[AIB]AIB-WEB. Contributi


Presentazione del catalogo e tecnica d'interrogazione

Una discussione telematica in "AIB-CUR"

proposta da Maurizio di Girolamo;
con interventi di Gianni Colussi, Carlo Favale, Pierre Piccotti, Riccardo Ridi


Carteggio svoltosi nel gruppo di discussione per posta elettronica "AIB-CUR" nell'aprile 1996, con oggetto "OPAC e WWW"; già disponibile dal maggio 1997 fra i "Documenti AIB-CUR". Gli enti di appartenenza di riferiscono alla data della discussione.


[Maurizio di Girolamo (Università di Milano)]

Forse può sembrare una domanda ingenua, ma vorrei sapere dai colleghi a contatto con il pubblico se gli utenti italiani preferiscano interrogare a partire da liste (browsing) o da campi di ricerca (searching) ben definiti (autore, titolo, collezione etc.) o da un'unica stringa che combini più canali di ricerca (con operatori più o meno palesemente visibili). Questo per quegli opac che diano la possibilità di scegliere fra diverse modalità di ricerca.

È un'impressione quella che chiedo, non una rilevazione scientifica dei dati, ma ritengo che chi abbia il polso della situazione (gli addetti ai servizi al pubblico) possa fornire una testimonianza più che valida. Andando in giro fra gli opac in Internet si vede come le scelte siano le più diverse, e mi piacerebbe sapere se siano dettate da un'effettiva interpretazione delle necessità del pubblico.


[Carlo Favale (Università di Trento)]

Il nostro opac lavora con Dobis-Libis che consente in primo approccio la ricerca per campi che possono essere combinati successivamente in stringhe unificate (per allargare, restringere, delimitare). Tre anni fa feci un'inchiesta, per tre o quattro mesi, proprio per verificare il tipo di uso e di difficoltà da parte dell'utenza: premetto che i nostri "clienti" sono per lo più studenti universitari, persone cioè, che si presume dotate di cultura ed elasticità mentale.

In sintesi i risultati, nel tema specifico, furono che la quasi totalità adoperava la ricerca semplice per singolo campo e voce specifica, che non conosceva la possibilità delle ulteriori opzioni e, soprattutto, non ne conosceva le implicazioni in termini di strategia di ricerca bibliografica (su questo vedi poi nota in fondo): questo al di là dei questionari, lo rilevo pressoché quotidianamente anche nel rapporto diretto.

Ora questa preferenza di scelta non è legata alla bontà di un metodo piuttosto che un altro, quanto alla elementarità della scelta.

Al di là delle utilizzazioni da parte dell'utenza, direi che l'opzione per campi dovrebbe comunque essere sempre presente anche per i ricercatori esperti: quella per stringa unica ha la sua utilità indubbia ma, se si deve scegliere, credo che sia meglio optare per i campi.

Nota: qui si aprirebbe un altro interessante e dolente argomento (almeno per chi ha a che fare con studenti universitari): il problema della formazione e dell'informazione dell'utente in merito al metodo di ricerca. Si mettono a disposizione strumenti sempre più sofisticati e 'sta gente arriva a preparare la tesi di laurea senza sapere neanche cosa sia una bibliografia, men che meno una ricerca bibliografica. Il problema comuque prescinde dalle biblioteche le quali, casomai, ci debbono mettere una pezza! Ma mi fermo qui per vedere se caso mai qualcuno voglia approfondire.


[Riccardo Ridi (Scuola Normale Superiore)]

La mia personale impressione è che gli utenti (almeno quelli con cui interagisco) utilizzino preferibilmente la prima opzione che incontrano, qualunque essa sia e poi tendano, per una sorta di imprinting, ad utilizzare sempre la stessa.

Quando sono presentate con uguale evidenza le tre opzioni indicate da MdG, non mi è ancora capitato di vederne una presentazione sintetica e intelligibile agli utenti finali tale da permettere loro una scelta motivata, per cui scelgono sostanzialmente a caso e poi si ricade nel caso precedente.

Quando infine un utente (ma sono pochissimi) ha utilizzato almeno una volta le tre opzioni e gli viene chiesto a posteriori quale ha preferito, forse (ripeto forse) quella preferita è il browsing (perché più simile alla consultazione cartacea) per gli utenti più assidui delle biblioteche (e quindi -- in Italia -- dei cataloghi cartacei) e invece l'"unica stringa che combini più canali di ricerca con operatori invisibili" in stile web per quelli che entrano per la prima volta in biblioteca e magari saltano a pie' pari la fase cartacea, perché viene vista (a mio parere errando e causando gravi conseguenze nell'efficacia della ricerca) come la più facile e quasi "magica".


[Pierre Piccotti (Istituto Universitario di Architettura di Venezia)]

Credo di poter dare una risposta abbastanza precisa per quanto riguarda l'utilizzo di EasyWeb. Poiché rileviamo giornalmente l'utilizzo che ne viene fatto, e automaticamente produciamo delle statistiche, i dati sono piuttosto precisi.

Su una media di circa 900 connessioni giornaliere a EasyWeb, gli utenti (interni ed esterni) si distribuiscono equamente nella modalità di ricerca per liste e in quella per campi. La modalità di ricerca per esperti incide significatamente sui dati, ma ritengo il valore falsato dall'utilizzo massiccio che ne viene fatto dagli utenti interni.

Sempre dai rilevamenti mi sembra di verificare che l'approccio alle ricerche avvenga in prima istanza alla ricerca per lista, e se non si hanno risposte immediate esaustive, l'utente passa ad altre modalità. Inoltre la ricerca per lista è prediletta da utenti inesperti ed occasionali, mentre la ricerca per campi da utenti più smaliziati.

[Postilla, gennaio 2002:
Oggi abbiamo raggiunto i 75 000 hit al giorno (non so esattamente a quante ricerche corrispondano, ma grosso modo una ricerca "semplice" comporta circa 10 hit) e le ricerche si ripartiscono al 60% in modalità liste, 30% in modalità campi, 10% in modalità esperti.]


[Gianni Colussi (Università di Milano)]

Tutti gli opac che non siano "borbonici" adottano la doppia opzione di ricerca (browsing/straight to the point). È fondamentale dare fiducia agli utenti e fornire loro tutte le possibilità che la tecnologia al momento offre, invece di ritenerli degli eterni ragazzini incapaci di scegliere.

Approfitto per chiedere un'altra cosa: concentrate il modulo di richiesta in una sola schermata. Tanto le ricerche vanno fatte sempre abbondanti (cioè immettendo pochi dati alla fonte). Infatti sappiamo bene quante omissioni ed errori fanno sempre i catalogatori nell'immettere i loro dati, assillati dalla produttività ad ogni costo (io sono un ex-catalogatore).


[Maurizio di Girolamo (Università di Milano)]

Dalle risposte pervenute, mi sembra di capire che la ricerca per liste sia quella più utilizzata dagli utenti più tradizionalisti (quelli legati al catalogo a schede), mentre quella per campi sia usata allo stesso modo dagli utenti smaliziati (che utilizzano contemporaneamente più canali di ricerca) o da quelli più inesperti (che ne ottengono un risultato quasi "magico" come dice Ridi).

Non capisco però quanto incida su una scelta o sull'altra la presentazione di entrambe le possibilità. Mi spiego meglio: se come primo impatto con l'opac mi trovo una schermata che mi invita a scegliere la modalità di ricerca (magari con qualche spiegazione che mi consenta di afferrarne le diverse caratteristiche e potenzialità) è evidente che la mia scelta sarà sicuramente meno casuale (o meno indotta), che se mi si presenta una sfilza di campi da completare e (magari in basso in un angolino) un bottone che mi offre la possibilità di cercare per liste.

Domanda: quanto appesantisce una scelta del genere "par condicio" fra le modalità di ricerca messa a monte della ricerca vera e propria? E quanto può scoraggiare l'utente inesperto, che spaventato da tanta complessità ;-) corre a chiedere aiuto al personale di assistenza?

Un'ultima considerazione: se per alcuni canali (autore) la ricerca per liste diminuisce i possibili errori, permettendo di accedere ad autori trascritti in forme diverse, cui sono collegate notizie diverse, per altri (soggetti, classi) è addirittura fondamentale affinché l'utente si renda conto della struttura (voce, sottovoce etc.) che contraddistingue il catalogo.

Ringrazio ancora per i contributi (anche per quelli un po' pepati, come quello di Colussi, ma sicuramente, almeno secondo me, mirati).


Copyright AIB 2002-01-21, ultimo aggiornamento 2002-01-21, testo di Maurizio di Girolamo et al., a cura di Eugenio Gatto e Claudio Gnoli.
<http://www.aib.it/aib/contr/digirolamo2.htm>
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