[AIB]AIB Notizie 8/2001
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Biblioteche d'Irlanda

di Marzia Miele

Si è svolto dal 22 al 30 giugno il quarto viaggio organizzato da Giuliana Zagra, per AIB Viaggi di studio, in collaborazione con Study Tours International, alla scoperta dei sistemi bibliotecari stranieri.

Anche questa volta si è concluso con la piena soddisfazione di quanti vi hanno partecipato, confermando la validità di una formula che permette un piacevole arricchimento professionale.
L'Irlanda (EIRE) si è rivelata una fonte di sorprese: infatti, pur non avendo la consolidata tradizione bibliotecaria inglese, a cui comunque guarda come punto di riferimento, sta vivendo un momento di riforme e di crescita.
Il Governo ha sfruttato the Celtic tiger, come viene definito il boom economico, veicolato in buona parte dagli aiuti economici della Comunità europea, anche per potenziare l'organizzazione bibliotecaria. Sono stati stanziati fondi per costruire nuove sedi, per ampliare l'informatizzazione dei servizi e incrementare l'uso di Internet, progetti per la promozione della lettura e per facilitare l'accesso ai servizi informativi delle categorie svantaggiate della popolazione, dagli immigrati, sempre più numerosi, agli anziani.
Noi stessi abbiamo potuto visitare ben tre strutture inaugurate solo da pochi mesi.
Abbiamo inoltre trovato nei colleghi della LAI, l'Associazione dei bibliotecari irlandesi, una consapevolezza del loro ruolo e della missione della biblioteca per la crescita civile e democratica, per la convivenza e l'integrazione con gli altri popoli, che dà all'erogazione dei servizi informativi e culturali quella capacità di fungere realmente da volano per lo sviluppo di una nazione.
Il nostro primo appuntamento, lo stesso giorno di arrivo, è con la splendida biblioteca del Trinity College: ma di questo parleremo in seguito, nella parte dedicata alle biblioteche storiche e di conservazione.
Siamo infatti partiti da Dublino il giorno seguente, alla scoperta dell'anima più autentica di questo paese, dove abbiamo potuto entrare in contatto con l'ossatura del sistema bibliotecario dei paesi di lingua inglese, la public library, tra l'altro una delle maggiori beneficiarie dell'attuale positivo trend economico.

PUB-PUBLIC
Paese grande circa un quarto dell'Italia, ma con una popolazione equivalente a meno di un decimo di quella italiana, l'Irlanda è scarsamente urbanizzata e ha una bassa densità abitativa.
A parte Dublino, Cork e Galway, la maggior parte della popolazione vive in piccoli e piccolissimi agglomerati, sparsi nel territorio e collegati da strade corrispondenti grosso modo alle nostre provinciali.
La risposta a queste condizioni oggettive è stata, nell'ambito delle politiche bibliotecarie, il branching out, letteralmente ramificazione: quindi no ai grandi edifici, ma sedi piccole ed agili, basate essenzialmente sul servizio di prestito, anche se non mancano iniziative culturali e di promozione alla lettura, coadiuvate da un servizio di bibliobus, che permette un'ampia circolazione delle dotazioni librarie ed il collegamento con i centri più periferici. La gestione è centralizzata a livello regionale, in modo da consentire ai bibliotecari delle branches di concentrarsi sui servizi per l'utenza, razionalizzazione essenziale dato il numero esiguo degli addetti.
Il piano di sviluppo del Department of the Environment and Local Governement, l'autorità preposta alle public libraries, tra il 1998 e il 2006 ha stanziato 75 milioni di sterline per la costruzione di nuovi edifici, per fornire ogni biblioteca di strumenti informatici e tecnologici per la comunicazione e l'informazione, incrementare e qualificare il patrimonio librario, adeguare l'orario di apertura alle esigenze di tutti gli utenti.
Il nostro primo impatto con questa struttura organizzativa è la Ballincollig Branch Library, Contea di Cork, dove arriviamo accompagnati da Joe Higgins, della Cork County Library, che ci viene a prendere direttamente in albergo.
A proposito, la cortesia e la disponibilità dei bibliotecari irlandesi non hanno visto eccezioni: non solo ci hanno accolti numerosi e con calore quasi mediterraneo, ma si sono attivati in tutti i modi per ampliare le occasioni di incontro, la qual cosa è stata certamente una delle ragioni del successo del viaggio.
Ma la prima gradita sorpresa l'avevamo già ricevuta all'arrivo, la sera prima. Nel pub dell'albergo, dove ci rechiamo per ascoltare della musica dal vivo, abitudine questa molto diffusa nei pub, le pareti sono tappezzate di libri, regolarmente inventariati e con il loro cartellino di collocazione, che si possono prendere in prestito. Si tratta di volumi provenienti dalla Cork County Library: un eccellente sistema per valorizzare anche gli scarti di una biblioteca.

Ballincollig Library
È questo un esempio significativo di branch library. Situata in una città satellite di Cork, con una popolazione di 15.000 abitanti e di oltre 17.000 nel circondario, è stata fondata nel 1980. Ora i bibliotecari hanno finalmente ottenuto la sede che desideravano, accanto alla strada principale, vicino al centro commerciale, con il parcheggio, le banche ed il più grande supermercato della città.
Come tutte le strutture che visiteremo, lo spazio non è grandissimo (450 mq) ed è organizzato in modo lineare, con criteri di ordinamento librario semplici, che non necessitano di particolari conoscenze tecniche.
Ma tre elementi sono sempre presenti: uno spazio, il più piacevole, il più colorato, il più informale per i bambini, una sezione large print per gli anziani, delle postazioni Internet in cui è possibile usare la posta elettronica. A questo proposito, i bibliotecari ci confidano che le postazioni Internet si sono rivelate positive soprattutto per gli immigrati, che hanno scoperto di poter comunicare facilmente con i loro paesi di origine e sono quindi diventati frequentatori assidui della biblioteca. Né mancano iniziative di carattere culturale: la biblioteca dedica tutti i venerdì spazio per la lettura ai bambini, ospita un circolo della musica, organizza incontri con gli autori.
Il giorno seguente, martedì 26, con l'autorevole guida di Pat McMahon, il past president nazionale della LAI, ci rechiamo alla Galway County Library.

Galway County Library
Ovviamente ci troviamo di fronte a uno spazio più ampio, a una dotazione libraria maggiore, a un numero superiore di postazioni Internet (6), ma l'impostazione è fondamentalmente la stessa.
Dopo averci mostrato e regalato il Report 2000 della LAI, che reca sulla copertina una fotografia del poeta irlandese Desmond O'Grady, ritratto accanto al nostro collega Giovanni Galli mentre legge le sue poesie nella Biblioteca civica di Parma, Pat McMahon ci illustra il piano di sviluppo varato dal Governo per l'incremento delle public libraries.
Ogni regione deve avere una rete in grado di coprire tutto il territorio che amministra, una dotazione libraria qualificata ed aggiornata, una adeguata attrezzatura tecnologica. Il Governo ha per questo fine quasi quintuplicato le risorse destinate alle biblioteche pubbliche.
Grazie a questo piano nella regione di Galway sono state costruite tre nuove biblioteche.
Ma - sottolinea Pat - non è questo il dato più importante: il dato più rilevante è la consapevolezza crescente nel paese del ruolo della lettura e della cultura.
La Galway Library ha risposto all'appello con il progetto HECTOR (Help & Encourage Children TO Read) che si rivolge ai piccoli lettori, o aspiranti tali, con una campagna diversificata rispetto alle diverse fasce di età, che farebbe la gioia del nostro presidente Igino Poggiali.
Al momento di una nuova nascita, ogni genitore riceve un pacchetto contenente consigli e istruzioni prima per incoraggiare i loro figli a leggere, e poi per assisterli ed orientarli nella fase di apprendimento autonomo della lettura. Il progetto non trascura i "riluttanti teenager", come vengono definiti.
Subito dopo, insieme alla bibliotecaria Josephine Vahey, che è stata con noi tutta la giornata facendoci conoscere anche la vita e il colore locale, ci siamo recati a visitare l'ultima delle biblioteche aperte nella regione, Carraroe. Questo ci ha dato l'opportunità di attraversare tra l'altro una delle regioni paesaggisticamente più belle dell'Irlanda: il Connemara.

Carraroe
Inaugurata la scorsa primavera, in una zona dove ancora è diffusa la lingua gaelica, oltre ai compiti tipici svolti da tutte le public libraries, ha in particolare l'impegno di acquisire libri in lingua gaelica. La collezione attualmente raccoglie 8000 volumi, ma è destinata a crescere, perché uno degli obiettivi del Governo irlandese è impedire che questa lingua, eminentemente poetica, sia destinata a morire. La biblioteca ha anche il compito di realizzare iniziative per mantenerne viva la conoscenza e l'interesse.
Proseguiamo nel Connemara fino a Clifden, capoluogo della regione, dove ci viene offerto un rinfresco in un tipico pub del luogo. A conclusione di questa densa giornata andiamo ad assistere a uno spettacolo musicale in un pub ad Oughtevard, un piccolissimo centro vicino Galway, dove la bibliotecaria Josephine Vahey si esibisce cantando e suonando il tamburello irlandese.
Arriviamo poco dopo le otto di sera e, proprio accanto al nostro locale, vediamo l'insegna ancora accesa di una public library. Naturalmente entriamo. Ci troviamo in una stanzetta dove una gentile signora, per nulla stupita della nostra presenza, sta riordinando uno schedario.
Subito chiediamo come mai la biblioteca è ancora aperta, e lei ci spiega che, normalmente, si chiude alle 17, ma per venire incontro alle esigenze degli utenti due volte a settimana la biblioteca rimane aperta fino alle 21. Chiediamo quanto personale c'è, e lei soavemente risponde di essere da sola, ed a part-time. Io guardo stupita i cassetti con le schede di prestito: sul suo tavolo ce ne sono almeno quattro straboccanti.
Alle 22,30, quando usciamo dal locale, la luce è ancora accesa e la bibliotecaria è ancora al lavoro.

Oranmore Library
Il nostro tour ufficiale termina con la visita di un'altra biblioteca aperta recentemente, la Oranmore Library, inaugurata a dicembre del 2000. L'edificio in cui è collocata è la chiesa cattolica di St. Mary, completata nel 1803 e sconsacrata nel 1974 in seguito alla costruzione di una nuova chiesa più grande. Stava ormai per andare in rovina, quando grazie all'impegno del parroco e dell'associazione per lo sviluppo di Oranmore si riuscì a ottenere i fondi per il restauro. Si desiderava che l'edificio fosse destinato a un uso pubblico: sia l'associazione per lo sviluppo di Oranmore che le autorità locali concordarono che questo doveva essere una biblioteca.
A ricordare la precedente funzione, rimangono le vetrate decorate, che conferiscono al luogo un'atmosfera di tranquillità e di pace spirituale.
Ma lo spirito più autentico dell'organizzazione della public library irlandese ci giunge inaspettato, come una visione.

DUBLINO: CONSERVAZIONE E RICERCA
Dublino è stata per noi l'incontro con le biblioteche di conservazione e ricerca, che qui, come in Italia, hanno sovente una storia antica e conservano documenti preziosi.

Trinity College Library
Il primo appuntamento, subito dopo il nostro arrivo, è con la famosissima biblioteca del Trinity College, situato nel cuore della città, per la quale era stata creata nel 1591. L'edificio più antico rimasto, la Old Library, è stato costruito tra il 1712 e il 1732 e contiene circa 200.000 volumi, i più antichi e preziosi della biblioteca. Ci accoglie Anne Marie Diffley, la segretaria dell'associazione "Amici della biblioteca", che supporta tutte le iniziative della biblioteca, contribuendo anche al suo finanziamento.
Con la sua guida visitiamo "Volgendo l'oscurità in luce", mostra sul Libro di Kells e altri manoscritti irlandesi, che dal 1999 attrae migliaia di turisti, e la "Sala lunga", la sala principale della biblioteca che misura 65 metri di lunghezza.
Il Libro di Kells, scritto intorno all'anno 800, è considerato uno dei più bei manoscritti lightening del mondo. Con questo termine si intende indicare la particolare tecnica decorativa che fa di alcune pagine veri capolavori di oreficeria. Fu realizzato probabilmente nel monastero dell'isola di Iona, a ovest della Scozia, e portato a Dublino nel 1653, per motivi di sicurezza.
Ma la Trinity Library non è solo una ricca collezione di manoscritti e libri antichi: dal 1801, anno in cui le è stato attribuito il deposito legale, sia per i libri pubblicati in Irlanda che per quelli pubblicati nel Regno Unito, ricopre il ruolo di biblioteca universitaria e di ricerca, ed attualmente anche di referente per le informazioni al Governo, alle organizzazioni di ricerca, alle organizzazioni industriali e commerciali. Negli otto edifici che la compongono si trovano quattro milioni di volumi.

National Library Of Ireland
Rientrati dall'excursus nella provincia, dove abbiamo conosciuto l'organizzazione delle public libraries, il 18 giugno riprendiamo le visite alle istituzioni più antiche e prestigiose di Dublino.
La Biblioteca nazionale d'Irlanda ha origine dalla Biblioteca della Royal Dublin Society, fondata nel 1731. Acquistata dallo Stato nel 1877, fu destinata nel 1890 ad essere sede della Nazionale. Da allora si è estesa in diversi edifici delle vicinanze, e ora sono in corso lavori per ampliare lo spazio destinato ai magazzini e agli uffici.
L'accesso per il pubblico rimane l'entrata monumentale di Kildare Street, delimitata da una corona di colonne, da cui si accede ad una vasta hall con finestre che ritraggono letterati e filosofi famosi.
Qui ci attendono Colette O'Flaherty ed Hugh Murphy che, dopo averci mostrato la storica sala di lettura a cupola riccamente affrescata, ci illustrano l'ultimo importante acquisto della biblioteca, il manoscritto di Circe di James Joyce, attualmente esposto al pubblico. È questo probabilmente il manoscritto più importante di Joyce ritrovato finora, perché si tratta della prima stesura di questo episodio, il più lungo dell'Ulysses. La Biblioteca era particolarmente interessata ad acquisirlo per la propria collezione su Joyce, anche perché manca in Irlanda ed in Europa, salvo poche pagine conservate nel British Museum, documentazione sull'Ulysses, in gran parte conservata in America.
Questa introduzione ci fa immediatamente comprendere che la collezione di manoscritti rappresenta l'orgoglio della biblioteca. Ne possiede infatti complessivamente un milione, tra cui 28.000 documenti ufficiali, di cui 1200 in gaelico. Notevole è anche la collezione di carte geografiche manoscritte, circa 25.000: si pensi che nelle altre biblioteche del paese ne esistono complessivamente solo 1000.
Elizabeth Kierwan, una delle bibliotecarie del Dipartimento, ha scovato dei piccoli tesori in nostro onore: un manoscritto del 1849 del musicologo Henry George Farmer ancora non inventariato e non presente sul Grove's, e tre opere italiane, un classico Viaggio in Italia del diciottesimo secolo, un testo di architettura del Palladio del 1581 ed un carteggio di Luisa Grace Bartolini, la vergine d'Ossian.
È in corso il riversamento sul catalogo automatizzato di tutto il patrimonio posseduto, compresi circa 30.000 documenti mai catalogati in precedenza.
All'attenzione per il patrimonio storico si affianca l'impegno per la tutela e la conservazione.
L'incontro procede infatti con una visita al laboratorio per la microfilmatura, dove si sta effettuando la microfilmatura sistematica di tutti i periodici e i documenti più antichi e preziosi. Qui possiamo ammirare i due periodici più antichi posseduti: un giornale su Cromwell del 1649 e un settimanale, il <> del 1699, che riportava notizie da tutto il mondo.
A dire la verità il sistema adottato lascia alcuni di noi piuttosto perplessi. Quei periodici, in precedenza rilegati, vengono sfascicolati, per evitare le distorsioni dovute alla rilegatura, e poi conservati in scatole a fogli sciolti, cosa che ai nostri puristi della conservazione pare una violenza. D'altra parte scopo di queste nostre esplorazioni è anche vedere e capire modi diversi di affrontare i problemi posti dal nostro lavoro.
I compiti della Biblioteca nazionale non si fermano naturalmente alla parte antica. Grazie anche al deposito legale, con sei milioni di documenti la National Library of Ireland costituisce la più grande collezione di libri irlandesi dopo la British Library. Ad essa sono collegati anche l'archivio fotografico, il museo araldico e il servizio di ricerche genealogiche, servizio gratuito per quanti vogliano fare ricerche sulla loro famiglia, e molto usato dai discendenti dei tanti irlandesi emigrati nel corso di questi due ultimi secoli. Il catalogo dei libri e periodici acquisiti dal 1990 è consultabile attraverso un OPAC: con solo 76 addetti di ruolo, sembra veramente che i bibliotecari qui facciano miracoli.
Anche qui si respira grande soddisfazione per il miracolo economico che ha permesso di incrementare il budget per le acquisizioni e per la modernizzazione e l'ampliamento delle strutture.


Grazie all'intervento di Marjory Sliney, attuale presidente della LAI, il nostro programma di viaggio si è arricchito di ben due altri incontri: la Marsh's Library e la Royal Irish Academy.

Marsh's Library
La Marsh's, che il 9 giugno ha festeggiato il suo trecentesimo anno di vita, è oggi una biblioteca-museo, in cui tutto è rimasto come era all'origine, eppure è la prima biblioteca pubblica d'Irlanda.
Muriel Mc Carthy, l'attuale curatrice, ci fa da guida, arricchendo il suo resoconto con aneddoti riguardanti la vita dei tanti illustri letterati irlandesi che qui venivano a svolgere le loro ricerche, come la scarsa simpatia intercorrente tra Jonathan Swift, che lo fece sovente oggetto di scherno nei suoi scritti, e l'Arcivescovo Marsh, o i problemi creati da James Joyce con le sue richieste di libri strani e... diabolici.
Voluta dall'arcivescovo Narcissus Marsh, che desiderava che la città di Dublino avesse una biblioteca accessibile a tutti, ha collezioni di respiro culturale europeo. Il governo della biblioteca infatti era assegnato ai Governatori e ai Tutori, cioè gli Arcivescovi di Armagh e Dublino, i decani di St. Patrick e Christ Church, ed il Rettore del Trinity College, che assumevano un curatore ed un vice curatore. Si trattava di uomini molto dotti che cercarono di dotare la biblioteca non solo di testi di carattere religioso, ma di documentare tutti i campi dello scibile.
Le collezioni principali sono quattro: la biblioteca di Edward Stillingfleet (1635-1699), che comprende quasi 10.000 volumi; la collezione privata dello stesso Marsh, priva purtroppo dei suoi preziosi manoscritti orientali che lasciò alla Bodleiana; i libri di Elias Bouhéreau, il primo bibliotecario; la collezione di John Stearne (1660-1745) in cui si trova il libro più antico della biblioteca: le Epistolae ad familiares di Cicerone, stampato a Milano nel 1472 da Pamphilo Castaldi.
L'interno della biblioteca è rimasto esattamente lo stesso, con gli scaffali di rovere e le tre "gabbie", dove i lettori che desideravano consultare libri rari venivano letteralmente rinchiusi. È ancora presente anche il campanello che veniva usato per chiedere di essere liberati, ma con un sorriso Muriel McCarthy ci rassicura che non è più necessario adoperarlo.
Vediamo un cartellino che indica "Nuove accessioni" e chiediamo informazioni incuriositi: Muriel ci risponde che anche quello risale a più di cento anni fa: infatti, la biblioteca non fa acquisti di alcun tipo mirando a preservare il suo valore di biblioteca storica.

Chester Beatty Library
Anche la Chester Beatty Library, dove ci rechiamo subito dopo, è una biblioteca-museo.
Creata dalla passione dell'ingegnere minerario Alfred Chester Beatty, morto nel 1968, è una preziosa collezione di manoscritti, stampe, libri antichi, miniature e oggetti d'arte provenienti dall'Asia, Medio Oriente, Africa settentrionale ed Europa. Particolarmente importanti la raccolta di papiri con testi del Vecchio e del Nuovo Testamento, la collezione islamica - la più grande del mondo dopo quella di Istanbul - almeno quattromila manoscritti persiani e turchi, contenenti per la maggior parte testi sacri, e la collezione orientale. È impossibile citare la miriade di tesori che nell'arco di 50 anni questo straordinario collezionista è riuscito a mettere insieme: basti ricordare il più antico frammento di Vangelo del mondo su papiro risalente al 250 d.C.

Royal Irish Academy
Brigid Dolan, responsabile dei manoscritti e vicepresidente della LAI, ci illustra in un italiano quasi perfetto, la storia di questa Istituzione.
Fondata nel 1785, nel pieno del clima illuministico per promuovere studi per lo sviluppo dell'uomo, ha da allora il compito di stimolare nuove ricerche e di pubblicare scritti di studiosi e letterati, ruolo che oggi ricopre come coordinamento delle Commissioni nazionali sia in ambito scientifico che umanistico.
La Biblioteca, con le sue raccolte di manoscritti e libri rari, costituisce il cuore dell'Accademia. Possiede la più grande raccolta di codici in gaelico (1200), tra cui il primo libro scritto in gaelico, un messale dell'ottavo secolo, e la prima descrizione in gaelico di Dublino. Qui si trova anche il libro di S. Colomba, salterio in latino probabilmente del sesto secolo, il più antico manoscritto conosciuto d'Irlanda.
Tra le collezioni più importanti di libri a stampa c'è la raccolta di pamphlet di Charles Haliday, la biblioteca di Thomas Moore e la biblioteca di studi celtici di Osborn Bergin.
La biblioteca inoltre collabora alla compilazione dei maggiori cataloghi collettivi, tra cui l'Eighteenth-century Short Title Catalogue e fa parte di molti progetti di cooperazione bibliotecaria.
La visita si conclude con un ricevimento organizzato dalla LAI, che rappresenta veramente il coronamento dell'ospitalità e della simpatia con cui i bibliotecari irlandesi ci hanno accolto e guidato alla scoperta delle loro istituzioni culturali. Tra gli altri, erano presenti il presidente dell'Associazione bibliotecaria irlandese che, nella sua veste ufficiale, indossava il "collare" composto da placchette con i nomi dei precedenti presidenti, il direttore della biblioteca del Trinity College e Norma McDermott, direttrice della Library Council.

Dublin City University
Siamo ormai alla fine del nostro viaggio. Concludiamo con la visita ad un'altra biblioteca nuovissima: la biblioteca dell'Università di Dublino, aperta lo scorso settembre. L'Università comprende quasi tutte le facoltà, e ha circa 10.000 iscritti, tra cui molti stranieri.
Ci troviamo di fronte a uno spazio molto ampio, oltre 10.000 mq, ricco di scaffali, praticamente tutto il posseduto è in consultazione, ma apparentemente priva di posti per la lettura.
In realtà, lo spazio per gli studenti è decentrato rispetto agli scaffali, perché è articolato tenendo conto delle diverse modalità con cui si desidera studiare. Vi sono spazi in cui è possibile studiare insieme con tavoli ampi, e spazi per lo studio individuale, con tavoli più piccoli e distanti. Impressionante è la quantità di computer a disposizione, da dove è possibile sia consultare l'OPAC sia fare ricerche. Sono presenti anche due aule con 30 personal computer per la formazione informatica degli studenti. Naturalmente qui tutto il catalogo è informatizzato e così pure il servizio di prestito.
Servizi e catalogazione sono condivisi con altre biblioteche universitarie, ma per il prestito referente principale è la British Library.
Quello che colpisce di più i colleghi impegnati nelle biblioteche universitarie italiane è lo spirito di collaborazione che, a detta degli interessati, unisce i bibliotecari e i docenti. Gli acquisti sono decisi insieme, lo stesso progetto della biblioteca è stato fatto in collaborazione con i bibliotecari. Attualmente la biblioteca possiede 180.000 opere e 1600 testate periodiche, tutte a scaffale aperto.

Vorrei concludere questo resoconto con un'osservazione di carattere generale: ovunque ci sono stati forniti dati precisi relativi ai budget, alle scelte per la distribuzione dei finanziamenti, perfino sulle spese per il personale. Anche sui report, i depliant illustrativi che ci sono stati forniti in abbondanza, le cifre sono sempre riportate in modo chiaro.
Ne ho tratto l'impressione che il momento positivo che tutta l'organizzazione bibliotecaria irlandese sta attraversando non derivi solo dalla "Celtic tiger", come è convinzione comune, ma dalla razionalità e trasparenza nella gestione delle risorse.

Un ulteriore resoconto di questo viaggio è consultabile sull'ultimo numero di «Bibliotime»: http://www.spbo.unibo.it/bibliotime/num-iv-2/giromett.htm


MIELE, Marzia. Biblioteche d'Irlanda. «AIB Notizie», 13 (2001), n. 8, p. 5-12.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2001-09-14 a cura di Franco Nasella
URL: http://www.aib.it/aib/editoria/n13/01-08miele.htm

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