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Programma 53º Congresso AIB | ||||||
La certificazione delle competenze professionali : la scelta dell'AIDA
Ferruccio
Diozzi
AbstractDiversi anni fa l'Associazione Italiana Documentazione Avanzata, ha iniziato ad occuparsi di politiche della certificazione delle competenze professionali degli specialisti dell'Informazione e della Documentazione. La scelta dell'AIDA è stata basata su di una considerazione di carattere generale: la specificità delle nuove professioni quale il documentalista, richiedeva la definizione di modelli diversi da quelli che, tipicamente, tutelavano e tutelano le professioni tradizionali. La capacità di certificare le competenze professionali, in adesione ad un sistema quale CERTIDoc che si va sperimentando con successo in Europa, rappresenta per l'AIDA una garanzia di sviluppo della professione e di rafforzamento della sua immagine nella società. Di qui l'impegno di AIDA che, in accordo ad altre associazioni, sta culminando nella creazione di uno specifico organismo di certificazione italiano che darà attuazione pratica a questa scelta. Naturalmente AIDA conosce le diverse opinioni presenti nel dibattito italiano sulla fisionomia professionale degli specialisti dell'informazione e, proprio in questa sede, desidera confrontare i rispettivi modelli.
PremessaDa diversi anni l'AIDA, Associazione italiana per la documentazione avanzata, è impegnata nelle politiche della certificazione delle competenze professionali degli specialisti dell'informazione e della documentazione. Questa scelta è stata favorita da una valutazione netta: le professioni I&D, per le loro specificità, richiedono modelli di rappresentanza e di tutela diversi da quelli tipicamente adottati dalle professioni tradizionali. Contribuiscono a tali specificità diversi fattori quali:
A parere dell'AIDA, almeno potenzialmente, la certificazione della professione e dei professionisti, intesa come la capacità di identificare e validare le competenze professionali, risponde a queste necessità. Perciò AIDA è impegnata, in accordo con le associazioni GIDIF-RBM, IAML Italia e AIDB, ed in adesione al sistema CERTIDoc, già attivo con successo in diversi paesi europei, a definire un meccanismo analogo nel nostro paese. E proprio in questi giorni tale attività segna un importante traguardo con la costituzione di un organismo di certificazione italiano, CERTIDoc Italia. Naturalmente AIDA conosce le diverse opinioni presenti nel dibattito italiano sulla fisionomia professionale degli specialisti e sulle modalità di rappresentanza e, proprio in questa sede, desidera confrontare i diversi modelli. Nell'intervento sono dunque sintetizzati l'impostazione di fondo della certificazione, le attività svolte in questa direzione, le difficoltà incontrate, i risultati conseguiti e i possibili futuri sviluppi, a livello di politica generale dell'associazione, rimandando, per un maggiore dettaglio, all'intervento di Augusta Franco nella sessione successiva a questa. Lo "spirito" della certificazioneSe si dovesse riassumere in parole chiave lo "spirito" della certificazione sceglieremmo probabilmente termini quali, "dimostrabilità", "semplicità", "periodicità", "indipendenza". Dimostrabilità: perché la certificazione è basata sul concetto che le competenze possedute dal singolo specialista debbano poter essere dichiarate e definite attraverso meccanismi non corporativi di asseverazione ma grazie a processi di esame e verifica, tecnicamente indipendenti. Semplicità: perché la richiesta di un singolo professionista di vedere certificate le proprie competenze viene indirizzata a un organo tecnico in possesso di una metodica consolidata per giudicare il livello di competenza e perché i livelli in cui inserire il professionista certificato sono definiti con estrema chiarezza. Periodicità: perché è insita nel processo della certificazione l'idea che le professioni I&D siano, per loro natura, in continua evoluzione e che la definizione di un certo livello di competenza di uno specialista non vada considerata acquisita per sempre ma possa essere caratterizzata da scostamenti e da cambiamenti. Indipendenza: perché il processo di certificazione viene attivato dalla richiesta del singolo professionista; perché gli organi tecnici che provvedono alla valutazione dello stesso sono (come vedremo) assolutamente terzi rispetto ad AIDA e alle altre organizzazioni promotrici; perché i risultati del processo sono confermati o smentiti, in ultima analisi, dagli utenti. Che cosa è stato fattoSulla base di questi concetti, che vanno ritenuti pre-requisiti, AIDA ha introdotto in Italia il concetto della certificazione delle competenze professionali, discutendo al suo interno e con tutti gli interlocutori possibili (altre associazioni, università, utenti e clienti dei servizi di Informazione e di Documentazione). Successivamente, AIDA e altre associazioni I&D quali GIDIF-RBM (Gruppo italiano documentalisti dell'industria farmaceutica e degli istituti di ricerca biomedica), IAML Italia (International Association of Music Libraries, Archives and Documentation Centres), AIDB (Associazione italiana documentalisti brevettuali), si sono impegnate nella vera e propria costituzione di un organismo italiano di certificazione di professionisti del settore, secondo i principi e le norme del Sistema europeo di certificazione dei professionisti dell'Informazione e documentazione CERTIDoc, conforme alla normativa UNI CEI EN ISO/IEC 17024:2004 – Valutazione della conformità. Requisiti generali per organismi che operano nella certificazione delle persone. Il Sistema europeo CERTIDoc nasce nel 2005 dai progetti europei DECIDoc e CERTIDoc, patrocinati dall'ECIA (European Council for Information Association), progetti che sono stati riconosciuti e finanziati nell'ambito del Programma di azione comunitaria "Leonardo da Vinci", promosso dalla Direzione generale Istruzione e cultura della Commissione europea. L'AIDA, membro di ECIA, ha aderito a entrambi i progetti europei condotti dalle associazioni europee di scienze dell'informazione e documentazione tra le quali l'ADBS (Francia), la SEDIC (Spagna), la DGI (Germania), ma anche da una sede universitaria quale l'Université libre de Bruxelles e da una società di servizi documentari e informativi, il Bureau Van Dijk (Francia). Attualmente il Sistema europeo di certificazione dei professionisti dell'Informazione e documentazione CERTIDoc è gestito da un consorzio di enti, associazioni professionali I&D, organismi di certificazione, università e società private che operano nel campo delle scienze dell'informazione e documentazione sul territorio europeo. È aperto all'adesione di altri organismi di certificazione nazionali che vogliano implementare servizi di certificazione professionale secondo il modello CERTIDoc. Proprio seguendo questo modello sta vedendo la luce, nel contesto italiano, l'organismo denominato CERTIDoc Italia, che sarà presentato pubblicamente alla fine del prossimo mese di novembre a Roma agli Stati generali del COLAP e potrà far partire le prime sessioni di certificazione all'inizio del 2007. Costituito in base a un accordo tra le quattro associazioni sopra menzionate avrà tra i suoi organismi caratterizzanti un Comitato di certificazione e un Giurì tecnico. Il Comitato di certificazione sarà un organo dal carattere spiccatamente decisionale i cui componenti dovranno rappresentare i diversi settori coinvolti nella certificazione (professionisti, datori di lavoro, reclutatori pubblici e privati, gestori di servizi di informazione, docenti e formatori in I&D, rappresentanti di associazioni professionali). Compiti del Comitato saranno quelli di guidare la politica della certificazione, sia attraverso processi decisionali interni, sia attraverso le relazioni intrattenute con il mondo esterno. Il Giurì tecnico di valutazione sarà invece l'organismo di carattere più squisitamente operativo che prenderà in esame i dossier dei candidati, valuterà i documenti, assegnerà un punteggio, trasmetterà il proprio parere al Comitato di certificazione che delibererà riguardo la certificazione o meno di un candidato. In omaggio allo spirito della certificazione giova sottolineare come del Comitato di certificazione e del Giurì tecnico siano stati chiamati a far parte, e abbiano accettato, alcune personalità di grande spessore. Ciò proprio per assicurare la "terzietà" dell'organismo nei confronti di AIDA e delle altre associazioni promotrici: chi fa parte del Giurì tecnico, indipendentemente dalla sua appartenenza a una o più associazioni, dovrà concentrarsi sulla valutazione asettica delle competenze del professionista esaminato; come, d'altra parte, i membri del Comitato di certificazione dovranno dedicarsi allo sviluppo di questa pratica, assumendosi la responsabilità delle certificazioni attribuite. Alcune considerazioniCome per tutte le nuove iniziative, non abbiamo la possibilità di affermare con sicurezza che le attività dell'organismo saranno coronate da pieno successo: certo se si considerano le spinte positive emerse in questi ultimi anni nel dibattito culturale e professionale dovremmo essere alquanto tranquilli ma non è tanto questo il punto che intendiamo sottolineare. Più che fare pronostici sul successo (o sull'insuccesso) della certificazione vogliamo qui evidenziare gli elementi più spiccatamente "politici" e "culturali" di questo discorso, significativi e innovativi per il contesto italiano:
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2007-04-03,
a cura
della Redazione AIB-WEB.
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