Susanna Mornati, CILEA, e Paola Gargiulo, CASPUR
Negli ultimi decenni gli sviluppi tecnologici legati alla rete hanno profondamente inciso sulle modalità di conduzione della ricerca scientifica, e richiesto l'adozione di un nuovo paradigma nella comunicazione dei suoi risultati. Il movimento per l'Open Access sostiene al necessità di rimuovere le barriere che limitano l'accesso alla letteratura scientifica e restituirne il controllo ai suoi autori, aumentandone così la disseminazione, la visibilità e l'impatto. Nei paesi tecnologicamente avanzati si stanno compiendo i primi passi verso una politica che renda obbligatorio fornire l'accesso aperto ai risultati della ricerca finanziata con denaro pubblico. L'accesso aperto diminuisce i costi collettivi della ricerca ed è economicamente produttivo, oltre che eticamente corretto. Gli strumenti sono già a disposizione, ed in questo senso si collocano le iniziative di CASPUR e CILEA per un'infrastruttura nazionale di servizi per gli archivi aperti e l'editoria elettronica indipendente. Dopo il successo della Dichiarazione di Messina, occorre avviare anche in Italia un piano nazionale per l'accesso aperto ed una politica istituzionale che ne garantisca l'implementazione negli atenei e negli enti di ricerca. Gli esiti del Berlin 4, tenutosi nel marzo 2006, lo confermano, e la CRUI ha intrapreso questa strada. Le biblioteche universitarie stanno assumendo in tutto il mondo un ruolo fondamentale per la realizzazione dell'accesso aperto.
Questo lavoro è rilasciato da Susanna Mornati e Paola Gargiulo sotto la licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Italy, 2006