Il signor Marzio Bossi di Bologna, in una lettera pubblicata da Repubblica lo scorso 18 febbraio, si stupisce che in Italia le letture pubbliche effettuate in biblioteca per finalità di promozione culturale siano soggette al pagamento del diritto d'autore. L'art. 15 della L. 633/1941 (sulla protezione del diritto d'autore) sancisce che il diritto di recitare, eseguire o rappresentare in pubblico un'opera dell'ingegno di qualsiasi natura rientri fra i "diritti esclusivi" dell'autore o dei soggetti che ne hanno acquisito i diritti di sfruttamento economico. In parole povere, qualsiasi forma di esecuzione in pubblico deve essere autorizzata dagli aventi diritto, per il tramite della SIAE.
Se un autore – desideroso di incoraggiare queste forme di pubblicità gratuita alla sua opera – decide di autorizzare una lettura in biblioteca rinunciando al suo compenso, la SIAE è comunque autorizzata a riscuotere il compenso a prescindere dalla volontà degli aventi diritto.
A questo stato di cose l'Associazione Italiana Biblioteche si oppone con fermezza: vengono penalizzate, anziché incoraggiate, le iniziative delle biblioteche per diffondere la conoscenza dei libri e promuovere la lettura. In un paese di non lettori, esse andrebbero a vantaggio anche di autori ed editori, ma soprattutto dei cittadini, che dovrebbero essere i beneficiari ultimi di tali attività.
Si tratta in tutta evidenza di una stortura contro la quale dovrebbero mobilitarsi anche le associazioni dei consumatori, degli enti locali e dei cittadini. Esattamente come nel caso del diritto di prestito, introdotto nel 2007 nel nostro ordinamento in forza di una direttiva europea che impone alle biblioteche di pagare un compenso ad autori e editori per i prestiti effettuati. In Italia sono stati stanziati 3 milioni di euro all'anno, ma in futuro potrebbero essere di più.
Il Segretario Nazionale
Giovanna Frigimelica
La
lettera
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è pubblicata
(in una più breve versione)
con il titolo "Biblioteche penalizzate dai pagamenti alla Siae"
a p. 38 il 19 marzo in «La Repubblica»
(ed. nazionale).
Il riferimento è a
lettera
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del 18 febbraio,
a p. 26:
"Libri letti ad alta voce e quei 100
euro alla Siae / Marzio Bossi (Bologna)". Questa la trascrizione del
testo:
Nei giorni scorsi sono stato alla biblioteca Casa della Conoscenza di Casalecchio di Reno (Bologna) dove si tenevano alcune letture ad alta voce. Era ad ingresso libero e mi hanno detto che i lettori (appartenenti ad una Associazione di Promozione Sociale) non hanno percepito alcun compenso. La direttrice mi ha detto che temeva che la cosa non si potesse ripetere, dato che la Siae (Sindacato Italiano Autori ed Editori) ha fatto pagare circa 100 euro per ogni lettura.
Io credevo che questi eventi fossero assimilati alle scuole, dove certamente se si legge in classe un brano letterario nulla è dovuto a Siae. Possibile che non esista una normativa che preveda casi come questi, o come le letture fatte da volontari nelle Case di riposo?