Valgimigli, Manara

(San Piero in Bagno FO 9 luglio 1876 – Vilminore di Scalve BG 28 agosto 1965)

Figlio di un maestro elementare, ottenne la licenza classica a Lucca nel 1894, iscrivendosi in quell'anno alla Facoltà di lettere dell'Università di Bologna. Qui fu fedele discepolo di Giosue Carducci, discutendo con lui nel 1898 una tesi sulla poesia satirica medioevale. In quello stesso anno, anche su stimolo e interessamento di Giovanni Pascoli, fu avviato alla carriera di insegnante: dapprima a Messina e poi in numerose sedi sparse tra Liguria, Toscana e Puglia, sino all'incarico ricevuto a Pisa tra il 1920 e il 1922.
Chiamato nel 1922 dall'Università di Messina come vincitore di un concorso per la cattedra di Letteratura greca, due anni dopo si trasferì a Pisa e abbandonò la città nel 1926 per il suo orientamento politico avverso al fascismo (nel 1925 era stato tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali antifascisti), approdando a Padova anche grazie a Concetto Marchesi e rimanendovi sino al 1948, anno del suo collocamento a riposo.
Accettò quell'anno, ormai settantenne, di assumere l'incarico di direttore della Biblioteca Classense di Ravenna, che si concluse nel 1955. In Classense, che definì il suo "rifugio conventuale" e dove amava farsi chiamare l'"abate", si interessò tra l'altro della sistemazione del fondo Luigi Rava, impegnandosi in particolare nella valorizzazione degli studi danteschi e ripristinando il ciclo delle Lecturae Dantis che erano state interrotte durante la guerra.
Maturò le prime esperienze di studio nell'alveo della tradizione filologica positivista, culminate nella pubblicazione del volume Eschilo: la trilogia di Prometeo (Bologna 1904), per poi orientarsi in maniera sempre più convinta verso l'estetica crociana, con l'edizione nel 1916 della Poetica di Aristotele apparsa da Laterza. Proseguì negli anni successivi l'attività di filologo e traduttore, concentrandosi soprattutto sull'edizione delle opere di Platone, Eschilo, Sofocle e Omero, pubblicò un volume sulla sua esperienza di insegnante (La mia scuola, Firenze 1924) e una ricca raccolta di scritti intitolata Poeti e filosofi di Grecia (Firenze 1964), che gli valse il Premio Viareggio per la saggistica. Apprezzato autore di elzeviri, collaborò in particolare con il «Resto del Carlino».