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Il libro verde sull'informazione del settore pubblico nella società dell'informazione:
Osservazioni a cura dell'Associazione italiana biblioteche - Gruppo di studio sulle pubblicazioni ufficiali

Commissione europea
All'attenzione del Sig. Huber, Capo dell'Unità DG XIII/E-1
Bâtiment EUROFORUM, Office 1174
Rue Alcide de Gasperi
L-2920 Luxembourg

Nel 1995 l'Associazione italiana biblioteche ha costituito un gruppo di studio sulle pubblicazioni ufficiali con lo scopo di esaminare i problemi relativi alla definizione e al controllo bibliografico di tali materiali e al fine di rilanciare la riflessione dei ibliotecari e dei documentalisti italiani su queste tematiche. Ben presto il Gruppo ha orientato la propria attenzione sul più vasto tema della documentazione prodotta dalle istituzioni e sui problemi derivanti dalla diffusione in rete dell'informazione pubblica (si vedano alcuni documenti all'indirizzo: <http://www.aib.it/aib/commiss/pubuff/pubuff.htm>). Nell'ottobre del 1998 si è svolta, a Roma, una Giornata di studio su questi temi.

Il Libro verde della Commissione europea sull'informazione del settore pubblico conferma e rafforza l'orientamento del gruppo di studio dell'AIB e favorisce la riflessione sulle questioni più importanti.

Da un punto di vista generale è necessario sottolineare l'interesse che i bibliotecari e i documentalisti hanno per l'informazione pubblica. Le istituzioni pubbliche sono i maggiori produttori e i maggiori consumatori di informazione. L'accesso ai documenti e alle banche dati pubbliche interessa le più svariate categorie di utenti e quindi di biblioteche (i cittadini, gli operatori, l'utenza accademica). Inoltre tutti i più recenti documenti di indirizzo sul futuro delle biblioteche - in particolare delle biblioteche pubbliche - individuano la funzione di intermediazione rispetto all'informazione "di comunità" come una delle funzioni base. Si veda in particolare la risoluzione A4-0248/98 presentata dalla Commissione cultura del Parlamento europeo e approvata il 23 ottobre 1998 con la quale si invitano gli Stati membri a far sì che:

"i documenti importanti, realizzati grazie al gettito fiscale (dalle leggi alle decisioni a livello locale e dalle statistiche alle bibliografie nazionali), siano accessibili ai cittadini dei rispettivi paesi e agli altri utenti per il tramite delle biblioteche, a prescindere dal loro formato, ed esorta, in particolare, ad analizzare i vantaggi che comporterebbe la realizzazione di versioni in rete di tale materiale"

Riguardo ai punti indicati nel Libro verde, si formulano le seguenti osservazioni:

1. Per quanto riguarda la definizione di settore pubblico si ritiene preferibile un approccio normativo e cioè l'utilizzo delle categorie presenti nelle leggi di ciascun paese o nelle norme comunitarie. Si ritiene preferibile la costruzione di elenchi che con chiarezza e trasparenza individuino i soggetti pubblici coinvolti, in relazione ai diversi doveri di diffusione ed accesso.

2. Per quanto riguarda le categorie di informazione pubblica si può dire che tutte le categorie di informazione pubblica rivestono un interesse pubblico, secondo diverse gradazioni. In caso contrario non sarebbe giustificata la loro produzione da parte di un soggetto pubblico. E' evidente che tale interesse può essere più o meno ampio ma ciò può avere rilevanza per le politiche di diffusione o per la tariffazione, non per escludere da eventuali linee guida questa o quella categoria di informazione pubblica. In particolare si sottolinea l'importanza delle seguenti categorie:

a) informazione giuridica in quanto informazione relativa alle decisioni pubbliche (leggi, regolamenti, sentenze, etc.) a tutti i livelli amministrativi (centrale, regionale, locale).

b) informazione relativa ai documenti preparatori delle decisioni pubbliche (atti parlamentari, documenti preparatori come libri bianchi e rapporti di commissioni di studio, documenti di indirizzo e programmazione)

c) informazione statistica

d) informazione scientifica, soprattutto se relativa a tematiche che coinvolgono la vita dei singoli come la sanità e l'ambiente. Si fa presente che in campo ambientale già esistono norme comunitarie (direttiva n. 313 del 7 giugno 1990, recepita in Italia con Decreto legislativo 24 febbraio 1997,n. 39) sulla libertà di accesso alle informazioni ambientali che impongono alle autorità pubbliche di rendere disponibili le informazioni ambientali "a chiunque ne faccia richiesta, senza che questi debba dimostrare il proprio interesse".

Queste informazioni rappresentano una base senza la quale sembra impossibile esercitare i diritti di piena cittadinanza, di partecipazione politica e le possibilità di controllo sociale dei singoli e dei gruppi. In questo ambito si ritiene che l'Unione europea possa rappresentare essa stessa un punto di riferimento per le politiche nazionali. Sia sul piano giuridico (norme del Trattato di Amsterdam relativo alla trasparenza delle istituzioni comunitarie) sia sul piano delle concrete politiche di diffusione attraverso la rete Internet, l'Unione europea ha fatto molto, negli ultimi anni, per rendere disponibili documenti e informazioni (di carattere amministrativo, di carattere culturale, di carattere scientifico) ai cittadini europei.

3. Per quanto riguarda i diritti di accesso già presenti nella legislazione italiana, si ritiene che sia necessario passare dall'informazione come accesso (in Italia fondato sulla legge 241 del 1990 che presuppone un interesse giuridico del soggetto che chiede l'accesso a un documento) all'informazione come diffusione (o disponibilità) garantita dai soggetti pubblici in modo coordinato. In altre parole, la legge 241 del 1990 prevede che sia il cittadino a chiedere all'amministrazione un documento sulla base di un interesse che egli deve dimostrare. E' necessario invece che alcune tipologie di informazione siano disponibili sulla base di un preciso dovere delle amministrazioni a tutela di un interesse generale alla circolazione delle informazioni.

4. Per quanto riguarda il tema delle raccolte di metadati si ritiene che sia necessaria un'iniziativa europea per la costruzione di un catalogo dei repertori di informazione pubblica (una sorta di catalogo dei cataloghi) anche per favorire il confronto tra le esperienze sviluppate nelle diverse realtà nazionali e per facilitare il coordinamento spontaneo tramite la reciproca conoscenza. L'Associazione italiana biblioteche - in assenza di analoghe iniziative pubbliche - ha sviluppato sul proprio WEB un repertorio della documentazione di fonte pubblica (DFP: Documentazione di fonte pubblica in rete) all'indirizzo:

<http://www.aib.it/aib/commiss/pubuff/guida.htm>

Tale repertorio cerca di monitorare l'offerta di servizi o di raccolte di documenti di fonte pubblica con particolare attenzione alla documentazione giuridica. L'obiettivo È fornire un qualche supporto ai bibliotecari italiani nell'individuazione delle informazioni pubbliche disponibili sulla rete.

5. Per quanto riguarda i problemi della tariffazione, in presenza di sempre maggiori spinte alla tutela degli interessi dei produttori e dei proprietari dei diritti di sfruttamento commerciale delle informazioni, si ritiene indispensabile che grande parte dell'informazione pubblica - già finanziata dall'imposizione fiscale - sia resa accessibile in modo gratuito e che comunque sia resa accessibile gratuitamente alle biblioteche in quanto punti privilegiati di accesso per l'esercizio dei diritti di cittadinanza e di informazione.

6. Si raccomanda, infine, che l'Unione europea si faccia promotrice di iniziative per la diffusione di standard nella redazione di documenti pubblici elettronici (SGML e XLM).

31 maggio 1999



Copyright AIB 1999-06-20, a cura di Elena Boretti
URL: http://www.aib.it/aib/commiss/pubuff/librov.htm

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