Nella convinzione che i problemi delle biblioteche si possano e si debbano discutere 'dentro le biblioteche' in un clima di aperto confronto con la società civile e gli operatori culturali, mercoledì 30 novembre, nell'Aula Magna della Biblioteca Nazionale di Roma, l'AIB Associazione Italiana Biblioteche e CGIL Funzione Pubblica, in collaborazione con l'Associazione Forum del Libro, i lavoratori del Teatro Valle, la Generazione TQ, esponenti del mondo della cultura, la SLC CGIL e la CGIL di Roma e Lazio, sono pronte a confrontarsi sulla grave situazione vissuta da biblioteche e archivi, in un'assemblea aperta a tutti i cittadini che avrà luogo dalle ore 15.30 alle ore 18.30.
L'iniziativa del 30 novembre nasce a seguito dell'infelice epilogo di 'Carta batte forbice', l'assemblea pubblica convocata per lo scorso 11 ottobre ma impedita dalla presenza massiccia della Polizia.
La crisi produttiva che attanaglia tutti i comparti del settore culturale rende quanto mai necessaria questa importante ed utile occasione di confronto aperta ai contributi degli operatori culturali e della stessa società civile, per capire come evitare il triste declino che sembra incombere sul futuro di archivi e biblioteche.
Spiegare quali vantaggi possano recare biblioteche ben funzionanti - sostiene Stefano Parise, presidente nazionale AIB - permette di dare senso compiuto alla richiesta di continuare a mantenerle e finanziarle. Si tratta di ricollocare la biblioteca entro i confini della percezione di utilità sociale. Le biblioteche possono essere parte di un progetto nazionale teso a garantire alfabetizzazione, formazione e integrazione nello spazio economico e sociale per tutti i cittadini. Occorre inoltre ribadire con forza che le biblioteche nazionali e quelle storiche conservano la memoria culturale del paese, senza la quale non c'è futuro possibile.
Le biblioteche e gli archivi non possono quindi essere marginalizzati o considerati servizi non essenziali sui quali abbattere indiscriminatamente la scure dei tagli imposti dalla crisi economica.
L'Italia non può permettersi un futuro privo di investimenti in cultura, senza fondi per l'informatizzazione e l'aggiornamento professionale, con lavoratori precari impiegati nel settore senza diritti e tutele.
Un paese senza biblioteche e archivi è un paese senza memoria. E chi cancella la propria memoria difficilmente può avere un futuro.
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