AIB Notizie 10/2001
Appalti e qualità dei servizi in biblioteca
di Loredana Vaccani
Si è svolto a Roma, all'interno di Bibliocom 2001, tra le iniziative direttamente gestite dalla nostra associazione, il seminario "Appalti e qualità dei servizi in biblioteca", organizzato dall'Osservatorio lavoro dell'AIB e coordinato dalla sottoscritta.
Il tema, quanto mai di attualità, è quello dell'affidamento a privati dei servizi bibliotecari e il quesito se sia possibile coniugare la qualità del prodotto al cittadino e la salvaguardia della professionalità degli operatori, sia pubblici che privati.
Ha preso per primo la parola Roberto Grossi, segretario di Federculture, che rappresenta le rete degli enti locali e dei soggetti pubblici e privati che gestisce i servizi per il tempo libero e aderisce alla Confservizi.
Grossi ha sottolineato come sia possibile sostenere una cultura d'impresa anche per la gestione di teatri, musei, biblioteche, servizi turistici e per il tempo libero. Vi sono già segnali che indicano che anche da noi, come accade in realtà in tutti i paesi industrializzati, la cultura può essere finanziata con un mix di spesa pubblica e privata e può costituire, per un paese ricco di patrimonio storico e culturale come il nostro, un indubbio fattore di progresso e di sviluppo economico. Quindi anche per le biblioteche, che sono, secondo il Manifesto dell'Unesco, il servizio culturale per eccellenza, il riferimento locale per l'informazione e la crescita personale e della comunità. D'altra parte la riforma della gestione dei servizi pubblici, che toccherà sicuramente anche le biblioteche, ci costringerà a confrontarci con nuove forme di gestione, prima tra tutte quella privata.
Fausto Rosa, dell'Osservatorio lavoro, nella sua relazione Il bibliotecario, protagonista della qualità , partendo dalla definizione della biblioteca all'alba del terzo millennio quale strumento indispensabile per l'assolvimento del diritto di accesso all'informazione e del bibliotecario quale intermediario attivo tra risorse e utente, ripercorre le tappe delle trasformazioni in atto. La sintesi è che il cittadino utente "pretende" soprattutto efficienza nella gestione dei servizi bibliotecari e qualità del prodotto: il bibliotecario, purtroppo, spesso non riesce ad essere protagonista e "produttore" di qualità perché non ha potere, perché non decide, perché non dispone di mezzi e risorse adeguate. Che fare allora? Bisogna innanzitutto, e in questo l'AIB è chiamata ad operare in prima linea, alzare il livello qualitativo dei servizi bibliotecari, lavorare per la messa a disposizione, in accordo con gli enti preposti (comuni, provincie, regioni), di standard per le biblioteche italiane; coltivare la cultura della qualità del servizio, al di là delle tipologie di gestione (nessuna guerra ai gestori privati); dar corpo e sostanza all'Albo professionale dei bibliotecari, puntare alla disposizione di linee guida che precisino e definiscano i "requisiti minimi e indispensabili" per diventare gestori di biblioteche.
È toccato a Vanni Bertini, di Aspidi (Associazione per la promozione delle imprese di documentazione e informazione) far sentire la voce dei gestori privati. La sua tesi, estremamente articolata e supportata anche dall'analisi di casi pratici, è che in realtà esistono molti pregiudizi nei confronti dei gestori privati (per esempio che costano meno e rubano il posto ai pubblici o offrono servizi inferiori). La soluzione della falsa contrapposizione è la qualità del prodotto erogato. Come? Prima di tutto puntando, da parte dei funzionari pubblici, a un capitolato d'appalto che tuteli anche la dignità professionale di chi è chiamato a fornire il servizio, tenendo presente che non è possibile scendere al di sotto di determinati costi, fissare criteri di aggiudicazione che puntino alla qualità e instaurare un sistema preciso di verifica e controllo del prodotto erogato.
Giorgetta Bonfiglio Dosio, dell'Associazione nazionale archivisti italiani, ha dimostrato che è possibile "regolamentare", nei limiti consentiti dalla normativa vigente, l'esercizio del mestiere di archivista. La sua associazione, infatti, ha elaborato, grazie a un anno di lavoro collegiale, un documento che ha stabilito i requisiti scientifici, i rapporti con la committenza e le tariffe nella gestione degli archivi. Nella sua relazione, precisa e puntuale, la Bonfiglio ha ripercorso le tappe di questo cammino, le difficoltà incontrate e sempre presenti, i luoghi comuni da superare. La conclusione è che questo sforzo non solo è auspicabile, ma quasi indispensabile se si vuole tutelare la professione e nello stesso tempo anche puntare alla qualità del prodotto e quindi, alla fine, anche alla maggior soddisfazione del committente.
Un esempio importante su cui riflettere e che penso l'AIB dovrebbe tentare di seguire.
VACCANI, Loredana. Appalti e qualità dei servizi in biblioteca. «AIB Notizie», 13 (2001), n. 10, p. 9.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2001-12-04 a cura di Franco Nasella
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