di Rossella Caffo
Nei giorni 12 e 13 febbraio Eblida, in collaborazione con la danese National Library Authority ha organizzato a Copenhagen una conferenza e un workshop, che hanno avuto come temi principali l'illustrazione della proposta di nuova direttiva sul copyright della Commissione europea, e la discussione della posizione di Eblida in merito.
La direttiva nasce dall'esigenza di armonizzare le leggi di protezione della proprietà intellettuale nei paesi europei nell'era digitale. Il problema sta nel trovare un equilibrio tra gli interessi economici e morali di autori, editori e altri detentori di diritti, e l'esigenza di assicurare l'accesso all'informazione e alla conoscenza da parte di tutti i cittadini.
In particolare la direttiva proposta vuole armonizzare le regole sul diritto di riproduzione, sul diritto di comunicazione al pubblico, sul diritto di distribuzione, sulla protezione legale dei sistemi antiriproduzione.
Tra quelli protetti dal copyright due sono i diritti che fondamentalmente interessano le biblioteche: il diritto di riproduzione e il diritto di comunicazione al pubblico.
Il diritto di riproduzione ha sempre giocato un ruolo chiave nella protezione del copyright e acquisterà una sempre maggiore importanza nella nuova società dell'informazione. Una volta che il materiale protetto viene convertito in forma elettronica o trasferito digitalmente, sarà molto più facile che nel passato copiarlo o riprodurlo. In vista dello sviluppo di nuove forme di riproduzione, come la scannerizzazione per i documenti a stampa o la possibilità di scaricare e conservare nella memoria del computer o con altri sistemi elettronici il materiale digitalizzato (sia esso testo, musica o video), la proposta di direttiva vuole stabilire una chiara definizione di che cosa esattamente deve essere protetto, allo stesso livello, nei vari paesi europei.
In particolare la proposta vuole garantire agli autori, agli editori, ai produttori di fonogrammi e film un esclusivo diritto di autorizzare o proibire le riproduzioni.
Il diritto di comunicazione al pubblico è un nuovo diritto relativo all'ambiente digitale. Gli autori godranno di un generale ed esclusivo diritto di autorizzare o proibire la comunicazione al pubblico degli originali o di copie delle loro opere attraverso comunicazioni con filo o senza filo. Il mercato dei servizi on-demand rappresenta una delle principali aree di sviluppo. Questo tipo di servizio è caratterizzato dal fatto che il materiale prodotto in formato digitale è disponibile al pubblico in modi e tempi dipendenti da ogni singolo utente. Lo sviluppo dei servizi on-demand dipenderà anche da un chiaro e coerente livello di protezione di queste attività negli Stati membri. Pertanto la proposta vuole armonizzare i diritti applicabili alle trasmissioni on-demand. Gli autori pertanto godranno del diritto di rendere le loro opere disponibili al pubblico on-demand, indipendentemente dal fatto che la richiesta provenga da un posto o in un tempo individualmente scelto da ogni singolo utente.
Da puntualizzare il fatto che la direttiva proposta considera che la presentazione e la lettura sullo schermo fa parte della comunicazione al pubblico. In questo caso la direttiva non prevede nessuna esenzione per le biblioteche. Questo vuol dire che la semplice visione sullo schermo o lettura da schermo in biblioteca dei prodotti digitali ha bisogno dell'autorizzazione dell'autore.
Finora le biblioteche hanno potuto erogare i servizi di document delivery e di riproduzione dei documenti posseduti senza aggravio economico per gli utenti se non quello derivante dal costo vivo del servizio. Questo era reso possibile grazie a una serie di esenzioni che la legge riconosceva alle biblioteche in forza del servizio pubblico da esse svolto.
La proposta di direttiva ha anche come obiettivo l'armonizzazione delle esenzioni e delle limitazioni non solo per i prodotti digitali ma anche per quelli cartacei, cosa questa che non era prevista nella documentazione precedente della Commissione europea, come ad esempio nel Libro verde sul copyright. Questa novità implica il fatto che anche le esenzioni a favore delle biblioteche già presenti nelle legislazioni europee per i documenti cartacei devono essere rivedute, e comunque dovranno cessare di esistere tutte quelle esenzioni non espressamente previste nella nuova direttiva.
Infatti un altro punto da evidenziare è che la proposta di direttiva non consente agli Stati membri di ammettere per le biblioteche, o per qualunque altra istituzione, esenzioni diverse da quelle esplicitamente elencate nel testo della direttiva stessa.
Le biblioteche, secondo la nuova direttiva potrebbero godere dell'esenzione per quanto riguarda il diritto di riproduzione. Nell'articolo 5 viene infatti definita la possibilità che lo Stato membro preveda limitazioni al diritto esclusivo di riproduzione in favore di istituti accessibili al pubblico, che hanno la facoltà di riprodurre documenti, purché senza scopi economici o commerciali né diretti né indiretti. Sembrerebbe che per istituti accessibili al pubblico si intendano le biblioteche pubbliche e le biblioteche nazionali, ma che siano escluse le biblioteche universitarie, quelle scolastiche e quelle speciali.
Un'altra esenzione è prevista per il solo scopo di illustrazione per finalità scientifiche o di insegnamento. Si escludono quindi ricerche condotte per altri scopi educativi e ricerche non a fini scientifici.
Infine un'esenzione è prevista a vantaggio dei non vedenti o dei non udenti, escludendo altre categorie di disabili, come ad esempio le persone con problemi fisici o che hanno difficoltà di apprendimento.
Al di là di questa elencazione di casi, non è data allo Stato membro alcuna altra possibilità di prevedere esenzioni.
é stata poi illustrata la posizione di Eblida sulla proposta di direttiva. Eblida richiama l'attenzione sull'importanza della necessità di definire in maniera migliore e più chiara le eccezioni e le limitazioni con la finalità di raggiungere un maggiore equilibrio nel copyright. Nella società dell'informazione le biblioteche svolgono il ruolo cruciale di interfaccia per le risorse informative in ambiente di comunicazione globale. Per le nostre società è fondamentale garantire l'accesso democratico all'informazione. In questa prospettiva il copyright diventa una materia che riguarda la democrazia. Esiste un forte interesse sociale a mantenere e garantire un equilibrio tra diritti degli autori e interesse pubblico, in particolare per l'educazione, la ricerca e l'accesso all'informazione. Tutto questo è stato recepito nella Convenzione di Berna del 1986 e confermato da 157 nazioni nel Preambolo del Trattato sul copyright recentemente adottato da WIPO (World Intellectual Property Organization).
Purtroppo Eblida teme un futuro nel quale niente potrà essere visto, letto, usato o copiato senza autorizzazione e senza un pagamento addizionale. Pur riconoscendo l'importanza di tutelare adeguatamente gli interessi morali ed economici degli autori e degli altri detentori di diritti in ambiente digitale, l'armonizzazione del diritto sul copyright deve anche mirare ad assicurare l'accesso all'informazione e alla conoscenza a tutti i cittadini. L'intenzione della Commissione europea, espressa nella direttiva, è di affidare il futuro dell'accesso all'informazione a meccanismi di accordi contrattuali. In una situazione in cui l'informazione corre il rischio di essere monopolizzata, i cittadini, le biblioteche e gli archivi potrebbero essere lasciati in una posizione di quasi impossibile negoziazione. é quindi essenziale, secondo la posizione di Eblida, che siano previste per legge delle esenzioni da applicare in tutti i paesi dell'Unione Europea per consentire l'accesso all'informazione e alla riproduzione per scopi privati, educativi e di ricerca.
Pertanto la proposta di Eblida è che vengano garantite per legge e applicate a tutte le biblioteche, non solo a quelle pubbliche le seguenti attività:
la visione, la consultazione e la riproduzione di materiale digitale per scopi privati, educativi e per finalità di ricerca nelle biblioteche e negli archivi;
la possibilità, per le biblioteche e gli archivi, di fare una copia digitale per scopi di archiviazione e conservazione;
la riproduzione di un numero limitato di pagine su carta di opere digitali da parte delle biblioteche e degli archivi per i loro utenti;
la possibilità di fare una copia di materiale audio, video o audio-video da parte di privati per uso personale e per fini non commerciali.
Su queste posizioni si è sviluppato un largo dibattito, e si è verificata una sostanziale adesione alle proposte di Eblida. Infine l'appello lanciato da Eblida è stato di avviare o proseguire l'attività di lobby presso i parlamentari europei. I rappresentanti dei vari paesi presenti sono stati pertanto invitati a prendere contatto con i parlamentari dei propri paesi. Un ruolo particolare spetta all'Italia perché il presentatore della Direttiva nel Parlamento europeo è un parlamentare italiano, Roberto Barzanti, che sembrerebbe avere una posizione più vicina a quella degli editori. L'appello di Eblida è fatto in un momento particolarmente importante, perché, anche se la procedura di approvazione della Direttiva richiederà tempi lunghi e l'iter sarà completato nel 2000, in questa fase è possibile presentare eventuali emendamenti.
Data l'importanza della materia l'AIB ha proposto in quella occasione di organizzare a Roma, con la collaborazione di Eblida, probabilmente nel mese di giugno, una analoga conferenza da rivolgere all'ambiente italiano, bibliotecari, editori e politici.
I documenti relativi alla nuova direttiva, alla posizione di Eblida e ogni altro commento sono disponibili sia su AIB-WEB , sia sul Web Eblida a cui si accede dalla home page del Web AIB. Il testo della proposta di direttiva è disponibile, anche in lingua italiana, nel sito della DGXV della CE: http://europa.eu.int/comm/dg15/en/index.htm.