(Arcevia AN? 11 marzo 1831 – Firenze 24 aprile 1909)
Sacerdote, fratello dell'orientalista Antelmo, conseguì il diploma di abilitazione all'insegnamento secondario all'Istituto di studi superiori di Firenze.
Entrò nella carriera delle biblioteche governative dal 1º luglio 1875 come vincitore di un concorso per assistente di prima classe alla Biblioteca nazionale centrale di Firenze.
Per gravi contrasti con il prefetto, il conte Luigi Passerini, che avevano avuto anche uno sbocco polemico sui giornali fiorentini, venne allontanato comandandolo a Roma, da agosto o settembre 1875, alla Biblioteca del Collegio Romano, e gli venne comminata una sospensione di alcuni giorni dal servizio.
Fece parte quindi, dal 1875 al 1878, dell'esiguo nucleo di bibliotecari, quasi tutti improvvisati o alla prima esperienza in questo campo, che lavorarono all'ordinamento della nuova Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele II, inaugurata nel marzo 1876. Nei primi mesi fu addetto, in particolare, alla sistemazione e collocazione delle opere di teologia, poi dal 1876 alla catalogazione delle edizioni aldine, giuntine ed elzeviriane (e forse, più in generale, delle edizioni di pregio dal Cinquecento in poi). Nell'inchiesta condotta qualche anno dopo sulla Biblioteca Vittorio Emanuele l'abate Severini risultò fra i testimoni più pacati ed equilibrati, consapevole degli errori compiuti nella direzione e nell'organizzazione dei lavori ma corretto nel riconoscere la diligenza e l'impegno del prefetto Castellani e sottrarsi alla facile ricerca di un unico capro espiatorio.
Nel 1878 venne nuovamente trasferito a Firenze, alla Biblioteca nazionale, come secondo vicebibliotecario, incaricato della compilazione dell'indice dei manoscritti e anche dell'assistenza ai lettori. Anche questo secondo periodo fiorentino sembra essere stato molto tribolato, con gravi contrasti col direttore Torello Sacconi e con Desiderio Chilovi, altre polemiche sui giornali, comportamenti che suscitavano scandalo e periodi di aspettativa. Al Severini si addebitavano una vita sregolata e opinioni immorali e sovversive, e nei primi mesi del 1881 veri e propri segni di squilibrio mentale.
Venne quindi dispensato dall'ufficio a partire dal 1º luglio 1881, ma poi reintegrato dal 1º dicembre dello stesso anno e trasferito alla direzione della Biblioteca universitaria di Cagliari. Dal 1º gennaio 1886 venne promosso al grado di bibliotecario e inquadrato nella seconda classe.
Dal dicembre 1893 lasciò la direzione della Biblioteca di Cagliari ad Adolfo Avetta e venne trasferito al suo posto, in sottordine, alla Biblioteca nazionale di Torino, diretta in quegli anni da Francesco Carta che era stato suo collega alla Biblioteca Vittorio Emanuele. Poi, nel marzo 1898, venne trasferito alla Biblioteca Palatina di Parma, sempre in sottordine.
A partire dagli anni trascorsi in Sardegna pubblicò sui giornali o in opuscoli (anche col trasparente pseudonimo di Severo Erasmini) alcuni interventi spesso polemici su questioni d'attualità o di carattere politico, in parte relativi alle scuole superiori, all'università e alle biblioteche.
Venne collocato a riposo, su sua richiesta, dal 1º luglio 1904, con il grado di bibliotecario di 5ª classe (corrispondente a quello conseguito nel 1886 con l'ordinamento precedente). Era l'ultimo religioso, a quanto sembra, che ancora figurasse nei ruoli dei bibliotecari governativi della carriera direttiva (fra gli ordinatori ne risultava ancora uno, che andò in pensione l'anno seguente).
Alberto Petrucciani
Angelo De Gubernatis. Dictionnaire international des écrivains du monde latin. Rome: chez l'Auteur, 1905, p. 1335.
[Necrologio]. «Bollettino delle pubblicazioni italiane ricevute per diritto di stampa dalla Biblioteca nazionale centrale di Firenze», n. 101 (mag. 1909), p. xviiij.
Virginia Carini Dainotti. La Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele al Collegio romano. Firenze: Olschki, 1956, p. 98, 100-102, 118, 119, 140, 181, 197, 200.
Marino Parenti. Aggiunte al Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari e bibliofili italiani di Carlo Frati. Vol. 3. Firenze: Sansoni, 1960, p. 171.
Clementina Rotondi. Polemiche di fine secolo per la Biblioteca nazionale di Firenze. «Nuova Antologia», n. 2129 (gen.-mar. 1979), p. 368-372 (che considera conclusa la sua carriera nel 1881).
Enzo Bottasso. Dizionario dei bibliotecari e bibliografi italiani dal XVI al XX secolo, a cura di Roberto Alciati. [Montevarchi]: Accademia valdarnese del Poggio, 2009, p. 411 (che lo dice erroneamente morto a Parma).