[AIB-WEB] Associazione italiana biblioteche. Congresso 1999

 

Dai servizi nazionali alla carta dei servizi

Sonia Minetto, Commissione nazionale universita' e ricerca AIB)
Per una carta nazionale dei servizi di prestito interbibliotecario

In che modo i bibliotecari delle universita' giudicano i servizi bibliotecari nazionali? Non e' certo facile rispondere a questa domanda, anche perche', e a ragione, le risposte potrebbero non essere univoche. Non v'è dubbio che in quelle università in cui si utilizza SBN il rapporto e' senz'altro più stretto: in questo caso la visibilita' reciproca e' assicurata dall'impegno lavorativo quotidiano e, nel bene e nel male, questa condivisione di risorse e' gia' una concreta testimonianza di collaborazione.

Probabilmente per le biblioteche delle universita' che non aderiscono a SBN il discorso e' diverso. Senza dubbio di largo uso e' la Bibliografia nazionale italiana, ma sinceramente credo che se dovessimo parlare di un'armonica condivisione di compiti e competenze ci troveremmo a registrare delle carenze strutturali, più che l'azione concertata di biblioteche che operano in uno stesso sistema.

Naturalmente le biblioteche delle università condividono molte delle difficoltà che affliggono le altre biblioteche, qualunque ne sia la tipologia. Non è pensabile che la fornitura di servizi bibliotecari nazionali possa essere intesa semplicemente come l'onere che alcune strutture si assumono a favore delle altre. Un sistema e' tale perche', senza scomodare Menenio Agrippa, tutte le sue parti interagiscono senza inutili sovrapposizioni e con un unico fine.

Purtroppo si ha la sensazione che spesso le membra del corpo bibliotecario italiano non siano in grado di sostenersi a vicenda. I motivi sono molti e sotto gli occhi di tutti e, forse, sarebbe ingiusto, in questa sede, attribuire delle colpe specifiche.

Proprio per questo, in qualita' di portavoce della Cnur, mi sembra importante soffermarmi su una di quelli componenti che potrebbe e dovrebbe essere uno dei punti qualificanti della fornitura di servizi a livello nazionale, vale a dire il prestito interbibliotecario e il document delivery.

Il servizio di prestito interbibliotecario e document delivery e’ oggi ben lungi da poter essere considerato un aspetto marginale, ancillary, come direbbero gli inglesi, nell’ambito dello sviluppo delle collezioni delle singole biblioteche.

Esso ha un ruolo in crescita continua con spinte la cui natura e’ facilmente individuabile. Potremmo parlare ancora della filosofia del just in case o della disponibilita’ di consultazione dei cataloghi via Internet. Ma non e’ tutto qui il motivo di un successo. Va cercato anche nel ruolo di snodo tra settori diversi quali le acquisizioni, i periodici, le informazioni bibliografiche e nella immediata applicabilita’ di innovazioni tecnologiche, subito testabili e proficue. Proficue, cioe’ produttive. Quest’ultimo elemento non è certo da sottovalutare: la spendibilità del servizio in termini economici e di immagine lo rende un settore di grande interesse e quindi oggetto di investimenti progettuali.

La Commissione Nazionale Università e Ricerca ha presentato a Salerno di recente la traduzione del volume IFLA sulle Linee guida per la valutazione delle biblioteche universitarie nel quale ovviamente viene dato ampio spazio alle tecniche utilizzabili per quantificare in modo oggettivo la validità di questo servizio. Le variabili che entrano in gioco nel determinare il successo sono facilmente immaginabili: tempi di attesa per inoltrare una richiesta, tempi di arrivo del materiale, richieste evase e non.

Misurare per individuare punti di sofferenza e corrispondenti possibili correttivi, per valutare il proprio operato secondo criteri oggettivi e migliorarsi. Non e’ una gara "il tuo servizio e’ migliore del mio" ma una necessaria valutazione delle proprie performance per saggiare le proprie potenzialita’. Il successo e’ un servizio efficace.

Ma mentre il bibliotecario del 2000 si misura e valuta correttivi interni di miglioramento non sarebbe il caso di porre le basi per un ulteriore passo in avanti? Gli standard di qualità non sono solo misurabili ma dovrebbero essere garantiti, uniformi, affidabili. Dall’analisi del singolo non è lecito e auspicabile passare ad un progetto comune? Definita la qualità, essa va sbandierata come un manifesto fine a se stesso o usata per l’obbiettivo per cui la si è voluta misurare? Un servizio migliore.

Nell’ambito del Prestito Interbibliotecario siamo oggi ancora in una giungla di regolamenti interni scritti o sottintesi, di percentuali altissime di richieste che non ricevono risposta (oltre il 25% delle risposte con esito negativo). Gli inglesi ironizzano e aggiungono al just in case un buon just too late.

Giovanni Solimine in un suo articolo recente scrive : "Alla Biblioteca efficace occorrono regole piu’ chiare" e identifica nella Carta dei servizi lo strumento per definire in modo corretto i rapporti con l’utenza, i patti chiari per un’amicizia lunga. Ovviamente, e in parallelo, occorrera’ misurarsi ma è senza dubbio necessario, ora, individuare dei fattori di qualità e definire standards generali o specifici.

Prendendo spunto proprio da alcuni suggerimenti sulla struttura e i contenuti della carta dei Servizi delineata da Solimine, la Commissione Nazionale Università e Ricerca vorrebbe aprire in questa sede un capitolo di collaborazione comune. Lo spunto per l’elaborazione di una Carta Nazionale del Servizio Prestito Interbibliotecario, come capitolo fondamentale delle Carta Nazionale dei Servizi, che preveda criteri di qualità e linee guida per la realizzazione delle procedure. Il tutto con un progetto che ponga le basi per un duplice ponte: la garanzia delle biblioteche per l’utente finale e la garanzia AIB che abbracci le singole realtà per farne un insieme riconoscibile e trasparente ai bisogni del pubblico. Una Carta alla quale aderire, da sottoscrivere tramite la compilazione di schede illustrative sulla propria struttura che, ancora merito di AIB-WEB, potrebbero essere visibili, consultabili, aggiornabili. Quali i criteri di qualità necessari?

Definite condizioni di qualità, la cui sottoscrizione sarebbe veicolo di adesione alla Carta Nazionale dei Servizi, rimarrebbe comunque necessario stilare linee guida operative. Raccomandazioni che potrebbero indubbiamente essere parte di criteri di qualità ma legate ad aspetti del servizio soggetti a condizionamenti economici o strutturali e quindi da "imporre" con molta attenzione. Alcune sono già rintracciabili sulle pagine WEB delle nostre biblioteche: l’uso consigliato delle posta elettronica, la trasmissione dei documenti in formato elettronico quando possibile ecc. Sono inoltre disponibili i principi e le linee guida previsti per il prestito internazionale dalla Sezione IFLA per l’ILL e il DD. Tuttavia, anche se i suggerimenti autorevoli non mancano, sarebbe auspicabile una collaborazione collettiva. Ancora, AIB-WEB potrebbe essere veicolo utilissimo con l’attivazione di una lista di discussione ristretta ai bibliotecari addetti all’ILL e DD. Il servizio oggi è specchio fedele di mutamenti rapidi e qualche volta radicali, esige dunque che affiancati a qualità imprescindibili vengano via via delineati strumenti operativi più dinamici e adattabili ai cambiamenti in atto.

Il rispetto delle singole identità fa presupporre la necessità di lasciare a discrezione delle strutture le condizioni del servizio. La trasparenza dovrebbe essere garanzia che, comunque, tali condizioni non saranno più note solo agli addetti ai lavori.

L’onerosità del servizio sarà certamente motivo di dibattito. Lo è già, al momento, su molti periodici specializzati del mondo. I bibliotecari addetti al prestito, in Italia, hanno familiarità con il termine "reciprocità" e il concetto di servizio a pagamento è estraneo al DNA di molti colleghi. Ammetto la nostra difficoltà nell’esprimere un parere definitivo. Possiamo comunque, come per i punti precedenti, sollevare spunti di riflessione. Il progresso tecnologico sta aprendo le porte alla consegna elettronica dei documenti così come alla costituzione di Consorzi per la gestione e l’accesso all’informazione, ma informazione e tecnologia non sono merci gratuite. Le Biblioteche oggi pagano ogni servizio che acquistano: periodici, databases, arredi, document delivery da agenzie private ma il prestito rimane spesso un’isola gratuita. Per le biblioteche delle universita' quanto versato dagli utenti tramite tasse è spesso un deterrente alla richiesta anche di meri rimborsi spese. Tuttavia, dovremmo interrogarci sul ruolo di questo servizio nel quadro di una presenza delle biblioteche e di loro attività collaborative sul territorio. I servizi erogati, e prestito e DD faranno la parte del leone, si apriranno ad un pubblico sempre più vasto: analogamente a quanto è accaduto ai nostri fornitori avremo di fronte tipologie di utenza variegate e probabilmente saremo costretti, nostro malgrado, ad immaginare una tariffazione. Come sappiamo, oggi, la tipologia di utenza è variabile importantissima nelle condizioni contrattuali di molte banche dati. Le scelte future esigeranno coordinamento pena una concorrenza selvaggia che potrebbe vedere oberate le strutture magnanime ed evitate quelle, per così dire "a pagamento". Chiarezza e omogeneità saranno scelte obbligate, certamente non facili ma necessarie.

Cooperare non è qualcosa che ci è nuovo, lo facciamo da tempo. I tempi, le esigenze, gli stessi criteri di qualità che applichiamo alle singole strutture richiedono un ulteriore passo avanti: abbiamo ampliato la nostra professionalità, moltiplicato le nostre fonti, raffinato gli strumenti e misurato le performance. Ora forse è necessario agire sul piano della tutela dell’utente finale in merito a quanto offerto. Il nostro patrimonio librario, consultabile da postazioni remote, è come una promessa da mantenere e sta a noi oggi, mantenerla con professionalità.


Copyright AIB 1999-05-22 a cura di Susanna Giaccai

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