AIB Notizie 9/2002
I sistemi bibliotecari di ateneo tra realtà e prospettive
Alessandro De Bellis
Il convegno di studio svoltosi lo scorso 21 giugno su “I sistemi bibliotecari d’ateneo fra realtà e prospettive”, organizzato dall’AIB-Sezione Lazio e CNUR, in collaborazione con la LUMSA, ha costituito un’importante occasione di confronto e verifica della multiforme realtà delle biblioteche universitarie italiane.
I relatori intervenuti alla prima sessione del convegno, intitolata Realtà e prospettive dei Sistemi bibliotecari d’ateneo in Italia, hanno complessivamente evidenziato aspetti positivi e negativi dei sistemi bibliotecari e del ruolo degli stessi bibliotecari.
In particolare Luca Bardi (Università di Padova) ha sottolineato la necessità di una politica nazionale coordinata in una realtà accademica estremamente complessa e diversificata comprendente 1080 biblioteche, 4500 addetti e un bacino di utenza complessivo calcolabile in oltre 1.500.000 di unità in base ai dati desunti dal Rapporto dell’Osservatorio del MURST (1999).
Non mancano certamente fattori positivi come l’evoluzione tecnologica e la conseguente integrazione dei sistemi bibliotecari, la realizzazione di progetti innovativi (ad esempio, le University Press), l’innovazione dei servizi condivisi (il prestito interbibliotecario e/o il document delivery), una sempre maggiore spinta verso la cooperazione interuniversitaria su obiettivi specifici (progetti DAFNE, ESSPER, SINM), gli acquisti consortili (CASPUR-CIBER).
A fronte di tutto ciò occorre tuttavia evidenziare alcune lacune come l’eccessiva frammentazione delle spese sostenute, l’assenza di una sistematica azione di monitoraggio dei servizi offerti, la limitata capacità di sviluppo delle collezioni, una certa inefficienza complessiva, il tradizionale scarso peso delle biblioteche universitarie nelle decisioni strategiche (come il progetto SBN).
Occorre sostituire il sistema tolemaico attualmente prevalente attraverso la promozione di studi e analisi specifiche e l’individuazione di canali di finanziamento per progetti.
A livello del singolo sistema bibliotecario di ateneo i punti di forza sono riferibili alla creazione di un servizio di coordinamento, cui sono assegnati un budget e la capacità decisionale, all’informatizzazione, alla formazione specialistica del personale, alla standardizzazione del monitoraggio e delle rilevazioni statistiche e alla garanzia crescente dei servizi di base (accesso, prestito, fotocopie...).
I punti critici sono quelli classici delle biblioteche delle università: la dispersione logistica e l’incertezza normativa nelle linee decisionali.
I punti che presentano ambivalenze sono le collezioni (contestualmente caratterizzate da ricchezza e scarsa programmazione) e l’utenza (per le biblioteche accademiche la mission è chiara ma spesso convive con esigenze di autonomia che sconfina nella dispersione e con una certa sopravvalutazione delle specificità disciplinari).
Ne risulta una situazione di equilibrio instabile fra razionalizzazione e esigenze locali. Come ha sottolineato Renato Tamburrini (Università di Pisa) occorre adottare una strategia che consenta di governare la complessità attraverso un mix di accentramento e valorizzazione delle peculiarità.
Tra gli esempi di cooperazione interuniversitaria con particolare attenzione è stato illustrato il Metaopac Azalai Italiano (MAI) frutto della collaborazione dell’AIB con il consorzio CILEA, che può essere definito in un certo qual modo l’OPAC delle università italiane in quanto consente la consultazione contemporanea di più OPAC delle biblioteche accademiche che vi hanno aderito.
Tra le novità emerse particolarmente interessante è la proposta di inclusione delle abilità di ricerca bibliografica tra i crediti formativi richiesti allo studente che conferma la priorità del servizio di user education.
Dal quadro descritto e dal profilo di alcune realtà esistenti (Genova, Sassari, Firenze) emerge la centralità dell’automazione nell’organizzazione dei sistemi bibliotecari di ateneo, senza però escludere le nuove possibilità offerte dalla gestione in outsourcing (completa o parziale) dello stesso sistema adottato.
In apertura della sessione pomeridiana, il rettore Giovanni Cannata, vicepresidente della CRUI, ha sottolineato la necessità di sviluppare la dimensione cooperativa ed espresso apprezzamenti per l’iniziativa.
Infatti gli obiettivi del convegno miravano a fornire ai partecipanti una proficua occasione di crescita professionale e a gettare le basi per l’avvio di un’azione di coordinamento dei sistemi bibliotecari di ateneo del Lazio, potenziamento del coordinamento delle risorse elettroniche, promozione di un confronto periodico tra responsabili e operatori sia dei vari atenei laziali sia delle altre istituzioni del territorio a vario titolo coinvolte nei rapporti con l’università.
Infatti la sessione intitolata I sistemi bibliotecari di ateneo del Lazio è stata una preziosa occasione per conoscere le diverse realtà accademiche presenti nella nostra Regione da quelle più note e grandi (Cassino, Tuscia e le “romane”, La Sapienza, Tor Vergata, Roma Tre, LUISS, LUMSA e Cattolica) a quelle più piccole e specializzate nei settori biomedico, artistico, sportivo, teologico (Campus biomedico, American University of Rome, IUSM, Pontificie Università Gregoriana, Lateranense e della Santa Croce, Pontificio ateneo Salesiano, San Pio V).
Ha concluso i lavori Luigi Della Torre, Magnifico Rettore della LUMSA, che ha sottolineato l’impatto dell’autonomia universitaria, valore ormai irrinunciabile, sui sistemi bibliotecari di ateneo.
Il convegno è stato dunque un importante termometro della situazione attuale delle biblioteche accademiche, una realtà complessa, non priva di carenze strutturali, ma al contempo all’avanguardia nella gestione di servizi sofisticati sempre più necessari in un mondo come quello attuale dominato dall’information technology.
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DE BELLIS, Alessandro. I sistemi bibliotecari di ateneo tra realtà e prospettive. «AIB Notizie», 14 (2002), n. 9, p. V-VI.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2002-09-11 a cura di Franco Nasella
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