[AIB-WEB] Associazione italiana biblioteche. 49. Congresso

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49. Congresso nazionale AIB

AIB2002

Giovedì 17 ottobre 2002: ore 9,30-13,30
Roma EUR, Palazzo dei congressi
Sala Esquilino

C'e' qualcosa di nuovo in biblioteca anzi di antico. Le collezioni storiche. Dall'analisi al servizio


Massimo Menna

I progetti dell'ICCU: i manoscritti

È vicenda nota a molti colleghi e amici presenti anche in questa sala, l'impegno che l'Iccu, insieme a molti istituti bibliotecari del nostro Paese e alcune Università, ha rivolto e continua a rivolgere ai 'manoscritti', e questo non sarebbe stato e non sarebbe in alcun modo possibile senza il sostegno e l'attenzione della Direzione per i Beni Librari e gli Istituti Culturali.
Voglio, subito, comunque, rassicurare l'uditorio che non ho nessuna intenzione di ripercorrere la storia, i passi, spesso in ripida salita, altre volte più in piano – situazione quest'ultima decisamente più rara, che ci hanno condotto al punto in cui oggi ci troviamo e che non rappresenta né può certamente rappresentare il punto d'arrivo. Altri interventi, altre cure sono necessari per consolidare e divulgare i risultati fino ad oggi ottenuti, anche e necessariamente per correggerli e arricchirli.
Questo intervento non vuole essere una relazione ma piuttosto una comunicazione e quindi ritengo necessario partire dall'hic et nunc.
Non devo certo ricordare che per quanto riguarda la tipologia libraria di cui si sta parlando, l'Iccu ha realizzato due prodotti software: BibMan per la bibliografia dei manoscritti in alfabeto latino conservati in Italia e Manus per la descrizione catalografica del libro manoscritto.

Vorrei ricordare, per inciso e brevemente, che ambedue i software sono nominati nell'Intesa tra Stato Italiano e Chiesa cattolica dell'aprile 2000 che è stata poi trasformata in Decreto il 14 dicembre 2001 per la valorizzazione del patrimonio librario delle biblioteche ecclesiastiche, le quali, si è concordato, faranno anch'esse uso di Manus e di BibMan.

BibMan, lo ricordo molto brevemente, è un progetto di catalogazione partecipata che ha visto finora circa quaranta biblioteche e istituzioni partecipare
allo spoglio di centinaia di documenti (monografie, collezioni e periodici) e che ha prodotto, attraverso un software – fino a qualche tempo fa, su sistema operativo MS-DOS, un archivio di dati, di migliaia di record.
I partecipanti a questo progetto ben sanno che da un certo periodo, qualche anno fa, c'è stata una fase di silenzio. Al punto che in molti è nato il sospetto che BibMan ormai fosse stato abbandonato e che, senza spiegazioni ai colleghi, ne fosse stata improvvisamente quanto inspiegabilmente decretata la sua fine.
La responsabilità di mancate comunicazioni è sicuramente una responsabilità che personalmente mi accollo in toto e che neppure cerco di giustificare in alcun modo nel tentativo sicuramente goffo di assolvermi.
In realtà il silenzio è stato determinato dalla volontà di modificare il sistema operativo – il gloriosissimo peraltro MS-Dos – su cui la procedura fino ad allora 'girava', nel sistema operativo Windows.
Quindi: reperimento di fondi, ricerca di mercato, espletazioni di gara e affidamento alla società informatica aggiudicataria, che in questo caso è risultata la So.Se.Bi. di Cagliari.

Ed è solo da qualche mese che siamo in grado di iniziare la distribuzione del software, che è stato sottoposto – e la faccio breve – a pesanti attività di analisi e lunghe fasi di test.
La procedura ora è installata e funzionante, oltre che sulle postazioni dell'Iccu, naturalmente, anche presso alcune Biblioteche romane, valga per tutte la Casanatense e la Vallicelliana, biblioteche scelte soprattutto perché territorialmente a noi vicine e quindi, in caso di malfunzionamenti, raggiungibili immediatamente per valutare soprattutto la tipologia di errore e cercare di risolverlo nell'immediato. Come ogni procedura informatizzata, e scopro l'acqua calda, ha bisogno di essere strapazzata per essere certi del suo definitivo buon funzionamento. Nelle prossime settimane si inizierà a distribuire il software in maniera più massiccia su territorio nazionale.
Sono state compiute, inoltre, nella fase del silenzio, anche attività di monitoraggio e correzione di dati, almeno su una parte cospicua dell'archivio, quello su sistema Dos, evidentemente.
Ora, tutto l'archivio BibMan è convertito e convertibile automaticamente sul nuovo sistema, che è autoinstallante.

Ma l'avvenimento più importante, a nostro parere, è stato quello della costruzione, sempre realizzata dalla So.Se.Bi., della versione web di BibMan, ora visibile su Internet e in questa sede sulla postazione dedicata nello stand della Direzione Generale.
Voglio sottolineare e con forza ma poche parole, perché inutili, che nella Rete un sito che abbia la specializzazione di BibMan, la quantità di dati presenti e che nel tempo, anche a medio termine, andranno ad aumentare in modo esponenziale, non è un mistero, che non ne esistono.
BibMan web è sicuramente il primo sito di questo genere che è in rete, e mi verrebbe desiderio di dire in maniera sfrontata, “sfido qualsiasi 'navigatore' a contraddirci”.
Il sito ora raccoglie 40.589 Manoscritti citati; 55.357 Citazioni di manoscritti; 4.565 Autori; 7.458 Schede, che già oggi risultano dati sottovalutati perché ancora non completamente aggiornato.

Vorrei quindi, ricollegarmi, per un attimo, a quanto detto prima: BibMan non è affatto un progetto dimenticato o abbandonato; al contrario è un'attività che non è stata mai lasciata nel cassetto e che ora, rafforzata, riprende il suo cammino, anche, e soprattutto, grazie ai colleghi delle biblioteche che vi partecipano.

Per quanto riguarda, invece Manus, realizzato per l'Iccu dalla Società Finsiel, in questi ultimi mesi si è giunti alla sua terza release.
Da parte del Catalogo Unico, per Manus, non ci sono stati recenti momenti di silenzio.
La procedura continuamente aggiornata, in questa terza versione ha acquistato una maggiore potenzialità software, è stata arricchita nella sua parte descrittiva ed è stata anche modificata la sua parte grafica.
Sono stati rilasciati circa sessanta applicativi per altrettante biblioteche e istituzioni culturali che ne abbiano fatto richiesta.
I problemi che Manus, in questi anni, ha dovuto affrontare e tentare di risolvere, sono stati quelli legati da una parte, al continuo, frenetico e qualche volta – permettetemi - insulso evolversi del sistema Microsoft, ai quali, però, si è sempre tentato di dare risposte il più possibile soddisfacenti e non conflittuali; dall'altra parte il software ha dovuto fare i conti con una tipologia libraria falsamente ritenuta unica. Le biblioteche hanno di fronte a loro materiale manoscritto antico, moderno, contemporaneo e i carteggi, con tutto ciò che questo comporta: pensare di dedicare un software ad ognuno di queste tipologie sarebbe risultato a dir poco risibile oltre che schizofrenico.

I continui confronti con i colleghi di diverse biblioteche, con le università, hanno permesso, attraverso continui test sul software, compiuti dall'Iccu con la presenza di Finsiel, di giungere ad una versione di Manus in grado di gestire con certezza i dati che si riferiscono a queste diverse specie di materiale manoscritto.
È chiaro che ogni reductio ad unum, può contenere inesattezze, può prestare il fianco a critiche più o meno benevoli, - nel nostro paese prevalgono quasi per default quelle meno benevoli -; ma i test, che sono stati compiuti su ognuno di questi tre diversi tipi di manoscritti, e assicuro che sono stati inesorabili, ci sembra che abbiano dato risultati positivi.
Manus è un software che consente una notevole agilità, per quanto questa sia lecita, tratta immagini ed è in grado di trasformare la sua base dati in file di Word per consentire aggiustamenti, ampliare settori di descrizione e preparare i dati per la stampa di un catalogo cartaceo, arricchito da indici creati in automatico dal software stesso.
Manus, nato come procedura stand-alone, server, è ora in grado, tramite installazione client, di lavorare anche in LAN.
Ancora: un ulteriore valore aggiunto di Manus, che ora tratta anche alfabeto non solo latino ma anche greco, ebraico ed arabo, è l'aver costruito un tracciato XML, ora alla validazione della commissione di Text Encoding Initative (TEI), che consente, e non svelo segreti, realizzandosi naturalmente le necessarie condizioni, l'esportazione e l'importazione di dati da software diversi. Questo per evitare, crediamo e ci auguriamo, quella proliferazione di software, quella Babele informatica, che G. Ouy temeva, già diversi anni fa, essere l'ostacolo maggiore per qualsiasi realizzazione di un catalogo informatizzato.
Ad oggi l'archivio di Manus dispone di circa 4500/5000 descrizioni di manoscritti e 4000 immagini relative a 2000 manoscritti, che provengono dalla realizzazione di un progetto pilota finanziato dalla Direzione Generale ed ora alle sue fasi conclusive. Riguardano, come sicuramente sapete, manoscritti di parti di fondi appartenenti a biblioteche di Roma e Firenze. Ci auguriamo, naturalmente che il progetto continui ad ottenere finanziamenti.
Si è realizzato anche Manus on-line, ora alla sua versione beta, ma che è possibile vedere, anche se incompleto, nelle sue parti costitutive, in rete.

Un altro importante sviluppo di Manus, riguarda il progetto europeo, che prevede la partecipazione di partners anche non europei, denominato Rinascimento Virtuale, che ha come obiettivo il censimento, la descrizione e la digitalizzazione delle immagini di palinsesti greci presenti in diverse sedi europee. L'Italia è rappresentata da cinque biblioteche: la Medicea Laurenziana, la Biblioteca del Monumento Nazionale di Grottaferrata, la Biblioteca Marciana, la Nazionale Universitaria di Torino, la Nazionale di Napoli e la Biblioteca Ambrosiana e dalle Università Roma 'Tor Vergata', Bologna e Bergamo. Il project leader è rappresentato dal Prof. Dieter Harlfinger dell'Università di Amburgo.

Durante l'incontro avvenuto a Roma nei primi mesi di quest'anno, i partecipanti a Rinascimento Virtuale e i loro partner hanno scelto Manus come il software da distribuire presso le sedi europee per la realizzazione del progetto.
Con finanziamenti europei e l'impegno della Direzione Generale è stata realizzata quindi la scheda informatizzata proposta da Rinascimento Virtuale.
Si è predisposto e realizzato tutto ciò che è necessario per far funzionare Manus Palinsesto in italiano e in inglese: tabelle contenenti label, messaggi e testi di stampa, routine di gestione dell'output.
Per quanto riguarda le altre lingue saranno necessari ulteriori finanziamenti e la collaborazione dei paesi, che qualora lo richiedessero, dovrebbero intervenire sia per la parte economica che per quella linguistica.
Sono ormai allestite le maschere di catalogazione. Sono state adottate le tabelle del Data Base di Manus per integrare quelle di Manus Palinsesto.
Si sta cominciando a realizzare una estensione dei livelli gerarchici previsti in Manus in due livelli – manoscritto e unità codicologiche – e Manus Palinsesto che prevede Manoscritto contenitore e i diversi livelli di 'unità' palinsesto. Bisognerà realizzare il link verso le immagini, le singole biblioteche e centri di ricerca: occorrerà quindi organizzare un dialogo fra i sistemi di interrogazione e quelli di memorizzazione multimediale attraverso protocolli di colloquio standardizzato e condiviso. Il progetto avrà durata triennale e la macchina server centrale, destinata a ricevere le informazioni dai server locali, risiederà presso il Sistema Centrale dell'Istituto per il Catalogo Unico.
Ancora, e mi avvio alla conclusione: Manus permette descrizioni che vanno da quelle esaustive a quelle meno complesse: è un catalogo aperto, vuole e deve essere un work in progress, sempre soggetto a modificazioni, ampliamenti, correzioni; pensare a catalogazioni esaustive, definitive è solo pia illusione, sarebbe condannarsi all'immobilità a fronte di una quantità di materiale che questo paese possiede in misura spaventosa se si crede alle statistiche provenienti da Anagrafe delle Biblioteche italiane che indicano per i manoscritti cifre non lontane da 5.000.000. Stime forse sopravalutate, ma che certamente non si allontanano dai tre milioni. Naturalmente questi numeri comprendono tutto ciò che in Biblioteca è considerato manoscritto. E se, quindi, molto più umilmente ci facessimo la stessa domanda di Daniel von Nessel di fronte al catalogo di Peter Lambeck, che per catalogare 621 manoscritti greci della Biblioteca di Vienna aveva impiegato 8 volumi e diciotto anni, quanto tempo gli sarebbe occorso si chiede Nessel, nel suo Supplemento, per recensirne i 10000 della stessa Biblioteca; se ci facessimo la stessa domanda di fronte alle nostre quantità supereremmo e di molto i tempi biblici.
E questo, giustamente, nel tempo frenetico della tecnologia, non ci può in alcun modo essere concesso.


Copyright AIB 2002-10-11, ultimo aggiornamento 2002-12-12 a cura di Gabriele Mazzitelli
URL: http://www.aib.it/aib/congr/c49/menna.htm


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