Su convocazione della Coordinatrice, la Commissione si è riunita in data 6 novembre 2007, alle ore 14.30 presso la sede del Palazzo dei Congressi, Firenze, nell'ambito del 54º Congresso Nazionale AIB.
Sono presenti: Teresa Grimaldi (coordinatrice), Carlo Bianchini, Pino Buizza, Andrea Fabbrizzi, M. Chiara Giunti e Stefano Tartaglia; assiste come uditrice Maria Luisa Battista.
La riunione della Commissione inizia regolarmente alle ore 14.30 sui seguenti punti all'o.d.g.:
A proposito del commento al documento della Commissione RICA, Teresa Grimaldi propone di non inviare immediatamente le osservazioni raccolte in seno alla Commissione AIB relative all'ultimo documento della Commissione RICA, in quanto il documento risulta ancora incompleto: in esso infatti si fa riferimento ad ulteriori parti e indicazioni, che potrebbero contribuire a chiarire problematiche e definizioni poco chiare o contraddittorie.
Pino Buizza osserva che non ha nulla da aggiungere riguardo ai più recenti lavori svolti dalla Commissione RICA. Anche se la Commissione RICA ha approntato ancora alcuni perfezionamenti, la scelta di rendere visibili le parti in corso di elaborazione ha sempre lo scopo di fare sapere che cosa si sta facendo in seno alla Comm. RICA e di recepire informazioni e osservazioni. Da questo punto di vista, il materiale pubblicato serve proprio per ricevere informazioni e la Comm. RICA è disponibile a recepire dai catalogatori e dalla Commissione AIB le osservazioni che possono pervenire. Pino Buizza aggiunge che, dal punto di vista personale preferisce lasciare la discussione del merito dei testi della Comm. RICA alla Comm. AIB senza partecipare direttamente alla discussione, proprio per garantire che la discussione abbia un punto di vista completamente esterno all'elaborazione del testo. Esprime anche le proprie crescenti difficoltà nel rivestire due ruoli contemporaneamente e nel rispondere alle sollecitazioni dal punto di vista personale. Osserva infine anche di essere pre-dimissionario.
Teresa Grimaldi propone di modificare la sequenza dei punti all'ordine del giorno, per consentire a Pino Buizza di assistere alla riunione fino alla discussione del documento RICA. La Commissione accetta la proposta.
Sul punto del referente web per la Commissione, Teresa Grimaldi rileva che non abbiamo ancora un referente interno, che manca perché tra i membri della commissione non ci sono le competenze. Di tale presa d'atto verrà data ulteriore comunicazione agli organi dell'Associazione.
Riguardo alla programmazione dell'attività della Commissione per il 2008, Stefano Tartaglia e Andrea Fabbrizzi propongono di restituire la denominazione di Commissione Catalogazione e Indicizzazione alla Commissione. Andrea Fabbrizzi infatti sottolinea che il precedente cambiamento di denominazione da "Commissione sulla catalogazione" a "Commissione catalogazione e indicizzazione" (2003) fu un gesto significativo della volontà di superare questa scissione nel modo di considerare i problemi catalografici, inadeguata perché non trova riscontro nell'unicità del catalogo elettronico, che è stata da tempo riconosciuta da importanti documenti IFLA come UNIMARC Authorities (1991) ed FRBR (1998): il cambiamento del nome della Commissione deciso nel 2006 è un passo indietro. I membri della commissione auspicano il ripristino della denominazione "Commissione Catalogazione e Indicizzazione dell'AIB".
Pino Buizza precisa che la tendenza a scindere l'approccio si riscontra a livello mondiale e che probabilmente la Commissione non si è trovata nelle condizioni concrete per realizzare un catalogo dall'approccio unitario.
Andrea Fabbrizzi risponde che il momento adatto ci sarebbe stato, e si sarebbe verificato alla fine degli anni '90, quando il lavoro della Commissione RICA e il lavoro che è sfociato nel Nuovo soggettario erano ancora in fase di elaborazione. In Italia è stata mancata un'occasione storica: la revisione del codice di catalogazione per autori e il contemporaneo rinnovamento dello strumento per l'indicizzazione per soggetto. Nel 1996 la Guida all'indicizzazione per soggetto del GRIS aveva aperto la strada verso una normativa unica, basata su principi comuni, per tutti i nomi propri del catalogo e non solo per i nomi di autori, fondata sul riconoscimento di due tipi di unità di base nel linguaggio di indicizzazione: i termini con significato unitario che rappresentano concetti, e i nomi propri che indicano entità individuali.
Il GRIS pose il problema dell'unicità del catalogo elettronico al Congresso AIB di Genova (1998), proponendo al Gruppo di studio AIB sulla catalogazione una collaborazione sul tema dei nomi propri, ma la proposta non ebbe seguito.
Per quanto riguarda invece le prospettive future, la Commissione AIB potrebbe occuparsi degli equivalenti verbali della Classificazione Decimale Dewey. In generale, in Italia le biblioteche non creano gli equivalenti verbali e se lo fanno agiscono in modo autonomo, non coordinato, con scelte e soluzioni indipendenti l'una dall'altra. Se si potesse creare un archivio degli equivalenti verbali per la CDD in italiano, risulterebbe di enorme vantaggio per tutte le biblioteche italiane.
Ci potrebbe essere un problema di copyright, ma l'AIB è l'editore della traduzione italiana della CDD e quindi, anche per questo, la Commissione AIB potrebbe giocare un ruolo importante per la promozione di questa iniziativa. Nella realizzazione dell'archivio nazionale degli equivalenti verbali della CDD dovrebbe essere coinvolta la BNCF, perché è necessaria la coerenza dal punto di vista terminologico con la traduzione italiana della CDD, e sarebbe sicuramente un lavoro meno impegnativo di quello del Soggettario.
Stefano Tartaglia aggiunge che ciò sarebbe possibile solo a condizione che la Comm. AIB, al suo rinnovo, cambiasse nuovamente denominazione.
Teresa Grimaldi conclude che comunque, considerati i tempi a disposizione, ciò dovrà essere discusso quando la Commissione sarà ricostituita dopo le elezioni previste nel 2008.
Carlo Bianchini chiede a Pino Buizza se, prima di lasciare la seduta, può fornire alcuni ragguagli sull'attuale lavoro della Commissione RICA. Pino Buizza, pur sottolineando che non c'è nulla di definito, informa i membri della Commissione AIB che c'è in programma, presumibilmente all'inizio del prossimo anno, un incontro pubblico nel quale dovrebbero essere coinvolte le due Biblioteche Nazionali Centrali di Firenze e di Roma, il gruppo della BNI, qualche polo SBN che si presta a qualche forma di sperimentazione sulle nuove regole, sulle intestazioni, sui software, per l'individuazione di eventuali adeguamenti che si rendono necessari. Dopo questo ragguaglio Pino Buizza lascia la seduta.
Teresa Grimaldi invita i membri che non hanno fornito risposta scritta a formulare le loro osservazioni sull'ultimo documento della Commissione RICA.
Stefano Tartaglia, puntualizzando che è necessario comunque aspettare l'uscita della Premessa al documento sulla descrizione bibliografica, apre la discussione con una osservazione di carattere generale: in quest'ultimo documento non è chiaro lo scopo generale che la Commissione RICA si è posta. Mentre nei documenti precedenti lo scopo e la struttura dei testi normativi (le parti relative alle Opere e alle Espressioni, la parte sulle Responsabilità ecc.) erano chiari, con quest'ultimo documento è stata fatta una scelta poco efficace e pericolosa, perché rischia di creare problemi ai catalogatori. Infatti nell'ultimo ventennio il catalogatore sapeva che doveva usare le diverse ISBD. Il testo proposto ora all'esame pubblico da parte della Commissione RICA a volte sembra una parafrasi del nuovo standard internazionale, a volte propone differenze che a prima vista non sembrano giustificate. Sembra che l'errore sia stato dare indicazioni di struttura logica e formale, quando invece si sarebbe dovuto partire dalla scelta dei dati. Questo documento va in contrasto con l'ISBD, non è esaustivo e rischia di recare problemi ai catalogatori nelle scelte che divergono dallo standard internazionale. In alcuni casi, si ha l'impressione che le consuetudini introdotte in Italia per errata interpretazione o applicazione delle norme internazionali ora vengano sancite e elevate a norma.
Teresa Grimaldi osserva che anche nelle RDA, che sono un codice nazionale, il livello di approccio è diverso da quello adottato nel documento RICA.
Stefano Tartaglia riprende che questo tipo di scelte rischia di indebolire tutto il codice, e di distrarre l'attenzione da altri approfondimenti che sarebbero più urgenti.
Tutta la Commissione rileva che il nuovo documento è molto pesante, che rischia di essere inefficace e che sostanzialmente non risponde alle aspettative del "codice desiderato", nato proprio dal rilievo che le RICA erano troppo pesanti.
Stefano Tartaglia riprende alcuni punti specifici, come ad esempio il fatto che nell'area della pubblicazione appare particolarmente preponderante la preoccupazione per il trattamento del libro antico, o la circostanza che, se una volta era ragionevole il ricorso all'etichetta nella catalogazione delle videocassette e DVD – perché in genere non era possibile prenderne visione per catalogarle correttamente – oggi l'orientamento dovrebbe essere invece quello di privilegiare le fonti "interne" del documento nella gerarchia delle fonti. Criticabile è anche la scelta del titolo della scatola come titolo della pubblicazione nel caso di pubblicazioni in più unità che non hanno nulla in comune. In questo caso sarebbe più corretto riconoscere che le unità non hanno nulla in comune e trattarle come tali. Il ruolo del codice di catalogazione a livello nazionale dovrebbe essere interpretativo dei singoli punti.
Andrea Fabbrizzi evidenzia che un altro punto critico è nell'analisi dei legami grammaticali per la responsabilità.
Stefano Tartaglia sottolinea, a riguardo, che il linguaggio del frontespizio cambia e quindi solo apparentemente gli esiti della catalogazione possono sembrare diversi o incoerenti, se analizzati in prospettiva sincronica.
Il Nuovo Soggettario si sta diffondendo con una azione di promozione diffusa, anche al di fuori della bibliografia nazionale. Anche le nuove RICA dovranno comunque superare la prova della sperimentazione sul campo e in modo diffuso a livello nazionale. Di fronte a questa situazione, la Commissione AIB deve comunque insistere sul proprio ruolo e la propria costituzione unitaria, di Commissione Catalogazione e Indicizzazione. Anche il Gruppo GRIS, a sua volta, dovrebbe riconoscerle questo ruolo.
M. Chiara Giunti aggiunge che un ruolo per la Commissione AIB potrebbe essere rilanciare l'idea di un Authority File a livello italiano, anche in questa fase di revisione del codice di catalogazione nazionale e di diffusione del nuovo Soggettario; nel nuovo Soggettario è prevista un'appendice, che pone con forza il problema dei nomi.
Bisognerebbe tentare di coinvolgere BNI, ICCU ecc. per fare promozione culturale in questa direzione, per recuperare il tempo perduto.
Stefano Tartaglia sottolinea che la Commissione AIB non è un gruppo di lavoro e, in questo senso, ha il compito di osservare e di commentare quanto avviene. Oggi, dopo molti anni di immobilità, si è ripreso ad agire nell'ambito della catalogazione (RICA2 e il nuovo Soggettario) ma la commissione non può che constatare che la direzione presa è una piuttosto che un'altra. Quando a suo tempo è stata segnalata la questione dei nomi, che evidentemente ricadeva in entrambi gli ambiti di interesse dei nuovi prodotti, non si è potuto che constatare che secondo la Commissione RICA si trattava comunque di due questioni separate.
Considerati i rilievi emersi e l'incompletezza del documento RICA, Teresa Grimaldi propone nuovamente di rinviare la stesura di un documento della Commissione AIB a quando il documento sulla descrizione prenderà una forma più consolidata: invita tuttavia Stefano Tartaglia e gli altri membri della Commissione a formalizzare i loro commenti – anche sul documento di risposta della Commissione Rica ai commenti ricevuti sulla parte II e III – al fine di poter redigere un commento finale della Commissione.
La riunione si conclude alle 16.20.
Copyright AIB 2008-01-08
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