Che cosa c'entra Monica Lewinsky con Internet e con la medicina? Ebbene,l'ex stagista della Casa Bianca probabilmente non lo sa, ma potrebbe essereproprio lei all'origine di una reazione a catena che secondo alcunifinirà per cambiare profondamente l'editoria medico-scientifica. A completarecioè la trasformazione della rete Internet da terra incognita, additata inizialmente come possibile e anzi probabile ricettacolo dibanditi e avventurieri in camice bianco, nel baluardo dell'integrità e dell'indipendenza professionale dei medici giornalisti. O quantomeno inuna fonte di informazioni attendibile quanto quelle disponibili, pertradizione, su carta.
La data cruciale è quella del 15 gennaio di quest'anno, nel pieno deldibattito parlamentare sull'impeachment del Presidente americano, accusatodi aver mentito nel tentativo di minimizzare lo scandalo. I protagonisti principali sono tre: l'American Medical Association, il "JAMA"(il giornale ufficiale dell'associazione), e il dottor George Lundberg,direttore di lungo corso del "JAMA", che quel giorno è licenziato in tronco dall'editore per aver pubblicato - seguendo unacorsia preferenziale, il cosiddetto fast track - unaricerca sulla sessualità secondo cui per la maggioranza degli studenti di college americani quelliintercorsi tra Clinton e appunto la Lewinsky non devono per forza esseredefiniti rapporti sessuali.
Secondo l'editore della rivista, il fatto che per quella ricerca sianopassate solo poche settimane tra l'accettazione e la pubblicazione (mentremediamente i tempi di attesa sono più lunghi) dimostra un tentativo della direzione di influenzare il dibattitoparlamentare in corso, mischiando impropriamente scienza e lotta politica,nella quale l'American Medical Association non vuole entrare.
A poco valgono le obiezioni dei direttori di altre prestigiose testate chedi là e di qua dell'oceano difendono l'operato di Lundberg, sostenendola piena liceità del suo comportamento. Il fast track esiste - sostengono in sintesi - proprio perché alcuni studi rivestonocaratteristiche di particolare urgenza o attualità: è fra leprerogative della direzione decidere se e quando la pubblicazione di unostudio che è passato al vaglio della peer-review deve essere anticipata.
D'altronde, è uno strumento sempre più usato anche a beneficio deglieditori, perché una ricerca pubblicata nel momento in cui l'argomentoè di attualità finisce più facilmente su quotidiani e settimanali, e ogni citazione ha un effetto benefico su abbonamenti e inserzioni pubblicitarie. Ma le obiezioni non bastano afar cambiare idea alla potente American Medical Association.
Fin qui Internet ha avuto solo un ruolo marginale: quello di diffonderecapillarmente e con tempestività alla stampa specializzata di tutto il mondo prima la ricerca pro-Clinton,facendole avere vasta eco, e subito dopo la notizia del licenziamento diLundberg, che su Internet e negli editoriali che molte riviste mediche dedicano al caso assurgerapidamente a paladino dell'integrità e dell'indipendenza deigiornalisti contro le interferenze illecite.
Ma l'ampiezza dell'effetto boomerang del licenziamento del direttore del"JAMA" non è ancora visibile fino in fondo: lo diventerà sul finiredi febbraio, quando Lundberg sarà presentato con tutte le fanfare del caso dal suo nuovo datore di lavoro.
Dopo 17 anni di onorato servizio, in cui ha restituito al "JAMA" il perdutoprestigio internazionale, Lundberg accetta un'offerta di lavoro che pochi anni,e forse pochi mesi prima non avrebbe neanche considerato: diventaredirettore editoriale di uno tra i siti medici più apprezzati efrequentati, già molto ricco di contenuti originali e di alta qualità.
Il sito è Medscape, che ha oltre un milione di utenti registrati intutto il mondo, e che con l'acquisto di un collaboratore di così grandeprestigio internazionale ambisce a diventare la fonte di informazionemedica per eccellenza. Tra i primi progetti di rilievo c'è la nascita di una rivista online perla medicina generale che si chiamerà "Medscape General Medicine". L'ideaè che gli articoli saranno altrettanto autorevoli di quelli delletradizionali riviste cartacee, perché passeranno al vaglio della peer-review, ma grazie a Internet avrannotempi di pubblicazione più rapidi, con meno limitazioni di spazio.
E' l'atto che in qualche modo sancisce la fine della guerra dichiarata aInternet nel 1995 da una parte dell'editoria medica, e in particolare dal"New England Journal of Medicine", forse la più nota e prestigiosa rivista di medicina del mondo, che in un editorialefirmato dai suoi direttori Jerome Kassirer e Marcia Angell aveva alloraannunciato con durezza l'ostracismo alla pubblicazione in rete.
La cronaca aveva già registrato i primi casi clamorosi di interecomunità di malati convinte via Internet a sottoporsi a cure prive dibasi scientifiche, o comunque non completamente validate, facilmentefraintendibili da chi non fosse medico, e la posizione del "New England" fuinequivocabile: "Gli articoli delle riviste mediche non sono destinatialla lettura da parte del pubblico generale" scrisse, annunciando chenon avrebbe aperto un proprio sito.
Occorre chiarire che la situazione generale dell'informazione medica inInternet era nel 1995 molto diversa da quella odierna: le rivisteautorevoli erano poche (tra le prime c'erano stati il British MedicalJournal e proprio il "JAMA"), come pochi erano gli strumenti per orientarsi, per capire se quanto veniva proposto opromesso da un medico era credibile o no, e addirittura per sapere se ilsedicente medico era davvero laureato.
Il "New England", in sostanza, aveva deciso di tenersi al di fuori e al disopra della mischia, e probabilmente contava di poter orientare ledecisioni dell'intera comunità scientifica.
Per la fortuna dei molti che prima o poi avrebbero interrogato la rete pertrovare una soluzione ai propri problemi di salute, e anche grazie aicospicui investimenti dell'amministrazione Clinton, la "colonizzazione" -per così dire - di Internet non fu abbandonata, e fu il "New England" a dover farepresto marcia indietro per non restare isolato nella sua torred'avorio.
Se infatti nel 1995 qualche editore poteva pensare di continuare a lavorarecome se Internet non esistesse, oggi nessuno ha più dubbi: secondo una stima attendibile (1), alla fine del 1998 gliutilizzatori della rete sfioravano in tutto il mondo quota 100 milioni, ediventeranno 320 milioni entro la fine del 2002.
Non è facile prevedereche cosa sarà allora disponbile in rete, certo già quello che sitrova oggi non è poco: ci sono i ricchi siti delle istituzioni mediche,soprattutto ma oggi non più solo americane; quelli che offrono l'accesso gratuito alla banca dataMedline (nessuno dei quali si è però finora dimostrato del tuttoaffidabile). Le riviste mediche non sono da meno. Le più note mettono tutte a disposizione gratuitamente almeno il sommario - arichiesta lo inviano anche per posta elettronica il giorno stesso dell'uscita - e gli abstract dell'ultimo numero, e permettono ricerche perparola chiave sull'archivio; molte concedono anche di leggere il testocompleto degli articoli. E sono sempre più numerose quelle che (sull'esempio di "Science" e "Pediatrics") pubblicanosolo in rete articoli e approfondimenti che non figurano nell'edizionecartacea.
E offrono per esempio servizi automatici come l'invio di una segnalazione,via posta elettronica, quando un dato articolo viene citato in una nuovaricerca pubblicata sulla stessa rivista. Certo il sogno di molti navigatoriè quello di potere un giorno conoscere tutte le novità rilevanti senzadover girare i siti di decine di riviste diverse, ed è questo il sognoche sperano di realizzare - anche con l'aiuto di una figura autorevole come George Lundberg - i finanziatori di Medscape: un unicosito che garantisce di segnalare e commentare con autorevolezza eindipendenza di giudizio, nel giro di poche ore dalla loro pubblicazione,tutte le novità provenienti dalla letteratura scientifica.
C'è pericolo che la riuscita del progetto comprometta la sopravvivenzadell'editoria scientifica tradizionale? Non è facile dirlo. Quello cheè certo per il momento è che mentre le riviste cartacee possono confidare sugli abbonati paganti,chi spera di guadagnare in rete ha finora puntato a raccogliere iscrizioni gratuite, chepotrebbero o no portare un giorno soldi, dagli abbonati stessi e dagliinserzionisti dell'industria biomedica.
Il caso di Medscape (che non è l'unico sito di questo tipo, ma è unodei pochi di cui sono disponibili dati precisi perché la proprietà haappena presentato una richiesta di quotazione in Borsa alle severeautorità di controllo americane)è emblematico: i primi tre anni di attività, in cui come si diceva sono state raccolte un milione di adesioni, si sono chiusi con un passivo di10 milioni di dollari, circa 18 miliardi di lire. Pubblicare gratuitamentein Internet, insomma, per il momento non paga.
Quanto alle riviste scientifiche sembra chiaro che stanno cercando ditenere il passo dei siti "contenitore" che offrono esempre più offriranno in futuro riviste di ricerche originali o diseconda pubblicazione, e servizi sempre più personalizzati (anche nella segnalazione di novità bibliografichedi rilievo). Internet sembra insomma aver trasmesso anche al mondo un tempo compassatodelle riviste mediche - come un contagio elettronico - la fretta di andarein stampa (o in rete), che da sempre caratterizza i giornali e le rivisteper il grande pubblico.
(1) International Data Corporation, dato citato nel prospetto agliazionisti di Medscape.com, disponibile nel sito della Security ExchangeCommission, la commissione di vigilanza sulla Borsa valori americana
APPENDICE: ALCUNI UTILI INDIRIZZI INTERNET
Il primo "marchio di qualitˆ" per i siti medici inInternet
Health On the Net Foundation http://www.hon.ch/
Motori di ricerca specializzati
Med Hunt http://www.hon.ch/MedHunt
medmatrix http://www.medmatrix.org
Cliniweb http://www.ohsu.edu/cliniweb
Omni http://omni.ac.uk
Istituto Karolinska http://www.mic.ki.se/Diseases/index.html
Ospedali virtuali
Virtual Hospital http://www.vh.org
Virtual Children's Hospital http://vch.vh.org
Oncolink http://oncolink.upenn.edu
Siti che segnalano le novita' dalla letteratura scientifica
Reuters Health http://www.reutershealth.com
Web Med Lit http://www.webmedlit.com
Medscape http://www.medscape.com
Biomednet http://www.biomednet.com