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51. Congresso nazionale AIB

AIB2004

Giovedì 28 ottobre 2004
ore 9,00-13,30
Roma EUR, Palazzo dei congressi
Sala Esquilino


Principi di catalogazione internazionali: una piattaforma europea?
Considerazioni sull'IME ICC di Francoforte e Buenos Aires


Françoise Leresche
Principi internazionali e regole francesi

Presentazione delle norme francesi di catalogazione

Non esiste in Francia un "codice" di catalogazione complessivo e strutturato la cui organizzazione rifletta un modo di procedere, come le AACR2 che comincia con le regole di descrizione bibliografica e definisce successivamente la scelta degli accessi alla descrizione, oppure comme le RICA che procedono nel modo opposto e partono dai Principi di Parigi per arrivare alla descrizione bibliografica.

Le regole francesi di catalogazione si presentano invece come una serie di documenti separati e specializzati, ognuno dedicato a un soggetto particolare: descrizione bibliografica di un materiale specifico, scelta degli accessi, forma e struttura dei tipi d’intestazione. (Vedi in appendice l’elenco delle norme francesi).

Questo modo di procedere ricalca quello delle linee guida dell’IFLA e si può constatare un grande parallelismo tra i documenti internazionali e le norme francesi. Così la norma NF Z 44-060 – Forma e struttura dei nomi di enti corrisponde al documento Form and structure of corporate headings pubblicato dall’IFLA, la norma FD Z 44-082 – Catalogazione delle risorse elettroniche – Redazione della descrizione bibliografica corrisponde all’ISBD(ER), ecc. Tuttavia le norme francesi sono più dettagliate delle ISBD, secondo il materiale descritto o il livello di descrizione. Così dall’ISBD(NBM) sono risultate tre norme separate sulla descrizione bibliografica delle videoregistrazioni (FD Z 44-065), delle registrazioni sonore (FD Z 44-066) e del materiale grafico (FD Z 44-077); da parte sua, l’ISBD(M) ha dato luogo a due norme, una per la descrizione completa (FD Z 44-050) e l’altra per la descrizione semplificata (FD Z 44-073) delle monografie stampate. Ci sono anche alcune norme francesi che non hanno nessun equivalente tra i documenti pubblicati dall’IFLA, come le norme sui titoli uniformi musicali (NF Z 44-079) o sui nomi geografici (NF Z 44-081) usati nelle intestazioni. In compenso, alcuni documenti pubblicati dall’IFLA non sono mai diventati delle norme francesi … anche se costituiscono dei riferimenti fondamentali per le pratiche catalografiche francesi! Questo è proprio il caso dei Principi di Parigi che sono stati tradotti in francese, insegnati, applicati nella bibliografia nazionale francese e hanno ispirato la scelta degli accessi nei cataloghi delle biblioteche francesi. Tra i diversi aspetti dei Principi di Parigi, solo uno, la forma e la struttura delle intestazioni per autori e titoli, è diventato subito una norma francese.

Paradossalmente, nessuna norma sulla scelta degli accessi alla descrizione bibliografica è stata elaborata prima che l’esperienza dei cataloghi computerizzati abbia evidenziato la necessità di trasformare il concetto di punto d’accesso e di distaccarsi dai Principi di Parigi – evoluzione compiuta con la pubblicazione della norma FD Z 44-059 nel 1986. Questa afferma fin dall’introduzione che il titolo proprio è il primo accesso alla descrizione bibliografica e lascia la distinzione tra intestazione principale e intestazioni secondarie per sostituire la distinzione tra intestazione con o senza indicazione di funzione: le intestazioni senza indicazione di funzione corrispondono agli autori che hanno una responsabilità maggiore nella creazione di un’opera, anche se hanno svolto dei ruoli diversi (soggettista e illustratore nei fumetti, per esempio).

Nel campo della catalogazione, la Francia ha scelto di seguire per quanto possibile, gli standard o le linee guida internazionali, non solo per la descrizione bibliografica, ma anche per le regole di traslitterazione, gli elementi d’identificazione come i numeri standard (ISSN e titolo chiave per le pubblicazioni in serie, per esempio). Ma la coerenza delle regole e una certa logica "cartesiana" nell’approccio della catalogazione – a volte a scapito del pragmatismo! – rimangono molto importanti, così come mantenere alcune tradizioni nazionali. Per quanto riguarda la descrizione bibliografica, i particolarismi francesi sono pochi: si trascrivono sempre fino a tre nomi quando ci sono più autori, editori o luoghi di pubblicazione, oppure, per i documenti audiovisivi, i nomi degli interpreti vengono trascritti nell’area 1 dell’ISBD fino a tre nomi, e i nomi seguenti sono dati in nota. Le tradizioni nazionali sono invece molto più importanti e vigenti nel campo delle intestazioni (diversi tipi d’intestazione, forma dei nomi, ecc.), come prescrive il testo, molto più costrittivo, delle norme sui punti d’accesso.

I Principi di Francoforte

La formulazione di nuovi principi di catalogazione per aggiornare i Principi di Parigi, vecchi di più di quarant’anni ed elaborati nel contesto dei cataloghi cartacei (stampati o su schede), era diventata necesseria per tenere conto delle trasformazioni radicali che ha recato il catalogo elettronico, nonché il lavoro in rete e la ricerca a distanza. Inoltre il processo avviato dall’IME ICC di Francoforte ha il merito di proporre una riflessione globale, basata nello stesso tempo sull’esperienza e su studi teorici, inclusi i più recenti.

Gli aspetti dei Principi di Francoforte che riteniamo i più notevoli ed interessanti sono i seguenti:

I Principi di Francoforte si riferiscono al modello FRBR (Functional requirements for bibliographic records): ne riprendono le entità con gli attributi e le relazioni, e insistono sugli utenti del catalogo. Mentre per troppo tempo i cataloghi sono stati ritenuti la "cosa propria" dei bibliotecari, i Principi di Francoforte affermano che il primo obiettivo del catalogo è quello di servire l’interesse degli utenti e di facilitare loro il proprio uso. Una rivoluzione che succede paradossalmente nel momento in cui, con i cataloghi in linea accessibili da tutto il mondo grazie al web, diventa sempre più difficile conoscere quelli utenti che interrogano il catalogo a distanza.

Pongono attenzione a tutti gli aspetti delle registrazioni bibliografiche: trattano della descrizione bibliografica e dei punti d’accesso, che siano inclusi nella descrizione bibliografica (titolo proprio, anno di pubblicazione, numero standard) e nei dati codificati (lingua, paese di pubblicazione, ecc.) o che siano forniti da intestazioni per autore, titolo uniforme o soggetto. Bisogna tuttavia notare che, esclusa una breve menzione al paragrafo 5.1, non parlano quasi mai dei punti d’accesso non strutturati che permette la nuova tecnologia, come la ricerca per parola chiave sulle note o sulla registrazione complessiva.

Infine ricordano il ruolo essentiale delle registrazioni d’autorità per controllare i punti di accesso strutturati. Il paragrafo 5.1 stabilisce chiaramente: "Punti di accesso controllati provvedono alla coerenza necessaria per localizzare insiemi di risorse e devono essere normalizzati secondo uno standard. Le forme normalizzate […] devono essere trascrite in registrazioni di autorità unitamente alle forme varianti utilizzate come rinvii", registrazioni di autorità alle quali viene dedicato tutto il paragrafo 6. Dal punto di vista francese, un tale riconoscimento delle registrazioni d’autorità come parte integrante del catalogo costituisce un progresso e uno dei punti importanti dei Principi di Francoforte.

Le registrazioni d’autorità in Francia

Non c’è una norma francese sulle registrazioni d’autorità che defisnisca il loro contenuto minimale e l’organizzazione delle informazioni sull’entità descritta. In questo campo, come in tanti altri, i cataloghi elettronici e i formati hanno anticipato le regole: una normalizzazione di fatto è avvenuta tramite le applicazioni e l’ampia diffusione delle registrazioni d’autorità create dalla Bibliothèque nationale de France (BnF) nelle biblioteche francesi ha avuto un ruolo decisivo in merito.

Le registrazioni d’autorità della BnF sono registrazioni complete che non si limitano a raggruppare la forma autorizzata del nome di un’entità e le sue varianti usate come rinvii; contengono note che danno tutte le informazioni necessarie per identificare l’entità descritta (o almeno permettere di distinguerla da altre con lo stesso nome) e per completare facilmente, se necessario, l’intestazione autorizzata; danno le referenze bibliografiche delle risorse usate o consultate per redigere la registrazione. In alcuni casi specifici (le registrazioni d’autorità create nel Dipartimento delle stampe per gli incisori, per esempio) possono essere ancora più ricche e diventare vere e proprie notizie biografiche che descrivono tutta la carriera di un artista. Il formato INTERMARC(A) consente anche di creare molteplici collegamenti tra registrazioni d’autorità per rendere conto tanto dei cambiamenti che possono succedere nell’esistenza di un ente quanto dell’appartenenza di una persona a un ente (musicista membro di un’orchestra o di un gruppo musicale, per esempio), delle influenze ricevute o esercitate, ecc. Infine le registrazioni d’autorità non sono dedicate al solo controllo degli accessi per autori, titoli o soggetti: possono anche essere usate in punti d’accesso che riguardano le responsabilità commerciali (come stampatori-librai per il libro antico, marchi commerciali, produttori, editori o distributori per i documenti audiovisivi) o che sono propri di un esemplare (possessori precedenti, rilegatori, ecc.).

La Francia retiene molto importante che la cittadinanza sia il primo criterio per determinare la forma autorizzata del nome di un’entità (persona, ente o titolo) e che tale informazione sia presente, sotto forma di un codice, nelle registrazioni d’autorità per quelle entità. Questo per essere coerenti con il principio che rende ogni paese responsabile di creare le registrazioni d’autorità di riferimento per i propri cittadini – principio generale che si applica agli enti e alle opere anonime così come alle persone. Per i nomi di persona in particolare, il criterio di cittadinanza deve essere preferito a quello della lingua, da une parte perché è il critorio sul quale è fondato il documento Names of persons: national usages for entry in catalogues pubblicato dall’IFLA – e sappiamo che la parola d’ordine per un autore che scrive in neerlandese non sarà la stessa se quell’autore è belga o olandese; da l’altra parte perché i cataloghi di biblioteca sono pieni di autori che non sono autori di testi: illustratori, cartografi, incisori, musicisti, ecc. senza parlare degli interpreti e di chi esercita funzioni commerciali! I Principi di Francoforte indicano proprio la cittadinanza come primo criterio per determinare la forma dei nomi di persona (paragrafo 5.2), ma la Francia si preoccupa di vedere questo criterio contestato ed eliminato a favore della lingua dagli esperti sud-americani riuniti a Buenos Aires, esperti molto influenzati dalle AACR2 che non riconoscono il criterio di cittadinanza, ma privilegiano invece la lingua (lingua di scrittura, o addirittura lingua del nome), oppure il paese in cui la persona in genere resiede (paragrafo 22.4A delle AACR2).

La BnF utilizza le registrazioni d’autorità in più casi rispetto a quelli previsti dai Principi di Francoforte: alle entità, elencate nel paragrafo 2.2, per le quali devono essere redatte registrazioni d’autorità (opera, espressione, manifestazione, documento, persona, famiglia, ente, concetto, oggetto, evento, luogo), aggiunge marchio commerciale (marchio fonografico particolarmente) e numero di classificazione Dewey. Venne anche considerata l’opportunità di creare registrazioni d’autorità per controllare i nomi degli strumenti musicali o addirittura le tecniche e le materie nel campo delle arti grafiche e della fotografia, ma questa riflessione non ha (ancora) condotto alla definizione di nuovi tipi di registrazioni d’autorità. Bisogna tuttavia rilevare un certo divario nell’uso di registrazioni d’autorità tra la BnF e le altre biblioteche francesi che si limitano ai tipi di registrazione d’autorità definiti nel formato UNIMARC(A) e forniti dalla BnF in questo formato, marchio commerciale incluso.

Per compenso, certi tipi di registrazione d’autorità previsti dai Principi di Francoforte non sono ancora stati definiti: è particolarmente il caso delle registrazioni d’autorità per le espressioni da usare come punti d’accesso supplementari (di un tipo similare al titolo uniforme). Infatti se ci sono già alcune registrazioni d’autorità per le espressioni, servono oggi solo come soggetti. E a guardarci bene, per quanto riguarda i titoli uniformi, la situazione attuale è confusissima. Per le opere musicali, i titoli uniformi musicali, così come sono definiti dalla norma NF Z 44-079, corrispondono a seconda dei casi a opere o a espressioni (adattamenti, trascrizioni, ecc.), senza una regola precisa per distinguere gli uni dagli altri, e sono controllati dalle medesime registrazioni d’autorità. Nel caso delle opere testuali, le registrazioni d’autorità create per i titoli uniformi delle opere classiche anonime identificano normalmente l’opera, mentre gli elementi che caratterizzano l’espressione (lingua, indicazione della versione, menzione di estratto o di adattamento) vanno dati nella registrazione bibliografica, cioè al livello della manifestazione. Lo stesso vale per le traduzioni: il titolo originale usato come punto d’accesso viene completato (almeno alla BnF) con l’indicazione della lingua di traduzione, ma questa è sempre data nella registrazione bibliografica e senza collegamento con il nome del traduttore. Quindì molto lavoro resta da fare in questo campo. Una riflessione sulle entità opera e espressione, avviata nel 2003 al livello nazionale, si è interrotta per mancanza di una partecipazione sufficiente delle biblioteche. Ormai aspettiamo che i lavori internazionali (soprattutto quelli del sotto-gruppo del Gruppo di revisione delle FRBR dedicato a definire in modo più preciso l’entità espressione) siano abbastanza avanzati per riprendere al livello francese le linee guida che verrano pubblicate dall’IFLA.

I punti di divergenza tra le norme francesi e i Principi di Francoforte

I Principi di Francoforte definiscono un ambito molto più ampio e generale che i Principi di Parigi che aggiornano: a prima vista, sembrano quindi molto consensuali. Però certi principi che sono stati convalidati dall’IME ICC di Francoforte non sono applicati oggi nelle biblioteche francesi.

Tutti i punti di divergenza tra le norme francesi e i Principi di Francoforte si riferiscono agli accessi alla descrizione bibliografica, così come sono definiti nel capitolo 7 "Elementi di base per le funzionalità di ricerca" (paragrafo 7.1.2 relativo ai punti d’accesso indispensabili e paragrafo 7.1.3 relativo ai punti d’accesso aggiuntivi). Ecco i principali:

In pratica, né la BnF, né le biblioteche universitarie che catalogano nella rete SUDOC (Sistema universitario di documentazione) creano un accesso al primo nome riportato in una formulazione di responsabilità quando ve ne sono più di tre. La ragione è che i nomi degli autori appaiono generalmente in ordine alfabetico sul frontespizio: quindi creare un accesso al primo autore nominato ha per conseguenza indici gonfiati per le prime lettere dell’alfabeto, mentre non rende conto di nessuna responsabilità più significativa di quella degli autori i cui nomi vanno omessi. Del resto si può osservare che alla BnF la pratica è di creare un accesso al primo autore nominato quando è evidenziato dalla composizione grafica e appare distaccato dall’elenco dei collaboratori.

Tuttavia la norma FD Z 44-059 riguarda soprattutto la scelta degli accessi per il materiale librario. L’Appendice B che tratta dei documenti audiovisivi e altri materiali specifici stabilisce che il numero degli accessi non è limitato per essi.

Tuttavia, se questa regola viene applicata bene alla BnF e nella rete SUDOC, la maggior parte delle biblioteche francesi deve adattare la norma alla realtà dei sistemi informatici (di origine americana) che gestiscono più facilmente le collane in registrazioni d’autorità che in registrazioni bibliografiche collegate tra di loro.

Invece le regole francesi prevedono altri punti d’accesso alle registrazioni di cui i Principi di Francoforte non parlano affatto. Si tratta in particolare:

In Francia, i titoli uniformi collettivi non sono controllati da registrazioni d’autorità ma sono creati direttamente nelle registrazioni bibliografiche. Molto utili e usati nei cataloghi cartacei (stampati o su schede), sono spesso ritenuti obsoleti nell’ambito dei cataloghi elettronici. In realtà sono attualmente sottovalutati e sfruttati male dai sistemi informatici perché poco significativi in un indice per titoli, ma bisognerebbe riprenderli in considerazione circa le possibilità che offrono per organizzare la visualizazzione dei risultati di una ricerca. Ciò necessita però il riesame del loro modo di gestione.

I titoli uniformi convenzionali sono intestazioni strutturate, redatte nella lingua del catalogo e riportate direttamente nelle registrazioni bibliografiche. Il primo elemento indica sempre la forma della pubblicazione; è seguito da elementi identificativi complementari che variano da un tipo di pubblicazione all’altro e che rendono il titolo uniforme convenzionale un punto d’accesso molto più preciso di una semplice intestazione per genere o forma. Così il titolo uniforme convenzionale per i cataloghi di mostre contiene gli elementi seguenti: forma della pubblicazione [Exposition] (cioè [Mostra]), seguita dall’indicazione della città e del luogo preciso (museo, galleria, ecc.) dove la mostra è stata presentata, poi dall’anno nel quale la mostra si è svolta.

Esempi:

[Exposition. Venise, Palazzo Fortuny. 1997]

L'officina del contemporaneo : Venezia '50-'60 : [mostra, Venezia, Palazzo Fortuny, 15 giugno-9 novembre 1997]

[Exposition. Venise, Palazzo Grassi. 1991]

I Celti : [mostra realizzata grazie alle istituzioni di ventiquattro paesi, Venezia, Palazzo Grassi, 1991]

[Exposition. Venise, Palazzo Grassi. 1999]

Renaissance Venice and the North : crosscurrents in the time of Bellini, Dürer, and Titian : [exhibition, Venice, Palazzo Grassi, 1999]

Dalla sua parte, il titolo uniforme convenzionale per le miscellanee di omaggi contiene gli elementi seguenti: forma della pubblicazione [Mélanges] (cioè [Miscellanea]), seguita dal nome della persona o dell’ente a cui la pubblicazione è dedicata.

Esempi:

[Mélanges. Dunning, Albert]

Album amicorum Albert Dunning : in occasione del suo LXV compleanno

[Mélanges. Imparati, Fiorella]

Anatolia antica : studi in memoria di Fiorella Imparati

Nel caso delle miscellanee di omaggi, l’uso del titolo uniforme convenzionale permette di evitare di creare un accesso così aberrante come un’intestazione autore al nome della persona a cui la pubblicazione è dedicata, intestazione alla quale gli altri codici di catalogazione come le AACR o le RICA sono costretti a ricorrere e che scandalizza molto i catalogatori francesi perché la persona a cui la pubblicazione rende omaggio è raramente l’autore di uno dei testi raccolti nel volume!

La norma francese definisce quattro tipi di pubblicazione per cui il titolo uniforme convenzionale è obbligatorio: cataloghi di mostre, miscellanee di omaggi, trattati e convenzioni internazionali, cataloghi di aste. È però possibile usarlo per tante altre categorie di materiali quante si ritiene utile raggruppare nel catalogo: cartulari, raccolte di norme del diritto consuetudinario, ecc.

Quale evoluzione per le norme francesi?

Quali conseguenze avranno i nuovi principi internazionali sulle norme francesi di catalogazione? Ora sembra difficile dare una risposta precisa.

Se gli esperti francesi seguono con molta attenzione i lavori internazionali, l’attività francese di normalizzazione nel campo della catalogazione è attualmente organizzata attorno a due assi principali.

Nel campo delle registrazioni d’autorità, un confronto con le pratiche delle altre istituzioni culturali, soprattutto gli archivi, e l’esame di nuovi formati come la DTD EAC (Encoded archival context). Questo confronto è molto interessante e apre nuove prospettive sul ruolo e sulla gestione delle registrazioni d’autorità. A questo proposito, il modello FRANAR elaborato dall’IFLA, sembra agli esperti francesi troppo influenzato dai formati MARC e dalla cultura bibliotecaria: per avere un avvenire, dovrà evoluire e avvicinarsi ad altri modelli.

Per quanto riguarda la descrizione bibliografica, una campagna di traduzione delle ISBD riviste man mano che sono pubblicate e di aggiornamento delle norme francesi corrispondenti. La preparazione entro fine 2006 di un’ISBD "integrata" che tratti in un documento unico tutti i materiali e che possa essere confrontata con le istruzioni delle future AACR3 risponde a una richiesta francese. Senza dubbio, la pubblicazione di una ISBD "integrata" provocherà in seguito la fusione delle norme francesi di descrizione bibliografica in un "codice" unico, progetto che era già stato considerato una decina di anni fa ma al quale i redattori delle norme francesi avevano rinunciato per mancanza di mezzi.

La vera posta in gioco per il futuro codice internazionale di catalogazione ci pare tuttavia essere non la descrizione bibliografica, ma la scelta degli accessi, particolarmente la natura e la forma dei punti d’accesso strutturati. Di fronte alla diffusione fin d’ora mondiale delle AACR, vi sono posizioni europee in grado di farsi sentire? Le tradizioni catalografiche europee sono diverse e radicate nella cultura di ogni paese: se ogni paese rispetta le tradizioni dell’altro e ne tiene conto (così per la forma dell’intestazione per gli autori personali che si basa sull’uso dei rispettivi paesi, secondo la nazionalità dell’autore), il dialogo per ravvicinare le posizioni non è ancora stato instaurato in modo concreto. La piattaforma europea resta da costruire.

Appendice: Elenco delle norme francesi di catalogazione 4

FD Z 44-050 Décembre 1989

Documentation – Catalogage des monographies – Rédaction de la description bibliographique
Revisione in corso

FD Z 44-063 Juillet 1999

Documentation – Catalogage des publications en série – Rédaction de la description bibliographique
Revisione in corso

FD Z 44-065 Septembre 1998

Documentation – Catalogage des vidéogrammes – Rédaction de la description bibliographique

FD Z 44-066 Décembre 1988

Documentation – Catalogage des enregistrements sonores – Rédaction de la notice phonographique

FD Z 44-067 Septembre 1991

Documentation – Catalogage des documents cartographiques – Rédaction de la notice bibliographique

FD Z 44-069 Octobre 1993

Documentation – Catalogage de la musique imprimée – Rédaction de la notice bibliographique

FD Z 44-073 Mai1991

Documentation – Catalogage des monographies – Rédaction de la description bibliographique allégée
Revisione in corso

XP Z 44-074 Octobre 1986

Documentation – Catalogage des monographies anciennes – Rédaction de la description bibliographique

FD Z 44-077 Septembre 1997

Documentation – Catalogage de l'image fixe – Rédaction de la description bibliographique

XP Z 44-078 Décembre 1994

Documentation – Catalogage des parties composantes – Rédaction de la description bibliographique

FD Z 44-082 Décembre 1999

Documentation – Catalogage des ressources électroniques – Rédaction de la description bibliographique

FD Z 44-059 Décembre 1987

Documentation – Catalogage – Choix des accès à la description bibliographique

NF Z 44-060 Décembre 1996

Documentation – Catalogue d’auteurs et d’anonymes – Forme et structure des vedettes de collectivités-auteurs

NF Z 44-061 Juin 1986

Documentation – Catalogage – Forme et structure des vedettes noms de personne, des vedettes titres, des rubriques de classement et des titres forgés

NF Z 44-062 Juillet 1963

Classement des noms propres étrangers comportant des particules ou d'autres éléments accessoires – Répertoire de quelques usages nationaux

NF Z 44-079 Novembre 1993

Documentation – Catalogage – Forme et structure des vedettes titres musicaux

NF Z 44-081 Septembre 1993

Documentation – Catalogage des documents cartographiques – Forme et structure des vedettes noms géographiques

NF Z 44-070 Août 1986

Documentation – Indexation analytique par matière

Guide d’indexation RAMEAU / Répertoire d’Autorité-Matière Encyclopédique et Alphabétique Unifié / Bibliothèque nationale de France, Service de la coopération bibliographique, Centre national RAMEAU. – 6e édition. – Paris : Bibliothèque nationale de France, 2004

Z 44-080 Février 1986
Documentation – Règles de classement bibliographique


Note

1 Una registrazione d'autorità andrà creata per una collana (o un periodico) solo a scopi di soggettazione, nel caso di uno studio su questa collana (o questo periodico).
2 Il titolo uniforme collettivo corrisponde al campo 501 del formato UNIMARC.
3 Il titolo uniforme convenzionale corrisponde al campo 503 del formato UNIMARC.
4 Guide d'indexation RAMEAU, con l'eccezione dei documenti normativi francesi nel campo della catalogazione, sono pubblicati dall'Association française de normalisation (AFNOR).


Copyright AIB 2005-03, ultimo aggiornamento 2005-03-11 a cura di Gabriele Mazzitelli
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