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Programma 53º Congresso AIB | ||||||
Profili professionali e modalità di reclutamento del personale bibliotecario di ente locale delle Marche : analisi e prospettive
Lara
Rotili, Federica
Virgilli
AbstractLa Sezione Marche dell'Associazione Italiana Biblioteche, dopo le indagini sulle forme del lavoro adottate nelle biblioteche pubbliche e universitarie, ha avviato una ricerca indirizzata a verificare l'offerta di lavoro e le modalità di reclutamento adottate dagli Enti Locali della regione. Dalle segnalazioni di giovani bibliotecari sulle anomalie delle modalità di reclutamento del personale bibliotecario di ente locale e dall'esigenza di un adeguato riconoscimento della professionalità, è scaturito l'obiettivo di definire delle "linee guida" in grado di fornire agli enti locali dei modelli di riferimento. La Sezione ha quindi costituito un gruppo di lavoro e avviato una ricognizione di tutti i bandi di concorso e pubbliche selezioni nelle province marchigiane, pubblicati nell'arco del triennio 2003-2005, avvalendosi della consulenza scientifica di Nerio Agostini. L'intervento presenta l'analisi dei dati elaborati alla luce dello stato del servizio bibliotecario regionale, dei dati sull'occupazione nelle biblioteche nel triennio analizzato, dell'offerta formativa dei due atenei che nella regione hanno attivato corsi di laurea specifici e una prima indicazione sulle Linee guida per la stesura dei bandi di concorso e selezioni pubbliche.
Questo lavoro nasce con un forte intento di riflessione sulla professione bibliotecaria nel territorio marchigiano, sollecitata dall'ascolto, durante incontri, convegni e seminari organizzati dalla sezione AIB delle Marche, della situazione lavorativa di colleghi e soci e infine dalle segnalazioni di giovani bibliotecari sulle anomalie delle modalità di reclutamento del personale bibliotecario di ente locale. Abbracciando a tutto campo gli obiettivi che l'AIB ha posto al centro della propria attività – il riconoscimento della professione bibliotecaria, l'attenzione verso le politiche pubbliche in tema di biblioteche e la difesa del loro valore sociale e culturale a conferma del ruolo fondamentale della professione in una società in profondo cambiamento – la Sezione Marche, nel luglio 2005 costituisce un gruppo di lavoro per monitorare le modalità di reclutamento del personale bibliotecario di ente locale nella Regione, attraverso una ricognizione dei bandi di concorso e selezioni pubblicati nell'arco del triennio 2003-2005. Consapevoli, naturalmente, che sarebbero sfuggiti da questa indagine modalità di reclutamento che non utilizzano una selezione pubblica, ma che attingono a un bacino di collaboratori o professionisti abituali e chi lavora per società di servizi e cooperative che utilizzano metodi di reclutamento diretto. L'indagine [1] rappresenta inoltre la naturale prosecuzione dell'attività avviata dall'AIB Marche a partire dal 2002 sulle forme e modalità di lavoro utilizzate nelle biblioteche pubbliche e universitarie e sui servizi delle biblioteche marchigiane. I dati emersi da queste indagini sono stati presentati e discussi con i soci e la comunità bibliotecaria marchigiana nell'aprile 2003 a Fermo, nell'ottobre 2004 ad Ancona ed infine alla conferenza regionale delle biblioteche a Portonovo lo scorso 26 maggio. Obiettivo di questo progetto è quello di elaborare una proposta per la definizione di "linee guida" in grado di fornire agli enti locali della regione modelli di riferimento per il reclutamento del personale. Lo schema di lavoro delineato insieme al consulente scientifico comprendeva quattro fasi in cui si evidenziavano le strategie da seguire. Nella prima fase si è avuta l'attivazione di un "gruppo di lavoro" dell'AIB Sezione Marche; l'elaborazione di una "griglia" di riferimento per l'analisi comparata dei bandi concorsuali pubblicati negli ultimi tre anni (2003-2005); l'avvio dei contatti territoriali attraverso colleghi bibliotecari, segretari comunali, amministratori. La seconda fase ha previsto invece la raccolta dei documenti e la loro analisi di prova comparata con la griglia di riferimento per la messa a punto della modalità operativa avvenuta tramite verifica a distanza, attraverso la trasmissione di documenti elettronici. La terza fase si è concentrata sulla predisposizione del documento-schema riassuntivo di analisi dei dati raccolti e la stesura di una proposta di documento illustrativo per il materiale raccolto. E infine la quarta fase comprende il progetto di esame congiunto con la dirigenza regionale dei documenti prodotti e l'adozione dei documenti come "linea di indirizzo" a cura della Regione Marche. Nel luglio 2005 il gruppo di lavoro ha iniziato il reperimento dei bandi attraverso i canali ufficiali, quali lo spoglio del BUR regionale, le affissioni presso gli albi pretori, i contatti telefonici e via mail a nome dell'AIB e il passaparola tra i colleghi degli enti locali. Grazie alla tenacia delle referenti, perché non poche sono state le difficoltà che hanno riscontrato (non cordialità, poca disponibilità e collaborazione con risposte vaghe o negative) a dimostrazione della poca sensibilità nei confronti del problema sullo stato di precarietà di molti giovani colleghi, sono stati individuati i bandi in oggetto. I contenuti dei bandi di concorso e delle selezioni per bibliotecari sono stati esaminati utilizzando la griglia di riferimento messa a punto da Nerio Agostini. Gli elementi presi in considerazione e da individuare sono stati:
La compilazione delle griglie ha richiesto più tempo del previsto date le effettive difficoltà di lettura e interpretazione degli elementi da rilevare per la loro classificazione. Il risultato di questa prima fase del lavoro è confluito in un report riassuntivo che comprendeva i bandi recuperati, le griglie con i dati estrapolati e un profilo del servizio bibliotecario della regione così come è emerso dal monitoraggio della sezione, diviso per provincia, unitamente alle criticità espresse dalle colleghe. I dati raccolti sono stati trasferiti in un foglio elettronico organizzato per tipologia di contratto relativamente agli incarichi per le co.co.co e per le assunzioni a tempo determinato e indeterminato. Grazie a una prima elaborazione, Nerio Agostini ha prodotto un documento che rappresenta la base sulla quale si ha intenzione di procedere alla realizzazione di una prima bozza di "linee guida" per la stesura dei bandi. Questa proposta dovrà tener conto anche del contesto bibliotecario regionale per quanto riguarda lo stato dei servizi, della qualità e quantità del lavoro nelle biblioteche e dell'offerta formativa del territorio; i dati ricavati dalle indagini condotte dalla nostra sezione fanno emergere uno stato del servizio bibliotecario pubblico nelle Marche caratterizzato da criticità che riguardano l'inadeguatezza del patrimonio moderno, il basso utilizzo dei servizi e soprattutto la scarsità di personale bibliotecario impiegato. Dal campione di biblioteche analizzato, nel 2005 risulta un calo del personale rispetto ai dati del 2000 pari al 14%, ma l'elemento di maggiore gravità deriva dal fatto che questa diminuzione aggrava una condizione di già sofferenza del personale delle biblioteche marchigiane, in quanto l'indice di dotazione di personale, pur considerando tutto il personale delle biblioteche, sia di ruolo sia atipico (comprendendo fra gli atipici anche obiettori, volontari, tirocinanti, inserimento terapeutici...) non raggiunge gli standard minimi nazionali di riferimento. Le nostre indagini rilevano che, in assenza di una normativa nazionale di settore e della definizione di profili professionali da parte della Regione che possano rappresentare un riferimento per gli enti locali, il lavoro nelle biblioteche non rappresenta uno sbocco reale per i laureati nel settore sia in termini numerici sia per la tipologia e la modalità delle selezioni. Infatti il numero dei bandi pubblicati nelle quattro province marchigiane è decisamente esiguo se rapportato alla totalità delle strutture attive sul territorio. Nella provincia di Ancona sono attive 75 biblioteche, di cui 38 solo nel capoluogo. I bandi di concorso e selezioni pubbliche reperiti nel triennio preso in esame sono tre. Nella Provincia di Ascoli Piceno, che conta 30 biblioteche attive sul territorio, si è raccolto solo un bando di concorso. La Provincia di Pesaro risulta essere la più attiva con dieci bandi, per un sistema bibliotecario di oltre 85 biblioteche pubbliche. Mentre non ci sono pervenuti riferimenti su selezioni e concorsi nella provincia di Macerata, composta da 43 biblioteche e due sistemi bibliotecari universitari. Il numero di bandi reperiti, nonostante la capillare ricerca condotta sul territorio, conferma un andamento negativo già rilevato dalle indagini precedenti. Si delinea, pertanto, una situazione caratterizzata da un evidente limitato investimento sulle risorse umane nei servizi bibliotecari marchigiani. La casistica analizzata, sia riguardo al numero di bandi reperiti sia in rapporto alle figure professionali richieste, con particolare attenzione alle forme contrattuali nelle quali sono state inquadrate, delinea una scarsa attenzione al valore delle figure professionali impiegate nelle biblioteche del territorio; con una conseguente dequalificazione di alcuni servizi soprattutto di piccoli enti locali. Un ulteriore elemento di cui si è tenuto conto nell'analisi del panorama complessivo del lavoro in biblioteca è rappresentato dall'offerta formativa universitaria presente nelle Marche. Le nostra regione, infatti, ha due poli universitari (Università di Urbino e Università di Macerata) che comprendono nel loro piano formativo i corsi di laurea in Conservazione dei beni culturali con indirizzo biblioteconomico. Risultano fino al 2005, 840 laureati, di cui 642 marchigiani residenti sul territorio. L'offerta di personale in possesso di laurea specialistica risulta quindi molto elevata rispetto alla situazione delle biblioteche marchigiane in rapporto ai concorsi e le pubbliche selezioni presi in esame. L'offerta di personale con formazione specialistica è quindi sproporzionata rispetto alla domanda, per cui risulta che una buona parte di queste figure professionali si orienti verso altri ambiti lavorativi, con una conseguente perdita di risorse qualificate per le biblioteche e il disconoscimento degli investimenti formativi dei nostri atenei. I dati raccolti dalla fase di indagine sul territorio delle province marchigiane hanno portato a individuare un totale complessivo di 14 bandi nel triennio in esame; di cui soltanto cinque relativi a concorsi pubblici e di questi soltanto uno con contratto a tempo indeterminato. Il resto riguarda selezioni per incarichi professionali con prevalenza di collaborazioni coordinate e continuative. Un dato molto significativo, soprattutto se inserito nel contesto regionale appena delineato, con particolare riferimento allo stato del personale nelle biblioteche marchigiane e al numero dei laureati degli atenei, è la durata dei contratti oggetto delle selezioni pubbliche poiché soltanto uno è a tempo indeterminato. Inoltre, prendendo in esame gli incarichi professionali, che costituiscono i due terzi dei bandi in oggetto, si è rilevato che soltanto tre di questi richiedono una collaborazione per un anno, gli altri per 9 mesi, per 6 mesi e per 4 mesi. Per quanto formalmente corretti nella tipologia contrattuale di incarico a termine, tuttavia appare evidente quanto sia poco considerata sia l'esigenza di continuità e buon andamento del servizio, sia l'aspettativa e il riconoscimento professionale del personale stesso. Confrontando la durata contrattuale proposta da oltre la metà dei bandi presi in esame con i requisiti di ammissione agli stessi, si evidenzia il contrasto fra l'esiguità dell'offerta contrattuale e la figura professionale richiesta. La metà dei bandi richiede l'accesso attraverso laurea specialistica. A conferma dell'incongruenza rilevata nei requisiti di accesso si aggiungono i consistenti elementi di sbarramento presenti in tutti i bandi presi in esame. Per le assunzioni a tempo indeterminato e determinato, due bandi su cinque considerano i titoli professionali aggiuntivi alla laurea o al diploma quali elemento di sbarramento; un bando su cinque i titoli di servizio, un bando su cinque il curriculum e tre su cinque altri titoli di studio. Per gli incarichi professionali quattro bandi su otto considerano i titoli professionali aggiuntivi alla laurea o al diploma elemento di sbarramento, quattro su otto i titoli di servizio, tre su otto i curricula e quattro su otto altri titoli di studio. Viene richiesta in buona parte dei bandi una figura professionale specializzata, con elementi di sbarramento per titoli e servizio, a fronte di forme contrattuali precarie e di scarsa durata. La richiesta di personale qualificato è sicuramente un elemento positivo, sia in funzione di una maggiore tutela del personale precario maggiormente specializzato presente sul mercato, sia in termini di qualificazione dei servizi. Tuttavia tale positiva volontà di valorizzazione del personale più qualificato dovrebbe essere seguita da inquadramenti contrattuali adeguati alle figure professionali richieste, sia nella forma che nella durata del contratto, a garanzia dell'effettivo riconoscimento professionale e del valore del servizio stesso, in termini di qualità, continuità e stabilità. Il profilo professionale richiesto è in prevalenza quello relativo alla categoria D, di funzionario o bibliotecario. Viene quindi confermata l'esigenza di reclutamento di personale di alto profilo. Nell'analisi delle modalità di selezione prevalgono le selezioni soltanto dei titoli. Questo elemento è in linea con le tipologie contrattuali oggetto dei bandi: i due terzi dei bandi sono per incarichi professionali a termine, per i quali si può giustificare ma non condividere anche una selezione soltanto per titoli. Anche sulle modalità di selezione, però, si può rilevare un'incongruenza riguardo la tipologia di personale specializzato, che richiederebbe almeno una selezione per titoli e prove o per titoli e colloquio, quale ulteriore, corretta verifica dei titoli curriculari presentati. Gli argomenti delle prove sono molteplici e rispondenti a una figura professionale non sempre conforme ai requisiti d'accesso. Prevale il diritto e la redazione di atti amministrativi quali elemento di prova, seguiti dalla biblioteconomia e dalla gestione delle biblioteche. Si delinea una figura professionale di funzionario generico, con conoscenza della biblioteconomia, ma con diritto e atti amministrativi come materie di concorso prevalenti. L'accesso attraverso la laurea specialistica non è in linea con le materie d'esame prevalenti, che sono invece conformi a una figura professionale di funzionario generico. Emerge, allora, la volontà di redigere graduatorie per profili generici a cui l'ente può eventualmente attingere per altri ambiti lavorativi, anche diversi dal servizio biblioteche. Questa procedura disconosce la figura professionale specializzata del bibliotecario che, selezionato come impiegato generico, può essere inserito in qualsiasi ambito lavorativo. Viene così anche giustificato l'inserimento in biblioteca di personale proveniente da altri settori dell'ente, se il profilo del bibliotecario viene appunto ricondotto a impiegato funzionario generico. Quello che emerge dalla casistica analizzata non fa che fotografare una situazione del servizio bibliotecario caratterizzata da scarsi investimenti sulle risorse umane, dato l'esiguo numero dei bandi pubblicati, e dall'assenza di un riconoscimento della figura professionale, considerando le forme contrattuali e le modalità di selezione. Di conseguenza si evidenzia una precarietà del servizio considerando soprattutto la durata del rapporto di lavoro che solo in pochi casi raggiunge un anno. Un altro elemento significativo da segnalare è l'assenza di riferimenti alle indicazioni che, seppure non ampliamente sviluppate, vengono dalla nostra legge regionale. La legge 39 del 1987 Norme in materia di biblioteche di enti locali o di interesse locale al titolo 6 relativo al Personale addetto alle biblioteche e agli archivi, (negli art. 24-25-26) rinvia ai regolamenti organici degli enti l'assegnazione del personale e i titoli di studio e di specializzazione professionale necessari per l'ammissione ai relativi concorsi per bibliotecari. Il comma 2 dell'art. 25 stabilisce che «possono partecipare ai concorsi per posti di ruolo di bibliotecario e di assistente di biblioteca coloro che sono in possesso rispettivamente del diploma di laurea o del diploma di scuola media superiore». Costituiscono titolo preferenziale, come cita il comma 3 dell'art. 25, la frequenza ai corsi di formazione e specializzazione presso istituti universitari, eventuali attestati e certificati regionali di corsi di qualificazione, aggiornamento e specializzazione in materie riguardanti l'organizzazione bibliotecaria o archivistica; è inoltre titolo preferenziale, nel comma 4, il diploma di specializzazione in biblioteconomia. «I bandi di concorso» nel comma 6 «debbono prevedere tra le materie di esame quelle attinenti la biblioteconomia e la paleografia» e a tal fine il comma 7 stabilisce che «delle commissioni giudicatrici dei concorsi per bibliotecario e aiuto bibliotecario deve far parte, in qualità di esperto, un direttore di biblioteca designato su richiesta dell'ente locale, dal Centro Regionale per i Beni Culturali» mentre il comma 3 dell'art. 26 riguardante la «Formazione, aggiornamento e specializzazione del personale» cita i profili professionali senza però delinearne i contenuti. Se da un lato la legge regionale vent'anni fa riconosceva la professionalità bibliotecaria, dall'altro la sua applicazione si è rivelata pressoché inesistente visti i dati in nostro possesso. Obiettivo, quindi, del nostro lavoro è far sì che la Regione Marche possa produrre delle linee di indirizzo riguardanti i profili professionali corrispondenti alle diverse categorie contrattuali e le modalità di accesso alla professione. A supporto del nostro lavoro costituisce un riferimento importante la delibera d'indirizzo della Giunta Regione della Lombardia VII/16909 del 26 marzo 2004, che ha approvato i Profili professionali e di competenza degli operatori delle biblioteche di ente locale e di interesse locale. Considerata l'assenza di una politica diffusa di cooperazione è difficilmente prevedibile a breve termine che più amministrazioni locali si associno, tramite lo strumento della convenzione, per il reclutamento di personale; tuttavia è possibile riconsiderare con la Regione la necessità che almeno i quattro Poli SBN possano prevedere fra le loro competenze la creazione di graduatorie di personale bibliotecario da cui poter attingere a seconda delle esigenze dei singoli enti. Le linee guida dovranno contenere anche una proposta di bandi di concorso tipo, per assistenti di biblioteca e bibliotecari, con raccomandazioni volte ad assicurare ai candidati la maggiore chiarezza e trasparenza possibili, nonché una certa omogeneità fra i concorsi-selezioni banditi dai vari enti e, soprattutto, fare in modo che la selezione avvenga in funzione della reale professionalità acquisita per studio e per esperienza diretta coerente con la specificità, specializzazione e funzione operativa o gestionale del posto da ricoprire. I punti della proposta di Nerio Agostini riguardano innanzitutto la definizione del profilo professionale. Nell'atto di adozione del bando di concorso-selezione deve essere chiaramente indicato il profilo professionale di Assistente di biblioteca o di Bibliotecario, l'eventuale specializzazione prevalente di utilizzo (quale l'addetto alla Mediateca, o il bibliotecario per ragazzi) e la funzione o ruolo operativo-gestionale di destinazione nella biblioteca (come per esempio il Direttore). Nella stesura del bando di concorso è opportuno e utile che la dirigenza preposta, oltre a garantire la presenza di almeno un bibliotecario di professionalità e curriculum adeguato nella commissione esaminatrice, al momento della stesura stessa del bando consulti un bibliotecario di comprovata esperienza negli enti locali (ad esempio un bibliotecario di ente locale del territorio iscritto all'Albo professionale dell'Associazione italiana biblioteche). È consigliabile predisporre una bibliografia a disposizione dei candidati e preferire il concorso per esami e titoli al fine di una più completa valutazione. È inoltre opportuno che la valutazione dei curricula professionali specifici sia resa obbligatoria a prescindere dai titoli stessi ed è sempre opportuno indicare le date e i luoghi delle prove e i tempi di servizio minimo per l'attivazione di mobilità esterna verso altri enti. Per ciò che concerne la valutazione dei titoli è obbligatorio stabilire il punteggio delle singole voci a priori e renderlo esplicito nel bando di concorso. È consigliabile un elenco di titoli in ordine d'importanza che potrebbero essere: titoli di servizio, titoli di studio e titoli professionali. Nell'ambito delle materie richieste nelle prove d'esame si dovrà tenere conto del profilo professionale specifico richiesto (se addetto al reference, alla catalogazione, alla promozione alla lettura, al settore ragazzi, alla mediateca, alla gestione del servizio ecc.) e alla funzione o ruolo gestionale da svolgere (direttore, coordinatore, responsabile di servizio). Nel bando va indicato in quale fase delle prove verrà esposta la valutazione e i criteri di ammissione all'orale e per la prova orale va prescritta la modalità di predisporre una batteria di domande scritte, da estrarre in presenza del candidato, relative alle materie di esame previste. Nel bando va anche precisato se la graduatoria finale verrà formulata dalla somma o dalla media delle prove e dei titoli. Vista la notevole affluenza ai concorsi pubblici, spesso si presenta la necessità di introdurre una preselezione, in questo caso, bisognerà esplicitarlo nel bando. Ed infine è opportuno dare indicazione agli enti che, in caso di esternalizzazione di attività e servizi, il personale da impiegare sia selezionato con gli stessi criteri dell'ente locale. Tale aspetto deve essere indicato come elemento di valutazione nel capitolato che si allega al bando per assegnazione a terzi considerando soprattutto il fatto che sempre più istituzioni ricorrono a queste forme di reclutamento di personale che solo in pochi casi tutelano la professionalità. In conclusione di questo intervento, la sezione dell'AIB Marche ha in programma di avviare una sensibilizzazione e un confronto con gli organi regionali competenti sui dati emersi dall'indagine, per un'effettiva valorizzazione e tutela della professione bibliotecaria attraverso la definizione dei profili professionali. Questo è elemento indispensabile per poter favorire un processo di cambiamento che si sta pian piano attivando. Considerato lo stato di molti giovani bibliotecari, non è un caso che il nostro progetto sia stato sviluppato da colleghe con contratti atipici che vivono quotidianamente sulla propria pelle i disagi delle scadenze contrattuali, il sentirsi molto spesso in secondo piano come una specie di bibliotecario di seconda scelta e l'inquietudine di non poter neppure dimostrare le proprie capacità e le proprie competenze. La nostra regione può contare su un patrimonio di esperienze e professionalità presenti sia nelle grandi che nelle piccole biblioteche e su quei colleghi che, abbracciando tale professione, hanno creduto e credono ancora che ci sia da lavorare sulla mentalità comune per generare la consapevolezza che il lavoro culturale sia un valore irrinunciabile per la nostra società e che le professionalità debbano necessariamente essere di alta qualità, formate, aggiornate e riconosciute.
Note[1] Il progetto si avvale della consulenza scientifica di Nerio Agostini e della collaborazione di otto colleghe con contratti atipici, referenti per le quattro province marchigiane (Ancona: Paola Petroni e Melissa Riccardi; Ascoli Piceno: Cristiana Iommi e Stefania Segatori; Macerata: Silvia Innocenzi e Lucia Ragni; Pesaro e Urbino: Barbara Lepidio ed Enrica Veterani). |
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2007-11-22,
a cura
della Redazione AIB-WEB.
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