[AIB]AIB Notizie 9-10/2003
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L’I-have-a-dream di IFLA: tenere unite le biblioteche del mondo

Domenico Ciccarello

La prima riflessione che riesco a fare a caldo, dopo essere stato all’IFLA Conference di Glasgow nel 2002 e di nuovo al Congresso di Berlino quest’anno, è che la Sezione sui Servizi bibliotecari alle comunità multiculturali può essere vista un po’come una miniatura della Federazione stessa, un riassunto del suo significato più profondo. I Manifesti e le Linee guida IFLA/Unesco sulle biblioteche pubbliche e sulle scolastiche, il Manifesto su Internet, la Dichiarazione su biblioteche e libertà intellettuale di IFLA/FAIFE, la Dichiarazione di Glasgow su Biblioteche e sviluppo sostenibile danno un senso molto chiaro sulla direzione politica verso cui insiste la Federazione. Libraries united globally, recita amaro il motto, in un momento in cui l’IFLA, come qualunque organizzazione, sembra tuttavia impotente a frenare l’allargarsi del digital divide. Oltre 4500 partecipanti da 133 nazioni diverse, questi i numeri di Berlino in estrema sintesi. Il Congresso IFLA è anzitutto e soprattutto questo: un incontro tra culture diverse ma con un’idea comune, sul ruolo cruciale delle biblioteche nella vita democratica delle società, e un obiettivo condiviso, cioè la necessità di rafforzare le istituzioni e le associazioni bibliotecarie, e tutelare e sviluppare a tutti i livelli la professione dei bibliotecari e degli specialisti dell’informazione, perché sia possibile rendere effettivo il diritto di ogni cittadino di accedere alla cultura, al sapere prodotto su qualsiasi supporto, all’informazione utile a sostenere lo sviluppo personale, le scelte quotidiane, il tempo libero, la formazione nell’arco della vita.
Durante i due incontri dello Standing Committee della Sezione sui Servizi bibliotecari alle comunità multiculturali, dopo la rituale autopresentazione dei componenti, si è proceduto al rinnovo delle cariche interne. Confermate coordinatrice Jane Dreisig (Danimarca) e segretaria Kirsten Leth Nielsen (Norvegia) – quest’ultima con qualche dubbio di legittimità a causa della nomination pervenuta in ritardo rispetto alle scadenza fissata. L’australiano Robert Pestell è il nuovo information officer. Completano la Commissione due statunitensi, una canadese, una russa, una giapponese, un sudafricano, una finlandese, due danesi, due svedesi, una olandese, una inglese, due spagnole… e un italiano. È stato aggiornato il programma triennale, esaminati scadenze ed eventi dei prossimi anni (un seminario sul ruolo delle biblioteche nella conservazione dell’identità culturale delle comunità indigene nei paesi latino americani – From the global village to the indigenous village – in programma per Buenos Aires 2004; in occasione di Oslo 2005, l’allestimento di un modello reale di biblioteca multiculturale per festeggiare il 25° anniversario della Sezione, e una conferenza satellite, Serving multicultural populations: staff competence for success, sul tema dell’aggiornamento e la formazione del bibliotecario multiculturale, prevista a Stoccolma; la costituzione di un gruppo di lavoro per la revisione delle Guidelines specifiche; e molto altro), preparato l’odg del prossimo incontro invernale del Committee (sono in lizza Londra e The Hague), discusso quel poco che si sa del piano di ristrutturazione degli organi scientifici, che l’IFLA intenderebbe attuare entro il 2007. Yasuko Hirata ha donato agli officers due copie della versione giapponese delle Linee guida, la cui seconda edizione è già stata tradotta nelle lingue ufficiali, e in olandese (mentre scrivo, anche la seconda edizione italiana è ormai pronta per essere pubblicata dall’AIB). Dolenti note: il bilancio della Sezione è praticamente inesistente. Per risollevare la situazione urge superare il numero di 80 istituzioni/associazioni iscritte. Ne approfitto per lanciare un SOS alle biblioteche italiane interessate.
Barbara von Wahlde, dell’Università di Buffalo, prima di ricevere un omaggio per il servizio reso alla Sezione in otto anni, ha consegnato un manualetto da lei approntato, How to arrange a satellite meeting sponsorizzato dalla Federazione. Tra breve la Sezione dovrebbe pubblicare anche Cultural, ethnic and linguistic minorities: a definition. Nonostante il deficit, la newsletter della Sezione è stata premiata durante la seduta di chiusura della Conferenza IFLA come una delle migliori cinque per qualità nel 2002. C’è grande interesse per il lavoro che il Gruppo Biblioteche multiculturali coordinato dalla Commissione nazionale Biblioteche pubbliche sta svolgendo in Italia, lavoro che è stato segnalato nella newsletter della Sezione (numero della primavera 2002, p. 3). Anche il mini-repertorio di informazioni che abbiamo messo su in AIB-WEB http://www.aib.it/aib/commiss/cnbp/mc/mc1.htm> è conosciuto e apprezzato, anzi forse sarebbe il caso di realizzarne una versione parallela almeno in inglese, in maniera analoga alla DFP.
Ha avuto buon successo il workshop organizzato dalla Sezione l’intera giornata del 5 agosto, dal titolo "Multicultural libraries in German speaking countries: status and prospects", moderato da Benedikte Kragh-Schwarz. Tarik Seden, responsabile delle collezioni multilingui presso la Zentral und Landesbibliothek Berlin, ha illustrato le vicende dell’immigrazione turca in Germania e le conseguenze sull’organizzazione dei servizi bibliotecari nella metropoli berlinese. Le due biblioteche visitate nel pomeriggio (la stessa ZLB e poi la Friedrichshain-Kreuzberg, sede decentrata in un quartiere di 250.000 abitanti, un terzo dei quali immigrati, soprattutto turchi o di nazioni arabe) hanno dimostrato, con dati e numeri alla mano, un’attenzione notevole allo sviluppo delle raccolte nelle lingue delle minoranze, sia per bambini sia per adulti. Oggi il budget è un po’ in flessione per le emergenze della “ricostruzione” e della modernizzazione infrastrutturale che sta assorbendo Berlino dopo l’unificazione. Anche le presentazioni di tre bibliotecari di Monaco (Sabine Kinder, Hagen Meyer-Kröger, Margareta Lindner) hanno sollevato utilissime riflessioni e alimentato positivamente il dibattito della mattinata.
Il momento più intenso di sollecitazioni sia tecniche sia professionali e – lasciatemelo dire – emozionali, tuttavia, l’ho vissuto partecipando all’evento satellite "Public libraries and multilingual collections", svoltosi nella splendida città di Utrecht dall’11 al 13 agosto. Le iscrizioni (max 70 persone) erano chiuse da mesi. Lourina de Voogd, della Netherlands Public Library Association, ha preparato la post-conference con un paio di anni di anticipo, lavorando sui particolari dell’organizzazione con una maniacale accuratezza, resa ancora più deliziosa dall’affabilità della persona. Ton van Vlimmeren, direttore della Utrecht Public Library, durante il ricevimento di benvenuto del 10 sera ci ha fatto compiere un bel tour dei tre piani della biblioteca, di recente messa a nuovo. Dell’esito invidiabile dell’operazione, soprattutto dal punto di vista dell’organizzazione degli spazi al pubblico, non potevamo non accorgerci, nonostante dolcetti e spumantino invitassero a distrarre l’occhio da libri PC e scaffali!!
La conferenza si è tenuta nell’aula del Consiglio municipale, il cui edificio è stato ristrutturato recentemente su progetto dell’architetto Enric Miralles. Sarebbe lungo anche solo riassumere i molti temi e progetti evidenziati nelle relazioni. La cooperazione nelle acquisizioni tra i paesi nordici (e in particolare il progetto danese "Joint acquisition programme"), l’esempio dei servizi di Toronto e della National Library of Canada, le raccolte in russo nelle biblioteche tedesche, le sezioni multietniche della San Francisco Public Library, create dalla Library Foundation a seguito di una straordinaria campagna di fund raising, la varietà dei servizi di Coventry City, gli strumenti sviluppati dalla Netherlands Public Library Association, i progetti regionali spagnoli, i servizi per gli indigeni Maori in Nuova Zelanda, l’applicazione dei concetti del marketing ai servizi multiculturali, la promozione delle biblioteche pubbliche presso la popolazione immigrata in Australia… insomma tre giorni ricchi di stimoli e di riflessioni. A conclusione della post-conference, i partecipanti hanno approvato all’unanimità tre importanti mozioni, che riporto in originale:
«1) All libraries here present, should encourage their National Library Directors to put the role of National Libraries in regard to cultural diversity on the agenda of their annual IFLA meeting next year.
2) Every library and every country that tries to find newspapers, magazines, books, etc. on its own, is wasting money. The IFLA Section should encourage connection of available databases and joint-ventures of the Institutions working in this infrastructure to make all available knowledge accessibile to all libraries.
3) As we have so much in common and to share, some kind of virtual knowledge center should be created where all different approaches and experiences can be made available for library staff».
Missione, obiettivi, documenti, composizione della Commissione IFLA per i servizi multiculturali a http://www.ifla.org/VII/s32/slsmp.htm.
Presentazioni e testi dell’evento satellite di Utrecht a http://sitegenerator.bibliotheek.nl/iflautrecht/overig38/overig38.asp
Il Gruppo di lavoro Biblioteche multiculturali dell’AIB a http://www.aib.it/aib/commiss/cnbp/mc/mc.htm.

domenico.ciccarello@tiscali.it


CICCARELLO, Domenico. L’I-have-a-dream di IFLA: tenere unite le biblioteche del mondo. «AIB Notizie», 15 (2003), n. 9/10, p. 12-13.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2003-10-26 a cura di Franco Nasella
URL: http://www.aib.it/aib/editoria/n15/03-09ciccarello.htm

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