AIB Notizie 7/2002
AIB-CUR, 10 anni dopo
MdG, alias Maurizio di Girolamo
From: MdG
Subject: AIB-CUR:10 anni dopo
To: AIB-CUR@LIST.CINECA.IT
Avrei voluto scrivere questa lettera direttamente a AIB-CUR in occasione del decennale. Ma non l’ho fatto.
Forse perché mi aspettavo che la lista “rispondesse” in maniera diversa (con minore indifferenza?) al messaggio di Alessandro Bertoni che ne ricordava l’anniversario.
Forse perché in me si stava facendo strada l’idea che AIB-CUR non godesse da parte dei suoi iscritti, e soprattutto dei più recenti, quella considerazione che fino ad allora avevo data per scontata.
Forse solamente perché non avrebbe superato il filtro per i messaggi troppo lunghi… e non sarei mai stato capace di sintetizzarla… ;-)
Verrà il tempo delle analisi, degli approfondimenti, degli articoli scientifici, delle interpretazioni sociologiche. Non adesso. Almeno non da parte mia. Almeno non ora. Ripensare a 10 anni di AIB-CUR per me significa ripensare a 10 anni della mia vita lavorativa, e non solo, e quando ci si abbandona al ricordo non si ha la necessaria lucidità per una trattazione scientifica.
Nostalgia del passato?
Quando mi sono iscritto ad AIB-CUR il personal computer aveva da poco sostituito un terminale (stupido, lo si definiva) sulla mia scrivania [1]. Anzi, sul bancone del prestito… dove trascorrevo gran parte delle mie ore lavorative (le rimanenti le passavo su scrivanie momentaneamente libere da colleghi a imparare l’arte (?) della catalogazione).
Posso dire di aver imparato a leggere e scrivere (la posta elettronica) grazie ad AIB-CUR.
Quando, grazie a una serie di “accrocchi” che mi permettevano di passare da un’emulazione all’altra, senza ben comprendere cosa succedeva quando mi connettevo a un server di posta, cercando di resistere all’impulso di buttare tutto dalla finestra quando sul video apparivano caratteri incomprensibili o quando alla richiesta del server di usare i tasti funzione scoprivo che la pressione su un tasto scatenava un risultato del tutto imprevedibile, almeno per me, neofita della telematica, insomma quando, dopo immani fatiche, riuscivo a leggere i messaggi di posta elettronica di AIB-CUR, per me si spalancavano le porte delle biblioteche.
Uscivo dalla mia biblioteca per entrare nelle biblioteche dove lavoravano colleghi che condividevano con me la passione e l’entusiasmo per questo nuovo mezzo di comunicazione.
Ci definivamo “clandestini” [2] non solo perché allora la posta elettronica era strumento sconosciuto in ambito bibliotecario, e i nostri colleghi dei centri di calcolo si guardavano bene dal dirci che potevamo connetterci alla Rete [3], ma anche perché eravamo guardati con sospetto da colleghi che non capivano come mai preferissimo passare l’intervallo pranzo davanti al personal computer a leggere messaggi invece che a giocare a Tetris o a parlare di calcio [4].
L’iscrizione a una mailing list, per quanto qualificata come “professionale”, veniva poi giudicata dalla passata generazione dei nostri dirigenti una perdita di tempo, quando andava bene, se non addirittura un intralcio per l’attività lavorativa [5].
E vaglielo a spiegare a colleghi e dirigenti che era proprio grazie ad AIB-CUR che ci tenevamo aggiornati sulla nostra professione, che entravamo in contatto con colleghi di tutta Italia con cui approfondivamo i temi del nostro lavoro. Che imparavamo a leggere e scrivere e a “fare i bibliotecari”…
Una delle principali caratteristiche della posta elettronica è rappresentata dalla fusione tra la comunicazione orale e la comunicazione scritta. I messaggi ad AIB-CUR non fanno eccezione, mescolando toni e abitudini che mutano nel corso del tempo.
Dallo stile colloquiale dei primi messaggi, quando l’appartenenza a una comunità ristretta e “complice” invogliava i più spregiudicati a esprimersi “a ruota libera”, allo stile più marcatamente formale delle comunicazioni istituzionali, al linguaggio provocatorio dei “soliti noti” [6], l’unico forse che resta immutato nel tempo indipendentemente dalle dimensioni della platea [7].
Tutti gli stili convivevano e convivono in AIB-CUR con apparente semplicità rappresentando efficacemente i diversi atteggiamenti degli autori dei messaggi.
Anche se in misura inferiore al periodo pionieristico, continuo a stupirmi quando leggo su AIB-CUR interventi di personaggi di spicco della nostra biblioteconomia.
Professori universitari, direttori di biblioteche prestigiose, autori di libri di successo si prendono la briga di rispondere a domande, a volte ingenue, a volte provocatorie, di colleghi di tutta Italia.
In questo la grande forza della comunicazione elettronica si mantiene, almeno in teoria, inalterata nel tempo riducendo le distanze e contribuendo alla diffusione delle informazioni.
Tuttavia è ancora lunga la strada verso la vera condivisione della conoscenza.
Anzi, ma la mia è solo una percezione non verificata sui dati di archivio, parrebbe che all’aumento degli iscritti non corrisponda un aumento di coloro che intervengono attivamente alla discussione. È come se l’allargamento della platea abbia ristabilito quella distanza fra attori e spettatori che nell’infanzia di AIB-CUR si era progressivamente ridotta.
Le motivazioni di chi si iscrive ad AIB-CUR senza intervenire nemmeno una volta andrebbero analizzate attraverso un nuovo questionario. Troppo tempo è passato dall’ultimo e sarebbe interessante esaminare come è cambiata la composizione degli iscritti, conoscerne le attese. Altrettanto interessante sarebbe valutare gli andamenti delle iscrizioni e dei messaggi attraverso i dati statistici raccolti mensilmente a cura della segreteria tecnica. Verrà il tempo, si è detto, magari con una bella tesi di laurea o di dottorato.
Ma, come detto in premessa, qui mi limito a portare la mia personale esperienza, a frugare negli archivi della mia memoria [8] per riportare in superficie ricordi ed emozioni.
E non posso fare a meno di sorridere al ricordo di messaggi frutto dell’inesperienza nell’uso della posta elettronica, che esponevano gli autori a pubblica derisione…
Sì, eravamo un po’ crudeli, un po’ come chi non riesce a trattenere una risata alla vista di qualcuno che scivola su una buccia di banana, ma come non ridere dei tanti “reply scappati” che portavano a conoscenza di migliaia di bibliotecari la corrispondenza privata fra due colleghi.
O come quando era l’aspetto formale a prevalere sul mezzo, e passavano in lista messaggi scritti con uno stile che nulla avrebbe avuto da invidiare a una corrispondenza tradizionale, con tanto di numero di protocollo, data e firma (non digitale, però…).
O infine come quando, dopo aver letto più volte un messaggio di risposta a un messaggio precedente, di cui veniva riportato l’intero testo, e non aver trovato un solo segno che li distinguesse, ci accorgevamo che la risposta era scritta… nel subject!
Alle volte la provocazione da parte di alcuni mirava proprio a far uscire allo scoperto chi pur avendo ruoli di rilievo nel panorama bibliotecario italiano diffidava di AIB-CUR come mezzo di comunicazione con i bibliotecari, preferendo strumenti più tradizionali quali comunicati e newsletter [9].
Trascinati per i capelli, i colleghi più “paludati”, spesso poco avvezzi alle tecniche della posta elettronica, cadevano nelle imboscate del “Pierino” di turno, con risultati a volte esilaranti.
Altre volte l’indifferenza aveva la meglio e così anche discussioni che avrebbero potuto avere contenuti notevoli se avessero coinvolto enti e bibliotecari direttamente interessati, penso ad esempio al dibattito su SBN, venivano lasciate cadere nel vuoto.
Gruppo o lista?
Frequenti sono state, soprattutto nel gruppo di segreteria “allargata” [10], le riflessioni circa l’identità di AIB-CUR. Opinione comune ai membri del gruppo di segreteria è che la definizione di AIB-CUR come “Gruppo di discussione” implichi che la partecipazione sia da intendersi a livello personale e non di ente [11].
Ciò spiega la preferenza verso iscrizioni che utilizzino indirizzi e-mail personali e facilmente identificabili, e la richiesta che i messaggi vengano firmati da individui e non da enti [12].
Tuttavia l’uso di AIB-CUR come lista di distribuzione di messaggi spesso è preponderante rispetto a quello di discussione vera e propria. Basti pensare al numero di messaggi formalizzati [13] che transitano quotidianamente.
Ma la “doppia identità” di AIB-CUR non si riflette solo nella tipologia dei messaggi. Entrambi gli aspetti, discussione e diffusione di informazioni, possono nascondere un uso improprio della lista, che a volte sconfina nel vero e proprio abuso.
Discussioni interminabili su argomenti che esulano dalla professione, petizioni pubbliche, polemiche personali che rasentano la diffamazione sono, a mio avviso, OFF TOPICS allo stesso modo di informazioni relative a iniziative che hanno come unico elemento in qualche modo riconducibile alla biblioteca il luogo in cui queste iniziative sono tenute (si pensi a cosa sarebbe AIB-CUR se tutte le manifestazioni di “Invito alla lettura” o “Incontro con l’autore” transitassero in lista) o di comunicazioni di tipo commerciale che passano all’interno di notizie circa convegni e workshop [14].
Corsi e ricorsi
Vi sono poi argomenti che periodicamente vengono riproposti e domande alle quali pare che non ci siano mai risposte definitive.
Il diritto di autore e il copyright, l’outsourcing dei servizi della biblioteca, la tariffazione del prestito interbibliotecario e del document delivery, le biblioteche scolastiche e quelle biomediche, l’accesso a Internet libero o filtrato, sono solo alcuni dei temi buttati sul tappeto di AIB-CUR intorno ai quali, se si eccettuano alcuni contributi di notevole spessore, la discussione si trasforma rapidamente in sterile polemica con tanto di armamentario ideologico di contorno.
Anche la questione dei rapporti fra AIB e AIB-CUR, e successivamente, tra AIB, AIB-CUR e AIB-WEB è stata spesso fonte di polemica, mettendo in luce, se ce ne fosse ancora bisogno, l’estrema litigiosità dei bibliotecari italiani. A onor del vero devo ammettere che, anche se ribadito a più riprese sia su AIB-CUR sia altrove, può non essere immediatamente comprensibile, specialmente a chi si accosta a questo “mondo” per la prima volta, che AIB-CUR non ha legami diretti, se non per l’origine del nome, con l’AIB e che le intersezioni fra soci AIB, iscritti ad AIB-CUR e lettori di AIB-WEB possono essere molteplici e a vari livelli.
Nei periodi di maggiore animosità, che in genere coincidono con il periodo estivo e comportano l’apertura di thread prolungati che possono facilmente trasformarsi in “botta e risposta” fra un ristretto numero di persone, c’è sempre chi, lamentando l’inadeguatezza di AIB-CUR come strumento buono per tutte le stagioni e per tutti i bibliotecari, ne suggerisce lo smembramento in liste tematiche o geografiche.
In realtà, a quanto mi risulta, gli esperimenti di liste concorrenti non hanno mai avuto un grande successo, anche se in linea teorica potevano avere una loro validità [15].
Sbagliando si impara
Ho detto di aver imparato a leggere e scrivere con AIB-CUR. È vero. Dalla lettura e, Eugenio Gatto mi perdonerà la battuta, dall’esegesi dei messaggi provenienti dalla segreteria tecnica, ho imparato innanzi tutto il metodo. Ciò che potrebbe, ed è stato fatto, essere tacciato di tecnicismo, altro non è che il ricorso al linguaggio più appropriato di comunicazione fra bibliotecari.
Verso i nostri utenti possiamo permetterci, anzi dobbiamo farlo, di semplificare, a volte correndo il rischio di banalizzare, al fine di rendere accessibili e comprensibili ai più le nostre competenze. Ma fra di noi l’uso di un linguaggio poco tecnico comporta un impoverimento eccessivo dei contenuti, rischi di fraintendimento e scarso rigore.
Non possiamo permetterci di rincorrere la perfezione nella scelta di un soggetto o di una classificazione e poi non avere la benché minima attenzione nella scelta del TITLE della nostra pagina WEB o peggio, nel mettere un subject appropriato ad un nostro messaggio per AIB-CUR.
Non è difficile, ci vuole solo un po’ di attenzione in più.
Ma non ho imparato solo questo. Senza AIB-CUR, e poi senza AIB-WEB, penso che la mia pigrizia nell’aggiornamento professionale avrebbe avuto il sopravvento e probabilmente mi sarei “seduto” sulle competenze acquisite in modo tradizionale, un po’ di letteratura specialistica, qualche seminario.
Lo stimolo quotidiano fornito dai messaggi di AIB-CUR ha rappresentato in tutti questi anni la maniera per tenere costantemente sul “chi vive” la mia curiosità. La citazione di un link a una risorsa che non conoscevo, il messaggio proveniente da una lista straniera, la ricerca disperata di un libro da parte di un collega che afferma di aver cercato su tutti gli OPAC dell’universo prima di inviare la richiesta [16], insomma tutto ciò che mi incuriosiva, e mi spingeva ad approfondire almeno un po’ l’argomento, serviva a tenermi in esercizio, a non farmi accontentare della routine lavorativa.
Non accontentarsi, essere curiosi, cercare di progredire, sono gli elementi che, a mio avviso, contribuiscono a migliorare la qualità del proprio lavoro. Giorno dopo giorno.
Ho sviluppato molte di queste caratteristiche anche grazie ad AIB-CUR.
Ma forse ne ho anche sopravvalutato la portata. Forse troppi elementi di carattere personale hanno prevalso facendomi esprimere un giudizio su uno strumento di lavoro come ce ne sono tanti.
In fondo stiamo parlando solo di una mailing list. Come ce ne sono tante.
O forse no.
Salve a tutti, MdG.
maurizio.digirolamo@unimib.it
Note
[1] Che poi, grazie a SBN, il terminale si sia preso un’abbondante rivincita sul PC, attraverso una cosa chiamata emulatore, per oltre 10 anni, è un altro discorso, che ci porterebbe troppo lontano…
[2] Uno dei “clandestini” più noti all’epoca era un certo Scorpio… ;-)
[3] A dire la verità a volte avevo il dubbio che nemmeno loro conoscessero la Rete. Resta indelebile nella mia memoria l’affermazione di Massimo Massagli, allora vicedirettore della Cattolica, a uno dei primi seminari su Internet, a proposito del fatto che «a Milano abbiamo tre Gopher e non lo sapevamo…».
[4] In realtà facevamo anche questo, anche se personalmente a Tetris preferivo un altro gioco, Arkanoid mi pare si chiamasse, che si praticava in due sullo stesso PC. Per ragioni di riservatezza eviterò di fare il nome del mio avversario. ;-)
[5] Anche l’atteggiamento opposto a volte riserva delusioni. Non posso negare di “restarci male” ogni volta che qualche mio collaboratore, magari assunto da poco, dimostra scarso interesse nei confronti di AIB-CUR e, se si iscrive, lo fa come per farmi un piacere…
[6] È fuor di dubbio che se dovessimo misurare la fedeltà ad AIB-CUR in termini di audience, si raggiungerebbero gli indici più elevati quando entrano sulla scena alcuni personaggi. Qualcuno ha detto che quando si vedono tre o quattro bibliotecari davanti a uno stesso PC si può stare sicuri che è appena passato su AIB-CUR un messaggio di Tizia o Caio.
[7] Non proprio l’unico. Lo stile della segreteria tecnica è lo stesso da 10 anni e chi per qualsiasi motivo sia incappato in una comunicazione di segreteria da Eugenio Gatto (owner di AIB-CUR, anche se a lui il termine non piace affatto), può confermarlo. La segreteria tecnica risponde all’indirizzo ac-tecn@aib.it.
[8] La ricerca negli archivi di AIB-CUR è comunque facilitata dall’interfaccia WEB. Chi volesse “rinfrescarsi la memoria”, ma ancora di più chi volesse fare ricerche retrospettive, magari per evitare di porre domande a cui in passato sono già state date risposte, può servirsi del LISTSERV di AIB-WEB dedicate ad AIB-CUR (http://list.cineca.it/archives/aib-cur.html). Ricordo che solo gli iscritti hanno accesso agli archivi.
[9] L’uso surrettizio del cosiddetto reply scappato a volte poteva servire allo scopo di coinvolgere in una discussione pubblica chi invece avrebbe preferito continuare la discussione in privato. Non nego di aver fatto anche io ricorso a espedienti analoghi, anche se oggi me ne vergogno un po’.
[10] Per struttura e funzioni dei gruppi di segreteria rimando alla Documentazione AIB-CUR presente su AIB-WEB (www.aib.it/aib/aibcur/aibcur.htm3). Per quanto mi riguarda, faccio parte del gruppo di segreteria allargata fin dalla sua nascita, se si eccettua una breve interruzione nel corso del 2001. Non è questa la sede per approfondire temi e contenuti relativi ai gruppi di segreteria. Basti dire che in genere gli aspetti più strettamente collegati al funzionamento di AIB-CUR vengono discussi nel gruppo di segreteria allargata piuttosto che sulla stessa AIB-CUR. La segreteria allargata risponde all’indirizzo ac-segr@aib.it.
[11] Il senso di appartenenza a un “gruppo” trovava l’occasione di manifestarsi durante gli “Incontri AIB-CUR” organizzati in occasione dei Congressi AIB. Per molti di noi quelle sono state le prime occasioni di conoscersi nella realtà, dopo la lunga frequentazione virtuale. In molti casi si sono stretti legami di stima e amicizia che sono continuati negli anni, anche se poi magari non ci si è rivisti molto spesso. Con la crescita degli iscritti questi incontri sono stati abbandonati, anche se spesso all’interno dei Seminari AIB-WEB, organizzati in concomitanza degli ultimi Congressi AIB, ci sono stati momenti dedicati ad AIB-CUR.
[12] Accanto a messaggi provenienti da indirizzi generici come “Biblioteca” [troppo facile l’accostamento con la diffusa abitudine a non usare TITLE identificanti nelle pagine WEB, come “Titolo” o “Homepage”], ve ne sono di provenienza da parte di enti e associazioni che, usando indirizzi di struttura come “segreteria” o simili, impediscono l’attribuzione di un messaggio ad una persona fisica, ostacolando di fatto la comunicazione “tra persone”. Purtroppo le stesse comunicazioni ufficiali AIB presentano questo difetto.
[13] L’uso della formalizzazione sia nel subject sia, in alcuni casi, nel corpo del messaggio, permette una più semplice gestione degli archivi aumentandone la ricercabilità. Inoltre offre la possibilità di filtrare LISTSERV stesso o il proprio client di posta ciò che si vuole da ciò che non si vuole ricevere. Alcuni esempi di subject formalizzato sono AGENDA, LAVORO (in questo caso anche il corpo del messaggio segue dei criteri formali piuttosto rigidi), INTERBIB, AIB, DFP, RICERCA, OFFERTA. Proprio a partire da questi messaggi sono nate rubriche AIB-WEB, come LAVORO e AGENDA, ben note a bibliotecari e non, e spesso “copiate” in altri ambiti.
[14] La questione degli OFF TOPICS meriterebbe una trattazione autonoma. Anche in questo caso la discussione all’interno dei gruppi di segreteria, di volta in volta arricchiti dalla partecipazione degli iscritti ad AIB-CUR che volessero approfondirne i temi, è stata frequente e a volte molto aspra. La tesi secondo cui “AIB-CUR è ciò che gli iscritti vogliono che sia” che definisce in parole povere il concetto di automoderazione, non mi convince a pieno. Ma è solo una mia personale opinione, e, anche se a più riprese AIB-CUR è stata accusata di censura da parte di coloro che vedevano i propri messaggi filtrati, se c’è un rimprovero che posso fare alla gestione della lista è proprio quello di eccessiva tolleranza nei confronti degli OFF TOPICS. In realtà se filtri sono stati applicati, riguardavano esclusivamente gli aspetti tecnici [es. lunghezza dei messaggi, presenza di attachment o altri problemi di con sezionamento postale, indirizzi di provenienza esteri o con suffissi commerciali] e solo casualmente messaggi OFF TOPICS sono stati intercettati durante periodi in cui per altri motivi [es. frequenza di messaggi riguardanti virus, o analogamente irrilevanti] la lista era effettivamente moderata.
[15] In Lombardia ben misera fine ha fatto la lista BABELE, ospitata dal Cilea che nelle intenzioni dei promotori, e io ero uno di questi, avrebbe dovuto rappresentare uno strumento di ambito locale per dare voce ai temi più vicini ai bibliotecari che lavorano nella nostra regione. Pur se tecnicamente ancora attiva, BABELE non registra messaggi ormai da alcuni anni. Anche le liste di SBN, se si eccettuano le comunicazioni “a senso unico” per informare di eventuali fermi macchina, non hanno mai ospitato discussioni o approfondimenti.
[16] A volte, per pura curiosità prima ancora che per il desiderio di dare una mano al collega, mi è capitato di lanciarmi anche io nella folle ricerca del libro perduto… per accorgermi, magari, che una semplice ricerca nell’OPAC avrebbe dato risultato positivo. Ma il collega in questione non aveva detto di aver già cercato dappertutto??? ;-)
DI GIROLAMO, Maurizio. AIB-CUR, 10 anni dopo. «AIB Notizie», 14 (2002), n. 7, p. 7-9.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2002-07-27 a cura di Franco Nasella
URL: http://www.aib.it/aib/editoria/n14/02-07dirolamo.htm