Integrazione dentro e oltre la rete
di Giorgio Lotto

(sintesi)

Nell'ambito delle biblioteche di ente locale negli ultimi decenni l'impegno sul piano della cooperazione è stato rilevante ed ha portato, in particolare nel Nord del Paese, al consolidarsi di esperienze assai vivaci. Questi risultati non devono tuttavia far dimenticare che la stragrande maggioranza delle biblioteche pubbliche di ente locale in Italia non è inserita in alcuna forma di cooperazione o non vi partecipa attivamente. Inoltre non si deve cadere nell'errore di credere che i livelli raggiunti siano realmente soddisfacienti.

Alla biblioteconomia italiana mancano infatti strumenti per misurare i livelli di efficienza e di efficacia della cooperazione. Così, una analisi economica attenta delle cooperazioni in atto potrebbe probabilmente evidenziare, per esempio, che la contrazione nei costi di gestione delle biblioteche, quando c'è, è assai contenuta, esprimibile in qualche punto in percentuale. Risultati diversi, più qualificanti, potrebbero invece essere raggiunti con modelli diversi. La dimensione provinciale per la gestione delle biblioteche, che oggi sta dando corpo all'esperienza dei centri servizi, l'aumento dei prodotti che le biblioteche in rete oggi richiedono vengano messi a punto in dialogo, una contrazione della spesa pubblica insistente in particolare sul fronte del personale fanno pensare di dover rapidamente passare da un modello di semplice cooperazione tra biblioteche espressione di enti diversi, ad un modello di integrazione graduale delle stesse in unità di servizio ampie, capaci di migliorare l'offerta sul territorio servito pur contraendo le spese in particolare sul piano delle strutture oltre che su quello del personale.

I rischi di una simile impostazione sono quelli di una "globalizzazione", sia pur in scala locale, irrispettosa delle peculiarità delle diverse aree servite, nonché quelli di andare contro corrente rispetto al processo di valorizzazione delle autonomie locali da tempo in atto.

Per superare indenni tali ostacoli, oltre che modelli biblioteconomici per una gestione integrata dei servizi, necessitano anche nuovi modelli giuridici per la gestione del no-profit.

L'integrazione a livello locale dei servizi di public library, tipicamente provinciale o di area metropolitana, non garantirebbe tuttavia di poter far fronte con logica economica a tutte le esigenze e le potenzialità di sviluppo del servizio. La scelta di standard comuni (non solo sul piano catalografico) permetterebbe un dialogo tra le diverse reti integrate per la messa a punto di attività che richiedono investimenti ottimizzabili solo su bacini d'utenza molto ampi.

Potrebbe persino capitare, così facendo, di porre le basi per la costruzione dal basso, in senso inverso quindi rispetto ai poco fruttuosi tentativi finora messi in atto, del tanto agognato Servizio Bibliotecario Nazionale.

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