delle strategie economiche finalizzate alla società dell’informazione. I compiti delle biblioteche pubbliche e scolastiche sono enfatizzati nel Manifesto, in particolare per quanto riguarda i temi dell’alfabetizzazione all'uso delle informazioni e della riduzione dello spartiacque digitale. Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) rappresentano una grande opportunità di sviluppo per le popolazioni di tutto il mondo, tuttavia in questa fase di transizione cresce il gap tra ricchi e poveri di informazione: tale divario digitale si può combattere anche attraverso l’information literacy, cioè l’istruzione dell’utenza all’uso dell’informazione spesso fornita da quei tipi di biblioteche. Inoltre, grazie alle biblioteche, da una parte cittadini informati e alfabetizzati dal punto di vista delle TIC saranno in grado di partecipare in modo più efficace al processo democratico, dall’altra le amministrazioni centrali e periferiche potranno diffondere in modo più esteso i servizi e la documentazione di pubblico interesse (e-government).
L’esortazione ai governi e alle organizzazioni internazionali per la promozione dell’accesso aperto alle informazioni, contenuta nel Manifesto di Alessandria sulle biblioteche, sembra un altro passo in avanti compiuto dall’IFLA verso l’open access dopo lo Statement on open access to scholarly literature and research documentation adottato dalla Federazione nel dicembre 2003. Il movimento per l’accesso aperto è nato con lo scopo di favorire l'accesso alla letteratura accademica e di ricerca per le comunità scientifiche, e può contribuire a trasferire conoscenza nei paesi in via di sviluppo e in transizione. Il Manifesto esprime preoccupazione relativamente a impedimenti all’accesso, strutturali e non: per quanto riguarda il primo tipo possiamo considerare le barriere di tipo tecnologico (indisponibilità di tecnologie dell’informazione e della comunicazione per accedere alla conoscenza), mentre relativamente a ostacoli non strutturali all’accesso come non pensare alla protezione della proprietà intellettuale e alla tariffazione di servizi di biblioteca che ne può derivare? D’altra parte i principi dell’accesso aperto sono intrinsecamente connessi alle problematiche del copyright in ambiente digitale, e altrove nel Manifesto l’IFLA dichiara di essere a favore di una gestione equa della proprietà intellettuale. In quanto alle tariffe, poi, viene in mente la questione del prestito a pagamento in biblioteca, già oggetto di un’IFLA Position on public lending right (aprile 2005), in cui la Federazione si dichiara sfavorevole ai principi del “diritto di prestito” che rischiano di contrastare il libero accesso ai servizi delle biblioteche.
Infine altre strategie dell’IFLA riguardano la difesa del multilinguismo, della diversità culturale, delle popolazioni indigene e delle minoranze in un’ottica di arricchimento del concetto di società dell’informazione. Per l’IFLA l’importanza delle tematiche delle identità/diversità culturali e linguistiche era già emersa ad esempio alla premiazione della poster session della WLIC 2005 di Oslo, quando terzo classificato è risultato un bel poster argentino che illustrava un progetto di biblioteche per gli indigeni.
Secondo il Manifesto di Alessandria le biblioteche – in quanto componenti essenziali della società dell’informazione – contribuiscono al raggiungimento dei “Millennium Development Goals” delle Nazioni unite, con particolare enfasi sul primo obiettivo (sradicamento dell’estrema povertà e della fame). Dunque un’IFLA incisiva su valori che purtroppo non si possono dare per scontati – punti in gran parte toccati nella relazione introduttiva del Presidente AIB al 52° Congresso nazionale della nostra associazione.
mariacristina.bassi@univr.it