L'attività dell'AIB dal 2005 ad oggi per la formazione dei bibliotecari ha puntato soprattutto a interventi diretti che, almeno per quanto riguarda la programmazione nazionale, hanno avuto un taglio di tipo seminariale, volto all'approfondimento di temi ritenuti di attualità a favore di colleghi già muniti di competenze di base: biblioteca ibrida e integrazione dei diversi supporti; servizi al pubblico; finanziamento delle biblioteche e aspetti gestionali; gestione e valorizzazione di raccolte storiche.
Particolarmente curati – tramite la somministrazione di appositi questionari ai partecipanti ai corsi – sono stati gli aspetti della valutazione, ovvero dell'auto-valutazione: qualità dei docenti; qualità dell'organizzazione; rapporto risultati attesi / risultati raggiunti sul piano dell'apprendimento; fabbisogni dei bibliotecari italiani (vedi l'Indagine sui bisogni formativi, tuttora in corso e i cui risultati saranno disponibili tra la fine di ottobre e la metà di novembre: <http://www.aib.it/aib/corsi/q07a.htm3>.
In parallelo a questa attività (e francamente finora con minori risultati), si è svolta quella di pressione indiretta sulle agenzie formative pubbliche, in particolare sulle università italiane. A tale scopo è stata infatti proposta alla Commissione Biblioteche della CRUI la costituzione di un gruppo di lavoro sull'offerta formativa delle università italiane nelle discipline biblioteconomiche, con il compito di effettuare una ricognizione dei modelli formativi nazionali e internazionali e della loro corrispondenza alle necessità attuali e prossime venture del "sistema bibliotecario italiano". Tale proposta è stata recepita dalla Commissione, anche se a tutt'oggi non si hanno notizie di eventuali attività in proposito.
È inoltre emerso l'interesse da parte di alcune agenzie formative private a collaborare con l'AIB, secondo modalità da definire.
L'attività di programmazione di un'offerta adeguata (nella sostanza e nelle forme di presentazione), quella organizzativa riguardante il reperimento dei docenti e di sale adeguate, le risposte ai questionari sulla soddisfazione degli utenti somministrati in occasione dei seminari nazionali, le richieste dei soci al recapito <seminari@aib.it>, i complessi rapporti con le sezioni, i contatti avuti con CRUI e agenzie formative private, permettono ora di sviluppare una parziale analisi di punti di forza, punti deboli, ostacoli e opportunità dell'azione dell'AIB nel settore della formazione; tali elementi possono essere in estrema sintesi indicati come segue.
L'AIB può contare su una storia, un complesso di relazioni, una cornice di valori professionali profondamente condivisi, tanto dalle persone che lavorano in Segreteria quanto dai soci attivi a titolo volontario; sulle loro esperienze e competenze, in molti casi notevoli, si fonda la vita dell'Associazione. L'AIB può inoltre contare su una significativa rete di rapporti esterni e sulla disponibilità occasionale di colleghi con incarichi di responsabilità. Tutto ciò permette di superare, talvolta in modo brillante, lacune finanziarie e organizzative altrimenti non colmabili. Competenze e valori condivisi, trasversali a tutti i "comparti" e alle diverse sfere di interesse, caratterizzano una comunità di persone e fanno dell'AIB un'associazione professionale autorevole, influente, al passo con i tempi, in grado di osservare il mondo bibliotecario italiano da un punto di vista obiettivo e indipendente quanto appassionato. La possibilità di confrontare esigenze, richieste, posizioni, punti di vista diversi pongono infatti l'AIB in posizione privilegiata per cogliere "i tratti fondamentali della professione di bibliotecario in Italia nel ventunesimo secolo", e anche per sviluppare proposte formative coerenti. Tramite l'impegno nel campo della formazione, l'AIB offre ai bibliotecari italiani una guida affidabile per la loro crescita professionale.
Si è accennato sopra alle difficoltà finanziarie e organizzative, che impediscono quella rapidità di intervento, di proposta e di elaborazione che solo una maggiore disponibilità di risorse (personale, sedi, attrezzature, tempo, "spese di rappresentanza") potrebbe garantire. Non pensiamo solo agli interventi diretti (che pure beneficerebbero di maggiori possibilità di investimento, ad esempio quando si volessero invitare relatori internazionali o esperti in materie differenti dalla biblioteconomia: non organici all'AIB e abituati a compensi maggiori), ma anche al lavoro di promozione, pubblicità e "lobbying" a favore dei corsi AIB oppure della qualità della formazione nelle sedi istituzionali. La nostra attività promozionale (per gli interventi diretti) e di pressione (nei confronti delle istituzioni pubbliche) si limita attualmente quindi all'uso dei canali informativi dell'Associazione e ai contatti / relazioni personali dei soci attivi di turno.
Un altro punto debole è senz'altro il rapporto interno tra AIB nazionale e sezioni. Sebbene le Linee programmatiche per il triennio siano state elaborate e condivise pienamente con tutti i presidenti regionali, e vi sia stato affermato l'obiettivo di una programmazione nazionale condivisa da tutte le articolazioni associative, lo scollamento tra l'attività formativa delle sezioni e quella nazionale è evidente: sia per quanto riguarda la selezione e definizione dei corsi, dei docenti e dei programmi (si sono verificati casi di coincidenza persino temporale tra corsi sullo stesso tema), sia per quanto riguarda i metodi di presentazione e i criteri di valutazione dei risultati.
Forse migliore, anche se non scevro da criticità, è stato il rapporto con commissioni e gruppi di studio; all'inizio del mandato, abbiamo sollecitato con convinzione l'apporto di commissioni e gruppi, "avanguardia scientifica" dell'Associazione e sicura fonte di competenze da cui attingere. Talvolta, tale apporto si è concretizzato in corsi curati direttamente da commissioni e gruppi, oppure in suggerimenti e proposte di cui si è tenuto conto in sede di programmazione. Si è trattato, tuttavia, di episodi occasionali. Non sono poi mancati casi di commissioni che hanno preferito procedere con proposte formative "autonome" (vedi Commissione Libro antico, che ha di recente annunciato in AIB-CUR un corso sui materiali fotografici).
L'articolazione dell'AIB su base regionale costituisce un'indubbia opportunità, per l'Associazione e per i soci; come è chiaro che i fabbisogni formativi sono diversamente distribuiti sul territorio nazionale (per la diversa distribuzione territoriale – quantitativa e qualitativa – delle agenzie formative e per la diversa connotazione delle biblioteche e del mercato del lavoro), così l'attività delle sezioni può essere più facilmente adeguata ai fabbisogni formativi di ciascuna regione e più facilmente fruita dai soci della stessa area.
Altra opportunità da utilizzare è la formazione a distanza.
In passato, l'AIB era pressocché il solo punto di riferimento per la formazione di base e per l'aggiornamento dei bibliotecari. Il fatto che oggi siano presenti sul mercato della formazione numerosi soggetti – università, agenzie private, regioni, pubbliche amministrazioni – può essere visto come un progresso e un'opportunità per i bibliotecari italiani e quindi anche da parte dell'AIB, in quanto associazione maggiormente rappresentativa della categoria. Si tratta certamente (ancora) di un mercato alquanto "anarchico", sia con riguardo all'eterogeneità dei contenuti, sia con riguardo ai risultati dell'apprendimento rispetto a quelli attesi, sia con riguardo alla spendibilità delle competenze acquisite sul mercato del lavoro.
Tuttora molti colleghi, giovani e meno giovani, si rivolgono all'AIB per ottenerne consiglio e guida. Il ruolo dell'AIB rispetto al mercato della formazione non è infatti un ruolo di "competitor" (sarebbe insensato e fuori contesto), ma è un ruolo di facilitazione, orientamento, indirizzo, definizione di standard qualitativi, suggerimento di temi innovativi, individuazione di contenuti qualificanti e validi.
La proposta formativa dell'AIB non può che avvantaggiarsi della cooperazione con altri soggetti, poiché la cooperazione è condizione per ampliare l'offerta formativa (il "servizio ai soci") e nel contempo per orientare il mercato in direzione di un miglioramento qualitativo.
L'apertura alla cooperazione interna (tra organi e articolazioni AIB) ed esterna (con agenzie formative pubbliche e private) richiederà da parte nostra una revisione dell'organizzazione interna, la definizione di protocolli di comunicazione e standard di processo, ma soprattutto un cambiamento nella cultura organizzativa che permetta di percepire l'AIB come un'entità unitaria indipendentemente dall'articolazione (sezione, commissione, gruppo di studio) di appartenenza.
Quanto agli ostacoli esterni,
A partire da quest'analisi, ci sembra opportuno delineare schematicamente finalità, obiettivi, strumenti di un possibile "piano AIB per la formazione".
Copyr. AIB
2009-03-10,
a cura
della Redazione AIB-WEB.
URL: <http://www.aib.it/aib/corsi/prog07.htm>