[AIB]AIB Notizie 6/2000
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Indagine sull'applicazione del CCNL degli enti locali al personale delle biblioteche

di Nerio Agostini

Analisi dei dati

Il Questionario somministrato è stato redatto in forma semplice per poter avere dati sintetici, precisi e facilmente interpretabili: 10 quesiti di cui 8 a risposta fissa (si-no) e 2 a risposta variabile (dotazione organica della biblioteca-descrizione del profilo professionale). Alcuni dati complessivi:
- nonostante il tempo brevissimo, circa 20 gg. utili, e la comunicazione non sempre efficace, i questionari ritornati in tempo utile per l'analisi sono stati parecchi (258 con riferimento a 208 enti). Il numero è comunque tale da dare un valore statistico significativo all'indagine;
- prevalgono quantitativamente i bibliotecari che sono stati precedentemente meglio informati attraverso incontri e seminari con decentramento a livello regionale e provinciale (4 in Lombardia, 4 nel Veneto, 1 in Toscana, Sardegna e Puglia);
- con riferimento al numero di abitanti al 31 dicembre 1999 sono maggiormente presenti i comuni medi con prevalenza di quelli che non hanno l'obbligo formale del PEG;
- il raggruppamento delle biblioteche per numero degli addetti vede prevalere le situazioni con meno di 5 dipendenti. Di questo personale la collocazione più diffusa è nella Categoria C (ex 6a q.f. ).

I dati emersi rispetto all'applicazione del CCNL enti locali e del Contratto integrativo a livello di ente sono i seguenti:
- prevalgono gli enti (63%) che non hanno provveduto alla riorganizzazione dei servizi, venendo meno ad uno dei cardini contrattuali, e solo il 13% ha operato la modifica della Dotazione Organica della biblioteca con tendenza alla diminuzione e all'assegnazione di funzioni polivalenti con evidente non riconoscimento della professionalità tecnica specifica;
- ben il 65% degli enti non ha il contratto integrativo da cui discendono tutti gli istituti sia economici che di professione. E qui tutto il male non viene per nuocere, dato che nel frattempo i bibliotecari si possono attrezzare ed essere meno sprovveduti di quanto, purtroppo, hanno dimostrato sino ad oggi;
- l'applicazione della progressione orizzontale o retributiva rappresenta un dato confortante (quasi il 50% dei casi) dal quale si deduce che vi è stato un riconoscimento del merito individuale e quindi della qualità professionale esistente in alcuni soggetti. Questo fenomeno appare quasi una situazione riparatoria, perché non si lega assolutamente con una programmazione della formazione professionale, esistente solo nel 9% dei casi. Questo è un fatto gravissimo, visto l'obbligo contrattuale di fissare l'1% del costo del personale per la formazione e considerato che così facendo non si danno strumenti di miglioramento al personale delle biblioteche, lasciando intendere un incerto futuro retributivo;
- la progressione verticale o di carriera è prevista in minimi termini (12%). Ciò può significare, vista la dimensione delle biblioteche in esame, che non sia previsto alcun potenziamento e sviluppo della biblioteca. Una lettura più preoccupante potrebbe emergere: le direzioni degli enti ritengono di non disporre, nell'organico della biblioteca, di personale professionalizzato e meritevole di partecipare ad una selezione interna per posti di maggiore responsabilità o maggiore complessità gestionale. Se fosse questa la motivazione il fatto sarebbe chiaramente grave;
- preoccupa, sia nel caso della progressione orizzontale che della progressione verticale l'alta percentuale di non risposta (22-28%): questo significa che non vi è una conoscenza diffusa dei nuovi interessanti istituti contrattuali;
- abbastanza interessante risulta essere invece la presenza dell'11% di posizioni organizzative: si tratta di incarichi fiduciari e a tempo determinato con responsabilità dirigenziali, con riconoscimento economico corrispondente, che prevedono una capacità gestionale estesa. Sono questi i soli casi in cui sono giustificati profili professionali polivalenti;
- tra i compilatori dei questionari solo il 26% ha sottoscritto il contratto individuale: conferma del ritardo applicativo, nonché della difficoltà oggettiva derivante dal fatto che sul contratto individuale, documento fondamentale nel nuovo rapporto di lavoro a diritto privato, va riportato il profilo professionale del dipendente. Contratto che rappresenta il "patto" che ciascun dipendente deve sottoscrivere assieme al dirigente rappresentante dell'ente. È un passaggio importante per ogni dipendente ed occorre perciò molta cautela ed attenzione. Il ritardo della firma non deve preoccupare;
- per quanto concerne i famosi o famigerati profili professionali si rileva che la fantasia non è mancata nel cercare di trovare i profili più strani o più onnicomprensivi, nella logica evidentissima della ricerca esasperata della equivalenza e flessibilità: prevalgono infatti i profili amministrativi e socioculturali. Dall'esame dei dati riportati nelle tabelle si può vedere che pochi sono i profili corretti e solo una minima parte sono da ritenere accettabili. Su questi dati devono riflettere parecchio tutti i soggetti in campo e non solo i bibliotecari.

Considerazioni e suggerimenti

I dati ricevuti ed analizzati mettono in chiara evidenza che negli enti vi è scarsa attenzione verso la salvaguardia e la valorizzazione della professionalità del bibliotecario e la conseguente qualità del servizio al cittadino: vi è invece maggiore attenzione per una genericità dei profili professionali a miope garanzia di una possibile ampia flessibilità di utilizzo delle risorse umane.
L'analisi conferma la necessità di mantenere in campo una serie di azioni di cui l'Osservatorio Lavoro dovrebbe farsi carico direttamente o essere promotore e sostenitore:
1) attivare una pressione costante dell'AIB sugli enti e sugli interlocutori di parte sindacale;
2) continuare a portare ai soci la conoscenza del contratto e delle novità che riguardano direttamente il bibliotecario attraverso informazioni sul «Bollettino» e incontri seminariali a livello territoriale (Regione - Provincia - Consorzio);
3) aprire come AIB (compito dei nuovi CER) dei tavoli di confronto territoriale per ottenere il massimo riconoscimento possibile della professionalità tecnica del bibliotecario;
4) sviluppare lo strumento del monitoraggio statistico per acquisire informazioni sulla reale situazione che si verificherà alla "fine" di questa tornata contrattuale;
5) aprire come AIB (compito del nuovo CEN) dei tavoli nazionali di confronto con l'ANCI, l'ARAN ed il Sindacato per introdurre i necessari correttivi nel rinnovo contrattuale del 2001;
6) sollecitare la partecipazione dei bibliotecari alle RSU che sono i soggetti di trattativa locale;
7) fare della formazione, uno dei punti forti della salvaguardia e valorizzazione della professionalità, una campagna costante di pressione sugli enti.


AGOSTINI, Nerio. Indagine sull'applicazione del CCNL degli enti locali al personale delle biblioteche. «AIB Notizie», 12 (2000), n. 6, p. 5-6.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 00-07-19 a cura di Gabriele Mazzitelli
URL: http://www.aib.it/aib/editoria/n12/00-06rosa.htm

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