Nel febbraio 2002 ad Olgiate Comasco si è tenuto un seminario dal titolo Lo scaffale multiculturale nelle biblioteche pubbliche, organizzato dall'AIB sezione Lombardia e Soroptimist. [1] Di grande interesse sono stati gli interventi di Graziella Favaro [2] sul ruolo delle biblioteche nei percorsi di integrazione dei bambini e degli adulti immigrati e di Vinicio Ongini [3] sulle diverse sperimentazioni affrontate dalla biblioteca pubblica in dieci anni di progetti multiculturali. [4]
Dal 1993 la Biblioteca civica Antonio Delfini ha offerto alla popolazione straniera una serie di opportunità culturali, servizi integrati, iniziative pubbliche, con un approccio complessivo e graduale che ha tenuto conto di tre questioni: l'organizzazione del patrimonio e dei servizi; la progettazione di spazi e di luoghi che facilitino e promuovano l'incontro e il dialogo tra i cittadini ; [5] la riflessione sul ruolo culturale delle biblioteche pubbliche in relazione a una società soggetta a trasformazioni strutturali profonde, come quella connessa all'immigrazione, che dia luogo ad un approfondimento del rapporto tra tradizione e comunità, del senso della memoria, del concetto di identità, di diritti culturali e di cittadinanza.
La Biblioteca civica Antonio Delfini: le tre fasi del persorso interculturale
1992-1995: la sperimentazione
Nel 1993 nasce il Punto di lettura di libri in lingua araba, servizio esterno alla biblioteca centrale. [6] Non vi è alcuna richiesta diretta da parte della comunità araba; è il Centro stranieri che propone di organizzare questo servizio da collocare al suo interno e da destinare agli utenti arabi dei dormitori pubblici. Vengono acquistati, con finanziamenti del Centro, 700 volumi per adulti e ragazzi, la cui selezione e fornitura è curata da una consulente di madre lingua araba che ha contatti con una sola agenzia libraria dell'Arabia Saudita; i costi dei volumi sono bassi, la veste grafica dei libri non particolarmente accattivante, le date delle edizioni non recentissime. I criteri di selezione dei titoli risentono di un'impostazione più complessiva che è quella definita per le acquisizioni di tutti gli altri testi destinati alle biblioteche pubbliche: narrativa, libri gialli, volumi di religione, saggi di divulgazione su differenti discipline come la medicina, le scienze, la storia. Ad ogni volume viene attribuito un numero d'ingresso progressivo, un'etichetta sulla quale vengono riportate le tre lettere iniziali del cognome dell'autore e il numero d'ingresso; per il prestito manuale, sul retro del volume, viene predisposta una taschetta con relativa scheda.
I volumi non vengono catalogati; si procede con la costruzione estremamente artigianale di un catalogo che raccoglie le fotocopie dei frontespizi dei libri sulle quali vengono riportati i dati relativi all'autore, al titolo dell'opera, all'argomento. Una copia è disponibile presso il Centro stranieri e una copia alla Biblioteca civica Antonio Delfini. Il servizio di prestito funziona in coincidenza con l'orario di apertura del Centro; all'interno della Biblioteca civica viene organizzato il prestito interbibliotecario per i lettori arabi delle altre biblioteche e per i detenuti ospitati presso il carcere. Nei due anni di apertura del Punto di lettura i frequentanti sono stati 2.194, prevalentemente uomini con una età compresa tra i 25 e i 40 anni, operai specializzati in possesso di un diploma di scuola media e scuola superiore; la maggior parte dei lettori conosce l'arabo come prima lingua poi il francese, l'inglese ed il somalo. Alla Biblioteca civica Antonio Delfini, proprio in coincidenza con l'organizzazione del Punto di lettura, si predispone un piano di integrazione patrimoniale acquistando riviste in lingua araba, libri in lingue europee di autori stranieri, si individuano le case editrici italiane multiculturali e le collane editoriali specifiche. Ai libri si affiancano altri servizi, come l'accesso alle TV con antenna satellitare per visionare canali televisivi in altre lingue.
1995-1999: l'integrazione
Alla metà degli anni novanta l'andamento migratorio regista un cambiamento importante: i ricongiungimenti familiari, una politica abitativa condotta dall'amministrazione locale orientata all'integrazione dei nuclei familiari, i progetti destinati alle donne immigrate, le iniziative mirate alla promozione della mediazione culturale per gli stranieri, la nascita di una consulta di stranieri che affianca l'attività politica del consiglio comunale, spingono i servizi a misurarsi direttamente con i bisogni culturali ed informativi delle comunità straniere più visibili ed attive sul territorio.
In accordo con il Centro stranieri si predispone il trasferimento del Punto di lettura all'interno della Biblioteca civica, per organizzare una serie di servizi integrati con quelli esistenti. I problemi più urgenti da affrontare sono legati al passaggio dei libri dal Centro stranieri alla biblioteca, all'abitudine dei lettori arabi ad un servizio che fa riferimento ad una sola mediatrice di lingua araba, alla difficoltà di accesso ad una struttura più complessa usata da tutti i cittadini, all'integrazione del patrimonio in lingua araba secondo le norme di classificazione decimale Dewey, alle difficoltà degli operatori, che devono costruirsi sul campo nuove competenze culturali.
Con il trasferimento dei volumi si organizza un gruppo di lavoro tra operatori per la realizzazione di cataloghi in lingua araba. Si affronta la questione estremamente critica della traslitterazione dei frontespizi dei volumi senza avere come riferimento standard utilizzati in altre realtà bibliotecarie, della mancanza di strumentazione informatica adatta alla compilazione di schede bibliografiche in caratteri arabi, della ricerca di un traduttore che possa collaborare con l'ufficio di catalogazione. I cataloghi in lingua araba per adulti e ragazzi vengono realizzati utilizzando la tabella di traslitterazione RICA basata sulla Raccomandazione R/233, confrontata con la Bibliografia Nazionale Italiana, indicizzazione e soggettazione a cura dell'ufficio di catalogazione in collaborazione con il traduttore che realizza la stampa delle schede in lingua araba. Due sono i cataloghi cartacei in lingua: per autori, costituito da due schede, una in arabo e una in caratteri latini, organizzate in ordine alfabetico arabo, l'altro per argomenti; nel catalogo generale vengono collocate le stesse schede in caratteri latini e in arabo. Nel libro viene applicata la scheda bibliografica traslitterata in caratteri latini con la traduzione del titolo in lingua italiana per permettere l'identificazione del volume da parte degli operatori del prestito. Si procede alla traduzione dei regolamenti del servizio in lingua araba, francese e inglese; si integra ulteriormente il patrimonio con l'acquisto di volumi in lingua albanese, turca, russa, libri bilingui e trilingui per ragazzi. Sul versante della promozione si intensificano i rapporti con le associazioni e le famiglie straniere, iniziative pubbliche per conoscere i grandi nomi della letteratura araba, visite guidate di alfabetizzazione ai servizi per gruppi e singoli. [7]
1999-2002: la cooperazione
Con la nascita nel 2001 del gruppo di lavoro delle biblioteche multiculturali, [8] che ha l'obiettivo di promuovere la riflessione sui temi della integrazione culturale in relazione al ruolo delle biblioteche pubbliche e di incentivare una pratica di lavoro più condivisa, si raccolgono in rete le esperienze di organizzazione dei servizi per stranieri cresciute in questi dieci anni sul territorio nazionale. Negli ultimi mesi questo confronto si sta concentrando su alcune questioni che avranno un loro approfondimento con la nascita e la crescita di gruppi di lavoro specifici. Le acquisizioni di documenti in lingua originale, lo sviluppo in rete di cataloghi in alfabeti non latini, la scelta di standard di traslitterazione, i sistemi di monitoraggio per conoscere le comunità straniere, la promozione culturale, troveranno una sede di discussione allargata a tutte le realtà bibliotecarie interessate. Sul fronte della pratica interculturale, negli ultimi anni il Servizio biblioteche di Modena ha espresso qualche proposta interessante: Parabole, [9] un laboratorio sull'oralità e la narrazione; A più voci, in tante lingue, serate di lettura in più lingue con gli studenti dei corsi di alfabetizzazione dei Centri Territoriali Permanenti; infine le attività di ricerca condotte dagli studenti e dai docenti dell'Istituto Magistrale Carlo Sigonio in collaborazione con la biblioteca specializzata di Scienze dell'Educazione sulle questioni sociali presenti in una società multirazziale. [10]
NOTE
[1] In questa occasione si è presentato Non importa da dove vieni. Vieni in biblioteca, "kit" informativo in più lingue per cittadini adulti stranieri, comprendente una guida bibliografica realizzata del gruppo di lavoro AIB Lombardia.
[2] Graziella Favaro, pedagogista, responsabile scientifico "Educazione Interculturale" - INDIRE, esperta di mediazione linguistico-culturale.
[3] Vinicio Ongini è l'esperto multiculturale del Ministero dell'Istruzione.
[4] Vinicio Ongini ripropone le tesi presentate ad Olgiate Comasco in "Sfoglialibro", n. 6, Luglio-Agosto 2002, pp. 10-11.
[5] Riguardo alla progettazione dei servizi bibliotecari di grande interesse è la relazione di Luca Ferrieri, Teche ibride, ospitata nell'ambito del convegno Costruire la conoscenza. Nuove biblioteche pubbliche dal progetto al servizio, Pistoia, 6-7 dicembre 2001, consultabile in Internet all'indirizzo: <www.aib.it/aib/sezioni/toscana/conf/c010920pt.htm>.
[6] Sul Punto di lettura di libri in lingua araba, si può leggere di Meris Bellei, Biblioteche senza frontiere, in "Biblioteche oggi", 8 (1996), pp. 15-17.
[7] Cinzia Pollicelli - Manuela Venturelli, Quando il catalogo diventa bilingue, in "Biblioteche oggi", 1 (1998), pp. 22-27.
[8] Il gruppo di lavoro nasce il 5 ottobre 2001 a Roma, durante un incontro in occasione di Bibliocom. La Commissione nazionale biblioteche pubbliche dell'AIB, promuove sempre in quell'anno, un coordinamento di biblioteche multiculturali al sito: <www.aib.it/aib/commiss/cnbp/mc/mc.htm>.
[9] Parabole è una iniziativa che vede la collaborazione del Centro stranieri e di Emilia Romagna Teatro. L'obiettivo principale dell'attività del laboratorio, costituito da una ventina di persone, è quello di raccogliere, attraverso la pratica dell'oralità e dell'ascolto, le storie di cittadini stranieri ed italiani che fanno parte della memoria culturale della nostra città.
[10] La prospettiva multiculturale può essere vista e vissuta come una opportunità ma anche come una minaccia, porta con sé promesse ed inquietudini, mette in questione la sfera dei diritti, interroga l'identità personale e collettiva ed esige un'elaborazione senza la quale trovano spazio spesso pregiudizi ed ostilità. Due i cicli di appuntamenti fino ad ora organizzati: Così vicini, così lontani: percorsi conoscitivi nella multiculturalità (ottobre-novembre 2000), Quale società per quali diritti: percorso interdisciplinare sui diritti umani (febbraio-marzo 2002), dove gli stranieri delle associazioni e della consulta degli immigrati hanno incontrato gli studenti sul tema dei diritti e della cittadinanza. Le iniziative sono state affiancate da una proposta bibliografica reperibile nel sito <www.comune.modena.it/biblioteche>.