Associazione italiana biblioteche. Congresso 1997
di Rossella Caffo
Le biblioteche hanno finora partecipato a progetti di ricerca nell'ambito di una specifica azione della Commissione Europea, il Quarto Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo Tecnologico, che aveva come obiettivo fondamentale l'utilizzazione della ricerca e delle nuove tecnologie per sostenere lo sviluppo dell'industria europea e migliorare la qualità della vita in Europa attraverso la creazione della società dell'informazione e della comunicazione.
Azioni pilota e progetti di ricerca possono senza dubbio contribuire a sviluppare importanti esperienze da riprodurre su più ampia scala, ma è fuori di dubbio che solo le azioni strutturali a livello di sistema sulle biblioteche possono contribuire a ridurre il gap culturale e sociale che ancora ci separa dal pieno compimento della società dell'informazione, e collaborare a colmare il ritardo delle regioni meno favorite.
La riduzione del divario tra le diverse regioni e il superamento del
ritardo di sviluppo delle regioni meno favorite ispirano la politica di
coesione economica e sociale della Comunità europea. Questi
obiettivi vengono perseguiti attraverso i fondi a finalità
strutturale. L'azione dei fondi strutturali viene concentrata nel
conseguimento di cinque obiettivi prioritari, di cui tre hanno
caratteristica territoriale e due si riferiscono invece a politiche che
coinvolgono l'intera Unione.
I tre obiettivi con caratteristiche territoriali sono:
- aiuto alle regioni in ritardo di sviluppo (obiettivo 1, per l'Italia
tutto il sud e le isole)
- aiuto per la riconversione delle regioni interessate dal declino
industriale (obiettivo 2)
- aiuto alla conservazione e allo sviluppo delle zone rurali (obiettivo
5b)
L'insieme di questi obiettivi è destinatario dell'85% delle
risorse per la politica di coesione rivolta a vantaggio delle zone
geografiche eligibili per l'azione dei fondi strutturali. Si tratta di
una somma pari a 165 miliardi di ECU nel periodo 1994-1999.
I due obiettivi che interessano tutto il territorio dell'Unione sono:
- aiuto per combattere la disoccupazione di lunga durata e facilitare
l'inserimento professionale dei giovani e l'integrazione dei lavoratori
esposti al rischio di esclusione dal mercato del lavoro (obiettivo 3)
- aiuto per facilitare l'adattamento dei lavoratori alle mutazioni
industriali e all'evoluzione dei sistemi di produzione (obiettivo 4)
A questi due obiettivi sono stati destinati 14 miliardi di ECU nel
periodo di programmazione 1994-1999.
Questo tipo di fondi può costituire una importante fonte di
finanziamento anche per le biblioteche. Anche se i regolamenti dei Fondi
strutturali non fanno menzione esplicita del patrimonio culturale
né delle risorse e delle attività culturali, tuttavia va
registrato un cambiamento negli orientamenti recenti delle politiche
comunitarie. Va infatti manifestandosi un crescente interesse per la
cultura che ha origine dalle politiche per l'occupazione, e che le
politiche regionali recepiscono alla luce del nuovo peso assegnato
all'occupazione.
In Europa il punto di partenza è il Libro Bianco Delors, che
pone fra gli altri obiettivi quello di stimolare la crescita dei settori
ad elevata intensità occupazionale.
Nelle decisioni del Consiglio di Essen riguardanti le strategie per la
crescita dell'occupazione, il settore culturale viene citato come
potenziale «bacino d'impiego», e viene riconosciuto il ruolo
che il settore dei beni culturali può avere per lo sviluppo
regionale e per la crescita occupazionale nelle regioni meno favorite
dell'Unione Europea, purché le linee di azione relative ai beni
culturali siano incluse in strategie di sviluppo regionale o locale.
Dal punto di vista della missione dei Fondi strutturali, l'adozione di questo approccio apre la strada ad interventi nel campo delle risorse e dei servizi culturali che ricadono in molte delle tipologie ammesse, come ad esempio:
La programmazione delle iniziative finanziate con i fondi strutturali si attua attraverso una serie di procedure che vengono sviluppate sia a livello nazionale che regionale per la definizione di programmi operativi, costituiti da insiemi organici di progetti di durata pluriennale, da sottoporre alla negoziazione con la Commissione europea.
Il Ministero per i Beni culturali e ambientali non aveva presentato alcun piano operativo nel 1993, quando è partito il piano comunitario per le azioni del periodo 1994-1999. Attualmente, grazie alla attuale fase di riprogrammazione e rimodulazione degli interventi il Ministero ha avuto la possibilità di formulare, anche su sollecitazione del Ministro del tesoro e del bilancio, un proprio Piano operativo in via di definizione, che prevede azioni anche sulle biblioteche, e che verrà presentato alla Commissione nei prossimi mesi.
Vanno inoltre segnalate alcune importanti iniziative a livello
regionale. Alcune regioni hanno inserito nella programmazione per le
azioni cofinanziate dai fondi strutturali europei misure specifiche sui
beni culturali e in particolare sulle biblioteche. E' il caso della
Regione Lazio che nella misura relativa alle biblioteche, nelle zone
dell'obiettivo 5b, elenca tra le tipologie di intervento ammesse a
contributo: la ristrutturazione, il completamento, l'ampliamento delle
sedi delle biblioteche; la costituzione e l'incremento del patrimonio
scritto e audiovisivo; l'acquisto di attrezzature audiovisive,
informatiche e di supporto; la catalogazione del patrimonio
documentario, con procedure informatiche, per la creazione di reti
informative.
Questo esempio specifico dimostra la fattibilità di utilizzare i
fondi strutturali per il cofinanziamento di progetti sulle biblioteche.
Un altro dato che va sottolineato è il fatto che l'Italia
finora ha utilizzato solo in parte i fondi che le erano stati assegnati
dalla Comunità.
Risulta quindi di particolare rilievo organizzare sul territorio
nazionale azioni di informazione e sensibilizzazione sulle
possibilità offerte dai fondi strutturali per le biblioteche.
Le azioni dovranno sviluppare una serie di linee, in primo luogo la
definizione di un piano operativo nazionale per le biblioteche e per la
formazione e l'aggiornamento professionale, in accordo e in
collaborazione con i piani regionali, quindi la sensibilizzazione
rivolta alle biblioteche di qualunque appartenenza istituzionale, la
sensibilizzazione degli uffici regionali e le istituzioni competenti in
materia di biblioteche, il sostegno ad una progettualità
fortemente orientata alla collaborazione sia settoriale che territoriale
per la promozione dello sviluppo sul territorio.
L'AIB e l'OPIB possono avere un ruolo importante nella realizzazione di questi obiettivi, collaborando insieme e puntando alla costituzione di un centro di servizi in grado di fornire informazioni e consulenze a qualunque soggetto pubblico o privato voglia preparare e presentare progetti sulle biblioteche nell'ambito dei vari programmi comunitari, in particolare quelli relativi al cofinanziamento dei fondi strutturali.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 1997-10-21 a cura di Susanna Giaccai e Maria Teresa Natale