[AIB]

53º Congresso nazionale AIB

Le politiche delle biblioteche in Italia
La professione

Roma, Centro congressi Europa
Policlinico universitario "A. Gemelli"
18–20 ottobre 2006


Programma 53º Congresso AIB

Le aziende private : valore aggiunto ai servizi bibliotecari?

Gigliola Marsala
AsPIDI

Abstract

Il Bibliotecario di un'azienda di servizi si qualifica come un bibliotecario che ha avuto e ha, rispetto al bibliotecario alle dirette dipendenze di una biblioteca, un percorso lavorativo diverso, avendo scelto di offrire servizi bibliotecari ed esercitare la professione bibliotecaria, non in modo esclusivo all'interno e per un solo ente, ma liberamente sul mercato e in società (cooperativa, srl, snc, etc.) con altri bibliotecari.

Per noi operatori di aziende bibliotecarie è doveroso comprendere nel Codice deontologico oltre agli aspetti etici cogenti la professione anche quelli del "lavoro" in quanto tra loro strettamente connessi.

Entrambi fondamentali per l'erogazione di un servizio di qualità e per poter offrire un valore aggiunto ai servizi.

Ed è proprio per tutelare e valorizzare queste aziende di bibliotecari che è nata l'associazione AsPIDI.

Purtroppo la correttezza riguardo agli obblighi di legge sul lavoro non sempre è praticata non solo da società private ma anche da enti pubblici, sia nei contratti che direttamente attivano con il personale sia nell'esternalizzazione dei servizi.

E' nell'interesse dell'intera comunità bibliotecaria definire un sistema di regole e buone prassi perché l'esternalizzazione dei servizi avvenga sotto il segno della qualità e nel rispetto delle normative di legge.

Definiti gli standard minimi del servizio che si intende esternalizzare vanno individuati i criteri di valutazione del partner e il costo del servizio, nel rispetto della legislazione vigente e della dignità professionale.

 


 

Oggi è unanimemente riconosciuto che la professione bibliotecaria è praticata non solo da bibliotecari che operano "internamente" a un ente/istituzione ma anche da bibliotecari che operano come "esterni" di un'istituzione e per più istituzioni.

La concezione che il bibliotecario è solo quello di ruolo, preferibilmente in un ente pubblico, è superata da una realtà professionale, che verifichiamo quotidianamente, in cui in una medesima biblioteca operano spesso i bibliotecari "interni" (sia strutturati che non strutturati quali il personale con contratti di collaborazione, con incarichi professionali, con contratti a tempo determinato) e i bibliotecari "esterni", definiti talvolta impropriamente bibliotecari "privati".

Il bibliotecario esterno si qualifica come un bibliotecario che ha avuto e ha un percorso lavorativo diverso, avendo scelto, alcuni quasi trent'anni fa, di offrire servizi bibliotecari ed esercitare la professione bibliotecaria, non in modo esclusivo all'interno e per un solo ente, ma liberamente sul mercato e in società (cooperativa, srl, snc ecc.) con altri bibliotecari.

Questo particolare percorso lavorativo ad alcuni è sembrato e sembra particolarmente arricchente e stimolante in quanto caratterizzato dalla molteplicità di esperienze, dalla varietà del lavoro, dalla dinamicità, dall'autonomia organizzativo-gestionale, dall'imprenditorialità.

All'interno della propria azienda il bibliotecario esterno segue un percorso teorico e pratico di formazione alla professione, si colloca in un profilo professionale (catalogatore, addetto al reference, alle attività di animazione/promozione della lettura, alla formazione), ha la continuità lavorativa, fa carriera e si aggiorna.

In un'azienda privata infatti l'aggiornamento professionale dei singoli e della stessa struttura è vitale, in quanto strumento indispensabile per poter essere competitivi.

Il bibliotecario di un'azienda bibliotecaria non è solo un esecutore di servizi ma si qualifica anche come un partner con cui progettare e mettere a punto i più diversi interventi. Infatti per il know-how che gli deriva dalla particolare esperienza professionale, ha grande capacità di soluzione dei problemi nonché di individuare la più razionale organizzazione per fornire il servizio richiesto "a regola d'arte" ottimizzando tempi, risorse e costi.

Il bibliotecario esterno è anche un veicolatore di conoscenza, in quanto alla sua conoscenza somma le conoscenze di tutti i bibliotecari con cui ha lavorato e interagito e di tutte le diverse esperienze che l'impresa cui appartiene ha realizzato.

Un'azienda che opera nel settore delle biblioteche può essere quindi un ambito strutturato di lavoro, con ampi spazi di crescita e confronto professionale.

Il quadro professionale in cui operano il bibliotecario "interno" e il bibliotecario "esterno" è il medesimo. Condiviso quindi il Codice deontologico, inteso come norme etiche che orientano e guidano nella professione e che qualificano la nostra professione nella società.

Il Codice deontologico AIB <http://www.aib.it/aib/cen/deocod.htm> cui si deve attenere il bibliotecario (sia Interno che Esterno) elenca tre doveri:

  1. verso l'utente: libertà, obiettività, esaustività, imparzialità, riservatezza dell'informazione;
  2. verso la professione: consapevolezza della mission, competenza tecnico-scientifica e aggiornamento;
  3. verso i documenti e le informazioni: tutela, valorizzazione, trasmissione dell'informazione e dei documenti.

Per noi bibliotecari di aziende sarebbe doveroso comprendere nel Codice oltre gli aspetti etici cogenti la professione anche quelli del "lavoro" in quanto tra loro strettamente connessi. Questi ultimi li possiamo definire come doveri o meglio responsabilità:

  1. verso i colleghi: correttezza, lealtà, collaborazione, rispetto delle norme etiche;
  2. verso l'organizzazione del lavoro: rispetto del profilo professionale, conoscenza e rispetto delle disposizioni di legge dello specifico ambito lavorativo.

Come posso fornire un servizio di qualità in presenza di personale non adeguato professionalmente al ruolo, oppure non correttamente inquadrato, oppure sottopagato o precarizzato?

Per molte aziende private la qualità del servizio erogato grazie all'attività di formazione, coordinamento e controllo dei lavori e dei relativi processi, non può non comprendere la lotta al precariato e la corretta applicazione della normativa del lavoro per il proprio personale, il cui costo rappresenta l'80/90% del fatturato. Il personale è il capitale delle aziende bibliotecarie.

E qui andrebbe introdotta una distinzione, non formale ma sostanziale, tra le aziende che sono fondate, costituite e dirette da bibliotecari e specialisti dell'informazione e aziende private che operano nei diversi comparti dei servizi tra cui appunto le biblioteche.

Ed è proprio per tutelare e valorizzare queste aziende di bibliotecari che è nata nel 1996, l'associazione AsPIDI (Associazione per le imprese di documentazione e informazione).

Le imprese bibliotecarie che vi aderiscono (art. 6 dello Statuto, <http://www.aspidi.it/statuto.htm>) all'atto dell'iscrizione devono presentare un impegno scritto, ovvero Dichiarazione di intenti, a rispettare i seguenti comportamenti deontologici: «1. curare la formazione e l'aggiornamento professionale dei rispettivi operatori; 2. prevedere una figura di controllo e revisione dei lavori effettuati dalla propria società; 3. applicare correttamente la normativa vigente nei rapporti di lavoro con i propri soci e dipendenti».

Purtroppo la correttezza riguardo agli obblighi di legge sul lavoro non sempre è praticata non solo da società private ma anche da enti pubblici, sia nei contratti che direttamente attivano con il personale sia nelle modalità di esternalizzazione dei servizi.

In Italia abbiamo due tipologie di rapporti di lavoro: lavoro autonomo e lavoro dipendente, caratterizzati il primo dall'autonomia di gestione dell'attività, dei tempi, dell'organizzazione e delle modalità del lavoro e il secondo sottoposto a vincoli funzionali di subordinazione, disciplinari e di controllo. A queste due tipologie corrispondono per il lavoro autonomo i contratti: co.co.pro. finalizzato a un progetto, occasionale di durata e importo limitato, contratti professionali per i detentori di partita IVA o iscritti ad albi, per il lavoro subordinato i contratti collettivi nazionali del lavoro (CCNL).

Se articoliamo il quadro normativo sommariamente delineato al mondo del lavoro bibliotecario appare evidente che ad alcuni servizi bibliotecari corrisponde una e una sola tipologia di lavoro mentre diversi possono essere i contratti.

Ad esempio i servizi di reference e di distribuzione libraria, in quanto caratterizzati da orari e subordinazione funzionale, devono essere gestiti da personale dipendente che deve essere inquadrato in un CCNL, mentre altri interventi (ad esempio la catalogazione e ordinamento di un fondo archivistico bibliografico) se caratterizzati da libertà organizzativa e di orari possono configurarsi come lavoro autonomo e possono quindi dar luogo a contratti a progetto e professionali.

Purtroppo molte amministrazioni pubbliche in questi anni hanno largamente utilizzato e utilizzano in modo improprio i contratti di lavoro autonomo, oppure hanno bandito o bandiscono gare d'appalto in cui non è previsto l'obbligo da parte dell'appaltatore del rispetto della normativa sul lavoro, oppure, pur essendo previsto, è nella sostanza eluso da basi d'asta al di sotto del costo del lavoro.

È veramente urgente, data l'ampiezza del fenomeno, definire linee etiche di comportamento proprie della comunità bibliotecaria.

Fornisco un dato: in Italia sono stati esternalizzati dal maggio 2005 all'ottobre 2006 servizi bibliotecari mediante gare pubbliche per un importo di 29.045.152,05 euro, pari a una media di euro 1.815.322,00 al mese. A quante ore di personale esterno corrispondono? Considerando che una parte di servizi appaltati talvolta è comprensiva della fornitura di strumentazione e di servizi non propriamente bibliotecari (ad esempio, trasporto volumi, traslochi, digitalizzazione ecc.) non siamo lontani dal vero se affermiamo che sono state richieste oltre un milione di ore a bibliotecari di aziende di servizi.

Se a queste cifre potessimo sommare i servizi erogati tramite trattative private a quanto arriveremmo?

È nell'interesse dell'intera comunità bibliotecaria definire un sistema di regole e buone prassi perché l'esternalizzazione dei servizi avvenga sotto il segno della qualità e del rispetto delle normative.

Un contributo importante è stato dato dall'Osservatorio lavoro dell'AIB con le proprie Linee guida sui requisiti di qualificazione dei gestori in esterno, in cui si sottolineava l'importanza dell'aspetto qualitativo che deve e può avere un servizio esternalizzato e quindi della necessità di individuare indicatori e misuratori di qualità, e di scegliere come criterio di valutazione delle offerte quello economicamente vantaggioso (che pesa qualità e prezzo) in luogo di quello del ribasso, basato solo sul prezzo.

Da qui partirei per andare avanti, per creare nuovi punti condivisi dalla comunità bibliotecaria, anche se per la difficoltà del paese Italia sappiamo che sarà una battaglia durissima quella della difesa del concetto della qualità in luogo dell'economicità.

L'affidabilità del partner cui esternalizzare un servizio è fondamentale. Esternalizzare vuol dire riflettere su:

  1. cosa esternalizzare (quali servizi e/o quali attività);
  2. come esternalizzare (individuare la forma di gara più appropriata, costruire il capitolato tecnico e quindi definire lo standard del servizio e le modalità di misurazione del servizio erogato);
  3. con chi esternalizzare (quali caratteristiche di affidabilità per l'esecuzione di quel servizio il partner deve avere e quindi quali i criteri e le misure per individuarlo);
  4. come determinare la base d'asta, in modo che il prezzo sia congruo.

Riguardo al terzo punto (individuazione dei criteri di scelta del gestore esterno) ci sembra di particolare interesse la griglia studiata da Legacoop e ANCST (Associazione nazionale delle cooperative di servizi e turismo) dell'Emilia-Romagna riguardo ai criteri di qualificazione degli appalti pubblici nel settore dei beni culturali. Ed è per questo che AsPIDI ha deciso di promuoverlo presentandolo in questa sede alla discussione di tutti i bibliotecari italiani.

Requisiti
Indicatore
Fonti
  • Standard
Generali e normativi
1. Ammissibilità e iscrizione a registro prof.le o commerciale
Norme generali e art. 38-39 D-EU
  • Assenza di esclusioni
  • Iscrizione CCIAA
2. Rispetto norme di legge in materia di contratti, contribuzione e sicurezza
Norme di legge, regolamenti e art 40 D-EU
  • Applicazione CCNNL
  • Regolarità versamenti contributivi
  • Applicazione norme privacy -riservatezza
  • Applicazione norme sicurezza (DL626)
Economici e finanziari
3. Solidità economica, patrimoniale e finanziaria
Norme, consuetudine, artt 40, 41 D-EU
  • Dichiarazioni bancarie
  • Bilancio ultimi 3 anni
  • Fatturato aziendale ultimi 3 anni
Strutturali
4. Certificazioni
Norme, principi generali e art 40, 41, 43 D-EU
  • Bilancio sociale, ambientale, bilancio, ....
  • Certificazione di qualità ISO 9000
  • Altri titoli o qualificazioni
5. Know-how ed esperienza
Norme, principi generali, consuetudine, art 42 D-EU
  • Curriculum aziendale
  • Struttura organizzativa (ruoli e responsabilità)
  • Network territoriale
  • Dotazioni strutturali e tecnologiche
Operativi e gestionali
6. Capacità organizzativa
Art. 5, 42 D-EU Norme e princìpi generali
  • Servizi gestiti e fatturato di settore
  • Rapporti funzionali e responsabilità in caso di sub-appalto, avvalimento,....,
  • Schema organizzativo del servizio
7. Capacità operativa e tecnologica
Art. 5, 42 D-EU Norme e princìpi generali + specifiche a cura ambiti di settore (Musei, Biblioteche, archivi storici, ...)
  • Metodologie di selezione, formazione, gestione e coordinamento r.u.
  • Profili professionali, competenze, nr risorse (prestatori servizi, dirigenti, resp operativi)
  • Tecnologie (archiviazione, ticketing,...), strumenti ed equipaggiamenti specifici, ....
  • Processi di erogazione
  • Rapporti con il pubblico
8. Qualità
Art. 40, 43, 44, 45
  • Metodologie e strumenti controllo qualità e monitoraggio soddisfazione cliente
  • Modalità di reporting e rendicontazione
Innovatività
9. Progettazione e sviluppo
Norme e princìpi generali
  • Strumenti di ricerca, studio e innovazione di servizio, prodotto, processo
  • Capacità attivazione servizi integrati, aggiuntivi e complementari, ....
  • competenze e profili R&D
  • Modalità e strumenti monitoraggio qualità

Riguardo infine al criterio per individuare nelle gare una base d'asta che sia congrua e corrispondente alla professionalità dei lavoratori, come AsPIDI, richiamiamo le prescrizioni previste dalla legge 327/2000 (c.d. Legge Salvi) sull'obbligatorietà del rispetto del costo del lavoro.

Gli enti appaltanti sono infatti «tenuti a valutare che il valore economico sia adeguato e sufficiente rispetto al costo del lavoro come determinato periodicamente, in apposite tabelle, dal Ministro del lavoro e della previdenza sociale <http://www.welfare.gov.it>, sulla base dei valori economici previsti dalla contrattazione collettiva stipulata dai sindacati comparativamente più rappresentativi, delle norme in materia previdenziale ed assistenziale, dei diversi settori merceologici e delle differenti aree territoriali».

Sempre nella legge citata, si prevede inoltre che, come nel caso del nostro comparto, «in mancanza di contratto collettivo applicabile, il costo del lavoro è determinato in relazione al contratto collettivo del settore merceologico più vicino a quello preso in considerazione».

In mancanza di un CCNL dei bibliotecari, le aziende aderenti ad AsPIDI si sono orientate su una rosa di contratti inerenti l'ambito dei servizi (ci sono aziende che applicano per i lavori di biblioteca il contratto del portierato), quali il CCNL Servizi integrati/Multiservizi (che è stato nel 2003 sottoscritto dalle centrali cooperative e che contempla servizi di biblioteca), il CCNL delle cooperative sociali che comprende servizi di tipo educativo, il CCNL del commercio e del terziario e il contratto di Federculture.

Essendo contratti per servizi non bibliotecari le aziende aderenti ad AsPIDI hanno al proprio interno definito i diversi profili bibliotecari al fine di adeguarli ai livelli previsti nei CCNL adottati. Sarà comunque necessario affrontare questo tema in una tavola di discussione con l'AIB.

Dall'esame delle tabelle prodotte dal Ministero per questi contratti si possono avere delle indicazioni sul costo del lavoro. A titolo esemplificativo presentiamo le tabelle del CCNL Servizi integrati, CCNL Cooperative sociali e quella del CCNL del Commercio e Terziario aggiornata degli aumenti previsti dalla revisione del contratto.

Al costo del lavoro, così individuabile, vanno però sommati i costi aziendali, quali

  1. costi della struttura (affitto uffici, luce, riscaldamento, attrezzature informatiche, personale di amministrazione);
  2. adempimenti di legge (tasse, leggi 626 privacy);
  3. costi aggiuntivi del costo del lavoro (scatti di anzianità, incentivi);
  4. formazione;
  5. utile di impresa.

Su tutte queste tematiche le società aderenti ad AsPIDI danno la propria disponibilità a partecipare in modo attivo al dibattito, al confronto e all'elaborazione di eventuali documenti programmatici.


Copyright AIB 2007-11-23, a cura della Redazione AIB-WEB.
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