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Gruppo di studio sulle biblioteche digitali

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Un Manifesto per le biblioteche digitali. Presentazione / Angela Di Iorio

Benvenuti alla presentazione di Un manifesto per le biblioteche digitali.
Il Manifesto è stato presentato al convegno dal titolo "Il linguaggio delle biblioteche digitali 2" <http://www.racine.ra.it/bibliotechedigitali/> tenutosi a Ravenna il 10 e 11 Febbraio 2006 con il patrocinio della Provincia di Ravenna, della Rete Bibliotecaria di Romagna, dell'Associazione Italiana biblioteche e dell'Università di Bologna.

Il gruppo di studio sulle biblioteche digitali dell'Associazione italiana biblioteche ha pubblicato nel dicembre 2005 "Un manifesto per le biblioteche digitali"

Il gruppo di studio sulle biblioteche digitali è composto da:

Il manifesto consiste in trenta tesi, articolate in un continuum comunicativo strutturale suddiviso secondo principi, modelli e funzioni. Tale suddivisione è il risultato di un'elaborazione intellettuale, che intendeva stimolare ad una riflessione sui principi, sui modelli e sulle funzioni che dovrebbero connotare i numerosi progetti ed iniziative incentrati sulle biblioteche digitali (slide nº 3-4).
Il documento, per la sua natura digitale e per i suoi contenuti, intende essere aperto, quindi predisposto ad aggiornamenti ed arricchimenti.
Questo documento, (commento alla presentazione grafica, scaricabile insieme al documento) intende essere una sintesi della presentazione che si è tenuta nel convegno di Ravenna il 10 e 11 Febbraio 2006 e consiste nei commenti ad ogni singola tesi del Manifesto e ne esplicita le parole chiave che sintetizzano le problematiche che si sviluppano intorno alle biblioteche digitali e si conclude con alcune riflessioni.

Prima parte

La prima parte del documento riguarda i principi ed è costituita da 15 tesi. Le parole chiave che si raccolgono in modo incrementale, durante la presentazione del documento, sono visibili sulla sinistra, e quelle legate alle singole tesi, sono evidenziate in giallo.

1.   Le biblioteche digitali sono conversazioni (slide nº 5-6)

La 1a tesi, afferma la natura comunicativa delle biblioteche digitali (BD). Il principio espresso è quello legato alle conversazioni che le BD devono intraprendere al fine di scambiarsi contenuti ed oggetti digitali a supporto dei servizi messi a disposizione sia delle altre BD, sia di altre realtà.
Il concetto di BD non si limita ad indicare il supporto delle sue risorse informative, bensì alla possibilità che tali risorse possano essere diffuse e scambiate tra le applicazioni informatiche delle altre entità che partecipano alla conversazione.
Ma come si crea questa conversazione?
La conversazione tra biblioteche si realizza attraverso la costruzione di una struttura comunicativa sulla base dell'adozione di un linguaggio comune, e non su una narrazione sistematica. Le conversazioni tra le BD si realizzano attraverso uno sforzo comunicativo comune.
Tutto questo a vantaggio delle comunità stesse che sono anche coinvolte nella sua realizzazione, possono contribuire alla creazione di un linguaggio comune e beneficiano degli effetti, in qualità di pubblico, insieme a pubblici di altra tipologia.
È importante tenere ben presente, che le comunità interessate dalle BD sono sia quelle locali da sempre riferimento delle biblioteche tout court, che quelle globali, ovvero, quelle comunità che sono delocalizzate e che si rivolgono alle BD tramite la rete e/o che si raccolgono intorno ad interessi comuni.

2.   Le biblioteche digitali forniscono servizi (slide nº 7)

La 2a tesi è incentrata sui servizi, una parola chiave molto ricorrente nel documento, che ne mette in evidenza la sua importanza e criticità. I servizi della biblioteca tout court, possono essere potenziati dalle tecnologie che supportano la BD, ma si presuppone che creando una struttura comunicativa, altri servizi innovativi potrebbero essere costruiti di cui, allo stato attuale, non abbiamo forse percezione. Attualmente la maggiore barriera all'attivazione di tali servizi è rappresentata dalla difficoltà tecnologica di far colloquiare i sistemi di BD. In realtà, tale barriera, nasconde le difficoltà di cooperazione tra le istituzioni bibliotecarie, e una mancanza di armonizzazione ed omogeneità nell'adottare standard di metadati, metodologie e tecnologie.

3.   Le biblioteche digitali promuovono la conoscenza (slide nº 8)

Le BD non solo raccolgono e conservano le tessere multisfaccettate dei saperi umani, ma cercano di ricomporle in diversi mosaici, secondo le preferenze degli utenti, favorendone così la diffusione.

4.   Le biblioteche digitali sono biblioteche (slide nº 9)

Le BD sono biblioteche con canali di comunicazione potenziati dalla rete globale, grazie ai quali si possono attivare servizi amplificati e ad hoc per le diverse comunità di riferimento.

5.   Le biblioteche digitali integrano le comunità (slide nº 10)

Le comunità sono di natura disciplinare diversificata, e le conoscenze ed i saperi multidisciplinari di cui sono espressione, possono contribuire al miglioramento di metodologie e tecnologie. Ad ulteriore conferma di ciò, è importante ricordare che le nuove tecnologie hanno già dimostrato come la cooperazione tra scienza, tecnologia e cultura, può contribuire, sensibilmente, alla costruzione di strumenti che velocizzano e migliorano il lavoro dell'uomo e li rendono usabili ed accessibili ad un vasto pubblico.
Le BD contribuiscono e sostengono l'integrazione interdisciplinare quella che, gli anglosassoni definiscono come cross- fertilization, e beneficiano, di conseguenza, dei frutti.

6.   Le biblioteche digitali diffondono i documenti (slide nº 11)

Le BD hanno cura e conservano i documenti digitali, rendendo possibile la loro diffusione nel tempo e nello spazio.

7.   Le biblioteche digitali rispettano i diritti di tutti (slide nº 12)

Per le BD è fondamentale garantire il diritto di accesso agli utenti, il diritto alla privacy e la protezione della proprietà intellettuale. La cooperazione tra le istituzioni deve mirare ad adottare meccanismi tecnologici e legislativi comuni, al fine di garantire questi diritti, ma senza limitare la libera circolazione dei contenuti.

8.   Le biblioteche digitali condividono i problemi delle loro comunità (slide nº 13)

Le BD imparano il linguaggio degli utenti e lo fanno proprio cercando di comprendere più a fondo i loro problemi.

9.   Le biblioteche digitali mal sopportano il centralismo (slide nº 14)

In modo evidente, il modello cooperativo reticolare mal si adatta al centralismo, le conversazioni si svolgono secondo un flusso comunicativo di tipo bidirezionale che si modifica in base alle esigenze dei partecipanti: tutti partecipano alla creazione di metodi e modelli da adottare che garantiscano l'interoperabilità.

10.   Le biblioteche digitali sono in rete (slide nº 15)

Tutti gli utenti di Internet sono potenziali utenti delle BD.

11.   Le biblioteche digitali sono accessibili (slide nº 16)

L'accesso alle risorse digitali delle BD deve essere essere migliorato e migliorate devono essere le modalità di reperimento e di diffusione delle stesse.

12.   Le biblioteche digitali si fanno conoscere (slide nº 17)

Vogliono pubblicizzarsi, inserirsi come mediatori nella conversazione che gli utenti hanno con la rete, nella ricerca di informazioni e nella costruzione della conoscenza.

13.   Le biblioteche digitali si mettono in discussione e si aggiornano (slide nº 18)

Non potrebbe essere diversamente, le BD devono cercare di stare al passo dell'evoluzione tecnologica, per non cadere in disuso.

14.   Le biblioteche digitali sono finanziate in maniera trasparente (slide nº 19)

In qualità di strumenti di utilità sociale, devono essere sostenute finanziariamente da diverse forze economiche, politiche e sociali, secondo criteri che rispondono a principi di trasparenza.

15.   Le biblioteche digitali non si occupano di techeology (slide nº 20)

Questa tesi esprime la volontà di adottare un comportamento più pragmatico, orientato all'obiettivo di realizzare rapide implementazioni, per cercare di tenere il passo evo lutivo delle tecnologie.

La prima parte del documento ha investito la maggior parte degli argomenti sulle BD ed il numero di parole chiave raccolte, costituiscono di già la concentrazione della maggior parte degli argomenti critici e ne mettono in evidenza la complessità (slide nº 21).

Seconda parte

La seconda parte del documento riguarda i Modelli metodologici, architetturali e tecnologici secondo i quali le BD dovrebbero essere realizzate (slide nº 22).

16.   Le biblioteche digitali hanno modelli flessibili (slide nº 23)

Modelli architetturali pronti a gestire elementi innovativi del sistema e le evoluzioni dei sistemi con cui hanno stabilito una conversazione.
Le BD possono diventare un anello di congiunzione tra le istituzioni amministrative, istituzioni dell'istruzione e della ricerca e le aziende. Per esempio, potrebbero attivare servizi di consulenza per la strutturazione e l'organizzazione di contenuti per e- learning, egovernment, e-science etc., garantendone la conservazione, e di conseguenza, la fruibilità nel lungo periodo.
Questo ruolo potrebbe diventare un riferimento costante, per quelle aziende che ritengono la formazione uno degli elementi strutturali aziendali, e si stabilirebbero nuove forme di collaborazione che avrebbero una ricaduta positiva, in termini di crescita professionale, sia per il personale bibliotecario, che per quello aziendale. In aggiunta, bisogna tener presente che, adottando modelli adeguati di e- learning, i costi della formazione professionale sarebbero più contenuti, andando a stimolare anche quelle aziende meno propense ad investire nella formazione.

17.   Le biblioteche digitali sono definite da contenuti e servizi(slide nº 24)

Contenuti e servizi per comunità generiche e comunità specializzate interessate a contenuti specifici. Le risorse digitali di una BD sono oggetti intangibili, che si mantengono in collegamento col mondo reale e con la sfera sensibile degli esseri umani, grazie ai metadati associati. Sono i metadati il punto chiave per l'attivazione di servizi specifici che permettano e potenzino la possibilità di fruizione degli oggetti digitali. I metadati devono essere codificati secondo standard che garantiscano l'interoperabilità tra i sistemi per lo scambio di contenuti.
Molti sono gli standard di metadati che sono in fase di sviluppo e questo ci fa intendere la mancanza di accordo su uno standard che sia adatto a tutte le esigenze che emergono di volta in volta nella creazione di una BD.

18.   I contenuti e i servizi sono eterogenei (slide nº 25)

La diversità tra una biblioteca tout court e una BD consiste anche nel gestire oggetti digitali che possono presentarsi in forme diverse, basti pensare alla differenza tra un documento cartaceo ed un software, probabilmente è da prendere in considerazione che sarà necessario conservare non solo dati e documenti bensì anche lo strumento digitale di lettura dell'oggetto digitale. Quindi il termine eterogeneità raccoglie interpretazioni sia trasperenti che nebolose: chiaramente, indica la "pluralità" di contenuti e servizi, ma non si può trascurare la difficoltà oggettiva di rendere interoperabili diversità strutturali, tecnologiche e metodologiche delle risorse digitali. Senza una volontà, forte, di superare tali difficoltà, le BD saranno sempre una multitudine di BD che, non riescono a conversare, dal momento che usano linguaggi diversi.

19.   L'accesso ai contenuti ed ai servizi è omogeneo (slide nº 26)

L'accesso ai contenuti ed ai servizi è omogeneo, per quanto sarà possibile le BD dovranno sforzarsi di dare una certa omoge neità di accesso a contenuti e servizi che, come sottolineato nella precedente tesi sono eterogenei. L'omogeneità è fondamentale per garantire una maggiore usabilità ed accessibilità al maggior numero di utenti, nella fruizione delle risorse.

20.   Le biblioteche digitali hanno un'architettura articolata e basata su standard (slide nº 27)

Necessariamente l'architettura delle BD, per quanto articolata, deve essere basata su standard.
A progetti diversi corrispondo standard diversi, quindi possiamo parlare effettivamente di standard? Come è già stato sottolineato, in diversi punti, senza standard, difficilmente si troverà un linguaggio comune.(cfr. 1a tesi).

21.   I detentori dei contenuti e i fornitori dei servizi interagiscono fra di loro (slide nº 28)

Oltre all'adozione del modello definito dalla Open Archives Initiative (OAI), come è ben spiegato nel testo di questa tesi, l'interazione è intesa, anche in questo caso, come cooperazione tra, coloro che hanno la proprietà dei contenuti, e coloro che ne permettono la fruizione, secondo nuovi modelli cooperativi, sia sul piano organizzativo-procedurale, che sul piano legislativo.

22.   I contenuti si articolano in molteplici collezioni (slide nº 29)

In qualità di depositi della conoscenza, devono essere ben classificati e catalogati evitando la duplicazione delle collezioni, adottando naturalmente modelli comuni che permettano ai sistemi di riconoscere le collezioni e le loro ubicazioni.

23.   L'accesso e la fruizione dei contenuti sono gestiti in autonomia (slide nº 30)

L'autonomia a cui ci si riferisce richiama ad un senso di responsabilità dei gestori/detentori di contenuti, per l'ottimizzazione delle politiche di fruizione. Se le BD instaurano una forma di colloquio con il "cyberutente", raccogliendo informazioni su i suoi interessi e le sue esigenze informative, i sistemi di interfaccia e di reperimento delle risorse, potrebbero modellare l'accesso sulla base della tipologia di utente, migliorando i servizi delle BD.

Conclusa la seconda parte c'è da notare che alle parole chiave già individuate nel prima parte, è stata aggiunta solo la parola "integrazione ". Modelli metodologici e tecnologici devono cercare di integrarsi, a conferma del fatto che quella conversazione, auspicata nella 1a tesi, deve essere tenuta in conto nei diversi livelli strutturali e costitutivi delle BD (slide nº 31).

Terza parte

Le terza parte del documento riguarda le funzioni delle BD (slide nº 32).

24.   Le biblioteche digitali hanno come focus gli utenti (slide nº 33)

Questa tesi e strettamente legata a quella precedente della sezione sui modelli. Attraverso strumenti metodi e modelli, le BD supportano e guidano gli utenti in ogni percorso informativo (portali).

25.   Le biblioteche digitali sono in rapporto con l'istruzione, l'università e la ricerca (slide nº 34)

Le BD collaborano con le altre istituzioni dell'istruzione e della ricerca svolgendo nuove funzioni legate alla natura digitale degli oggetti che raccolgono (anello di congiunzione citato nella tesi 16a).

26.   Le biblioteche digitali si fanno carico, tramite la cooperazione, della conservazione permanente dell'eredità culturale digitale (slide nº 35)

Sono numerosi i problemi sulla conservazione : dall'adozione del tipo di piattaforme fisiche, più idonee a garantire la continuità di accesso agli oggetti digitali, a tutti gli altri problemi legati alla conservazione che non possono essere discussi in questa sede. Basti ricordare che, sarà sempre la cooperazione tra BD che garantirà soluzioni comuni per problemi diversi, come quelli riscontrati nell'ambito della conservazione.

27.   Il "Portale nazionale delle biblioteche digitali" è lo strumento di accesso ai servizi dei molteplici service provider (slide nº 36)

Avendo come focus gli utenti è auspicabile avere un portale che orienti ed accompagni l'utente attraverso le "variazioni" di BD.

28.   L'adozione di software open source e di standard aperti favorisce la diffusione dei contenuti (slide nº 37)

L'adozione sia di standard che di software di tipo open è la naturale conseguenza della cooperazione tra le istituzioni ed è di fondamentale importanza per l'interoperabilità tecnologica, che permetta la realizzazione di conversazioni tra BD. Il valore aggiunto di tali decisioni è il raggiungimento di un'ecologia dell'informazione e degli strumenti di implementazione, da cui consegue un'economicità di gestione.

29.   Le comunità delle biblioteche digitali condividono strumenti e servizi gestionali (slide nº 38)

Strettamente legata alla precedente tesi è la condivisione degli strumenti e dei servizi gestionali che possono avvalersi di diversi contributi migliorativi, correttivi ed evolutivi a costi contenuti.

30.   Le biblioteche digitali favoriscono l'integrazione funzionale con i motori di ricerca (slide nº 39)

Google ha lanciato l'iniziativa della World Digital Library che ha messo in luce la vulnerabilità delle istituzioni pubbliche dal punto di vista economico: con un ampio supporto economico si hanno maggiori possibilità di mettere in linea materiali digitali e in tempi relativamente brevi. Le BD non devono chiudersi o temere la concorrenza di Google, le BD sono in possesso di materiali che Google non ha. Possono mettere a disposizione servizi qualificati e le competenze, che sono da sempre patrimonio culturale e scientifico delle comunità dei bibliotecari, che supportano e garantiscono un'informazione di qualità per le comunità di riferimento. Ciò nonostante devono dare maggiore diffusione e promozione ai propri contenuti e servizi e per farsi conoscere, devono collaborare integrandosi funzionalmente, con i motori di ricerca.

Considerazioni conclusive

Nella disamina del documento e nella raccolta delle parole chiave dalle diverse tesi si è messo in evidenza il fatto che, le prime posizioni sono occupate dalle parole più critiche nel dibattito sulle BD (slide nº 41).
Nel manifesto, infatti emergono come parole con alta incidenza : Servizi, Accesso e Contenuti, come Risorse digitali, sono le priorità assolute per rispondere alle esigenze degli Utenti.
A seguire nella classifica vi sono le fondamenta su cui si costruisce ciò che è visibile ed indispensabile agli Utenti, quindi si intuisce e si può concludere che gli Standard e la loro Integrazione sono fondamentali per rispondere alle esigenze delle varie Comunità e la Cooperazione tra BD è indispensabile alla Diffusione di informazioni, documenti e conoscenza.

Le BD sono biblioteche(tesi 4a), e ciò che viene affermato nel manifesto rispetta e rispecchia pienamente quanto promulgato nel codice deontologico dei bibliotecari (slide nº 42) nei:

Doveri verso l'utente [laddove] Il bibliotecario garantisce all'utente l'accesso alle informazioni pubblicamente disponibili e ai documenti senza alcuna restrizione (...).
L'informazione fornita dal bibliotecario è completa, obiettiva e imparziale(...) [e mantenendo] (...) l'efficienza e l'autonomia del servizio bibliotecario in quanto strumento di democrazia.
Nei Doveri verso la professione il bibliotecario [deve avere] consapevolezza della sua utilità sociale.
Ed infine nei Doveri verso i documenti e le informazioni [è importante tener presente] valorizzazione e tutela dei documenti e delle informazioni. (..) Garantire la trasmissione della conoscenza mediante la razionale organizzazione dei documenti e consapevole del contesto globale in cui opera, si impegna a promuovere singolarmente e in forma cooperativa l'integrazione dei diversi sistemi informativi e la rimozione degli ostacoli organizzativi e geografici che limitano la circolazione delle informazioni e dei documenti.

La tecnologia digitale permette di rispettare pienamente il codice: stabilire un colloquio con le diverse comunità di utenti, trovando un linguaggio comune attraverso la cooperazione ed integrando così i diversi sistemi informativi.

È importante anche ricordare quanto emerso dallo studio del 2005 dell'Online Computer Library Center riguardo la percezione che gli utenti hanno delle biblioteche (slide nº 43).
Nel costruire una BD bisogna tener ben presente quali sono le aspettative degli utenti e ricordando quanto affermato nella tesi 24a, che afferma che le BD hanno come focus gli utenti, e quanto commentato alla tesi 23 a, sulla necessità di conoscere le esigenze degli utenti, si deve riconoscere che le tecnologie digitali aiutano ed offrono notevoli opportunità di migliorame nto e potenziamento dei servizi bibliotecari in rete.

Le keyword che si sono raccolte nel corso della presentazione del Manifesto, vengono qui disposte graficamente in una specie di rete neuronale (slide nº 44) che esplicita la complessità dei problemi che orbitano intorno alle BD, in cui nei circoli indicati con le frecce color arancione, il sistema delle BD migliora le proprie prestazioni cercando di capire in che cosa si potrebbe migliorare cambiando elementi e procedure del sistema. Le relazioni che indicano uno scambio continuo di tipo bidirezionale sono messe in evidenza in rosso.
Le relazioni espresse in questo grafico sono dinamiche, aperte a contributi e flessibili ai cambiamenti, difficile riuscire a pensare a qualcosa di rigorosamente strutturato allo stato attuale delle tecnologie, degli standard e delle BD.
Nel grafico possiamo notare come la singola BD persegua gli obiettivi di Conservazione ed Accesso come mediazione con gli Utenti e come entra in relazione con le altre BD attraverso la Diffusione.
In alto a sinistra c'è una singola BD; gli utenti con cui instaura una relazione bidirezionale sono sia gli utenti che richiedono informazioni, che quelli che le producono e mette a fuoco le sfide che Riccardo Ridi ha messo in evidenza in La biblioteca digitale: definizioni, ingredienti e problematiche,("Bollettino AIB", XLIV (2004), n. 3, p. 273-344 e "E-LIS" eprints.rclis.org/archive/00002535/) sulle forme di "editoria sostenibile" e sulla creazione di archivi ad accesso gratuito, sia a livello di immissione, che di lettura. Le BD potranno diventare sia editori e che garanti della produzione di informazioni e di conoscenza.
La Conservazione garantisce la fruibilità nel lungo periodo delle Risorse informative e l'Accesso offre l'opportunità di fruizione di Servizi e Contenuti attraverso la Comunicazione che può presentarsi come Formazione o come Conoscenza, entità astratta continuamente in fieri attraverso i contributi della Ricerca che, come ricaduta, porta Innovazione, Sviluppo ed Utilità sociale.
La singola BD ha interesse a dare Diffusione alle proprie risorse entrando in colloquio (freccia bidirezionale in rosso) con Modelli e Standard che abilitino Interoperabilità metodologica e tecnologica, che permette di costruir e un'Infrastruttura a cui fanno riferimento tutte le altre BD, con cui colloquiano altre Istituzioni ed Imprese che producono conoscenza o ricerca potenziando la propria competitività. La Cooperazione delle forze che gestiscono l'Infrastruttura, viene qui intesa, come contenitore semantico per Partecipazione, Condivisione, Aggiornamento, Interazione, Coordinamento, secondo principi di Trasparenza.

In effetti, il Manifesto investe quelle strategie principali per ampliare ed agevolare l'accesso alle informazioni, che la Commissione europea ha comunicato al Parlamento europeo, in merito alle biblioteche digitali (slide nº 45)., ma pone in particolar modo l'accento sull'urgenza dei problemi connessi all'accesso ed alla conservazione.
In tal senso la direzione intrapresa è evidente anche dai progetti europei che si raccolgono intorno alle diverse aree tematiche e che selezionano gli obiettivi strutturali delle BD: architettura, accesso e personalizzazione dell'informazione, oggetti audiovisivi e non tradizionali, visualizzazione ed interfacce utente, estrazione della conoscenza e interoperabilità semantica, conservazione e valutazione.

I finanziamenti ridotti pongono l'attenzione sulla necessità di adottare strumenti e metodi più economici che migliorino i servizi e potenzino la diffusione della conoscenza. È quindi necessario promuovere politiche di riuso del software open source che permettano di rendere tutte le fasi dei processi di produzione e gestione dell'informazione, economicamente sostenibili.
Le applicazioni open source permettono anche di conservare, di riusare e riadattare ciò che è contenuto in quello che viene definito un giacimento di conoscenza, nel documento del Centro Nazionale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione (slide nº 46).

Concludo l'intervento con una metafora: la BD è come una città circolare con diversi varchi di accesso compreso quello dall'alto per una visione più completa dell'urbanistica, che ne permetta una migliore gestione ed una migliore salvaguardia delle risorse, proteggendole dagli abusi e dai deterioramenti.
Avendo un punto di vista alto e quindi più ampio, che aiuti a gestirne la struttura e i varchi di accesso che contribuiscono anche a comprendere la provenienza di coloro che vogliono entrare nella città e fruire del suo patrimonio, si intuisce meglio come potenziare la mobilità degli utenti.
La progettazione delle vie di comunicazioni sotterranee, che permettano una migliore mobilità attraverso il patrimonio delle informazioni, di certo è molto difficoltosa, ma deve essere accurata e deve rispondere a criteri qualitativamente alti, considerato che la tenuta dell'infrastruttura di comunicazione è indispensabile per la mobilità cognitiva degli utenti e per la viabilità degli oggetti digitali. Per questo motivo, sono richie sti enormi sforzi di cooperazione tra le istituzioni, che sovrintendono alla gestione dei servizi e dei mezzi di comunicazione e alla salvaguardia delle risorse, e tra le imprese e i cittadini che contribuiscono alla crescita, allo sviluppo ed alle innovazioni di questa città (slide nº 47).


Il testo riproduce il corrispondente disponibile (da 2008-07) presso il deposito SlideShare [PDF 43 k].


© AIB 2009-01-12, a cura della Redazione AIB-WEB ([MAIL:]  <AW-cg-tecn@aib.it>)
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