[AIB]AIB Notizie 5/2002
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Verso il pieno riconoscimento della professionalità del bibliotecario

di Marzia Miele

Il 12 marzo, nella Sala della Crociera del Ministero per i beni e le attività culturali, l'Osservatorio lavoro in collaborazione con la Sezione Lazio ha tenuto un incontro-dibattito sul tema "Il bibliotecario nel Ministero per i beni e le attività culturali: prospettive della professione nell'attuale quadro contrattuale e normativo".
Erano presenti Marzia Miele, AIB-Osservatorio lavoro, Elvira Gentile, membro dell'ARAN (Agenzia per la rappresentanza negoziale della pubblica amministrazione, M. Concetta Petrollo, direttrice della Biblioteca universitaria Alessandrina, Gianni Lazzari, membro del CEN-AIB; M. Grazia Pauri, DIRSTAT, e Libero Rossi, CGIL. Il direttore generale dei Beni librari e degli istituti culturali, prof. Francesco Sicilia ha inviato i suoi saluti tramite la dott.ssa Zaldini. «AIB notizie» pubblica una sintesi della relazione introduttiva di Marzia Miele
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La nostra Associazione, in particolare l'Osservatorio lavoro, ha organizzato questo incontro perché sente la necessità di avviare una riflessione tra i bibliotecari, in particolare quelli appartenenti al Ministero per i beni e le attività culturali, sull'evoluzione, anche normativa, che ha coinvolto la nostra professione in questi anni così fortemente caratterizzati da processi di riforma.
Con l'attuale contratto, il secondo dopo l'introduzione del d.lgs. n. 29/93, viene sancita la completa "contrattualizzazione" del rapporto di pubblico impiego e la decadenza di tutte le norme preesistenti non espressamente richiamate.
Corollario di questo nuovo corso è un'attenzione nuova alla presenza e allo sviluppo delle professionalità nella pubblica amministrazione.
La legge Bassanini 59/97 dà rilievo specifico alla professionalità con l'indicazione che «i decreti legislativi e la contrattazione stabiliscano una distinta disciplina per gli altri dipendenti pubblici che svolgano qualificate attività professionali, implicanti l'iscrizione ad albi, oppure tecnico-scientifiche e di ricerca»(art. 11, lett. d).
Questa indicazione viene richiamata nel documento dei comitati di settore sulle linee generali e le priorità per i rinnovi contrattuali 1998-2001. In particolare, nel sottolineare la valorizzazione delle risorse umane quale impegno prioritario, il documento parla di dare riconoscimento adeguato nel contesto del nuovo ordinamento del personale alle figure professionali più elevate e con maggiori responsabilità e a quelle richieste dai processi di innovazione.
L'art. 11 della Bassanini e l'indicazione dei comitati di settori vengono recepiti dal contratto del comparto Stato 1998-2001 come «istituzione di un'area separata "dei professionisti dipendenti" nella quale confluiscano lavoratori della ex VII, VIII, IX qualifica che espletano un'attività che richiede, in base alla laurea, l'abilitazione all'esercizio della professione e/o l'iscrizione ad albi professionali», la cui ricognizione viene demandata a una commissione paritetica ARAN, OO.SS., amministrazioni del comparto.

La relazione finale della commissione paritetica ARAN Organizzazioni sindacali, approvata il 3 aprile, ha stabilito che il personale appartenente alla ex carriera direttiva che svolge le attività tecnico-scientifiche e di ricerca indicato nella tabella I, numeri 5,6 e 7 annessa al decreto del Presidente della Repubblica 3 dicembre 1975 n. 805 [il decreto istitutivo del Ministero per i beni culturali] ha i requisiti per far parte dell'area dei professionisti dipendenti che hanno diritto alla contrattazione separata.

Alla contrattazione decentrata integrativa viene invece demandata «l'individuazione di nuovi profili professionali ovvero una diversa denominazione o ricollocazione di quelli esistenti nelle aree».
Prima di entrare nel merito del contenuto della nuova declaratoria del profilo dei bibliotecari, vorrei fare un'osservazione di carattere metodologico, dove però il metodo è sostanza.
Le declaratorie dei nuovi profili sono state elaborate da un gruppo di lavoro misto, amministrazione-sindacati, la prima rappresentata esclusivamente da funzionari amministrativi, senza coinvolgere ufficialmente né le associazioni dei tecnici del Ministero, che pure sono presenti e attive, né rappresentanti tecnici in servizio, e davvero il Ministero non ne difetta. Nonostante le reiterate affermazioni sulla centralità delle professionalità tecnico-scientifiche nel nostro Ministero, i nostri dirigenti fanno fatica a riconoscerne il ruolo nel concreto e, comunque, si attribuisce ai funzionari amministrativi una funzione superiore e onnicomprensiva rispetto alle specificità professionali. Cito come esempio significativo di questo atteggiamento ciò che è avvenuto in contrattazione per la definizione dei criteri di attribuzione delle posizioni Super.
Uno dei criteri stabiliti dal contratto integrativo di amministrazione si riferiva all'esperienza professionale maturata. Credo che, per quanto minima, ogni professione esercitata permetta l'acquisizione di un'esperienza. Ma nei criteri specifici stabiliti per le posizioni C3 Super mancava qualsiasi riferimento alle attività proprie della professione del bibliotecario. Il fatto di non essere i soli a essere stati dimenticati non ci consola affatto.
La prima novità, rispetto al d.p.R. n. 1219 del 1984, che aveva definito profili validi per tutta la pubblica amministrazione, è che si tratta di profili specifici per il nostro Ministero. Il contratto demandava questo compito alla contrattazione decentrata per identificare le reali esigenze organizzative dei diversi settori, anche in funzione dei cambiamenti avvenuti nelle procedure in seguito all'informatizzazione e alla diffusione di Internet.
Senza dubbio questa impostazione ha portato a dei risultati positivi, tra cui quello di favorire l'individuazione di profili che possano costituire un'ulteriore differenziazione e specializzazione della funzione di mediazione dell'informazione del bibliotecario, come il profilo di esperto in comunicazione e informazione.
Nel 1984 i profili erano diversificati per livelli: erano presenti quindi due profili, collaboratore bibliotecario e bibliotecario, praticamente con gli stessi compiti. Con la semplificazione operata dalla nuova classificazione, si è pervenuti a un'unica declaratoria, all'interno della quale si possono avere figure con diverso grado di responsabilità. Questa distinzione tra contenuto professionale e funzione all'interno dell'organizzazione dell'ufficio mi sembra appropriata, perché riconosce il contenuto specifico della professione, senza appiattirla, come avveniva in passato, sul ruolo amministrativo esercitato. Forse questa organizzazione permetterà anche una maggiore mobilità interna: anche questo sembra un dato positivo.
Entrando nel merito, la figura che emerge dalla nuova declaratoria definisce compiti e finalità del bibliotecario in modo molto più chiaro e netto di quanto non avvenisse con i profili del 1984, nei quali la definizione del ruolo amministrativo esercitato era preponderante rispetto ai contenuti professionali.
Non è ancora abbastanza ben identificata la funzione di mediatore dell'informazione che sempre più, anche nelle biblioteche di stampo tradizionale, il bibliotecario è chiamato a svolgere e che implica una conoscenza non solo delle proprie raccolte e delle proprie metodologie, ma una consapevolezza globale dell'organizzazione della conoscenza a livello internazionale. Nel complesso possiamo essere abbastanza soddisfatti del progresso compiuto e, come Associazione, auspicare che questo profilo costituisca un punto di riferimento per le altre amministrazioni pubbliche, statali e di ente locale, nelle quali la strada per una definizione puntuale della figura e dei requisiti professionali appare incerta e irta di difficoltà, nonché per i professionisti privati, sempre più numerosi in questo settore.
Non convince invece l'impostazione data ai requisiti culturali che sono ad alto livello di specializzazione per chi accede dall'esterno, solo facoltativi per i passaggi interni.
Nei profili del 1984 i requisiti culturali previsti rimanevano invariati sia per chi accedeva dall'esterno sia per coloro che partecipavano a selezioni interne, mentre adesso i requisiti culturali sono imprescindibili solo per coloro che accedono dall'esterno. Per il personale interno, a meno che non siano indicati come requisito irrinunciabile, i titoli di studio possono essere sostituiti dall'esperienza professionale maturata nella posizione di provenienza.
Siamo di fronte a una contraddizione palese: da un lato, per l'accesso dall'esterno, si richiede diploma di laurea specialistica (3+2) più eventuali titoli professionali specifici per accedere al primo livello dell'area C e diploma di laurea specialistica più diploma di specializzazione per il livello C2 (al livello C3 si può giungere solo dalla posizione C2), dall'altra per il personale interno può bastare l'anzianità in servizio.
Il rimando ai bandi di concorso, dato come indicazione di metodo nei casi incerti, è piuttosto misterioso: a quali si riferisce? Ai concorsi precedenti la legge n. 312 del 1980, quando esistevano due diversi ruoli per i bibliotecari e i collaboratori bibliotecari, i primi appartenenti alla carriera direttiva, per la quale la laurea (semplice perché non esisteva ancora la laurea breve) era requisito, i secondi alla carriera di concetto che non prevedeva il diploma di laurea, oppure a quelli banditi dopo la legge n. 312, quando i profili richiedevano la laurea anche per il collaboratore bibliotecario? O a quelli che si bandiranno nel futuro?
Il decreto legislativo n. 165/2001, che disciplina l'organizzazione degli uffici e dei rapporti di lavoro dipendenti dalla pubblica amministrazione, all'art. 42, comma 10, stabilisce che alle figure professionali definite nell'art. 11 della 59/97 lett. d) deve essere garantita un'adeguata rappresentanza: sempre più quindi l'Associazione può e deve essere presente, anche attraverso un confronto positivo con le OO.SS., e far pesare la propria esperienza e competenza per garantire la qualità del servizio bibliotecario e dei suoi addetti.

m.miele@katamail.com


MIELE, Marzia. Verso il pieno riconoscimento della professionalità del bibliotecario. «AIB Notizie», 14 (2002), n. 5, p. 16-17.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2002-05-25 a cura di Franco Nasella
URL: http://www.aib.it/aib/editoria/n14/02-05miele.htm

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