AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 3 (1999)
di Alessandro Sardelli
Due anni fa scrivevo su questo giornale: crediamo di dover fare ogni sforzo perché in futuro Bibelot assuma una periodicità più regolare. Ebbene quell'impegno che ci eravamo dati, possiamo dire di averlo rispettato. Bibelot esce oramai in modo costante ogni quattro mesi; anche se talvolta con qualche lieve ritardo, imputabile più che altro ai lunghi tempi di recapito. Per integrare la periodicità quadrimestrale abbiamo poi creato il supplemento Bacheca, in modo da ridurre i vuoti d'informazione. Insomma, nei limiti del budget di cui disponiamo, ci siamo fatti in quattro e credo siamo riusciti - grazie all'impegno di tutti coloro che hanno collaborato al bollettino - a dare continuità all'informazione e allo scambio d'idee fra i soci della Sezione Toscana.
Allora discutemmo anche - nel Cer, in alcune assemblee regionali e in riunioni appositamente dedicate alla comunicazione - di come avrebbe dovuto essere Bibelot e di quali temi avrebbe dovuto trattare. Sinceramente non so dire se siamo stati coerenti con quanto venne detto. So solo che Bibelot ha trovato la sua impostazione gradualmente, numero dopo numero, e che in questo modo ha saputo assimilare le idee e - perché no - le contraddizioni che circolano in questo momento nelle nostre biblioteche. Insomma lui ha trovato l'anima e noi abbiamo individuato gli argomenti di cui parlare. Fra questi argomenti uno è emerso in modo dominante e - quasi senza accorgercene - abbiamo dedicato gran parte del nostro spazio alla cultura del servizio. Non solo dedicandogli una rubrica fissa, Il Gambero rosso delle biblioteche toscane, dichiaratamente dalla parte degli utenti, ma anche presentando numerosi articoli sulla misurazione dei servizi di biblioteca, come condizione essenziale e preliminare per ogni seria politica orientata al miglioramento delle prestazioni offerte. Sull'argomento della cultura del servizio torniamo in questo numero con un'intervista a Paul Ginsborg, dalla quale emerge la necessità di portare le biblioteche italiane a fare un salto di qualità. È una testimonianza che, piaccia o meno, deve farci riflettere. Perché alle biblioteche si chiede oramai anche in Italia di fornire dei servizi in grado di garantire l'efficacia delle strutture in cui sono inserite: amministrazioni statali, locali, università, scuole... Purtroppo abbiamo un settore pubblico, ancora prevalentemente burocratico, che non sempre riesce - anche quando investe in strutture, in attrezzature e in formazione del personale - a dare servizi migliori. Occorre quindi ripensare dalle fondamenta l'istituzione biblioteca e andare verso forme d'organizzazione più moderne, maggiormente orientate all'utenza, che valorizzino a tutti i livelli la professionalità degli addetti e che sappiano gestire concrete forme d'incentivo. Questa in fondo è la scommessa che ci portiamo nel 2000.
Copyright AIB 2000-01-28,
ultimo aggiornamento 2000-02-08 a cura di Vanni Bertini
URL: https://www.aib.it/aib/sezioni/toscana/bibelot/b9903a.htm