Nell’ambito del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, istituito dalla legge 400/1988, è stata allestita da alcuni anni una biblioteca specializzata che ha ereditato una parte del patrimonio di una precedente biblioteca, che faceva parte dell’allora Direzione generale delle Informazioni, dell’Editoria e della Proprietà letteraria, artistica e scientifica della Presidenza del Consiglio ed era caratterizzata da un taglio di fatto "generalista" .

La biblioteca attuale è stata invece impostata con criteri più "mirati" e comprende varie raccolte: 1.Testi di consultazione e grandi opere, 2. Segmento specializzato in tematiche afferenti all’informazione, ai mass media, alla comunicazione pubblica e relative a vari ambiti dello scibile, a causa del carattere multidisciplinare di tali argomenti (comprende monografie e periodici), 3. Raccolta di pubblicazioni edite dal Dipartimento (e dalle strutture che lo hanno preceduto), frutto di attività redazionale propria o di collaborazione con altre istituzioni ( produzione – in parte monografica, in parte seriale - riconducibile in prevalenza alla c.d. "editoria pubblica", con la presenza però anche di non poche pubblicazioni ufficiali e di qualche esemplare di letteratura grigia), 4. Raccolte minori ( letteratura professionale, testi di argomento giuridico-amministrativo, politico, storico), 5. Emeroteca.

La biblioteca, che fa parte dell’Ufficio per il coordinamento delle attività di informazione e comunicazione pubblica e in particolare del Servizio per la pubblicità e le pubblicazioni, svolge, tra non poche difficoltà (soprattutto di carattere organizzativo e gestionale), il suo compito di biblioteca servente dell’istituzione: la sua finalità prevalente è infatti – come per le altre biblioteche di strutture pubbliche - quella di soddisfare le esigenze informative dell’Amministrazione. Tuttavia, in questi anni, essendo accessibile anche al pubblico esterno, la biblioteca è di fatto divenuta un valido e apprezzato punto di riferimento per un’utenza professionale e di ricerca nell’ambito delle scienze della comunicazione (laureandi, dottorandi, ricercatori, giornalisti, dirigenti di società editrici, sociologi ), proveniente spesso anche da altre città.

Ciò è possibile anche grazie alla fattiva collaborazione con gli altri uffici del Dipartimento, specialmente con l’URP, il settore pubblicazioni, il settore pubblicità, nonché per l’accurata selezione delle novità editoriali, per la costante attività di reference qualificato e "mirato" fornito al singolo utente (che include naturalmente la consulenza bibliografica e normativa sugli argomenti indicati) e per la presenza di pubblicazioni e contenuti informativi altrove difficilmente reperibili o magari introvabili.

Vorrei accennare, a questo punto, all’iniziativa, sorta in seno al gruppo di lavoro costituito dai bibliotecari delle istituzioni e amministrazioni pubbliche sotto l’egida della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari dell’Università La Sapienza di Roma e dell’AIB – Lazio, relativa alla redazione di un questionario sull’utenza di tali biblioteche, che in corso di realizzazione ad opera di un gruppo di studio di cui fanno parte Cecilia Arena, Serena Benedetti, Alessandra Cornero, Giuliana Costantini, Anna Maria Pellino, e di chi vi parla. La stesura del questionario è stata quasi completata e tra poco si potrà sottoporla all’approvazione del gruppo di lavoro per poi passare all’invio alle biblioteche interessate. Dopo l’analisi e l’elaborazione dei dati si procederà alla pubblicazione di un agile volume simile a quello già realizzato sui siti web delle biblioteche e le carriere del personale.

E’auspicabile che tale iniziativa contribuisca ad offrire un’occasione di nuovo slancio alle biblioteche di istituzioni e amministrazioni pubbliche (considerate come luogo privilegiato di servizio e di qualificata intermediazione informativa a beneficio del cittadino-utente) e fornisca l’opportunità di una nuova consapevolezza per le amministrazioni stesse e per il personale che vi presta servizio.

Per rendere più realistico l’obiettivo di un miglior funzionamento delle nostre biblioteche, in una fase non facile, che rispecchia peraltro la crisi delle amministrazioni di appartenenza, occorre, a mio avviso, riuscire a proporre la nostra attività, la nostra professionalità, il patrimonio da noi custodito, i servizi da noi erogati come una risorsa capace di offrire alle istituzioni stesse l’opportunità di un’evoluzione nei rapporti con il cittadino, un nuovo prestigio agli occhi del mondo esterno e specialmente degli utenti - che sono anche contribuenti- e soprattutto è necessario cambiare il rapporto con gli alti vertici amministrativi e con le strutture che decidono l’assegnazione del personale, degli stanziamenti, dei beni strumentali e che troppo spesso vedono la biblioteca come un problema o un ufficio puramente decorativo e perciò superfluo. E’ inoltre fondamentale l’attenzione alle esigenze effettive del proprio bacino di utenza, per orientare opportunamente e senza sprechi le scelte gestionali, evitando l’adozione di criteri troppo astratti o ispirati a mode effimere. Tutto ciò comporta che il bibliotecario, oltre a curare il suo aggiornamento professionale, acquisisca una mentalità più aperta agli stimoli e ai dibattiti del mondo della cultura e della ricerca e ad una concezione dell’amministrazione pubblica incentrata sul servizio.