I dati emersi rispetto all'applicazione del CCNL enti locali e del Contratto integrativo a livello di ente sono i seguenti:
- prevalgono gli enti (63%) che non hanno provveduto alla riorganizzazione dei servizi, venendo meno ad uno dei cardini contrattuali, e solo il 13% ha operato la modifica della Dotazione Organica della biblioteca con tendenza alla diminuzione e all'assegnazione di funzioni polivalenti con evidente non riconoscimento della professionalità tecnica specifica;
- ben il 65% degli enti non ha il contratto integrativo da cui discendono tutti gli istituti sia economici che di professione. E qui tutto il male non viene per nuocere, dato che nel frattempo i bibliotecari si possono attrezzare ed essere meno sprovveduti di quanto, purtroppo, hanno dimostrato sino ad oggi;
- l'applicazione della progressione orizzontale o retributiva rappresenta un dato confortante (quasi il 50% dei casi) dal quale si deduce che vi è stato un riconoscimento del merito individuale e quindi della qualità professionale esistente in alcuni soggetti. Questo fenomeno appare quasi una situazione riparatoria, perché non si lega assolutamente con una programmazione della formazione professionale, esistente solo nel 9% dei casi. Questo è un fatto gravissimo, visto l'obbligo contrattuale di fissare l'1% del costo del personale per la formazione e considerato che così facendo non si danno strumenti di miglioramento al personale delle biblioteche, lasciando intendere un incerto futuro retributivo;
- la progressione verticale o di carriera è prevista in minimi termini (12%). Ciò può significare, vista la dimensione delle biblioteche in esame, che non sia previsto alcun potenziamento e sviluppo della biblioteca. Una lettura più preoccupante potrebbe emergere: le direzioni degli enti ritengono di non disporre, nell'organico della biblioteca, di personale professionalizzato e meritevole di partecipare ad una selezione interna per posti di maggiore responsabilità o maggiore complessità gestionale. Se fosse questa la motivazione il fatto sarebbe chiaramente grave;
- preoccupa, sia nel caso della progressione orizzontale che della progressione verticale l'alta percentuale di non risposta (22-28%): questo significa che non vi è una conoscenza diffusa dei nuovi interessanti istituti contrattuali;
- abbastanza interessante risulta essere invece la presenza dell'11% di posizioni organizzative: si tratta di incarichi fiduciari e a tempo determinato con responsabilità dirigenziali, con riconoscimento economico corrispondente, che prevedono una capacità gestionale estesa. Sono questi i soli casi in cui sono giustificati profili professionali polivalenti;
- tra i compilatori dei questionari solo il 26% ha sottoscritto il contratto individuale: conferma del ritardo applicativo, nonché della difficoltà oggettiva derivante dal fatto che sul contratto individuale, documento fondamentale nel nuovo rapporto di lavoro a diritto privato, va riportato il profilo professionale del dipendente. Contratto che rappresenta il "patto" che ciascun dipendente deve sottoscrivere assieme al dirigente rappresentante dell'ente. È un passaggio importante per ogni dipendente ed occorre perciò molta cautela ed attenzione. Il ritardo della firma non deve preoccupare;
- per quanto concerne i famosi o famigerati profili professionali si rileva che la fantasia non è mancata nel cercare di trovare i profili più strani o più onnicomprensivi, nella logica evidentissima della ricerca esasperata della equivalenza e flessibilità: prevalgono infatti i profili amministrativi e socioculturali. Dall'esame dei dati riportati nelle tabelle si può vedere che pochi sono i profili corretti e solo una minima parte sono da ritenere accettabili. Su questi dati devono riflettere parecchio tutti i soggetti in campo e non solo i bibliotecari.