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51. Congresso nazionale AIB

AIB2004

Giovedì 28 ottobre 2004
ore 11,30-13,30
Roma EUR, Palazzo dei congressi
Sala Palatino


Seminario AIB-WEB-7: parte prima

Repertori digitali: una cooperazione possibile?

a cura di SegnaWeb e della Redazione di AIB-WEB


Repertori digitali: una cooperazione possibile?
Contributi

A cura di Luciana Cumino


FABRIZIA BENEDETTI – Biblioteca Sala Borsa di Bologna

I repertori di risorse digitali di livello generale e locale, sono strumenti essenziali non solo per gli utenti ma per gli operatori di reference: questo mi porta a sostenere che la parte di lavoro speso per la loro creazione debba essere considerata una attività ordinaria.

Il repertorio di risorse generali e in parte locali di Sala Borsa è nato da un progetto istituzionale tutto interno: non abbiamo concretizzato una collaborazione con Segnaweb, né con altri repertori di livello locale, semplicemente perché Segnaweb era una esperienza avviata e non era facile inserirsi in corso d'opera in una redazione con ruoli e ambiti tematici già definiti.

Il livello della possibile cooperazione d’altra parte non è semplice da definire e non è a senso unico. Deve essere di livello personale o di livello istituzionale? Se lavorare per la costruzione di un repertorio di risorse può entrare in modo trasparente tra le mansioni ordinarie come lo è l’acquisizione di risorse a stampa, allora può anche esserci spazio per un riconoscimento istituzionale, mentre la collaborazione volontaria del singolo, può correre il rischio di diventare occasionale.

Ci sarebbe bisogno di fare maggiore chiarezza, soprattutto se c’è bisogno di progettare lo sviluppo della cooperazione anche su altri terreni.

Un aspetto di una possibile nuova cooperazione che mi sta molto a cuore, come Elena Boretti ha sottolineato, è la creazione di un motore di ricerca, strumento che ritengo indispensabile per collegare tra loro i diversi repertori (Segnaweb e altri come Segnaweb) e per rendere più efficace il recupero delle informazioni anche nel lavoro a banco e per il reference digitale. Uno strumento di questo tipo, a maggior ragione, potrebbe essere una risorsa da promuovere e sostenere economicamente anche a livello istituzionale.

Sottolineo ancora che lo sviluppo di questi strumenti potrebbe richiedere altre forme di cooperazione, in analogia con quanto sperimentato ad esempio, per l’acquisizione di risorse digitali: se si istituiscono consorzi per l’acquisto, sarebbe possibile anche ipotizzare la nascita di accordi per finanziare, ad esempio, lo sviluppo e la realizzazione di un motore di ricerca di interesse e di utilizzo collettivo.

Sarebbe necessario inoltre che si affermassero indirizzi utili alla pianificazione e alla progettazione. Mi riferisco, ad esempio alla disponibilità di Linee guida per lo sviluppo dei repertori generali e locali, con indicazione operative a garanzia di omogeneità e qualità: requisiti, standard di descrizione e classificazione, ordinamento, tipologia di abstract, livelli di aggornamento. Anche questo dovrebbe essere parte integrante del progetto di cooperazione.

Anche i repertori di risorse locali possono diventare una nuova occasione di cooperazione, perché sono uno strumento di ricerca fondamentale e sarebbe decisivo avere a disposizione un repertorio dei repertori locali. Proprio perché sono ancora così poco diffusi, è il momento adatto per ragionare sulla loro organizzazione, sul livello territoriale più opportuno, sul tipo di risorse da inserire. Sappiamo per esperienza che queste scelte non sono scontate, non lo sono mai state nemmeno per la raccolta locale in genere. Come per le raccolte a stampa non è da poco decidere cosa è locale o di interesse locale e cosa non lo è, quali risorse informative selezionare, quale rapporto mantenere con altri repertori spesso già organizzati dalle reti civiche. E infine: sono utili solo le risorse istituzionali o bisogna confrontarsi con le tante e importanti risorse tematiche e fattuali, come le banche dati di interesse locale, presenti sui portali degli enti locali ai diversi livelli territoriali?

PIERO CAVALERI – Libera Università di Castellanza (VA) e rappresentante per il DFP

Sono qui sia come partecipante a Segnaweb che a DFP, cercherò di sintetizzare i due ruoli, ma soprattutto mi interessa ragionare insieme su cosa abbiamo fatto e su cosa possiamo ancora fare in Segnaweb, che cosa potrebbe essere la collaborazione e cosa potrebbe ancora significare.

Un primo punto da chiarire è che Internet è un sistema complesso che si auto-organizza, per cui dire che Internet è una struttura senza ordine non è proprio corretto. Ha dei suoi ordini interni che sono di necessità plurali e non organizzati in un’unica struttura ad albero, proprio per la sua complessità. Si espande e si modifica continuamente, ma ormai a distanza di 10 anni circa ci sono delle strade, dei sentieri, dei punti fissi che magari si spostano proprio a causa della struttura magmatica di Internet. E’ evidente che questo tipo di organizzazione decentrata richiede pluralità, per cui anche a livello di costruzione di repertori italiani costruiti da esperti dell’informazione, il fatto che siamo e saremo di fronte a una pluralità di iniziative che in parte si sovrappongono, non dobbiamo considerarlo come un limite, ma una ricchezza. Quindi nessuno scandalo se dieci bibliotecari in Italia classificano la stessa risorsa. Chiaramente siti come il Parlamento Italiano finiranno in molti repertori con carattere diverso e punti di vista diversi, perché centrali nello snodo della vita civica ed economica dei cittadini italiani.

Come può Segnaweb stabilire dei rapporti con altre realtà che si occupano di redazione di repertori? Anche qui dobbiamo rispondere: in molti modi diversi, perché ci troveremo in realtà tra loro diverse. Le decisioni relative ai rapporti isituzionali tra Segnaweb e l’ente non può deciderle Segnaweb a priori, dipendono ogni volta dalla realtà con cui ci si confronta. Quindi anche casi di volontarismo da parte di bibliotecari che non possono offrire il loro aiuto in altro modo non possono essere esclusi, non possiamo dare un modello proprio perché la realtà è troppo varia.

Un sito locale può essere qualcosa di estremamente limitato, Segnaweb può dargli visibilità e questo è il valore aggiunto che può offrire. Il fatto che siamo qui in tanti, che Segnaweb si trova nel sito AIB, che ormai ha una sua dimensione che garantisce una certa durata, può portare questo vantaggio a tutti coloro che decideranno di collegarsi, come se fosse una vetrina. Infatti io partecipo a Segnaweb pur lavorando ad un repertorio di siti di economia, inserendo risorse che, se ritenute utili, inseriamo anche in Segnaweb.

Il discorso è stato diverso con DFP che è parte integrante del sito AIB. Qui le proposte di riorientarci e riorganizzarci ci sono e stiamo discutendo su cosa non possiamo eliminare come tasso di pubblicazione e quale caratteristica darci. In questo caso stiamo arrivando alla scelta di focalizzare l’attenzione non sui siti ma sui documenti, come strumento informativo unitario ed identificabile. Questo però è un atto interno a DFP che possiamo fare come atto evolutivo, perché abbiamo un passato che non possiamo buttare, e occorre inoltre orientare la nostra utenza consolidata verso questo nuovo modo per non avere passaggi traumatici. Dall’altra parte c’è l’inerzia dell’organizzazione: chi ha fatto alcune parti del sito DFP tende a mantenere la struttura esistente.

La collaborazione è il valore fondamentale, può essere istituzionalizzata, ma è collaborazione perché si tratta di persone, gli enti si scambiano soldi od oggetti, ma non collaborano, la collaborazione è un’attività antropologica e non organizzativa. Segnaweb sta promuovendo il locale perché è l’unico modo per conoscere certe cose: per decidere se un sito è rilevante su determinate realtà è il locale che è in grado di farlo. Segnaweb in questo senso può diventare un incrocio, un posto che conduce ad altre parti, che deve avere poca resistenza. L’ideale per noi è che l’utente entri ed esca ancora più velocemente perché ha trovato la strada giusta. I repertori dovrebbero essere questo, avere come proprio fine non quello di trattenere l’utente, ma essendo indici dovrebbero trattenere l’utente il meno possibile, non come i portali che invece vogliono fermare l’utente in tutti i modi possibili. Un repertorio locale deve contenere le informazioni rilevanti per la singola realtà non solo per il territorio stesso, ma per farle conoscere a tutti, con una visione universalistica. Già una dimensione come la regione Lombardia è troppo estesa, è il micro che dovrebbe emergere perché le persone lo vivono come esperienza del mondo reale.

Segnaweb adesso è ancora Segnaweb 1, ma la mente è già per Segnaweb 2, non tanto dal punto di vista tecnologico, quanto per i contenuti.

CARLO FAVALE – Biblioteca dell’Università di Trento

Sono sempre molto contento di partecipare ad iniziative rivolte ai bisogni degli utenti, e non parlo a caso di bisogni anziché di user satisfaction perché, mentre la user satisfaction va soltanto verso le esigenze esplicitate dall’utente, i bisogni sono anche quelli che l’utente non sa di avere. Strumenti come Segnaweb e altri di carattere formativo servono proprio a fare emergere anche questi bisogni più nascosti.

Nell’ambito della nostra biblioteca io ho sviluppato un Virtual Reference Desk che si chiama "Internet per gli umanisti" che intende rivolgersi alle esigenze degli utenti del nostro polo umanistico-letterario, è uno strumenti specialistico in quanto limitato agli interessi della facoltà di lettere, però nell’ambito della facoltà è anche generalista. La nostra biblioteca è stata aperta fin dall’inizio a tutti gli utenti, italiani ed esteri, per cui questa mia attenzione ai bisogni degli utenti avvenuta in un ambiente di apertura mi fa vedere molto favorevolmente una collaborazione con Segnaweb. In che modo? Non lo so, spero emerga da questa discussione. Penso che una collaborazione tra Segnaweb e i repertori delle biblioteche specialistiche possa avvenire tramite un indirizzamento di Segnaweb verso altri siti specialistici, oppure potrebbe essere un’integrazione strutturale all’interno di Segnaweb.

Il nostro VRD necessita di una ristrutturazione, ma aspetterò di vedere come evolve questo progetto e di capire come integrarci con delle regole comuni e strutturate.

Sul fatto che gli utenti dovrebbero uscire al più presto da Segnaweb, come sottolineato precedentemente dal collega, io ho notato che non è così semplice, perché guardando come si comportano gli utenti, se non trovano quello che cercano assumono un atteggiamento attivo nei confronti della produzione, cioè si mettono in contatto per cercare aiuto attivando un vero servizio di reference o di consulenza in remoto. Io credo che questo probabilmente avverrà con una diffusione maggiore di Segnaweb, quindi sarà il caso di pensarci in tempo e adeguatamente, eventualmente collegando a Segnaweb la possibilità di un reference on line.

Sono d’accordo con l’idea di un motore di ricerca integrato, concordo sul concetto di micro-locale perché è importante sia dal punto di vista sociale che scientifico, perché moltissimi non conoscono il proprio patrimonio, non solo quello storico e artistico, ma anche economico, naturalistico, etc... Oltretutto è anche molto utile dal punto di vista scientifico perché fornisce materiale per le tesi di laurea e ricerche che ne possano derivare. Se Segnaweb si fa promotore di siti del genere fa opera molto degna.

GIANFRANCO BETTONI – Sistema Biblioteca Ovest Mantovano di Viadana

Spero che il mio intervento non sia considerato uno spot, ma semplicemente la condivisione di un’esperienza che è avvenuta all’interno della biblioteca e che si è espansa all’esterno diventando più privata che pubblica, pur mantenendo la sede fisica del servizio all’interno della biblioteca comunale di Viadana. Con l’esperienza acquisita in questi anni non possiamo non collaborare ad un’iniziativa come quella di cui qui si discute. L’esperienza è quella di Itineroteca Ulisse, che si occupa di catalogazione tramite spoglio delle riviste di viaggi e non solo (da Airone a Bell’Italia, da Archeo a Meridiani, dal National Geographic e Bell’Europa, Itinerari e luoghi ed altri periodici di cultura geografica); distribuita da quattro anni su CD ROM e ora anche in rete. Dal 2000 si catalogano anche i siti web che queste riviste selezionano. E’ una forma di catalogazione per citazione, ed anche una forma di controllo nel tempo della validità contenutistica di questi siti. Le due strade, telematica e bibliografica, si incontrano e si intersecano, anche perché un sito citato più volte, soprattutto se istituzionale come quelli dei parchi, musei, aziende pubbliche di turismo, regioni, province, comuni, ha normalmente una maggiore pregnanza informativa e documentale. I siti citati sono quindi collegati ad un repertorio bibliografico. Da questo lavoro di spoglio ormai ventennale è nato un proficuo rapporto con gli editori, attraverso i quali vengono venduti ai lettori gli indici su Cd-Rom e ora gli accessi a pagamento al sito web con l’indicizzazione delle riviste.

Questo tipo di lavoro comporta necessariamente dei costi di gestione ed è il motivo per cui è diventato privato, consolidando in tal modo un gruppo di lavoro che gestisce un repertorio con un linguaggio controllato.

La collaborazione che potremmo attuare è questa: il sito web di Itineroteca Ulisse potrebbe essere messo a disposizione di Segnaweb qualora vi fossero analoghe collaborazioni. Considerando che questo prodotto è diventato privato proprio per potersi mantenere per il pubblico, occorre porsi il problema di come creare delle sinergie interne, ma anche di come recuperare delle economie, tenendo conto che produrre e mantenere l’informazione ha un costo e qualcuno lo deve sopportare. Se non ci poniamo subito in quest’ottica rischiamo di rimanere ancorati ad un volontarismo sporadico.

<www.ulissenet.it> per trovare l’elenco delle riviste con gli indici in linea e quello sitografico collegato

ALESSANDRO ROSSETTO – Biblioteche Civiche Torinesi

Ho discusso con la redazione il contenuto di questo mio intervento. Riguardo gli argomenti che sono stati affrontati da questo seminario, come il tema istituzionale, posso indicarvi come il nostro direttore Paolo Messina abbia subito risolto la questione: la nostra collaborazione a Segnaweb è stata formalizzata ufficialmente e si è creato un gruppo di lavoro di 5 persone che si occupa in modo ufficiale del progetto. Il secondo punto che mi preme sottolineare riguarda il tema della cooperazione: recentemente in un incontro organizzato dalla Sezione Piemonte dell’AIB è stato citato Segnaweb come esempio di cooperazione in remoto che mette in condivisione una serie di risorse che difficilmente sarebbe possibile mettere in risalto in altro modo.

Per quanto riguarda il rapporto con i repertori locali, noi disponiamo sul nostro sito di una sezione denominata "Puntatori utili" che è suddivisa al suo interno nelle classiche materie istituzionali (ambiente, economia, lavoro, turismo), con una serie di link di orientamento e di carattere informativo di vario genere. All’interno dei "Puntatori utili" è stata creata una sezione dedicata al Piemonte: nella creazione di questa sezione ci siamo posti il problema della copertura geografica da affrontare, in modo da relazionarci con le altre risorse della città. Abbiamo pensato di concentrarci maggiormente sulla parte dedicata a Torino perché garantire una copertura regionale è impresa complessa e in parte già svolta da altre biblioteche piemontesi, con cui siamo in contatto. Esiste un forte collegamento con la redazione del web della città che cura una parte di sito che si chiama "ToWeb", la cui integrazione è un obiettivo possibile.

Inoltre la redazione web ha cercato di "segnawebbizzare" un po’ le nostre risorse, mettendo a titolo di esempio, delle piccole descrizioni dei siti selezionati, anche se non utilizziamo gli stessi strumenti che consentono gli inserimenti semplici ed automatici di Segnaweb. Quindi il linguaggio e la struttura sono molto più liberi, senza rigorosi controlli di descrizione.

Quando Elena chiede se è utile lavorare sui repertori locali, la nostra risposta è indubbiamente positiva: progettare per il futuro una gestione delle pagine web delle biblioteche sempre più simile a quella di Segnaweb, sarà ancora più semplice "federarsi" come repertorio locale ad uno più ampio e general

RENZO BRUN – Servizio Bibliotecario Vicentino

Sono nello staff redazionale di Segnaweb fin dall’inizio. Abbiamo un nostro VRD generalista con una discreta contaminazione locale che si chiama "Eureka". Molti punti di cui volevo parlare sono stati già ampiamente trattati, però vorrei spendere ancora qualche parola in più per sottolineare la bontà della cooperazione. Quando Elena Boretti ha proposto la creazione di un VRD di carattere nazionale diceva che probabilmente sarebbe stata una scommessa sulla collaborazione e sulla cooperazione a distanza fra i bibliotecari. La cosa mi sembra ampiamente avvenuta e la cooperazione anche in ambito tecnologico non può non esserci.

Per quanto riguarda l’istituzionalizzazione della collaborazione a Segnaweb, secondo me ha parlato bene la collega di Sala Borsa nel porre la questione. Il dott. Cavaleri ha detto la sua e in qualche modo ha fatto intravedere che ognuno si arrangi come meglio può, sperando però che tutte le biblioteche trovino però la situazione delle biblioteche torinesi, dove un direttore come Paolo Messina, sensibilissimo a queste cose, accetta immediatamente e pone sul piano lavorativo il tempo da dedicare a questa attività. Ma questo non avviene per tutte le biblioteche, anzi, e io parlo per il Vicentino che conosco molto bene, noi abbiamo quattro collaboratrici che sono in grossissime difficoltà per arrivare ad istituzionalizzare questa collaborazione. Avremmo bisogno di una parola dall’alto, non so da quale istituzione, che arrivi a formalizzare questo tipo di richiesta. Non so come, ma si può pensare ad una soluzione, perché non tutti possono disporre del loro tempo libero come vogliono, alcune colleghe sono sposate con figli e impegnate nelle loro famiglie e non hanno il tempo di dedicarsi ad altro. A parer mio, questi sono lavori che hanno un forte ritorno anche per le singole biblioteche, quindi non vedo perché questa partecipazione non debba essere istituzionalizzata. Occorre trovare delle soluzioni.

La proposta di un motore di ricerca trasversale è molto interessante, bisogna sentire gli esperti per capire se è possibile realizzare questo progetto. Concordo con quanto detto da Cavaleri: iniziamo con un Segnaweb 2, dove il locale comincia ad avere una sua visibilità. Vorrei ricordare che per definizione del manifesto UNESCO la biblioteca è il centro informativo locale che deve essere disponibile ai propri utenti. E’ importante che anche Segnaweb consideri ciò che è locale. Come realizzarlo, che criteri adoperare, etc.. Sarà probabilmente il lavoro che dovremo fare, però è importante che il locale entri in Segnaweb.

LUCIANA CUMINO – Biblioteca Civica di Cologno Monzese (MI)

Sono qui per portare la voce mia e dei miei colleghi: qualche giorno fa ci siamo riuniti io, Cristina Giavoni che lavora con me come redattrice di Segnaweb, Franco Perini che si è occupato e dovrebbe continuare ad occuparsi della nostra "Guida Pratica alle Risorse Web", e Annalisa Cichella che attualmente è la responsabile del nostro sito web. In questo nostro incontro abbiamo cercato di definire i punti che Elena aveva focalizzato per questo seminario e sono usciti fuori i seguenti argomenti.

La nostra guida alle risorse web, che alcuni di voi conosceranno, è stata negli ultimi tempi trascurata a causa di una riorganizzazione interna. C’è tuttora la volontà di non rinunciarvi, proprio per il successo che ha avuto per la nostra biblioteca e la nostra utenza. Il problema che ci siamo posti è stato quello della relazione del nostro VRD con Segnaweb: attualmente sulla nostra homepage si trovano i link ad entrambi i repertori e ci è sembrata una contraddizione. La nostra guida pratica è strutturata in maniera molto diversa da Segnaweb, come un elenco di siti selezioni ed organizzati per il cittadino (stiamo parlando di circa 400-500 siti), con prevalenza di link sui servizi. Per quanto riguarda il repertorio di siti locali, la nostra amministrazione sta affrontando la creazione di un VRD di risorse di ambito locale: se ne sta occupando in concreto l’URP con cui speriamo al più presto di instaurare una collaborazione (di cui comunque si era già parlato in passato).

Abbiamo cercato di monitorare l’utilizzo di Segnaweb da parte della nostra utenza: un po’ di tempo fa io stessa avevo mandato in lista un messaggio in cui avevo comunicato che Segnaweb si trova come homepage delle dieci postazioni della nostra sala informatica. Tuttavia, nonostante siano state fatte opere di istruzione su questo repertorio, e con questo intendo che noi abbiamo istruito l’Associazione Amici della Biblioteca, un gruppo di anziani nato dal progetto Nessuno Escluso che a loro volta forma altri anziani e categorie svantaggiate, nonostante questi sforzi i risultati non sono stati incoraggianti. E’ vero che sulla nostra homepage il link a Segnaweb c’è più o meno da giugno, però allo stato attuale i collegamenti che sono stati fatti a Segnaweb rispetto a quelli fatti alle nostre Risorse Web sono notevolmente più bassi: io ho dei dati che però non reputo molto attendibili, 126 click contro 41.967, e questo nonostante il nostro repertorio non sia stato quasi mai aggiornato. So che questa non è la sede più opportuna per discutere questi argomenti, sarà sicuramente un tema da affrontare nella riunione di redazione, tuttavia bisogna cominciare a pensare seriamente di stilare statistiche di utilizzo, test di usabilità, fare insomma un po’ il punto della situazione su dove siamo, cosa stiamo facendo e dove stiamo andando.

Un altro elemento che è uscito fuori da un confronto tra Segnaweb e il nostro VRD è che la nostra guida ha più un approccio user-frendly rispetto a Segnaweb. Noi vediamo che Segnaweb, contrariamente a quanto era stato annunciato inizialmente, non si manifesta come un repertorio per i cittadini, ma necessita di un’intermediazione del bibliotecario rispetto invece al nostro che risulta di più facile orientamento per il cittadino e per gli utenti. Noi pensiamo che questo possa essere uno dei motivi per cui Segnaweb non sia stato utilizzato come invece meriterebbe, visti gli sforzi. Segnaweb è comunque ancora in una fase di sviluppo, deve crescere e anche questo è un elemento a sfavore.

Le nostre proposte di collaborazione sono a due livelli: un primo livello, da realizzare nell’immediato (sempre che si condivida l’idea), sarebbe una condivisione reciproca dei link trovati, magari attraverso un’informativa sui link inseriti di recente. Franco Perini, che ha ideato entrambe le proposte, notava proprio che da Segnaweb non è possibile visualizzare i link di nuovo inserimento: la duplicità del lavoro consiste soprattutto nella ricerca e non nella ripetizione dei siti sui vari VRD, quindi un primo inizio di collaborazione con gli altri VDR generalisti esistenti potrebbe essere proprio questo scambio di informazioni sui siti e sulla loro validità. La seconda proposta, a lunga scadenza, è, piuttosto che l’implementazione di un motore di ricerca, la creazione di un database comune in cui tutti i bibliotecari inseriscano le risorse che trovano nel web, con gli elementi di affidabilità che noi tutti richiediamo ad una risorsa di qualità, e che comprenda inoltre la possibilità di personalizzare le interfacce, scegliendo i link più pertinenti alla fisionomia della singola biblioteca e l’interfaccia più idonea al tipo di utenza che la biblioteca serve, un po’ come gli skin che esistono per vari software. Questa potrebbe essere un’idea di sviluppo e di lavoro cooperativo in grado di soddisfare più livelli di utenza e di esigenze.

ALESSANDRO CORSI – Università di Pisa

Mi occupo del ramo "Il mondo delle biblioteche in rete" di AIB-WEB. Una delle prime richieste formulate all’inizio della relazione di Elena sulle esigenze di collaborazione, invocava una sorta di principio di economia per il quale è bene non fare ciò che hanno già fatto gli altri. Anche nello stesso AIB-WEB ci sono sicuramente dei segmenti che si sovrappongono e si raddoppiano (vien dunque fatto due volte), ma con modalità diverse (vien fatto due volte ma non alla stessa maniera). Nel nostro caso, per esempio, alcuni temi presenti ne "Il mondo delle biblioteche in rete" (ramo di risorse LIS Library and Information Science) e Segnaweb sono repertoriati in entrambi i rami. Diverse però sono le finalità: il ramo LIS è concepito soprattutto come servizio per i bibliotecari (fatto da specialisti per specialisti), Segnaweb come servizio dei bibliotecari (fatto da specialisti per non specialisti). Una differenza che ne consegue è data dallo stile di presentazione delle risorse: avendo in mente come utente del ramo LIS il bibliotecario, è stato usato prevalentemente uno stile molto scarno e formalizzato (simil-ISBD), dando quasi per scontato che fosse familiare e chiaramente leggibile per i bibliotecari. Nel caso di Segnaweb ci vogliono delle brevi presentazioni piuttosto che essenziali descrizioni, abstract piuttosto che entry. Differente anche il grado di selettività nella scelta delle risorse proposte.

Il fatto stesso di condividere lo stesso sito e comunque la semplice visibilità reciproca fa sì che ci si debba confrontare per poter poi collaborare; collaborazione che è comunque una sfida molto impegnativa. Lo è già all’interno di AIB-WEB, ancor più difficile tra siti diversi, spesso di enti e amministrazioni diverse. E’ un impegno gravoso ma che vale la pena di sperimentare.

CHIARA IACONO – CILEA (Segrate – MI)

Mi occupo sia della redazione di Segnaweb che della parte tecnico-gestionale del software. Vedo molta gente qui al seminario, vuol dire che forse siamo riusciti ad esportare Segnaweb e ci fa molto piacere.

Volevo fare un confronto fra Segnaweb e la Virtual Library del Cilea di cui mi occupo: le due cose sono molto diverse perché la Virtual Library è un repertorio di repertori, è stata risistemata completamente di recente, siamo passati ad un portale con un database dietro e un sistema di ricerca e catalogazione completamente differente perché in realtà ha anche degli scopi differenti. I due repertori di rivolgono ad utenti diversi: Segnaweb si rivolge ad un pubblico eterogeneo, il nostro VRD si rivolge a bibliotecari di scuole, università e di enti di ricerca. Anche qui la logica è di una bassa permanenza: si entra, si consulta e si esce il prima possibile, la rapidità dovrebbe essere sinonimo di efficienza del portale.

Anch’io sono convinta che vada affrontato il problema istituzionale, forse dovrebbe essere la stessa AIB ad occuparsene.

RICCARDO RIDI – Coordinatore di AIB-WEB

Purtroppo non sono potuto essere presente fin dall’inizio, quindi commenterò solo quanto ho sentito nell’ultima ora.

Per quanto riguarda il problema dell’istituzionalizzazione della collaborazione, anch’io credo che sarebbe meglio collaborare a SegnaWeb in orario di lavoro e ritengo che ciò sarebbe legittimo, perché le cose potrebbero essere organizzate in modo da avere una ricaduta positiva diretta sui servizi della biblioteca. Non è però facile realizzare concretamente questo proposito. Come ha detto Cavaleri, un conto è stipulare un accordo in teoria, un conto è poi individuare davvero una priorità nella continua emergenza delle attività quotidiane, trovando uno spazio prioritario per alcune rispetto alle altre. Per non parlare dei casi in cui purtroppo sono i collaboratori stessi che chiedono di non inviare lettere ufficiali ai loro superiori gerarchici, perché attività di questo genere vengono tollerate solo se svolte in via informale (o addirittura di nascosto), e se fosse richiesta una formalizzazione si rischierebbe che la collaborazione venisse meno del tutto. Si tratta quindi di un argomento molto delicato, che va valutato caso per caso, concordando il da farsi coi singoli collaboratori.

Un altro argomento interessante è il passaggio dal Virtual Reference Desk al Virtual Reference Service. Si tratta di un passaggio naturale, perchè l’interattività è un elemento importante (se non addirittura il principale) per valutare la qualità dei siti web. La risposta che arriva dal sito non deve essere sempre per forza completamente esauriente, può essere anche di rinvio a un'altra fonte più appropriata, ma l’importante è rispondere sempre e comunque qualcosa in tempi ragionevoli. I siti che non lo fanno possono essere molto ricchi come contenuti o molto scintillanti come apparenza, ma secondo me la loro qualità è complessivamente scarsa.

Per SegnaWeb ciò vale ancora di più, visto che ci proponiamo come strumento di reference. Io immagino che questo passaggio possa essere soft, aumentando quantità e qualità delle interazioni con gli utenti man mano che il VRD acquisterà visibilità, ma in ogni caso esso si intersecherà con i fondamentali aspetti dell’interoperabilità e della standardizzazione. E' evidente che avere degli elevati livelli di standardizzazione sul trattamento sia degli elementi informativi che della loro organizzazione è la premessa per poi creare un meccanismo per la loro condivisione, attingendovi al momento dell'assistenza all'utente finale. Tale condivisione potrà essere organizzata in varie forme: come banca dati comune, come banche dati diverse ma cumulabili in qualche modo, come possibilità di personalizzazioni, ecc. ma alla base deve esserci per forza una standardizzazione maggiore possibile delle informazioni e delle procedure.

Mi sento ottimista perchè, rispetto a precedenti riunioni della redazione SegnaWeb o alle discussioni in lista, oggi vedo che le attività svolte per SegnaWeb sono evidentemente molto utili anche a livello formativo dei bibliotecari stessi, fornendo l’occasione di dialogare con altri colleghi e di lavorare in squadra, imparando gli uni dagli altri e condividendo metodo e linguaggio. Questa metodologia è importante soprattutto per le biblioteche piccole, con pochissimo personale, perché la cooperazione online è una delle pochissime occasioni che esse hanno di lavorare con l’esterno.

In realtà non occorre inventare quasi niente in questo settore, quello che conta sono soprattutto i fondamentali, cioè quelle competenze del reference librarian che devono essere messe in gioco prima nella fase di costruzione del repertorio e poi nell'assistenza all'utenza. Recentemente ho notato un miglioramento notevole della qualità dei discorsi che vengono fatti nella mailing list della redazione e delle competenze che vengono mostrate proprio sui fondamentali. Qualche tempo fa vedevo più incertezze, ad esempio sulla distinzione fra repertori generali o locali, o sul tipo di abstract da fare, e così via. Mi sembra, insomma, che questo progetto stia servendo anche per migliorarci professionalmente, e questo prima o poi si nota inevitabilmente anche nel prodotto finale offerto agli utenti.


Copyright AIB 2005-03, ultimo aggiornamento 2005-03-23 a cura di Gabriele Mazzitelli
URL: http://www.aib.it/aib/congr/c51/segnawebatti.htm

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