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AIB. Commissione nazionale biblioteche pubbliche

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XLVII Congresso nazionale AIB
AIB2000
Mercoledì, 25 ottobre 2000
"Palla al centro" : incontro nazionale dei Centri servizi per le biblioteche pubbliche
Convegno a cura dell'AIB. Commissione nazionale Biblioteche pubbliche

La riforma dei servizi chiede anche alle biblioteche il gioco di squadra / Fausto Rosa

PREMESSA

In tutti i settori dell'organizzazione sociale si parla sempre più frequentemente di cooperazione e di coordinamento. Anche nell'ambito dell'attività organizzativa delle biblioteche il termine "cooperazione" è spesso richiamato, nella consapevolezza che il radicamento e l'efficienza dei servizi siano possibili se queste istituzioni riescono a "fare squadra", vale a dire ad organizzarsi con i criteri e i metodi della cooperazione e dell'integrazione.

Ad un'affermazione di principio è però opportuno poi esplicitare alcune motivazioni concretamente legate e connesse con l'organizzazione bibliotecaria:

Eppure nel settore delle biblioteche questa tendenza alla gestione integrata dei servizi non riesce ad essere ancora proponibile: cooperazione sì, ma nella salvaguardia della propria individualità gestionale ed organizzativa. Per le biblioteche è ancora valido il "piccolo è bello". E' questo il problema che va oggi affrontato dai bibliotecari italiani e proposto ai responsabili istituzionali dei servizi bibliotecari ai vari livelli.

1. L'IMPORTANZA DEI SERVIZI INFORMATIVI OGGI

I servizi informativi e culturali sono strumenti essenziali nell'odierna società italiana per la garanzia di un equilibrato sviluppo civile e sociale. Il rapido sviluppo delle telecomunicazioni e delle tecnologie informatiche sta rivoluzionando l'organizzazione della vita sociale; la libertà e i diritti fondamentali dei cittadini sono rimessi in discussione dalla quantità e dalla velocità delle informazioni e delle notizie e i cittadini stessi stanno prendendo sempre più coscienza del proprio diritto di accesso all'informazione e alla conoscenza, in un ambito di pluralismo e di democrazia.

Nessuno può negare la crescita e lo sviluppo che le biblioteche italiane hanno saputo realizzare in questi ultimi vent'anni: il progetto SBN nell'ambito delle biblioteche più importanti e significative della nazione; lo sforzo degli enti locali per garantire, a buoni livelli, la biblioteca pubblica di base per l'accesso indifferenziato e non specialistico alle informazioni e ai documenti; la crescita di importanza per ruoli e funzioni che le biblioteche d'università e scolastiche stanno maturando. Sono queste le situazioni di fatto che hanno portato le biblioteche italiane vicine ad un possibile recupero di quegli standard europei spesso vissuti come un'impossibile sfida di essere, a tutti gli effetti, servizi pubblici informativi.

2. L'EFFICACIA E L'EFFICIENZA DEI SERVIZI: INVESTIRE IN QUALITA'

Nell'odierna società è molto sentita l''importanza della gestione competente ed efficace dei servizi al cittadino e in quest'ultimo decennio, proprio in forza della maggiore consapevolezza acquisita dalla collettività circa i propri diritti di accesso e fruizione dei servizi pubblici, è stato profondamente rivoluzionato il quadro normativo anche su questo fronte. In particolare l'attività istituzionale delle "autonomie locali", devono muoversi e strutturarsi alla luce dei seguenti principi:

E' sempre più essenziale garantire la qualità: investire denaro pubblico (e privato) in beni e servizi informativi e culturali non è sufficiente ad allargare il mercato della cultura. L'espansione anche di questo tipo di "consumi" va sostenuta migliorando la qualità. Per usare una formula forse ormai logora, bisogna che anche i bibliotecari imparino a gestire il patrimonio culturale con un'ottica di tipo imprenditoriale; in concreto significa che organizzare e gestire una biblioteca, un museo, un teatro stabile, ecc. comporta attività e iniziative che oggi richiedono preparazione e professionalità e quindi, è indispensabile formare al riguardo figure professionali dotate di competenze specializzate, alla faccia dell'applicazione in atto del nuovo ordinamento professionale e del contratto nazionale di lavoro negli enti locali.

3. STANDARD DI QUALITA' DEI SERVIZI E LE REGOLE PER DIVENTARE GESTORI

L'esternalizzazione della gestione, che non significa per i servizi bibliotecari, privatizzazione, è ormai un fenomeno significativo e importante, testimoniato dalle numerose cooperative individuate sempre più frequentemente come "gestori di biblioteche"; incomincia a diventare normale realtà quella dell'affidamento a terzi dei servizi pubblici anche in ambito culturale. Di fronte a questo si rende sempre più necessario arrivare a definire "requisiti minimi standard" per l'autorizzazione all'accreditamento e alla gestione anche dei servizi bibliotecari. Interessante su questo versante il lavoro di definizione di "Standard per i Musei italiani", promosso dalla Conferenza delle Regioni, d'intesa con ANCI, UPI e con la partecipazione del Ministero per i Beni e Attività culturali, ICOM (International Council of Museum, Comitato Italiano) e l'ANMLI (Associazione Nazionale Musei Locali e Istituzionali).

Senza entrare qui nel merito degli standard riferiti ai servizi bibliotecari, disponibili nella pubblicazione dell'Aib, curata da Giovanni Solimine "Linee guida per la valutazione delle biblioteche pubbliche italiane: Misure, indicatori, valori di riferimento", si sottolinea la necessità che siano meglio definiti, con riferimento alle "reti bibliotecarie" gli standard organizzativi e di funzionalità, in modo da avere la certezza che il percorso verso una gestione integrata di "reti di biblioteche", abbia una garanzia di successo e in definitiva di non ritorno.

Una perfetta definizione di "rete (sistema) di biblioteche" è espressa compiutamente nelle ancor valide "Raccomandazioni per le biblioteche pubbliche": "Il concetto che sottende un sistema di biblioteche pubbliche è che nessun punto di servizio (nessuna biblioteca) può essere considerato isolatamente; ciascun punto di servizio deve essere in grado di appoggiarsi al 'sistema' nel suo insieme e di aver permesso all'accesso di tutte le risorse del sistema. Gli utenti della singola biblioteca devono essere messi nella condizione di vedere e utilizzare la loro biblioteca in questo modo; il personale e le attrezzature infine devono contribuire a rafforzare questa visione".

Gli standard internazionali fissano in 150.000 abitanti il limite minimo del bacino di utenza dei sistemi, e questo perché al disotto di quella soglia il sistema non è economicamente produttivo. Come pure l'eccessiva estensione del bacino, sia da un punto di vista geografico che demografico, può essere elemento negativo per una conveniente efficacia dei servizi: non sempre la centralizzazione può essere sinonimo di economicità, se ad essa non si accompagna l'efficacia e la produttività.

Infine esistono "servizi per le biblioteche" che, da un punto di vista della ottimizzazione economica, non conviene siano predisposti dal "Sistema bibliotecario", ma siano invece demandati più opportunamente a istituzioni, enti o agenzie di livello superiore (provinciale, regionale e nazionale). Tali "servizi per le reti bibliotecarie" possono essere così elencati:

4. L'ADOZIONE DI STRUMENTI GIURIDICO-AMMINISTRATIVI DI GESTIONE

Lo strumento giuridico di gestione: cooperare significa definire insieme finalità e obbiettivi, tradurli in piani previsionali di programmazione, condividere risorse, professionalità e strumentazioni. Tutto questo non può essere lasciato all'approssimazione e al volontarismo, ma deve necessariamente essere gestito e amministrato attraverso le forme istituzionali più opportune e rispondenti.

Quando nel 1990 fu promulgata la ormai "vecchia" legge 142 (ora inglobata, con profonde modifiche, nel Testo Unico degli Enti locali, approvato con Dlgs n. 267/2000) i bibliotecari, con tempestività e buona intuizione, ritennero opportuno avviare un'attenta riflessione sui principi e le importanti novità che essa riportava, convinti che anche per il servizio bibliotecario pubblico tali principi potessero costituire elementi di consolidamento di un servizio giovane e vivace, forse ancora approssimativo, certo bisognoso di conferme e radicamenti. Quel tentativo di portare il servizio bibliotecario comunale ad una concreta riconoscibilità istituzionale non è stato del tutto infruttuoso: le biblioteche comunali, anche se non in modo diffuso su tutto il territorio nazionale, hanno in gran parte ormai definito una propria identità e una propria funzione nel contesto dei servizi ai cittadini e sono definitivamente uscite da una posizione di marginalità e di sudditanza, in forza soprattutto del preciso e sempre più consolidato riferimento nel proporsi come punto di accesso ai servizi di informazione e documentazione di base.

Questo fatto sta imponendo dinamiche nuove nel processo di ridefinizione e di riorganizzazione anche dei servizi bibliotecari; basti pensare a quelli che saranno gli esiti, in tempi ormai ravvicinati, della riforma del Capo VII della Legge 142/90 "Servizi Pubblici Locali", ora in discussione alla Camera (DDL 7042), già approvato dal Senato nel maggio di quest'anno.

Il comparto dei servizi pubblici locali dovrà ristrutturarsi alla luce dei seguenti principi:

a) integrazione e unificazione: i comuni dovranno pensare che l'efficienza e l'efficacia delle gestione dei propri servizi potrà essere garantita soltanto dall'adozione, anch'essa esternalizzata, di forme associate di gestione, sul modello organizzativo, certamente oggi irrinunciabile, dei servizi pubblici locali più noti e rilevanti da un punto di vista economico, quali le reti idriche e le reti del gas.

b) liberalizzazione: riferita soprattutto, ma non solo, ai servizi pubblici di natura economico-imprenditoriale. E' un cambio nel segno dell'efficienza e dell'efficacia, con la creazione di un mercato aperto e concorrenziale, che non consente ai gestori l'appagata tranquillità dell'affidamento permanente fin qui instaurato.

c) esternalizzazione: con l'abbandono da parte dei comuni del modello di gestione "in economia", per consegnare le proprie strutture di servizio, quindi anche le biblioteche, a gestioni esterne, da individuarsi nelle diverse forme che il disegno di legge prevede: affidamento in base a gara; affidamento diretto ad una società di capitali controllata dall'ente titolare del servizio, anche congiuntamente ad altri enti locali; a mezzo di istituzione con propria personalità giuridica; e solo eccezionalmente in economia o diretta.

PER FINIRE: "DIVISI SI PUÒ, INSIEME È MEGLIO"

E' ovviamente prematuro affrontare in questo momento, in forma specifica, lo studio e l'analisi delle nuove modalità organizzative e gestionali che, in un futuro solleciteranno e rivoluzioneranno l'intero comparto dei servizi pubblici locali, ivi compresi i servizi bibliotecari. E' certo che gli operatori del settore devono sforzarsi, da subito, di entrare nel merito delle importanti novità riorganizzative che interessano anche le biblioteche, per trovare le soluzioni e i modelli più opportuni, con l'unica finalità di voler portare a maggiori livelli di efficienza ed efficacia la struttura organizzativa del servizio bibliotecario locale.

Questo, in linea generale e preliminare, non potrà certo avvenire mantenendo inalterato l'attuale modello che la quasi totalità dei comuni italiani ha adottato: ognuno infatti è direttamente impegnato a gestire in proprio (in economia) la propria biblioteca, limitandosi, nei casi migliori, ad aprire con gli altri comuni limitrofi alcune forme di collaborazione che non vanno ad incidere sull'integrazione dei rispettivi servizi. I comuni, quando dovranno scegliere il tipo o modello da adottare nell'esternalizzazione dei propri servizi, dovranno valutare la grande opportunità di realizzare questo in associazione con altri comuni di quel territorio, avviando in tal modo un nuovo modello organizzativo delle biblioteche, intese come "bacini di servizio" sul territorio, e avvicinandosi quindi ai modelli organizzativi già in atto dei servizi pubblici più noti, quali l'acqua, l'asporto rifiuti, ecc.

"Divisi si può, insieme è meglio" potrebbe essere la nuova parola d'ordine di molti sindaci di piccoli e medi comuni, messi alle strette dalle esigenze di bilancio da una parte e dalla richiesta di qualità dei servizi dall'altra. E', già da ora, necessario ragionare in termini di unificazione e di integrazione delle biblioteche e dei loro servizi, passando dalla cooperazione leggera o dal generico coordinamento, ad un efficace modello organizzativo centralizzato: è in questo modo e su questi principi che potrà essere configurata e predisposta da parte dei comuni una struttura gestionale (sia essa azienda, istituzione o altro) che sia in grado di predisporre, nel bacino di servizio individuato, una "rete bibliotecaria" integrata ed efficiente.

Copyright AIB 2000-11-05, a cura di Elena Boretti
URL: http://www.aib.it/aib/commiss/cnbp/c2rosa.htm


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