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Programma 53º Congresso AIB | ||||||
Il bibliotecario musicale, ossia l'atipico
Agostina
Zecca Laterza
L'AIBM (Association internationale des bibliothèques musicales) nasce a Firenze nel 1949 durante il primo congresso internazionale del dopoguerra dedicato alle biblioteche musicali, quasi continuazione del 4. Congresso della Società internazionale di musicologia, tenuto a Basilea nell'estate dello stesso anno. Non sarebbe stato infatti possibile procedere negli studi musicologici, senza il supporto delle fonti e quindi il riordino di biblioteche e fondi musicali, dopo i disastri della guerra. Al convegno partecipano i Paesi dell'Europa occidentale e gli Stati Uniti, dove dal 1931 operava la Music Library Association (MLA) e, con l'emigrazione soprattutto di musicologi tedeschi, vi era stato un grande sviluppo degli studi musicologici. L'AIBM si concretizza quindi a Parigi nel 1951 e suoi fondatori sono i più famosi bibliografi musicali d'Occidente, quasi tutti musicologi e/o bibliotecari musicali di istituzioni diverse dal punto di vista amministrativo [1]. Le esigenze delle diverse tipologie di biblioteche, di ricerca, pubbliche, degli istituti di istruzione musicale, degli enti di produzione musicale, dei musei, trovano dal 1953 spazio nell'Associazione, dove, via via, si creano specifiche commissioni. Fra gli obiettivi trasversali, oltre al censimento e alla catalogazione di musica e documenti sonori, vi è la formazione del bibliotecario musicale, variamente collocato in Europa dal punto di vista amministrativo e con una forte caratterizzazione dal punto di vista della specializzazione. Nell'AIBM iniziano così a formarsi sottocommissioni sulla formazione del bibliotecario musicale: la Commissione Biblioteche dei conservatori nel 1968, durante il Congresso di New York e Washington, la Commissione delle Biblioteche musicali pubbliche a Lipsia nel 1970, la Commissione Biblioteche di ricerca a Londra nel 1973. Finalmente nel 1975, a Montreal nasce la Comissione Education and training. È comunque ancora la commissione Biblioteche degli istituti d'istruzione musicale a farsi carico di definire gli standard sui requisiti dei bibliotecari musicali, messi a punto a Cambridge nel 1980 e completati con gli standard relativi ai requisiti delle biblioteche degli istituti di istruzione musicale, a Como nel 1984. Dopo il 1984 l'aggiornamento ha riguardato soprattutto l'acquisizione di competenze nelle nuove tecnologie, fino al 2002, anno della pubblicazione dell'opera di David Hunten della University of Texas ad Austin, Core competencies and music librarians <http://www.musiclibraryassoc.org/pdf/Core_Competencies.pdf>, pubblicata dalla IAML del Regno Unito nel 2003 [2]. L'Italia aveva creato nell'Ottocento, con Francia e Belgio, il "Bibliotecario musicale", figura di grande prestigio, strettamente legata alle grandi scuole di Musica con importanti raccolte di musica , come Napoli, Bruxelles, Parigi, Bologna e Milano. Negli istituti d'istruzione musicale in cui la biblioteca non aveva importanza tale da richiedere la presenza di un bibliotecario, la biblioteca era affidata all'insegnante di storia della musica. Con il moltiplicarsi dei conservatori questa figura ha finito col prevalere e tutti i bibliotecari hanno avuto status giuridico di docenti. Fino al 1967 il bando di concorso per il posto di bibliotecario di conservatorio prevedeva prove d'esame esattamente identiche a quelle dei concorsi per insegnante di storia della musica, nel 1967 vi è l'aggiunta di un comma in cui si richiede ai partecipanti, fra le prove orali, «di dimostrare di possedere una diffusa conoscenza della bibliografia musicale antica e moderna, della biblioteconomia e della bibliotecnica». Negli anni Settanta vengono eliminate le cattedre di Storia della musica e bibliotecario e diventano tutte cattedre di Bibliotecario. Nel novembre 1984, in previsione dell'anno della musica (1985), il Ministero della pubblica istruzione istituisce una commissione con il compito di «condurre uno studio e acquisire elementi per una approfondita ricognizione dell'attuale situazione organizzativa e funzionale delle Biblioteche dei Conservatori di Musica». Nel febbraio 1985 la Commissione presenta al ministro la relazione finale corredata da un libro bianco [3] in cui vengono inseriti, tradotti in italiano, gli standard sui requisiti del bibliotecario e gli standard sui requisiti delle istituzioni definiti dalla IAML rispettivamente nel 1980 e nel 1984. Solo in occasione del bando di concorso per bibliotecario di conservatorio del 1992, gli standard sono presi in considerazione dal Ministero della pubblica istruzione e per la prima volta il bando di concorso prevede prove d'esame per bibliotecario musicale e non per docente di storia della musica. Naturalmente non si è trattato del riconoscimento di una professione, ma di una assai particolare forma di docenza. Se i conservatori hanno beneficiato di ottimi bibliotecari, vincitori del concorso, generalmente nulla hanno fatto per le istituzioni. Gli standard definiti nel 1984 a Como riguardavano "personale", "sedi", "dotazione libraria e di documenti sonori", "finanziamenti". Nei conservatori il "bibliotecario-docente" è ancora solo in organico, le sedi sono spesso aule da condividere con insegnamenti vari, magari con "esercitazioni orchestrali", per la dotazione libraria in molti casi non ci sono finanziamenti. Le grandi biblioteche da anni devono ricorrere a personale esterno per la catalogazione e la IAML Italia dal 1994 ha cercato di ovviare alle carenze istituzionali sulla formazione del bibliotecario musicale con corsi pratici di catalogazione per le ormai folte schiere di precari che catalogano fondi musicali non solo nei conservatori, ma anche in biblioteche pubbliche statali e comunali. L'atipicità del bibliotecario musicale, a cui gli standard internazionali richiedono una preparazione musicale di alto livello, nonché una laurea in biblioteconomia, normale per tutti gli altri paesi, non è contemplata dal mercato del lavoro nazionale. Bloccate le assunzioni e quindi i concorsi, aumentata nel frattempo la richiesta del servizio e delle competenze a coloro che tale servizio dovrebbero svolgere, la IAML Italia ritiene di dover dare l'opportunità agli aspiranti bibliotecari musicali di essere "certificati" in base alle loro competenze, con una certificazione che possa essere riconosciuta almeno in Europa. Contestualmente tutte le associazioni del settore dell'informazione dovrebbero impegnarsi affinché tale certificazione venga riconosciuta sia dallo Stato, sia dagli enti locali, per garantire ai bibliotecari un equo compenso e alle istituzioni collaboratori in grado di soddisfare le esigenze dell'istituzione e dei propri utenti.
Note[1] «Fontes artis musicae», 48 (2001), n. 1. [2] Pam Thompson – Malcolm Lewis, Access to music: music libraries and archives in the United Kingdom and Ireland: current themes and a realistic vision for the future, IAML UK, 2003, Appendix 4: Core competencies for music librarians. [3] "Le biblioteche musicali": un problema storico: documentazione dal 1912 al 1985, a cura di Agostina Zecca Laterza, Milano: Conservatorio di Musica "Giuseppe Verdi"; Regione Lombardia, 1985, ciclostilato. |
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