[AIB-WEB] Associazione italiana biblioteche. Congresso 1999

 

Catalogazione

Mauro Guerrini
Introduzione

Questo incontro nasce da uno scambio di opinioni con Pat Oddy il 13 marzo 1998, durante il convegno La catalogazione verso il futuro, promosso dall’Iccu. Pat Oddy, di ritorno dall’International Conference on the Principles and Future Development of AACR di Toronto dell’ottobre 1997, ipotizzava la possibilità di elaborare una piattaforma europea per la revisione dei codici di catalogazione che fosse integrata e al tempo stesso originale rispetto alla tradizione statunitense.

In più nazioni di Europa si pongono, infatti, due problemi:

  1. la revisione dei codici redatti negli anni Settanta o in anni precedenti, come le norme della Biblioteca Vaticana;
  2. la necessità di disporre di codici di catalogazione nella maggior parte dei paesi dell’ex blocco sovietico.
La questione è:
  1. elaborare un nuovo codice, ma su quali principi?
  2. tradurre il codice angloamericano e adottarlo sic et sempliciter?
  3. innestare la tradizione nazionale, se esiste, sulla radice delle AACR2, come hanno fatto gli spagnoli nel 1995?
E’ legittima l’ipotesi di prevedere un punto di vista europeo? Esiste una peculiarità catalografica europea? O, meglio, è ipotizzabile una via europea originale, non alternativa, alla normativa catalografica redatta principalmente negli Stati Uniti? Insomma, può l’Europa essere protagonista nell’elaborazione catalografica contemporanea?

Una via europea è ipotizzabile solo se sono individuate e valorizzate le peculiarità locali e, insieme, se sono superati gli ambiti strettamente nazionali o regionali. Eva Verona credo ci sia riuscita in modo esemplare con il codice jugoslavo del 1970 (primo volume) e del 1983 (secondo volume).

È indispensabile parlare il linguaggio universale e insieme il linguaggio locale.

La normativa catalografica nasce in Europa, ma la sua elaborazione moderna si sposta negli Stati Uniti dalla seconda metà del secolo scorso, con Jewett e Cutter, e diviene pressoché esclusiva nella seconda metà del nostro secolo, grazie a grandi personalità come Lubetzky.

L’Europa ha perso la sua capacità elaborativa? Non si tratta di rivendicare un primato europeo; non ha alcun senso. La tradizione americana da Cutter in poi è la nostra tradizione, è la tradizione universale. Si tratta, semmai, di valutare la possibilità di collaborare attivamente allo sviluppo della normativa catalografica per non correre il rischio di divenire semplici fruitori passivi dei prodotti catalografici statunitensi.

Ma L’Europa intende investire nella catalogazione quanto investono gli statunitensi?

La revisione dei codici credo debba tenere di conto della riflessione attuale sulle funzioni del catalogo e della nuova tipologia documentaria, come le risorse elettroniche; non solo, credo debba tenere di conto della mutata natura del documento, disponibile per via telematica seppure non posseduto fisicamente dalla biblioteca e, soprattutto, credo debba tenere di conto delle richieste dell’utenza, sempre più interessata a ottenere servizi mirati e in tempi rapidi.

Functional requirements for bibliographycal records dell’Ifla, l’elaborazione più originale dai Principi di Parigi del 1961 ad oggi, già dal titolo pone l’accento su un aspetto rilevante – la funzionalità del record bibliografico – e impernia la costruzione degli strumenti necessari alla revisione della normativa catalografica sulla individuazione dei loro requisiti funzionali. Se consideriamo che il pensiero catalografico da un secolo a questa parte ha elaborato principi, lo spostamento prospettico di Functional è evidente e fortemente innovativo.


Copyright AIB 1999-05-22 a cura di Susanna Giaccai

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