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Ortiz, Maria
(Chieti 10 marzo 1881 – Roma 20 giugno 1959)
Laureata in lettere all'Università di Napoli e diplomata al Magistero, entrò come sottobibliotecaria nelle biblioteche governative il 1º aprile 1906, essendo riuscita prima nel concorso bandito l'anno precedente. Fu destinata dapprima alla Biblioteca universitaria di Catania e subito dopo all'Universitaria di Genova, allora diretta da Attilio Pagliaini, dove si occupò degli autografi del Risorgimento.
Dopo due anni, nel settembre del 1908, ottenne il trasferimento alla Biblioteca universitaria Alessandrina di Roma, per la catalogazione di manoscritti e incunaboli. Nel marzo 1911 fu trasferita alla Biblioteca nazionale centrale di Roma e contemporaneamente si occupò anche della Biblioteca della Facoltà di lettere.
Nel maggio 1913 ottenne il trasferimento alla Biblioteca nazionale di Napoli, dove a partire dal 1922 curò, per incarico di Benedetto Croce, il trasporto della Biblioteca, con altre cinque biblioteche napoletane, dal Palazzo del Museo alla Reggia. Nel 1923 fu promossa bibliotecario capo.
Nell'ottobre 1925 fu trasferita a Roma per assumere la direzione della Biblioteca di archeologia e storia dell'arte, che le venne tolta nel 1930 per dissapori con il presidente dell'Istituto nazionale di archeologia e storia dell'arte Corrado Ricci, affidandole l'incarico speciale di responsabile della catalogazione dei manoscritti delle biblioteche statali romane, con sede alla Biblioteca nazionale centrale e poi alla Casanatense.
Dal luglio 1933 assunse la direzione della Biblioteca universitaria Alessandrina, che doveva essere spostata dalla vecchia Sapienza di Palazzo Carpegna alla nuova sede nel Rettorato della Città universitaria, inaugurata il 31 ottobre 1935. All'Alessandrina rimase, con il grado di bibliotecario direttore di 1ª classe conseguito nell'agosto 1934, fino al pensionamento.
Nonostante nel 1935 avesse vinto il concorso per la cattedra di lingua e letteratura francese (materia di cui era già libero docente) presso l'Università di Messina, rinunciò per non lasciare la Biblioteca.
Dopo l'8 settembre 1943, sotto l'occupazione tedesca, coraggiosamente ospitò all'interno della Biblioteca diversi perseguitati politici, fra cui Gabriele Pepe e Vittore Colorni; l'Alessandrina rappresentò un rifugio sicuro anche per altri intellettuali antifascisti, come Franco Lombardi e Vincenzo Ussani.
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Collocata a riposo per limiti d'età con il 1º gennaio 1947, venne comunque mantenuta in servizio, con la direzione della Biblioteca, fino al giugno 1948.
Stelio Crise. Maria Ortiz, in Il bibliotecario curioso. Venezia: Associazione italiana per le biblioteche, Sezione del Veneto orientale e della Venezia Giulia, 1959, p. 27-32.
Marcello Spaziani. Ricordo di Maria Ortiz. «Studi francesi», n. 9 (set.-dic. 1959), p. 527 (che indica come data di morte il 21 giugno).
M. F. [Mario Fubini]. Maria Ortiz. «Giornale storico della letteratura italiana», 77 (1960), n. 418, p. 323.
Luigi Russo. Commemorazione di Maria Ortiz e della Napoli ultima. «Belfagor», 15 (1960), n. 3, p. 356-360.
Ettore Apollonj. Un decennio di attività e care figure scomparse. «Almanacco dei bibliotecari italiani», 1961, p. 215-222: 217-218.
Renato Papò. Una lettera di Maria Ortiz. «Lettere venete», 6/7 [1970], p. 206-207.
Guerriera Guerrieri. La Biblioteca nazionale "Vittorio Emanuele III" di Napoli. Milano; Napoli: Ricciardi, 1974, p. 60-61.
Simonetta Buttò. Ortiz, Maria. In: Dizionario biografico degli italiani. Vol. 79. Roma: Istituto della Enciclopedia italiana, 2013, p. 758 (voce disponibile solo in rete).