AIB. Il mondo delle biblioteche in rete. Glossario di terminologia
fotografica
Glossario
di terminologia fotografica
A cura di Laura Corti e Fiorella Gioffredi Superbi
Aggiornamenti a cura di Laura Gasparini
A Paolo Costantini
Questo glossario non ha alcuna pretesa di essere esaustivo per tutta
la terminologia fotografica, ma intende solo offrire una sintetica
definizione per quei termini inclusi nelle gerarchie del capitolo 3 dal
titolo Contenuto informativo del volume di CORTI,
L.
-
GIOFFREDI SUPERBI, F., Fotografia e fotografie negli archivi,
presentazione di Carlo Bertelli, Firenze, Regione Toscana
-
Giunta Regionale, Firenze, 1995.
Le autrici hanno tradotto le voci dalle seguenti fonti:
La traduzione è stata rivista e corretta da Paolo Costantini.
Gli aggiornamenti sono contrassegnati dalla data (aaaa-mm).
INDICE
Per consultare rapidamente l'elenco, selezionare la lettera alfabetica
corrispondente alla prima lettera della voce cercata:
A |
B
|
C
|
D
|
E
|
F
|
G
|
H
|
I
|
J
|
K
|
L
|
M
|
N
|
O
|
P
|
R
|
S
|
T
|
U
|
V
|
W
Bibliografia
A
- Aerofotogrammetria
- Tecnica per fotografare da bordo di velivoli oppure rilievo
fotografico della superficie terrestre condotto per mezzo di aerei.
- Agfacolor
- Uno dei nomi commerciali per il procedimento a colori per
formazione della materia colorante.
- Albertipo
- Vedi Collotipo.
- Album
- Tipo di cartoncino fotografico di formato mm 137x100 (141x100).
- Album di cartoncini fotografici
- Legatura per cartoncini fotografici.
- Album fotografico
- Quaderno o fascicolo per raccogliere fotografie.
- Albumina
- Vedi Procedimento
all'albumina.
- Albumina
bicromatata
- Procedimento al bicromato di potassio utilizzato nelle stampe
fotomeccaniche. L'albumina bicromatata viene stesa sulla lastra di
zinco.
- Algrafia
- Procedimento fotomeccanico, nella sostanza identico a quello
fotolitografico, in cui alla matrice in pietra viene sostituita
un'equivalente matrice in alluminio.
- Alticolor
- Vedi Autocromia.
- Amalgama fotografico
- O fotografia amalgamata, sta ad indicare in genere l'immagine
dagherrotipica
ottenuta da fotografi ambulanti che sostituivano il tradizionale sviluppo a
vapori di mercurio con uno molto più semplice, fatto appunto con un
amalgama di mercurio e sale d'argento ridotto in compresse facilmente
trasportabili.
Vedi Dagherrotipo.
- Ambrotipo
- Dal greco indistruttibile. Positivo diretto al collodio umido
utilizzato negli anni dal 1853-5 al 1863-5. In genere si tratta di
ritratti fortemente sottoesposti che, osservati in particolari
condizioni, possono apparire sia positivi che negativi.
La lastra negativa al collodio diviene positiva quando è disposta
su un fondo scuro: le ambrotipie venivano presentate e poste in
commercio in apposite custodie rivestite di panno nero. L'effetto si
otteneva sbiancando con acido nitrico o bicloruro di mercurio un
negativo, l'argento annerito si mutava in argento bianco comune e
l'immagine diventava quasi positiva. Il nome venne coniato da M. A. Root
(1808-1880), mentre James Ambrose Cutting (1814-1867) perfezionò
il procedimento aggiungendo canfora e bromuro di potassio al collodio e
usando resina d'abete per fissare il vetro alla lastra.
- Anaglifo
- Dal greco cesello. Coppia di immagini stereoscopiche l'una di
colore complementare dell'altra (in genere verde e rosso) riprese,
proiettate o stampate in modo da essere quasi sovrapponibili.
Guardandole con appositi occhiali
colorati
con lenti analogamente complementari, ma invertite, si vede una sola immagine
a rilievo. L'inventore Jean Charles d'Almeida realizzò quelli per
proiezione nel 1858, mentre Louis Ducos du Hauron nel 1891 li realizzò
su carta, usando come colori complementari il rosso e il blu.
- Analogico
- Segnale o flusso di dati di tipo continuo, sonoro o visivo.
È
l'opposto
di digitale.
Vedi anche Digitalizzare.
2004-03
- Anfitipo
- Variante dell' Ambrotipo dal quale si distingue per caratteristiche
di sviluppo e fissaggio.
Vedi anche Ferrotipo.
- Annerimento
diretto
- Procedimento tramite il quale l'immagine viene a formarsi con la
sola azione del sole. Le lastre fotografiche vengono poi immerse in una
soluzione che fa annerire l'emulsione nei punti appena intaccati dalla
luce filtrata dall'obiettivo e corrispondenti alle parti illuminate
dell'immagine esterna. Usato per la stampa a contatto con la carta
salata, albuminata, citrata, aristotipica.
- Antracotipia
- Nome dato dall'Abate Sobacchi ad un procedimento di stampa
fotografica da matrice manuale, in genere disegni su vetro o in carta
lucida. Il procedimento consisteva nella sensibilizzazione di fogli di
carta con una pappa bicromatata.
- Archivio fotografico
- Insieme di fotografie (negativi e positivi), attrezzature
fotografiche e altri materiali. Può venire inteso anche come
spazio fisico di conservazione dei materiali. 2004-03
- Argento
- Elemento base per la preparazione di superfici sensibili.
L'alogenuro d'argento (alogeno + cloro, bromo e iodio) è
sensibile alla luce, ai raggi X e ai raggi UV.
- Argentotipo
- Qualsiasi tipo di stampa in cui figurano i sali d'argento. In
origine il termine indicava un particolare tipo di carta ai sali
d'argento che per lo sviluppo del positivo necessitava di un bagno ai
sali di ferro.
- Aristotipo
- Procedimento inventato da Liesegang intorno al 1886 che comprende i
positivi al collodio ad annerimento diretto e i positivi alla gelatina
ad annerimento diretto (carta al citrato). La carta aristotipica era del
tipo ad immagine evidente cioè stampabile a vista per azione
diretta della luce solare che, grazie al cloruro d'oro, acquistava
tonalità brune intense e doveva poi essere immersa in un bagno di
fissaggio per attribuire colorazioni particolari alla copia stampata. Le
carte aristotipiche ebbero una notevole diffusione, sostituendo quasi
completamente
quelle albuminate, ma intorno al 1920 caddero a loro volta in disuso.
- Aristotipo al collodio
- Vedi Aristotipo.
- Artiste
- Tipo di cartoncino fotografico del formato mm 260x200.
- Artotipia
- Vedi Collotipo.
- Asfalto
- Vedi Bitume di Giudea.
- Astrofotografia
- Tecnica fotografica applicata per fotografare gli astri. La prima
immagine fotografica della luna si deve a Samuel Morse nel 1839.
- Astuccio per
fotografie
- I dagherrotipi più raffinati erano conservati sotto vetro in
astucci foderati di velluto, inizialmente simili a quelli per miniature.
I primissimi erano di semplice fattura, con motivi geometrici e floreali
sul coperchio. Gli astucci meno costosi erano in papier-maché,
con decorazioni stampate. Verso la metà degli anni '50 furono
messi sul mercato negli Stati Uniti astucci di materiale sintetico,
composto da segatura, gomma lacca e un pigmento colore marrone e nero,
pressati in stampi d'acciaio. Questi astucci, detti Union Cases si
presentavano spesso come bassorilievi assai elaborati che si ispiravano
a soggetti di dipinti popolari. In Europa si usava anche incorniciare i
dagherrotipi in passe-partout di vetro dipinto.
- Atrografia
- Vedi Melanografia.
-
Autochromes
- Vedi Autocromia.
- Autocromia
- I fratelli Lumière sfruttarono il principio di J. Joly (vedi
procedimento a colori additivo)
per le loro lastre autochrome, ideate nel 1904 e poste in vendita nel
1907. La lastra fotografica veniva ricoperta con migliaia di
microscopici granelli di fecola, preventivamente colorati. Un terzo dei
granelli erano color arancione, un terzo verde, e un terzo violetto; ed
erano mescolati insieme in modo che i colori primari fossero distribuiti
uniformemente sulla superficie della lastra, che veniva poi ricoperta
con l'emulsione. L'esposizione avveniva sul retro della lastra. Una
volta sviluppato il negativo si trasformava in positivo con il
procedimento dell'inversione, e la diapositiva che ne risultava
riproduceva i colori originali. La prima esposizione pubblica negli USA
di lastre autochromes di Steichen, F. Eugene e Stieglitz ebbe luogo alle
Little Galleries Photo-Secession a New York nel novembre del 1907. La
fabbricazione delle lastre fu sospesa nel 1932, per essere sostituita da
Filmcolor, Lumicolor e Alticolor su supporto non rigido.
- Autotipo
- Fotoincisione retinata. Procedimento inventato dall'inglese J.W.
Swan nel 1864 che suggerì di riportare la punteggiatura di
scomposizione dell'immagine sul negativo stesso dell'originale da
riprodurre. Il negativo dopo il trattamento veniva usato secondo le
varie tecniche fotomeccaniche esistenti. Il procedimento rimase in uso
fino al 1940 circa nella riproduzione in tricromia.
- Autovirante
- Vedi Carta autovirante.
- Avoriotipo
- Procedimento di origine americana il cui risultato imitava la
struttura e luminescenza dell'avorio. Da un negativo dovevano essere
ricavate due differenti stampe, una su carta sottile, l'altra su
pellicola. Le due immagini venivano montate sovrapposte, unite da uno
strato di cera fusa e pressate a caldo su di una lastra di cristallo. Il
brevetto venne ottenuto da Mayall nel 1865.
- Avoriofotografia
- Vedi Avoriotipo.
Torna all'indice
B
- Barite
- Solfato di bario. Polvere bianchissima stesa nelle carte
fotografiche dette appunto
baritate,
tra
l'emulsione
e il supporto in carta. 2004-03
- Bicromato
- Vedi
Albumina bicromatata,
Carta al carbone,
Gelatina bicromatata,
Gomma bicromatata,
Oleotipia,
Ozotipia,
Pinatipia,
Procedimento all'inchiostro.
- Bit
- In informatica la più piccola unità di informazione.
È
l'abbreviazione
di binary digit (cifra binaria) che ha
valore zero oppure uno.
Otto bit formano un byte, 1024 byte un kilobyte
(kB),
1.040.576 byte
un megabyte (MB), 1024 megabyte un gigabyte
(GB). 2004-03
- Bitmap
- Immagine grafica o fotografica costituita da pixel. Le immagini
molto definite sono costituite da molti pixel. I file, in ambiente
Windows, hanno come suffisso
".bmp".
Le immagini bitmap a colori utilizzano grandi quantità di
memoria e questo è uno svantaggio per
l'archiviazione.
2004-03
- Bitume di Giudea
- Idrocarburo impiegato nella pratica delle incisioni a morsura delle
matrici da stampa in quanto si altera alla luce solare e esposto ai
raggi schiarisce in proporzione alla loro intensità. La lastra
veniva rivestita di bitume, esposta alla luce con il fototipo, lavata
infine con essenza di trementina che scioglie l'asfalto non
impressionato, poi intaccata con un bagno di acido nitrico. Questo
metodo era preferito a quello della gelatina bicromatata, per le
riproduzioni fotozinco tipiche. Niépce abbinò tutte queste
caratteristiche in un solo procedimento di stampa, applicabile alla
produzione di matrici fotoincise.
- Byte
- In informatica la quantità di memoria per immagazzinare un
carattere. 2004-03
- Boudoir
- Tipo di cartoncino fotografico del formato mm 200x125.
-
Bromoleotipia
- Vedi Oleobromia.
- Bromuro d'argento
- Alogenuro d'argento, usato in fotografia per rendere sensibile la
superficie di lastre e pellicole, combinato poi con la gelatina permette
la preparazione di emulsioni molto sensibili.
Torna all'indice
C
- Cabinet
- Fotografia brunita di mm 140x110 c. su montatura
di
mm 160x115 eseguita in Inghilterra nel 1866 e che sostituì la
carte-de-visite.
- CCD
- Charge Coupled Device. Dispositivo posto
all'interno
della fotocamera digitale che converte le immagini analogiche in quelle
digitali. 2004-03
-
CD-ROM
- Compact Disc-Read Only Memory. Supporto magnetico per la
memorizzazione dei dati in informatica. Un singolo CD-ROM può
contenere più di 650 MB di dati. 2004-03
- Callitipo
- Vedi anche
Procedimento Van Dyke.
Procedimento fotografico a base di sali di ferro (ossalato di ferro) e
di nitrato d'argento utilizzato per la stampa a contatto di negativi.
- Calotipo
- Stampa positiva diretta o negativo su carta. Procedimento inventato
da Fox Talbot nel 1841 e in uso fino al 1860. La carta, immersa in due
soluzioni, una di nitrato d'argento, l'altra di ioduro di potassio,
diventava altamente sensibile alla luce dopo un lavaggio con un
miscuglio di acido gallico, acido citrico e nitrato d'argento, soluzione
che Talbot chiamò
gallo-nitrato
d'argento. Dopo l'esposizione la carta doveva essere immersa in un bagno
della stessa soluzione per far apparire l'immagine. Per fissare il
negativo si usava inizialmente bromuro di potassio e più tardi
una soluzione calda d'iposolfito e per la stampa, carta impressionata al
cloruro d'argento. Dai fogli trattati in cloruro d'argento e
gallo-nitrato d'argento di Talbot, si passò ai fogli trattati in
soluzione di ioduro di potassio e poi nitrato d'argento, sviluppati in
acido gallico
(Blanquart-Evrard),
con copie eseguite su carta all'albumina. Oppure carta sensibilizzata
con acqua di riso, miele e bianco d'uovo e bagnata in nitrato d'argento
(Le Gray) che cerava il negativo. Il calotipo permetteva di ottenere
copie a contatto; le stampe, però, presentavano una certa
granulosità.
Vedi anche Carta cerata.
- Cameotipo
- Tipo di ritratto ovale ad imitazione del rilievo. Particolari
presse a caldo permettevano di ottenere dalla gelatina della stampa un
rilievo uniforme e permanente che veniva poi incollato su di un
cartoncino rigido.
- Carbone
- Vedi Procedimento al carbone.
- Carbro
- Vedi
Procedimento Carbro
e
Ozobromia.
- Carré
- Tipo di cartoncino fotografico del formato mm 100x100.
- Carta
-
Vedi
Stampa.
- Carta albuminata
- Tecnica inventata nel 1850 da Blanquart-Evrard. Un foglio di carta
del tipo da disegno veniva coperto da uno strato di albumina contenente
del sale e sensibilizzato agitandolo leggermente in soluzione di nitrato
d'argento; la stampa avveniva per annerimento diretto. L'immagine di
solito veniva sottoposta ad un viraggio all'oro e poi fissata.
- Carta all'albumina e bromo-acetato d'argento
- Nel 1847 Abel Niépce de Saint-Victor applicò il
procedimento delle lastre fotosensibili all'albumina sensibilizzata con
acido-nitrato d'argento, da lui ideato l'anno precedente, anche alla
carta con albumina e bromo-acetato d'argento.
- Carta aristotipica
- O Carta al citrato. Vedi Aristotipo.
- Carta Artigue
- Vedi Carta al carbone.
- Carta autovirante
- Carta contenente i sali necessari al suo viraggio, in genere sali
d'oro o di platino. Sono autoviranti tutte le carte salate.
- Carta baritata
- Rivestita generalmente di
gelatina - solfato
di bario. Inventata nel 1881.
- Carta al carbone
- Carta fotografica ai sali di cromo usata in origine per ottenere
positivi fotografici con caratteri simili ai disegni a carboncino. Si
tratta di solito di un foglio di carta sottile ricoperto di una
pellicola di gelatina
bicromatata
contenente particelle di carbone o altro pigmento. Le stampe al carbone,
ideate da Alphonse Poitevin (1855-56) sono molto durevoli. Fra quelle
commercializzate dopo il 1889 la carta Artigue, detta charbon-velour, e
quella Fresson, detta charbon-satin. Vedi anche
Procedimento al carbone.
-
Carta cerata
- Carta negativa rivestita con cera fusa che ne riduce la grana:
tecnica sperimentata da Gustave Le Gray nel 1851. Vedi anche
Calotipo.
- Carta
cianografica
- Carta fotografica ai sali di ferro, le cui parti impressionate si
colorano di azzurro.
Vedi anche Cianotipo.
- Carta cianotipica
- Vedi Carta cianografica.
- Carta al citrato
- Vedi
Aristotipo
e
Carta autovirante.
- Carta al collodio
- Carta ad annerimento al cloruro d'argento in sospensione in
collodio.
- Carta a colori
- Costituita da più strati fotosensibili che permettono di
ottenere delle immagini a colori la cui luminosità e cromatismo
risultano molto fedeli al soggetto fotografato.
- Carta eliografica
- Carta fotografica ai sali di ferro che in origine veniva
impressionata alla luce del sole. Serve per riprodurre disegni in nero
su bianco o in bianco su azzurro.
- Carta al
ferroprussiato
- Carta su cui l'immagine è resa direttamente visibile per la
colorazione dei sali ferrici.
Vedi anche Cianotipo.
- Carta Fresson
- Vedi Carta al carbone.
- Carta alla gelatina
- Carta, ben collata, cosparsa da uno strato uniforme di gelatina,
che rappresenta ancor oggi la base per vari tipi di stampe fotografiche.
- Carta alla
gelatina - bromuro
d'argento
- Carta alla gelatina sensibilizzata con una emulsione al bromuro
d'argento. Inventata da Joseph Maria Eder nel 1884.
- Carta
alla
gelatina - cloro-bromuro
d'argento
- Carta alla gelatina sensibilizzata con un'emulsione al
cloro-bromuro d'argento.
- Carta
alla
gelatina - cloruro
d'argento
- Carta per stampa a contatto, prodotta intorno al 1890 su idea di
Joseph Maria Eder (c. 1884), alla gelatina sensibilizzata con
un'emulsione al cloruro d'argento. Meno sensibile di quella al bromuro
d'argento, detta anche carta Gaslight.
- Carta al platino
- Vedi Platinotipia.
- Carta resinata
- Carta fotografica rivestita di un sottile foglio di polietilene
impermeabilizzante.
- Carta salata
- Inventata da William Henry Fox Talbot nel 1840, fu adottata da
Louis-Désiré Blanquart-Evrard che nel 1846 sperimentava un
metodo più rapido di stampa. I fogli di carta da disegno imbevuti
di cloruro di sodio erano agitati
-- su una sola superficie --
in soluzione di nitrato d'argento. La superficie sensibilizzata con
nitrato veniva poi posta a contatto con un negativo e, per azione della
luce, i sali d'argento si trasformavano in argento metallico, con
effetto rossastro dell'immagine. Dopo l'annerimento diretto veniva
virata e fissata. Usata prevalentemente per la produzione di disegni
fotogenici e di calotipi.
- Carta ai sali di ferro
- Detta talvolta anche Cianotipia, nome derivato direttamente dal
tipo di colorazione bluastra.
Vedi anche Procedimento ai sali di
ferro.
- Carta sepia
- Detta anche papier bistre. Tipo di carta ai sali di ferro.
- Carte de visite
- Tipo di cartoncino fotografico, brevettato in Francia nel 1854 da
André-Adolphe-Eugène
Disderi. Si trattava di una fotografia del formato di un biglietto da
visita, da cui il nome, su carta incollata su un cartoncino di cm 10x6
c. In un apparecchio speciale fornito di quattro obiettivi e di un
portalastre scorrevole veniva posto il negativo su lastra umida. Su
ciascuna metà della lastra si facevano quattro esposizioni,
così che da ciascun negativo si potevano trarre 8 immagini in
pose diverse. La stampa era su carta albuminata. Il formato ben presto
venne sostituito da quello Cabinet, più grande.
- Carte de visite stereoscopica
-
È
costituita da due immagini affiancate, riprese simultaneamente, ma con
angolazione leggermente diversa, che danno un'impressione di rilievo
quando osservate attraverso il visore binoculare o stereoscopio.
- Cartoncino fotografico
- Vedi
Album,
Artiste,
Boudoir,
Carré,
Excelsior,
Excelsior grande,
Famiglia,
Famiglia grande,
Gabinetto americano,
Imperial,
Mignonette,
Nature,
Panel,
Panel grande,
Pochet,
Promenade,
Royal,
Salon,
Turista.
-
-chrome
- Suffisso che indica pellicola invertibile a colori. In commercio
come Kodachrome, Ektachrome, Agfachrome, Fujichrome.
- Cianografia
- Vedi Cianotipo.
- Cianotipo
- Stampa su carta
cianografica.
Procedimento di copia a ricalco
fotografico a contatto diretto messo a punto da Hershel intorno al 1842,
non argentico, bensì basato sulla sensibilità dei sali
ferrici. Detto anche procedimento al ferroprussiato.
Vedi anche
Procedimento ai sali di ferro.
- Cibachrome
- Nome commerciale per uno dei tipi di procedimento a colori per
distruzione dei coloranti
(dye
destruction).
- Cliché-verre
- Matrice di vetro usata per la stampa a contatto di disegni. Tecnica
ideata da Fox Talbot nel 1839 per ottenere stampe positive di disegni a
tratto. Sulla lastra di vetro, sia preparata con essenza di trementina e
annerita con nerofumo, sia al collodio, veniva riportato il disegno a
graffio con una punta sottilissima. Si otteneva così una matrice
scura con tratti chiari. Il procedimento fu utilizzato da diversi
artisti per i particolari effetti grafici che si potevano ottenere, in
particolare da Corot, Delacroix e Millet.
- Cloruro d'argento
- Alogenuro d'argento utilizzato nella preparazione di carte
sensibili, come la carta salata, albuminata, aristotipica, ecc.
È
meno sensibile alla luce del bromuro d'argento, con il quale viene
talvolta unito per la preparazione di emulsioni al cloro-bromuro
d'argento.
- Collezione
- Raccolta di fotografie organizzata secondo differenti criteri,
anche soggettivi. 2004-03
- Collodio
- Soluzione viscosa di nitrocellulosa in alcool e etere che asciuga
rapidamente formando una pellicola dura ed impermeabile.
- Collodio secco
- Per ovviare al problema della preparazione ed uso rapido delle
lastre al collodio umido si trovò che addizionando al collodio
sostanze idrosolubili le lastre potevano essere preparate ed usate a
distanza di tempo.
- Collodio umido
- Procedimento dovuto a Frederick Scott Archer (1851) che ha permesso
di produrre il primo genere di istantanee. Molto più sensibile
del procedimento all'albumina. La lastra era ricoperta di collodio e
sensibilizzata in una soluzione d'argento e veniva immediatamente
sviluppata con solfato di ferro o acido pirogallico, prima che il
collodio cominciasse ad asciugarsi. Infine veniva fissata con cianuro di
potassio o iposolfito di sodio. Le lastre dovevano essere
esposte
e sviluppate subito dopo la loro preparazione, ancora umide, altrimenti
perdevano la sensibilità. Il procedimento al collodio umido fu
sostituito da quello al collodio secco.
- Collotipo
- Variante della fotolitografia. Come evoluzione della tecnica ideata
da Alphonse Louis Poitevin intorno al 1850, nel 1868 Joseph Albert
(1825-1886) di Monaco fece aderire al vetro finemente smerigliato uno
strato di gelatina bicromatata indurendola poi con l'esposizione alla
luce. Il procedimento è basato sulla proprietà del
bicromato di potassio
di alterare la solubilità in acqua di colloidi come albume, gelatina,
gomma arabica, se esposti alla luce. La gelatina assumeva, essiccandosi un
andamento reticolare. Su questo strato se ne spalmava un altro della stessa
sostanza, destinato a riprodurre l'immagine. Si usavano poi due tipi di
inchiostrazione spessa per le ombre. Il metodo era detto anche Albertype o
Albertipia.
-
-color
- Suffisso per indicare il principio del negativo-positivo per uso
dei fotografi dilettanti nella fotografia a colori, introdotto con la
pellicola Kodak nel 1941, simile alla pellicola Kodachrome, salvo che
l'immagine è in negativo.
- Combination printing
- Vedi Stampa composita.
- Copia
- Vedi Riproduzione. 2004-03
- Copulante
- Sostanza presente
nell'emulsione
nelle pellicole a colori moderne (negativi a colori e pellicole
invertibili ovvero pellicola per diapositiva) permette la formazione del
colore per mezzo di un trattamento chimico. 2004-03
- Controtipo
- Negativo ottenuto dal positivo di una pellicola, usato per
ristampare copie di cui manca o non è utilizzabile il negativo
originale.
- Cronofotografia
- Tecnica di ripresa fotografica ideato da Eadweard Muybridge (1878),
poi sistema di proiezione, adottato soprattutto in cinematografia, che
consiste nella ripresa in successione, ad intervalli di tempo
prestabiliti, di immagini di uno stesso oggetto o fenomeno, che
consentono, visionate nella stessa successione, una visione chiara di
eventi velocissimi o lentissimi.
Vedi anche Strobofotografia.
Torna all'indice
D
- Dagherrotipo
- Immagine fotochimica unica su lastra di rame o positivo diretto con
destra e sinistra invertite rispetto al soggetto. Louis Jacques
Mandé Daguerre nel 1839 aveva scoperto l'immagine latente sulle
lastre di rame argentato (cm 16x21), che si rivelava ai vapori di
mercurio. Per ottenere un dagherrotipo il procedimento era in linea
generale come segue: (1) Pulitura e lucidatura di una lastra di rame
argentata; (2) Sensibilizzazione della lastra per mezzo dei vapori di
iodio: questa operazione si effettuava all'interno di un'apposita
scatola e serviva a formare un sottile strato di ioduro d'argento sulla
superficie della lastra stessa; (3) Sviluppo mediante vapori di mercurio
riscaldato i quali, depositandosi sulle parti impressionate dalla luce,
le rendevano chiare in campo scuro; (4) Fissaggio con iposolfito di
sodio. Le lastre usate erano di misure standardizzate: cm. 21.5x16.5;
10.5x8; 7x5.5; 16x12; 8x7.
- Dagherrotipo inciso
- Per ottenere la fotoriproduzione dei dagherrotipi veniva applicata
una tecnica simile a quella dell'acquaforte. L'acido nitrico agiva
sull'argento scoperto, cioè sulle parti annerite, e produceva una
matrice dalla quale si potevano ricavare una quarantina di esemplari.
Quando il dagherrotipo da trattare veniva ripreso su lastra d'argento
solido invece che su rame argentato si poteva ricavare una matrice che
dava fino a duecento esemplari.
- Diapositiva
- Trasparenza fotografica positiva montata su telaietto, in bianco e
nero, o a colori, da usare con proiettore o lanterna magica.
- Diazo fotografia
- Vedi Procedimento
diazotipico.
- Diazetipia
- Vedi Procedimento
diazotipico.
- Digitalizzare
- Nel linguaggio informatico indica
l'operazione
di conversione di un segnale analogico continuo in dati binari
(digitali) discreti, che consistono in combinazioni codificate delle
cifre
zero e uno
(sistema binario). Digitale è
l'opposto
di analogico.
Vedi anche Analogico. 2004-03
- Disegno fotografico
- Vedi Calotipo.
- Disegno fotogenico
- Vedi Calotipo.
- DPI
-
Dots Per Inch
(punti per pollice). Unità di misura della risoluzione di
stampanti e scanner (1 pollice = 2,54 cm). 2004-03
Vedi anche Risoluzione.
- Dufaycolor
- Nome commerciale di uno dei tipi di procedimento a colori per
sintesi additiva, in commercio dal 1935.
- Duplicato
- Riproduzione ottenuta con procedimento fotografico di un negativo o
di un diapositiva o comunque su pellicola trasparente. Vedi anche
Internegativo
e
Interpositivo. 2004-03
- Dye coupler process
- Vedi
Procedimento a colori per formazione di coloranti.
- Dye destruction process
- Vedi
Procedimento a colori per distruzione di coloranti.
- Dye diffusion transfer process
- Vedi
Procedimento a colori per diffusione controllata di coloranti.
- Dye transfer process
- Vedi
Procedimento a colori per trasferimento della materia colorante.
Torna all'indice
E
- Elettrotipia
- Procedimento per la fotoriproduzione di dagherrotipi ideato da
Hyppolite Fizeau nel 1841-42, basato su un procedimento elettrolitico.
Questo metodo permetteva una tiratura discretamente larga. Oggi in uso
come metodo e tecnica di riproduzione di incisioni su legno o su metallo
dei caratteri da stampa, ecc. mediante la galvanoplastica.
- Eliografia
- Nome dato da Joseph-Nicéphore Niépce al procedimento
da lui tentato di lastre di vetro al bitume nel 1824.
- Eliotipia
- Tipo di fotoriproduzione ad intaglio mediante il quale si ottengono
sia incisioni in incavo che a rilievo. La lastra di rame lucidato viene
preparata con polvere di resina. Sulla lastra preparata si trasferisce
l'immagine stampata su un tessuto al carbone. Le parti dell'immagine
rimaste solubili vengono sciolte in acqua calda. La lastra viene poi
esposta a più morsure di percloruro di ferro preparato in varie
concentrazioni che producono un intaglio proporzionale ai toni della
fotografia originale. In questo intaglio va a depositarsi l'inchiostro
per la stampa. La tecnica è stata ideata da Karel Vàclav
Klic.
- Emulsione fotografica
- Sospensione d'alogenuro d'argento in gelatina o collodio che, una
volta steso su un supporto, costituisce lo strato sensibile.
- Estar
- Nome commerciale dei supporti delle pellicole in poliestere della
casa produttrice di materiali fotografici Kodak. Utilizzato a partire
dal 1955 ad oggi. 2004-03
- Excelsior
- Tipo di cartoncino fotografico del formato mm 220x260.
- Excelsior grande
- Tipo di cartoncino fotografico del formato mm 380x250.
Torna all'indice
F
- Famiglia
- Tipo di cartoncino fotografico del formato mm 290x230.
- Famiglia grande
- Tipo di cartoncino fotografico del formato mm 340x220.
- Feertipia
- Vedi Procedimento
diazotipico.
- Ferrotipo
- Tipo di positivo diretto, ottenuto su lastrine di latta smaltate e
sensibilizzate, inventato da Adolphe-Alexandre Martin nel 1852. I Neff,
peraltro, ottennero in cessione il brevetto per fabbricare lastre
laccate da Hamilton L. Smith nel 1856, e in quello stesso anno
cominciarono a fabbricare le lastre preparate che chiamarono
Melainotype, ma prevalse il nome assegnatogli da un altro fabbricante,
Victor M. Griswold. Il procedimento consiste nel preparare sottili fogli
di ferro, laccati di nero e coperti da un'emulsione sensibile, in genere
gelatina al bromuro, ma anche al collodio che, dopo lo sviluppo,
dà un'immagine positiva di riflesso.
- File
- Insieme di informazioni omogenee immaginate sul disco rigido di un
computer o su un altro o su un altro supporto magnetico o digitale.
2004-03
- Filmcolor
- Vedi Autocromia.
- Filigrana digitale
- Vedi Firma digitale. 2004-03
- Firma digitale
- Metodo che tramite un software sovrappone o inserisce
un'immagine
o una parola tra i pixel
dell'immagine
digitale originale. 2004-03
- Fissaggio
- Trattamento chimico mediante il quale, dopo lo sviluppo, si
eliminano i sali d'argento non alterati dalla luce, rendendo l'emulsione
inerte. Il nome indica anche il bagno, a base di iposolfito di sodio con
acido borico e bisolfito di sodio, impiegato per questo trattamento.
Dopo il bagno di fissaggio l'immagine diviene fotograficamente stabile e
può essere esposta alla luce senza subire alterazioni.
- Formato del file
- La modalità in cui viene salvato un file (di testo o
grafico). il formato garantisce la compatibilità e quindi
l'utilizzo
di uno stesso file con software differenti. 2004-03
- Fotoacquatinta
- Vedi Heliogravure.
-
Fotoantracografia
- Vedi Antracotipia.
- Fotoautotipo
- Vedi Autotipo.
- Fotocalcografia
- Incisione incavografica su lastra di rame appositamente preparata,
ottenuta fotograficamente, grazie alle proprietà della gelatina e
di altri colloidi (specialmente albumina e gomma) di risultare, in
presenza di bicromato di potassio, idrorepellente dopo l'esposizione
alla luce. Questa tecnica viene solitamente usata per le illustrazioni
dei rotocalchi.
- Fotocollage
- Vedi Fotomontaggio.
- Fotocollografia
- Vedi Collotipo.
- Fotocolor
- Termine usato per indicare le diapositive e fotografie a colori,
oltre ai procedimenti di riproduzione a colori.
- Fotocopia
- Copia veloce che riproducono documenti di testo, fotografie, o
altri soggetti fatte per mezzo di un processo elettrostatico o
elettrofotografico. Il processo della fotocopia è stato
introdotto commercialmente nel 1948. Gli esempi includono stampe da
copie da ufficio e da lettori per microfilm. 2004-03
- Fotogalvanografia
- Tecnica di stampa fotografica ideata da Paul Prelsch (1855). Si
prepara una lastra di vetro spalmata di gelatina o colla al bicromato di
potassio con l'aggiunta di ioduro d'argento, allo scopo di rendere
ruvida la matrice finale per migliorare l'aderenza dell'inchiostro e la
resa delle mezzetinte. La lastra di vetro viene poi impressionata per
proiezione prolungata di una trasparenza. La luce indurisce la gelatina
in relazione alla maggiore o minore intensità della trasparenza,
massima nelle luci (bianchi), media nelle mezzetinte (grigi), minima
nelle ombre (neri). Dopo il lavaggio in acqua calda rimane un calco
dell'immagine da riprodurre, con le parti chiare in rilievo, nel quale
versare una colata di gutta-perca, permettendo di invertire i pieni e i
vuoti. Per elettrolisi si fa depositare uno strato di rame all'interno
del ricalco, che si elimina infine per liberare la matrice di rame, che
risulta identica all'immagine di gelatina bicromatata indurita,
cioè all'originale da stampare.
- Fotogioiello
- Microfotografia (dagherrotipo, ambrotipo, ferrotipo, ecc.) da
vedersi con lente di ingrandimento, spesso incastonata in un anello o in
altro tipo di gioiello.Tecnica ideata da Lord Charles Stanhope, popolare
intorno al 1860.
- Fotoglifia
- Incisione fotografica; riproduzione fotomeccanica per mezzo di
retino inventata da Fox Talbot nel 1852.
- Fotogliptia
- Tipo di stampa fotomeccanica.
-
Vedi anche
Woodburytype.
- Fotografia aerea
- Tipo di tecnica di ripresa della superficie terrestre da
aereomobili.
- Fotografia allegorica
- Riprese di tableaux vivants o esibizioni teatrali di dilettanti.
Nel 1843 John Edwin Mayall a Filadelfia realizzò una serie di
dagherrotipi per illustrare il Nuovo Testamento.
- Fotografia astratta
- Immagine non figurativa.
- Fotografia astronomica
- Vedi Astrofotografia.
- Fotografia d'attualità
- Documentazione fotografica di avvenimenti o personaggi di cronaca e
costume.
- Fotografia digitale
- Immagini direttamente positive ottenute con camera fotografica
digitale quando la luce che proviene da un soggetto colpisce il sensore
(charge-coupled). Le immagini sono file elettronici che possono essere
trasferite ad un computer per elaborarle e archiviarle. Spesso hanno
associato un file guida con le informazioni come la data di scatto,
didascalia di testo, nome del fotografo, e le caratteristiche tecniche
dell'immagine.
Le fotografie sono generalmente visualizzate sullo schermo del computer
o stampate usando stampanti a getto
d'inchiostro
o carta fotografica sensibile alla luce. 2004-03
- Fotografia a banco ottico
- Fotografia con macchina professionale di grande formato.
- Fotografia b/n
- Immagine in bianco e nero del soggetto fotografato.
- Fotografia a colori
- Riproduzione a colori del soggetto che si vuole fotografare. Vedi
anche
Procedimento a colori
additivo,
Procedimento a colori
sottrattivo.
- Fotografia composita
- Procedimento dovuto a Galton che consiste nello stampare uno
sull'altro, a registro, più ritratti. Detto anche multiritratti.
Tipo di fotografia manipolata.
- Fotografia di
fantasmi
- Per la lunga esposizione richiesta dai procedimenti fotografici,
talvolta oggetti o persone, che attraversavano il campo visivo per un
intervallo di tempo più breve di quello richiesto per fissare una
data immagine, lasciavano una silhouette sfocata sul negativo e quindi
sulla stampa, conferendo l'impressione della presenza di spiriti.
L'equivoco era spesso voluto e sostenuto dalla diceria che persone o
cose solo pensate dal ritrattato risultassero nelle foto.
- Fotografia con
flash
- Fotografia eseguita con l'impiego del flash, in prevalenza in
ambiente scarsamente luminoso.
- Fotografia di genere
- Fotografia di cose o persone o ambienti con connotazioni
folkloriche o antropologiche ben definibili.
- Fotografia di
gruppo
- Tipo di fotografie di ritratti.
- Fotografia identificativa
-
Vedi
Fototessera.
- Fotografia
infrarossa
- O all'infrarosso. Per mezzo di particolari procedimenti si avvale
dei raggi infrarossi per fotografare nella nebbia o
nell'oscurità.
- Fotografia istantanea
- Fotografia non posata, scattata in modo da far apparire il soggetto
più naturale e rilassato.
- Fotografia al lampo di magnesio
- Vedi Fotografia con flash.
- Fotografia legale
- Fotografia identificativa talvolta intesa come documentazione
valida in procedimenti legali.
- Fotografia con macchina detective
- Fotografia eseguita con macchina fotografica portatile.
- Fotografia con macchina per istantanee
- Vedi Istantanea.
- Fotografia manipolata
- Vedi
Fotografia composita,
Fotomontaggio.
- Fotografia medica
- Fotografia per la documentazione di fenomeni patologici e del loro
decorso.
- Fotografia di moda
- Fotografia professionale per pubblicizzare abbigliamento e
accessori.
- Fotografia monocromatica
- Fotografia tono su tono, da non confondere con quella bianco/nero.
- Fotografia di nature morte
- Fotografia di oggetti scelti e disposti in modo da ottenere un
particolare effetto formale.
- Fotografia panoramica
- Vedi Panorama.
- Fotografia psichica
- Vedi Fotografia di fantasmi.
- Fotografia ai raggi infrarossi
- Vedi Fotografia infrarossa.
- Fotografia
ricordo
- Fotografia scattata a una o più persone in occasioni
particolari.
- Fotografia di ritratti
- Vedi Fotografia di gruppo.
- Fotografia di scena
- Fotografia scattata durante o immediatamente dopo una
rappresentazione teatrale o una ripresa cinematografica.
- Fotografia su smalto
- Immagine fotografica composta da pigmenti vetrificati su un
supporto rigido.
- Fotografia solarizzata
- Vedi Solarizzazione.
- Fotografia spaziale
- Fotografia scattata nello spazio.
- Fotografia di spiriti
- Vedi Fotografia di fantasmi.
- Fotografia stereoscopica
- Vedi Stereografia.
- Fotografia di studio filmico
- Vedi
Cronofotografia
e
Strobofotografia.
- Fotografia subacquea
- Fotografia realizzata in acqua con apparecchio a tenuta stagna.
-
Fotografia UV
- Quella che impiega i raggi ultravioletti e viene usata per lavori
di restauro, in modo da scoprire falsi, per svelare impronte o segni
sugli oggetti.
- Fotografia di
veduta
- Fotografia di un paesaggio reale.
- Fotografia di veduta di città
- Fotografia di insediamento urbano.
- Fotografia di veduta marina
- Fotografia di paesaggio marino.
- Fotogramma
- Fotografia realizzata disponendo un oggetto su carta fotografica o
pellicola ed esponendole alla luce.
- Fotogrammetria
- Metodo di rilevamento planimetrico e altimetrico del terreno basato
sull'impiego di strumenti fotografici e che consiste in due successive
operazioni: la presa fotogrammetrica e la restituzione fotogrammetrica.
- Fotogravure
- Vedi Eliotipia.
- Fotogruppo
- Vedi Fotografia di gruppo.
- Fotoincisione
- Procedimento fotomeccanico che utilizza la fotografia per ricavare,
su lastra di zinco o di rame sensibilizzata, un'incisione a rilievo,
dalla quale si possa ottenere, con la stampa fotografica, la
riproduzione dell'originale. Si basa sull'invenzione di Fox Talbot che
nel 1852 brevettò un metodo per incidere lastre di zinco o rame
appositamente sensibilizzate, dalle quali trarre stampe. Nel 1858 ne
migliorò il procedimento ricoprendo il rivestimento di gelatina e
bicromato di potassio con polvere di resina. In generale tutti i
procedimenti di fotoincisione si basano sulle proprietà della
gelatina bicromatata o del bitume di diventare insolubili dopo
l'esposizione alla luce.
- Fotoincisione retinata
- Vedi Autotipo.
- Fotoincisione a tratto
- Usata per riprodurre disegni e grafici.
Vedi anche Mezzotono a rilievo.
-
Fotolitografia
-
Tipo di
fotoriproduzione con matrice planografica.
Procedimento che utilizza il metodo fotografico per riprodurre sulla
superficie di una pietra litografica o di una lastra di zinco, preparata
appositamente, un'immagine agli inchiostri grassi, da inchiostrare con
un rullo quante volte si renda necessario per una determinata tiratura
litografica. Il primo tentativo di Andrew Fyfe nel 1839 fu quello di
usare del fosfato d'argento per sensibilizzare la pietra sulla quale in
seguito venivano posti a contatto corpi più o meno trasparenti
(foglie, disegni su carta oleata, ecc.) per esporla infine alla luce. Si
otteneva così una matrice capace di prendere inchiostro e di
restituirlo sul foglio durante la stampa. Il procedimento fu
perfezionato da Alphonse Louis Poitevin nel 1855, che scoprì le
proprietà idrorepellenti dei colloidi bicromatati esposti alla
luce. La pietra litografica, spalmata di colloidi bicromatati, viene
impressionata come una negativa. Le parti idrorepellenti (neri o grigi
scuri della fotografia) accolgono l'inchiostro per restituirlo durante
la stampa, mentre quelle idrofile (grigi chiari e bianchi) non assorbono
inchiostro.
- Fotometallografia
- Ripresa fotografica, eseguita in vari ingrandimenti, della
struttura superficiale dei metalli
- Fotomezzatinta
- O Halfatone, nome assegnato da Swan ad un procedimento da
lui ideato.
Vedi anche Autotipo.
-
Fotomicrografia
- Vedi Microfotografia.
- Fotominiatura
- Piccolo ritratto fotografico ritoccato e colorato a mano.
- Fotomontaggio
- Illustrazione fotografica ottenuta ritagliando e componendo insieme
fotografie, o loro parti, cosi da farle apparire come immagine
fotografica unica. Procedimento impiegato soprattutto nelle
illustrazioni di giornali, riviste e nella pubblicità. I primi
fotomontaggi furono eseguiti da Oscar Gustave Rejlander nel 1853.
-
Fotomosaico
- Vedi Fotomontaggio.
- Fotoporcellana
- Ritratto fotografico riprodotto su ceramica o porcellana.
-
Fotoricordo
- Vedi Fotografia ricordo.
- Fotoriproduzione
ad intaglio
- Immagine scavata nel piano della matrice (incavografia).
L'inchiostro rimane nei vuoti i quali, a seconda della loro
profondità, danno toni più o meno scuri. I chiari vengono
prodotti dalle parti non incise o meno incise e risultano tanto
più chiari, fino al bianco, quanto minore è l'incisione.
-
Fotoriproduzione con matrice planografica
- Vedi anche Fotolitografia.
La matrice viene trattata in modo da prendere inchiostro grasso in
proporzione alle parti scure da riprodurre e da rifiutarlo in rapporto a
quelle chiare. Al momento della stampa l'immagine, che è
costituita da una struttura chimico-fisica invece che da dislivelli
meccanici, si imprime sul foglio. Schematicamente, nei processi con
matrice rilievografica, le tonalità continue e di varia
opacità dell'originale vengono trasformate in elementi
discontinui e di opacità uguale (retinatura).
- Fotoriproduzione con matrice rilievografica
- Metodo simile a quello per riprodurre i caratteri a stampa che
scomponeva l'immagine da riprodurre in minuti puntolini rilevati, capaci
di trattenere l'inchiostro in rapporto alla loro varia dimensione, forma
e densità. Il principio è quello del retino.
- Fotoscultura
- Processo di realizzazione semiautomatico di controtipi realizzati
con l'aiuto di vari profili fotografici. Il sistema per riprodurre
volumetricamente un oggetto tramite la fotografia fu inventato da
Frangois Willème.
- Fotostatica
- Procedimento di riproduzione fotografica diretta, su carta
sensibile alla luce, di un documento, di uno scritto, di un disegno.
- Fototelegrafia
- Vedi Telefoto.
- Fototeca
- Raccolta ordinata di fotografie
all'interno
di una istituzione (biblioteca, museo, pinacoteca, ecc.) o di uno
studioso. 2004-03
- Fototessera
- Tipo di fotografia identificativa.
- Fototipo
- Procedimento di stampa fotografica, ottenuta con inchiostri grassi.
La gelatina bicromatata, esposta sotto un negativo, diventa tanto
più insolubile quanto più a contatto con le sue zone
più trasparenti; non assorbendo più umidità,
accoglie l'inchiostro tipografico. Le parti della lastra corrispondenti
alle zone trasparenti del negativo durante l'impressione trattengono
l'inchiostro e sono rese con valori scuri.
Vedi anche Collotipo.
- Fototipografia
- Termine per indicare fotomontaggi, fotocollages e la commistione di
immagini tipografiche e fotografiche, ovvero qualsiasi procedimento che,
valendosi della fotografia originale, riesca a ricavarne una matrice da
stampa a rilievo. Vedi anche
Autotipo.
- Fotozincografia
- Procedimento fotomeccanico su lastra di zinco, che si ottiene con
matrici in rilievo, ricavate dagli originali per mezzo della fotografia.
Variante della fotolitografia, ideata da Henry James.
- Fotozincotipia
- Procedimento fotomeccanico su lastra di zinco, nel quale l'immagine
si produce a rilievo. Vedi anche Autotipo.
Torna all'indice
G
- Gabinetto
americano
- Tipo di cartoncino fotografico del formato mm 177x86.
- Gallo-nitrato d'argento
- Soluzione di acido gallico con nitrato d'argento, utilizzata da Fox
Talbot nel 1840-41 per lo sviluppo dei calotipi.
- Galvanografia
- Procedimento di duplicazione delle composizioni fotografiche per
mezzo della galvanostegia e che si differenzia dalla galvanotipia in
quanto ottenuta da matrici ad incavo e non in rilievo. Tipo di stampa
fotomeccanica.
- Gaslight
- Vedi
Carta alla
gelatina - cloruro
d'argento.
- Gelatina
- Proteina animale usata come legante nelle emulsioni fotosensibili.
- Gelatina
bicromatata
- Procedimento al bicromato ideato da Fox Talbot e Alphonse Louis
Poitevin verso il 1855, che impiega come colloide la gelatina, con o
senza pigmento.
-
Gelatina - bromuro
d'argento
- Procedimento ideato da Maddox nel 1871 per cui la gelatina agisce
da legante dei sali d'argento e, quando incorporata al bromuro di cadmio
e al nitrato d'argento, forma un'emulsione.
- GIF
- Graphic Interchange Format. Formato di file sviluppato dalla
società informatica americana CompuServe per la grafica
(soprattutto quella destinata a Internet). Un file di tipo GIF
può contenere al massimo 256 colori.
- Gomma arabica bicromatata
- Procedimento secondo il quale il bicromato di potassio, aggiunto
alla gomma arabica fa sì che questa modifichi la sua
solubilità all'acqua quando esposta per qualche tempo alla luce.
Procedimento brevettato nel 1858 da John Pouncy e usato nella fotografia
artistica da A. Ronillé-Ladévèze nel 1894.
Vedi anche Procedimento
alla gomma bicromatata
- Gomma bicromatata
- Procedimento al bicromato che usa la gomma lacca pigmentata come
costituente della matrice. Utilizzato per i processi fotomeccanici. Vedi
anche
Procedimento alla gomma
bicromatata.
Torna all'indice
H
- Heliogravure
- O fotoacquatinta. Procedimento per il quale, partendo da una lastra
di rame rivestita di bitume di Giudea, gelatina o albumina bicromatata,
la tiratura delle stampe viene eseguita, dopo la morsura della lastra,
su una pressa tipografica con inchiostrazione a caldo.
- Hillotipo
- Positivo diretto
così denominato da Levi S. Hill
nel 1851 per ottenere dagherrotipi a colori.
Torna all'indice
I
- Idrotipia
- Vedi
Procedimento a colori per trasferimento di coloranti.
- Immagine latente
- Immagine invisibile a occhio nudo che si forma
nell'emulsione
fotografica colpita dalla luce. Diventa visibile (viene rivelata)
mediante
l'azione
chimica del bagno di sviluppo. 2004-03
Vedi anche
Sviluppo
- Imperial
- Tipo di cartoncino fotografico del formato mm 254x178.
- Impressione diretta
- Vedi Annerimento diretto.
- Incavografia
- Vedi Fotoriproduzione ad
intaglio.
- Ingrandimento
- Sistema di stampa fotografica che consente di ottenere un formato
più grande del negativo o della diapositiva originale. Il
procedimento consiste nel proiettare, mediante un apposito apparecchio,
un negativo su di una superficie sensibile.
- Internegativo
- Negativo ottenuto da una diapositiva (positivo) usato per
riprodurre stampe in b/n o a colori della diapositiva originale, su
carta o su pellicola.
Vedi anche
Duplicato,
Riproduzione.
- Interpositivo
- Positivo ricavato da un negativo originale, dal quale trarre un
nuovo negativo.
- Istantanea
- O Snapshot: termine inglese per indicare il colpo fulmineo di arma
da fuoco, senza prendere con cura la mira. Fotografia senza pretese
eseguita con un tempo di esposizione molto breve, senza l'impiego di un
sostegno per l'apparecchio.
Torna all'indice
J
- JPEG
- Joint Photographic Experts Group. Gruppo composto da informatici e
dalle più grandi industrie nel campo delle comunicazione,
dell'informatica
e della fotografia. Ha creato un formato di compressione digitale per i
file grafici che porta lo stesso nome. 2004-03
Torna all'indice
K
- Kallitipo
- Vedi Callitipo.
- Kodak
- Tipo di cartoncino fotografico.
Torna all'indice
L
- Lastra Agfacolor
- Vedi Autocromia.
- Lastra alticolor
- Vedi Autocromia.
- Lastra al collodio
- Lastra trattata con un miscuglio di cotone fulminante, alcool ed
etere. Il composto, scoperto nel 1846 da Christian Friedrich Schoenbein,
venne impiegato per trattenere l'emulsione sensibile da Gustave Le Gray
nel 1849, applicandolo su un supporto di carta.
- Lastra al collodio albuminato
- Vedi Lastra al collodio
secco.
- Lastra al collodio
secco
- Lastra di vetro rivestita di un'emulsione di collodio, mescolata
prima con bromuro di ammonio e di cadmio, poi con nitrato d'argento.
L'emulsione mantiene le proprietà anche asciutta. La versione
ideata da Taupenot nel 1855 consiste nel ricoprire la lastra con
albumina a cui si aggiunge ioduro di potassio. Il collodio viene
successivamente steso sulla lastra nuovamente sensibilizzata con
aceto-nitrato d'argento.
- Lastra al collodio umido
- Frederich Scott Archer pubblicò nel 1851 una nota
sull'impiego del collodio in fotografia. Il procedimento consiste nel
preparare una soluzione alcolica di ioduro di potassio e di ioduro
d'argento, mescolata al collodio e successivamente sensibilizzata con il
nitrato d'argento. Lo sviluppo avviene in acido pirogallico e il
fissaggio con iposolfito di sodio.
- Lastra dufayco1or
- Vedi Autocromia.
- Lastra filmcolor
- Vedi Autocromia.
- Lastra fotografica
- Piastra di vetro silico-sodio-calcico, rettangolare o quadrata, su
un lato della quale viene steso uno strato di emulsione sensibile alla
luce.
- Lastra alla gelatina secca
- Strato di alogenuro
d'argento - gelatina
su lastra di vetro esposta e trattata in modo da fornire un'immagine
argentica.
- Lastra ortocromatica
- Lastra alla gelatina secca ricoperta da
un'emulsione
caratterizzata da ortocromatismo, ovvero con un campo di
sensibilità dall'ultravioletto al rosso. Le lastre Vogel-
Obernetter Silver Rosin di cm 18x24 furono le prime prodotte
industrialmente.
- Lastra pancromatica
- Lastra alla gelatina sensibile anche al rosso.
- Lavoro di ritocco e di modifica
- Vedi Ritocco.
- Lichtdruck
- Procedimento di tipo collotipico consistente nel trasformare un
negativo in un positivo al cloruro d'argento. Ideato da J.B. Obernetter
nel 1886. L'immagine ottenuta viene trasferita su una lastra di rame
decomponendola mediante elettrolisi: il cloro liberato incide la lastra
di rame in proporzione al cloruro d'argento che forma l'immagine stessa.
- Lichtkupferdruck
- Vedi Lichtdruck.
- Lucidatura a grande smalto
- Operazione tesa a dare grande lucentezza ad una stampa e ottenuta
applicando ad esempio cristallo o metallo sulla gelatina ancora umida,
per toglierla solo ad essiccazione
avvenuta.
- Lumicolor
- Vedi Autocromia.
Torna all'indice
M
- Macchina detective
- Macchina fotografica portatile con caricatore contenente diverse
lastre che permette di ottenere più pose in rapida successione.
- Macrofotografia
- Fotografia di oggetti non visibili ad occhio nudo, ripresi da
strumenti a forte ingrandimento diretto, particolarmente impiegata nelle
scienze biologiche e chimiche. Nel 1845 Altred Donné
pubblicò il primo trattato di microfotografia eseguita con
dagherrotipi, Talbot invece, con la tecnica del calotipo, si
esercitò con il microscopio. Microfotografie al collodio furono
realizzate da Adolphe Bertsch nel 1853. Impiegata in particolare per
oggetti o animali alquanto piccoli, come insetti, fiori o parte di essi.
- Margherita
- Tipo di cartoncino fotografico del formato mm 105x70.
- Mariotipia
- Procedimento messo a punto da Marion nel 1873 secondo il quale la
stampa di un foglio di gelatina bicromatata viene effettuata a
torchietto, per contatto. Terminata l'operazione il foglio viene
inumidito e pressato contro la superficie di un foglio al carbone non
sensibilizzato. Il sale di cromo non insolubilizzato viene così
assorbito dalla nuova superficie pigmentata e produce su questa
un'immagine sviluppabile.
Vedi anche Ozotipia.
- Mascherino
- Foglio sottile di metallo o plastica opaca o carta nera, ritagliato
in modo da lasciare in ombra, al momento della stampa, alcune parti del
negativo fotografico.
- Medaglione
- Tipo di Carte de visite.
- Melanografia
- Positivo diretto al collodio su carta nera detta anche atrografia,
inventata da Giles Langdell nel 1953.
- Melanotipo
- Vedi Ferrotipo.
- Metallizzazione
- Aspetto metallico bronzato che assumono le ombre dei positivi al
cloruro quando la stampa e il successivo sviluppo siano spinti oltre i
limiti usuali.
- Mezzatinta
- Vedi Stampa
fotomeccanica a mezzatinta.
- Mezzotono a rilievo
- Tipo di
fotoincisione a tratto.
- Micro-autocromia
- Tipo di autocromia.
- Microfiche
- Tipo di microform.
- Microfilm
- Tipo di microform realizzata con pellicola fotografica ad alto
contrasto, di piccolo formato (35 o 16 mm) atta alla riproduzione in
scala fortemente ridotta di documenti, scritti ecc.
- Microfotografia
- Fotografia in cui il soggetto rappresentato ha dimensioni uguali o
superiori al naturale.
- Microform
- Termine usato per vari tipi di microfotografia.
- Mignonette
- Tipo di cartoncino fotografico del formato mm 52x33.
- Modern print
- Stampa fotografica ottenuta da negativo originale eseguita a
distanza dalla data di scatto
dall'autore
o sotto la sua guida. 2004-03
Torna all'indice
N
- Nature
- Tipo di cartoncino fotografico del formato mm 650x480.
- Negativo
- Immagine ottenuta esponendo alla luce una pellicola o una lastra
trattata con materiale fotosensibile i cui valori tonali sono invertiti
rispetto a quelli del soggetto fotografato.
- Negativo su carta
- Vedi Calotipo.
- Negativo a
colori per addizione
- Procedimento ideato nel 1893 da John Joly di Dublino. Invece di tre
immagini distinte con tre diversi filtri colorati, si prendeva un solo
negativo attraverso uno schermo quadrettato suddiviso in zone
microscopiche dei colori rosso, verde e azzurro. Lo schermo era di
formato identico alla lastra fotografica ed era a contatto con essa
all'interno della macchina fotografica. Una volta sviluppata la lastra,
se ne faceva una diapositiva e la si fissava definitivamente allo
schermo colorato. Le zone nera, grigia e bianca dell'immagine lasciavano
passare più o meno luce attraverso i filtri. A distanza normale
di visione i colori fondamentali si fondevano e formavano combinazioni
riproducenti i colori originali del soggetto.
- Negativo continuo
- Vedi Negativo a mezza tinta.
- Negativo su lastra albuminata
- Negativo su lastra ricoperta da un sottile strato di albume
trattato con ioduro di potassio poi immersa, una volta asciutta, in
soluzione di nitrato d'argento. Lo sviluppo dopo l'esposizione avviene
in acido gallico. Tecnica ideata da Abel Niépce de Saint-Victor
nel 1847.
- Negativo su lastra asciutta al collodio e bromuro
d'argento
- Nel 1864 B.J. Sauyce e W.B. Bolton mostrarono che si poteva
eliminare il bagno d'argento rivestendo la lastra di vetro con
un'emulsione di collodio mescolata prima con bromuro di ammonio e poi
cadmio, poi con nitrato d'argento. Questo tipo di lastra poteva essere
usata asciutta.
- Negativo su lastra al collodio umido
- La scoperta di Frederick Scott Archer fu quella di rivestire la
lastra con un'emulsione al collodio contenente ioduro di potassio. La
lastra veniva poi subito immersa in un bagno di nitrato d'argento e
l'esposizione doveva avvenire prima che l'emulsione si asciugasse.
Subito dopo si doveva procedere con lo sviluppo in acido pirogallico o
con protosolfato di ferro.
- Negativo su lastra alla gelatina
- Nel 1871 Richard Leach Maddox ideò un metodo per sciogliere
la gelatina nell'acqua aggiungendo una soluzione di bromuro di cadmio,
quindi del nitrato d'argento. Questi prodotti reagivano fino a formare
cristalli di bromuro d'argento sospesi nella gelatina. L'emulsione
veniva stesa sulla lastra e lasciata asciugare. Richard Kennet nel 1873
ideò un metodo pratico per filtrare l'emulsione.
- Negativo leggero
- Negativo sottoesposto e/o sviluppato che appare meno denso di un
negativo normale.
- Negativo a
mezzatinta
- L'originale ha un tono continuo.
- Negativo su pellicola
- Vedi Pellicola.
- Negativo retinato
- Ottenuto dalla riproduzione di un originale a tono continuo per
interposizione di un apposito retino che scompone l'immagine continua in
elementi puntiformi, equidistanti tra loro e tanto più grandi
quanto è più luminosa la parte corrispondente
dell'originale da riprodurre.
- Negativo per riproduzione
- Vedi Internegativo.
- Negativo di selezione
- Ottenuto da un originale a colori, trasparente (diapositiva) o
opaco (per lo più su carta) per mezzo dell'interposizione di un
filtro di colore complementare del colore che si intende selezionare.
- Negativo al tratto
- Tipo di negativo che si ha quando l'originale ha soltanto toni
bianchi e neri.
- Nitrato di
cellulosa
- Preparato per nitratazione della cellulosa del legno, utilizzato
fin dal 1889 da Eastman come supporto di plastica per sostituire il
supporto di vetro dei negativi. I negativi al nitrato di cellulosa sono
infiammabili, instabili e non più utilizzati.
- Nitrocellulosa
- Vedi Nitrato di cellulosa.
- Non
vintage
print
- Fotografia ottenuta da negativo, ma stampata in anni successivi a
quello della data di scatto a cura
dell'autore
o dallo stampatore di sua fiducia. Spesso il
"non
vintage
print"
differisce dal vintage print per il degrado del negativo, soprattutto se
esso è a colori, dalla differente qualità della carta di
stampa e dagli stessi prodotti chimici. Generalmente la data di scatto,
quindi della realizzazione del negativo, è posta tra parentesi
quadra dopo il titolo
dell'opera.
La data del
"non
vintage"
è indicata, nella didascalia, dopo il supporto.
2004-03
Vedi anche Modern print.
Torna all'indice
O
- Oleobromia
- Procedimento di stampa fotografica dovuto a C. Welborne-Piper nel
1907 e nello
stesso anno proposto anche da
L. Wall,
rimasto in uso fino al 1930. La matrice argentica su carta al bromuro
veniva immersa in un bagno particolare che nel far scomparire
l'immagine, solidificava la gelatina grazie al bicromato di potassio,
proporzionalmente alla quantità di argento dell'immagine. Questa
veniva inumidita in modo da far assorbire acqua alla gelatina. Sulla
superficie veniva steso inchiostro litografico o grasso. Nei chiari e
nei mezzi toni dove la gelatina era ben impregnata, l'inchiostro non
aderiva. Successive passate di inchiostro steso a pennello permettevano
di raggiungere l'effetto desiderato. Il nome deriva dalla fusione della
stampa originale e il pigmento oleoso.
- Oleotipia
- Procedimento di riproduzione fotografica con inchiostro grasso, su
carta gelatinata, preventivamente trattata con bicromato di potassio,
utilizzato per lo più nella riproduzione di stampe artistiche; fu
realizzato nel 1855 da Poitevin. Tipo di stampa al pigmento.
- Olografia
- Immagine tridimensionale, ottenuta mediante la sovrapposizione di
onde luminose, su invenzione di Dennis Gabor.
- Ologramma
- L'effetto di tridimensionalità viene ottenuto con una sola
immagine e si basa sul principio che due onde luminose nell'incontrarsi
si sommano o si sottraggono. Questo fenomeno consente di ottenere, sopra
una lastra fotografica, annerimenti molto densi nei punti di massima
somma delle onde luminose e nulli nei punti di massima sottrazione, il
che permette di registrare il tipo di modulazione della luce. Il senso
di profondità e rilievo è quindi ottenuto meccanicamente e
non è vincolato ad un unico punto di vista.
- Ortocromatica
- Si dice di emulsione sensibile al verde e al blu, ma non al rosso.
- Ozobromia
- Vedi Procedimento carbro.
- Ozotipia
- Nome del procedimento ideato da Manly (1899), come variante della
stampa al carbone, che permette di evitare il trasporto dell'immagine,
chimicamente analogo all'ozobromia, da cui si differenzia per una
diversa composizione delle sostanze impiegate.
Torna all'indice
P
- Palette
- Tavolozza di colore. Quantità e qualità dei colori in
un'immagine
digitale. 2004-03
- Palladiotipia
- Procedimento di stampa a base di palladio, usato in sostituzione
del platinotipo.
- Pancromatica
- Si dice di emulsione sensibile alla luce rossa, verde e blu e che
permette la registrazione dei toni di grigio, quasi con la stessa
luminosità relativa dell'occhio umano.
- Panel
- Tipo di cartoncino fotografico del formato mm 330x203.
- Panel grande
- Tipo di cartoncino fotografico del formato mm 450x280.
- Panorama
- Fotografia di veduta di un ampio paesaggio, ottenuta montando in
successione fotografie riprese nella stessa sequenza.
- Papirografia
- Procedimento fotomeccanico per stampare un'immagine a chiaroscuro
su una superficie bicromatata.
- Papirotinta
- Vedi Papirografia.
- PAT
- Acronimo di Photographic Activity Test. Analisi di laboratorio che
permette di valutare
l'effettiva
neutralità dei materiali di archiviazione (buste o scatole)
secondo quanto stabilito dalla vigenti normative internazionali. 2004-03
- Pellicola
- Emulsione fotografica stesa su un supporto di plastica trasparente
e flessibile che può essere di più tipi: di acetato di
cellulosa; argentica a trattamento chimico; argentica a trattamento
termico; diazoica a trattamento termico; elettromicrografica;
fotoplastica; a mezzatinta; di nitrato di cellulosa; di poliestere; a
separazione di toni; di triacetato di cellulosa.
- Pellicola a colori
- Sulla struttura pellicolare sono distesi sovrapposti tre strati
sensibili, ciascuno con uno dei tre colori fondamentali.
- Pellicola invertibile
- Quella che produce direttamente l'immagine positiva mediante il
normale trattamento di sviluppo e di fissaggio.
- Pellicola vescicolare
- Pellicola formata da un materiale termoplastico in cui sono
dispersi sali di diazonio.
- Pellicolaggio
- Procedimento consistente nel distaccare una pellicola di gelatina o
di collodio dal suo supporto per trasportarla su un supporto diverso.
- Photogravure
- Vedi Fotoincisione.
- Photo CD
- Formato fotografico digitale della Kodak. 2004-03
- Pinatipia
- Procedimento a colori per trasferimento di coloranti.
- Pixel
- Acronimo di Picture element, elemento immagine. Unità di
misura della risoluzione
di monitor e
unità fotografiche digitali, è
l'elemento
minimo che compone
un'immagine
digitale. 2004-03
- Planografia
- Incisione in piano, su pietra litografica o su zinco.
Vedi Fotoriproduzione
con matrice planografica.
- Platinotipia
- Tipo di stampa con carta ai sali di platino, dovuto a William
Willis tra il 1873 e il 1879, che si basa sulla proprietà dei
sali di ferro di passare dallo stato ferrico a quello ferroso per
esposizione alla luce. In presenza del formarsi di sali ferrosi i sali
di platino, se sviluppati in ossalato di potassio, si trasformano in
platino, metallo ben più stabile dell'argento. La carta
sensibilizzata fu messa sul mercato dalla Platinotype Company di Londra.
- Playertipia
- Procedimento di stampa per riflessione ottenuto mediante il
contatto del negativo da riprodurre con la parte sensibile di un foglio
di carta al bromuro d'argento, che viene poi esposto con il dorso alla
luce. Ideato da J. Hort Player trova impiego nella riproduzione
fotografica diretta delle incisioni. L'incisione si applicava
direttamente a contatto della gelatina di un foglio bromurato.
- Pochet
- Tipo di cartoncino fotografico del formato mm 70x35.
- Polaroid
- Edwin Land nel 1947 ideò il procedimento per il quale, in un
apparecchio apposito, è possibile avere in pochi secondi un
positivo.
- Portfolio
- Cartella in cui sono raccolte fotografie scelte e organizzate
generalmente dallo stesso autore.
Oppure edizione limitata di un gruppo di immagini selezionate da un
gallerista o da un editore
d'arte
conservate un una cartella, o contenitore.
2004-04
-
Posthumous
- Fotografia stampata da negativo originale dopo la morte
dell'autore.
2004-03
- Positivo
- Immagine fotografica in cui il chiaroscuro è esattamente
proporzionale al soggetto reale.
Vedi anche Carta.
- Positivo aristotipico
- Vedi Aristotipo.
- Positivo su ceramica
- Vedi Fotoporcellana.
- Positivo al collodio
- Vedi Ambrotipo
e
Aristotipo.
- Positivo combinato
- Vedi Stampa composita.
- Positivo diretto
- Vedi
Dagherrotipo,
Ambrotipo,
Ferrotipo,
Polaroid
e
Procedimento Bayard.
- Procedimento alabastrino
- In associazione con la tecnica del collodio umido. Serve alla
produzione di positivi su vetro, direttamente dal negativo.
- Procedimento
all'albumina
- Utilizzato prevalentemente per la preparazione di lastre
fotografiche negative su vetro. Il procedimento, dovuto a Abel
Niépce de Saint-Victor nel 1848, basa le sue caratteristiche su
alcune proprietà dell'albumina, una sostanza proteica costituente
fondamentale delle cellule e di altri tessuti vegetali. Per
l'utilizzazione in fotografia viene estratta dal bianco d'uovo. Usata
dapprima come mezzo per il mantenimento dei sali d'argento nella
fabbricazione di negativi su lastra di vetro e poi nella fabbricazione
di carta albuminata, secondo la tecnica inventata da Louis Desiré
Blanquart-Evrard nel 1850. Si ricopriva la carta con bianco d'uovo nel
quale erano sciolti bromuro di potassio e acido acetico. Una volta
asciutta la carta veniva agitata leggermente sulla superficie di una
soluzione di nitrato d'argento, poi di nuovo asciugata. La carta
sensibilizzata era messa a contatto con il negativo in un telaio di
vetro, ed esposta alla luce del sole per diversi minuti, talvolta anche
per ore,
finché
appariva un'immagine. Poi la stampa veniva messa in una soluzione di
cloruro d'oro che le dava una sfumatura di un marrone intenso, fissata
in iposolfito di sodio, lavata completamente e asciugata.
- Procedimento Artigue
- Vedi Carta al carbone.
- Procedimento all'asfalto
- Vedi Bitume di Giudea.
- Procedimento
Bayard
- Hyppolite Bayard nel 1839 ha messo a punto un procedimento per
ottenere immagini positive stabili e di buona qualità su carta.
Il procedimento consisteva nell'immergere la carta in soluzione di
cloruro alcalino e nitrato d'argento. L'annerimento si otteneva per
prolungata esposizione alla luce. Per poterla impiegare occorreva
immergere la carta in soluzione di ioduro di potassio, esporla umida,
infine lavarla e fissarla. Ogni immagine era unica.
- Procedimento al bromolio
- Vedi Oleobromia.
- Procedimento al
carbone
- Il procedimento di stampa brevettato da Alphonse Louis Poitevin nel
1855 consisteva nel mescolare particelle di carbone con gelatina e
bicromato di potassio. La carta veniva ricoperta con quest'emulsione e
asciugata. Dopo l'esposizione attraverso il negativo, si scioglievano in
acqua le parti non impressionate, ottenendo cosi un'immagine con
chiaroscuri proporzionali alla densità e alla trasparenza del
negativo. I mezzi toni non erano resi in maniera soddisfacente e nel
1864 Sir Joseph Wilson Swan brevettò un procedimento di trasporto
(transfert) su carta al carbone, acquistabile in commercio in tre
diverse gradazioni di contrasto e in tre differenti colori, nera, seppia
e bruno-rossastra, che doveva essere sensibilizzata in soluzione di
bicromato di potassio. Una volta asciugato, il foglio era esposto a
contatto con un negativo e quindi immerso nell'acqua insieme ad un
foglio di carta bianca. Quando i fogli erano ben umidi, venivano fatti
asciugare insieme, poi nuovamente immersi in acqua calda. La gelatina
che non era stata esposta si dissolveva, permettendo così al
fotografo di togliere il supporto di carta e conservare invece la
superficie esposta. Poiché l'immagine era rovesciata di lato,
solitamente si eseguiva un secondo transfert.
Vedi anche Carta al carbone.
- Procedimento
Carbro
-
Detto anche Ozobromia.
Il procedimento di stampa carbro ideato da Thes Manley nel 1905 (da
CARbone BROmuro) permette di trasformare una stampa alla
gelatina - bromuro
d'argento, mettendola a contatto con un materiale particolare, ovvero il
foglio carbro cosparso di gelatina al pigmento sensibilizzato in una
soluzione di
bicromato di potassio
e in un bagno sbiancante. Per azione chimica e grazie ad una serie di
trasporti si ottiene un'immagine monocroma che non sbiadisce.
- Procedimento carbro-tricromatico
- Variante del procedimento carbro, per il quale dopo lo sviluppo si
tolgono da ciascuna stampa le tre emulsioni di gelatina colorata ciano,
magenta e giallo,
e si sovrappongono
l'una all'altra su un supporto di carta pulita.
- Procedimento colas
- Procedimento positivo ai sali di ferro, utilizzato per la stampa di
disegni ed immagini prevalentemente al tratto.
- Procedimento alla colla di pesce
- Procedimento fotomeccanico utilizzato per la stampa di immagini
retinate su superfici di rame e zinco. La colla di pesce, ben filtrata,
sola o in soluzione di albumina, va sensibilizzata con bicromato di
potassio e poi stesa sulla superficie metallica del supporto. Dopo la
stampa si sviluppa in acqua semplice, infine la lastra può essere
posta in morsura in acqua forte oppure in soluzione di cloruro ferrico.
-
Procedimento a colori per diffusione controllata di
coloranti
- O procedimento Dye diffusion. In commercio come Polaroid (1965),
Kodak (1976) e Fuji (1981).
-
Procedimento a colori per distruzione di coloranti
- O procedimento Dye destruction. In commercio come Utocolor (1906),
Cibachrome (1958).
-
Procedimento a colori per formazione di coloranti
- O procedimento Dye coupler. In commercio come Kodacolor (1942),
Ektacolor (1955), Agfacolor (1936).
-
Procedimento a colori per trasferimento di coloranti
- Procedimento Dye transfer. Vedi anche
Procedimento carbro.
In commercio come Pinatype (1880), Eastman Wash-off relief (1936),
Uvatype.
- La sovrapposizione delle tre immagini avviene per trasferimento
(dye transfer).
Si prepara una matrice di gelatina che assorbe la materia colorante in
misura proporzionale alle luci e alle ombre e che, messa a contatto con
la carta, dà luogo all'immagine colorata. Queste tecniche (a
carbone, alla gomma bicromatata, carbro, dye transfer) richiedono tre
negativi distinti. Se il soggetto è immobile, è facile
fare esposizioni in tempi successivi, ma se si devono riprendere
soggetti in movimento bisogna fare esposizioni simultanee. Le tre
matrici di gelatina sensibilizzata corrispondente alla selezione
tricromia blu, verde e rossa, vengono inchiostrate in giallo, magenta e
ciano, e stampate su uno stesso supporto di carta alla gelatina dando
una stampa a colori.
- Procedimento a
colori additivo
- Stampa di un negativo a colori su materiale fotografico mediante
tre esposizioni separate attraverso filtri di selezione rosso, verde e
blu (colori primari additivi). La stampa a colori additiva si può
ottenere anche facendo tre esposizioni separate con negativi di
selezione attraverso un filtro rosso, uno verde e uno blu. Ogni negativo
è un'immagine in b/n di uno dei tre colori primari
dell'originale. Procedimento di Clerk Maxwell del 1861.
- Procedimento
a colori sottrattivo
- Stampa di un negativo a colori su materiale fotografico mediante
una singola esposizione a luce bianca equilibrata attraverso una
combinazione di filtri compensatori ciano, magenta e giallo (colori
primari sottrattivi) oppure con filtri per la stampa a colori. Applica
la tecnica sottrattiva di Louis Ducos de Hauron e Charles Cros del 1869.
- Procedimento crystoleum
- Procedimento di fotominiatura ad olio su pellicola preventivamente
incollata su una lastra di vetro convessa.
- Procedimento
diazotipico
- Procedimento per ottenere stampe positive di vari colori su carta,
seta e tessuti. Il supporto prescelto deve essere immerso in una
soluzione di primulina, poi seccato. Si immerge quindi il preparato
ottenuto in una soluzione di acido nitroso, il quale trasforma la
primulina in diazo-primulina, composto sensibilissimo alla luce. La
stampa si effettua da un positivo. La stampa ottenuta deve essere prima
lavata, poi immersa in una soluzione di anilina colorata che ha lo scopo
di conferire all'immagine il colore preferito dall'operatore. Terminato
questo bagno, l' immagine su tessuto andrà lavata prima in acqua
e sapone, infine in acqua corrente.
- Procedimento Van Dyke
- Vedi Callitipo.
- Procedimento al ferroprussiato
- Vedi Cianotipo.
- Procedimento Fresson
- Vedi Carta al carbone.
-
Procedimento alla gomma bicromatata
- Semplificazione delle tecniche di stampa al carbone. il
procedimento si basa sulla proprietà della gomma arabica, in
presenza di bicromato di potassio, di modificare la propria
idrosolubilità se esposta per qualche tempo alla luce. Quanto
più forte è l'azione della luce sulla gomma bicromatata
tanto meno facilmente questa si scioglie. Un pigmento viene mescolato
con la gomma bicromatata e applicato sulla superficie di un foglio di
carta da disegno, che viene quindi lavato. Una volta asciutto, il foglio
viene messo sotto un negativo ed esposto alla luce. Poi si lava con
acqua calda e allora appare l'immagine. Lo sviluppo è fatto con
un pennello. Se sulla carta si versa acqua caldissima, tutto il pigmento
viene tolto. Le zone deboli possono essere rafforzate rivestendo
nuovamente la carta con gomma arabica e pigmento. In questo modo si
possono applicare colori diversi sullo stesso foglio di carta. Molte
combinazioni sono così possibili: si può rivestire di
gomma un foglio di platino e stamparlo di nuovo per dargli maggiore
profondità.
Vedi anche
Gomma arabica
e
Gomma bicromatata.
- Procedimento Goopil
- Metodo di fotoincisione basato sulla elettrodeposizione di rame su
un'immagine alla gelatina bicromatata.
- Procedimento
all'inchiostro
- O alla gomma bicromatata, immersa in soluzione di pirogallolo, poi
di solfato ferroso. Si ottiene così un'immagine di inchiostro al
pirogallato di ferro.
- Procedimento all'inchiostro grasso
- Vedi Fotocollografia
e
Oleotipia.
- Procedimento Joly
- Vedi Negativo a colori per
addizione.
- Procedimento Obernetter
- Procedimento positivo ai sali di rame, col quale è possibile
ottenere un'immagine trattandola con solfocianato di potassio e poi con
defficianuro di potassio. La carta esposta, se non viene trattata
subito, perde rapidamente l'immagine impressa e può essere di
nuovo utilizzata per un'altra stampa.
- Procedimento Pellet
- Procedimento auto-positivo che da luogo ad un'immagine bianca su
fondo blu.
- Procedimento alle polveri
- Variante di quello alla gomma bicromatata, che viene cosparsa di
polvere colorata finissima.
- Procedimento ai
sali di ferro
- Procedimento basato sulla proprietà di alcuni sali ferrici
di essere ridotti
a sali ferrosi
per azione della luce. Vedi anche
Carta al ferroprussiato,
Carta al citrato,
Carta sepia,
Callitipo,
Platinotipia,
Carta cianografica.
- Procedimento Sanger Sheperd
- Procedimento di stampa a tre colori.
- Procedimento Taupenot
- Vedi Collodio secco.
- Procedimento transferrotipico
- Consiste nella realizzazione di un positivo al collodio cloruro su
una superficie appositamente preparata, per poi trasportare la pellicola
su di un supporto definitivo.
- Procedimento all'uranio
- I sali di uranio sono fotosensibili e vengono talvolta utilizzati
per la produzione di emulsioni fotografiche, con composti come sali
d'oro, d'argento, di rame o di ferro per ottenere stampe policrome.
- Profondità di colore
- Bit depth.
È
la quantità di sfumature di grigio o di colore presenti in
un'immagine
digitale. 2004-03
- Progress
photograph
- Serie di fotografie scattate ad intervalli prefissati dallo stesso
punto di ripresa per documentare le fasi di un fenomeno o di
un'attività. Ad esempio le fasi di costruzione di un edificio.
- Promenade
- Tipo di cartoncino fotografico del formato mm 190x93.
- Provino a contatto
- Stampe positive di negativi posti a contatto, e non per
ingrandimento, sulla carta fotosensibile. 2004-03
Torna all'indice
R
- Radiografia
- Procedimento di riproduzione fotografica di oggetti sottoposti
all'azione dei raggi X; si fonda sulla proprietà di tali raggi di
penetrare in modo diverso nei diversi materiali.
- Rayografia
- Vedi Fotogramma.
- Riproduzione
- Copia di ogni immagine, oggetto, o documento che sono una
imitazione fedele e fatta senza intento a ingannare. Spesso sono fatte
con tecnica meccanica, come quella fotografica o processi di stampa.
Esse possono essere anche in altri media, esempio, incisione di un
dipinto, o di una differente dimensione
dall'originale.
2004-03
-
Risoluzione
- Grado di dettaglio con cui una immagine è realizzata. La
risoluzione è anche il grado di nitidezza di
un'immagine.
Nella fotografia analogica la risoluzione dipende dalla
sensibilità della pellicola; nella fotografia digitale è
determinata dal numero dei punti per pollice (dpi). 2004-03
Vedi anche
DPI
- Ristampa
- Nuova stampa da negativo. 2004-03
- Ritocco
- Operazione intesa a mascherare i difetti di un'immagine negativa o
positiva.
- Royal
- Tipo di cartoncino fotografico del formato mm 550x380.
- Rotocalcografia
- Procedimento di stampa fotomeccanica, per grandi tirature con
matrice a ricavo preparata chimicamente su cilindro di rame.
- Rotogravure
- Variante di photogravure, perfezionata da Eduard Mertens in
Germania nel 1904. Procedimento consistente nell'adattamento della
lastra eliotipica al cilindro di una rotativa.
Torna all'indice
S
- Salon
- Tipo di cartoncino fotografico del formato mm 217x160.
- Scala dei grigi
- Grey Scale. Sia nella fotografia analogica sia in quella digitale
è lo strumento che indica la quantità delle sfumature dei
grigi presenti in un soggetto. 2004-03
- Silhouettage
- Rapporti tonali fra scuri e chiari esasperati, che si ottengono
sottosviluppando gli scuri e soprasviluppando i chiari.
- Solarizzazione
- Detta anche inversione o cambiamento tonale di un'immagine, noto
come effetto Sabattier. Quando un'emulsione sensibilizzante sviluppata
ma non fissata viene esposta alla luce e successivamente di nuovo
sviluppata, l'immagine appare con una inversione dei toni. Il positivo
tratto da un negativo del genere ha contorni marcati da linee nere.
- Stampa
- Vedi
Callitipo,
Cianotipo,
Cibachrome,
Procedimento diazotipico,
Fotoincisione,
Fotomontaggio.
Vedi anche
Carta
e
Positivo.
- Stampa al carbone
- Vedi Procedimento al carbone.
- Stampa combinata
- Vedi Fotomontaggio.
- Stampa composita
- O combination printing, cioè stampa su uno stesso foglio di
due o più negativi ripresi separatamente. Originalmente usata per
riprese diverse per la terra e il cielo nei paesaggi, poi largamente
usata per le fotografie allegoriche.
- Stampa a contatto
- Stampa ottenuta esponendo la carta fotografica a contatto con il
negativo. L'immagine sulla stampa ha lo stesso formato di quella del
negativo.
- Stampa fotomeccanica
- Vedi
Anaglifo,
Collotipo,
Stampa fotomeccanica a
mezzatinta,
Stampa fotomeccanica al
tratto,
Fotoincisione,
Rotocalcografia,
Woodburytype.
- Stampa
fotomeccanica a mezzatinta
- Secondo questo procedimento l'immagine viene trasformata in una
serie di puntini costituiti dagli interstizi delle linee che si
incrociano sullo schermo. La grandezza dei puntini varia a seconda dei
toni delle fotografie originali. Il principio per ottenere la
puntinatura è quello del retino che fu immaginato e brevettato da
Fox Talbot nel 1852. Joseph Wilson Swan nel 1864 suggerì di
riportare la puntinatura di scomposizione dell'immagine sul negativo
(Cfr. Autotipo).
Charles Petit e Frederick Eugene Ives escogitarono, ciascuno per conto
proprio, un sistema di retinatura meccanica. Il primo anneriva
un'immagine in rilievo ottenuta mediante un colloide
bicromatato;
poi vi incideva sopra delle linee sottilissime incrociate. Il secondo,
sopra un'immagine in rilievo, ottenuta anche questa mediante un colloide
bicromatato,
stampava minuscoli incavi servendosi di uno strumento di gomma.
- Stampa
fotomeccanica al tratto
- Da un'immagine b/n viene eseguito un negativo rovesciato da
stamparsi sotto una lastra di zinco coperta di emulsione sensibile. Dopo
la morsura si ottiene un cliché che può essere utilizzato
in combinazione con i caratteri tipografici.
- Stampa alla
gelatina - sale
d'argento
- Vedi
Carta alla
gelatina - bromuro
d'argento
e
Carta alla
gelatina - cloro-bromuro
d'argento.
- Stampe a getto
d'inchiostro
- Stampe, chiamate anche inkjet prints, ottenute con strumenti
controllati dal computer che controllando la pressione del getto di
inchiostro alloggiato in apposite cartucce fanno cadere gocce di
inchiostro sulla carta o su altre superfici.
L'aspetto
delle gocce può variare;
l'apparenza
può essere quella del semitono o a tono continuo. Questa
tecnologia è stata diffusa a partire dagli anni Novanta del
secolo scorso. 2004-03
- Stampa alla gomma bicromatata
- Vedi Procedimento alla
gomma bicromatata.
- Stampa al pigmento
- Variante della stampa al carbone.
Vedi anche
Oleotipia,
Oleobromia,
Procedimento al carbone,
Procedimento alla gomma
bicromatata.
- Stampa al platino
- Vedi Platinotipia.
- Stampa su tessuto
- Vedi Procedimento
diazotipico.
- Stampa Van Dyke
- Vedi Callitipo.
- Stanhope
- Vedi Fotogioiello.
- Stannotipia
- Procedimento fotomeccanico col quale si produce un'immagine a
rilievo con il metodo della gomma bicromatata. Il rilievo viene preso a
ricalco, con una modica pressione, utilizzando sottilissime lamine di
stagnola. Si ottiene in tal maniera una matrice incava di notevole
fragilità.
- Stereografia
- Tecnica fotografica per ottenere il senso del rilievo, per cui
immagini accoppiate ottenute con macchina fotografica a due obiettivi,
permettono di ottenere l'illusione tridimensionale se viste attraverso
uno stereoscopio. Nadar nel 1862 ottenne nitide stereografie dall'alto
di Parigi. La stereografia ha consentito di eseguire rilievi fotografici
piuttosto precisi.
- Strobofotografia
- Ripresa di immagini fotografiche in rapida sequenza di un soggetto
in movimento. Praticata dal pittore Thomas Eakins sin dal 1884, mentre
Harold Edgerton di M.I.T. mise a punto un flash elettronico nel 1933 per
analizzare gli spostamenti degli oggetti a velocità di ripresa
che superano il milionesimo di secondo.
- Vedi anche Cronofotografia.
- Sviluppo
- Fase del processo fotografico consistente in un bagno che permette
di rendere visibile
l'immagine
latente riducendo ad argento metallico i granuli di alogenuro
d'argento
colpiti dalla luce. 2004-03
Vedi
anche
Immagine latente.
Torna all'indice
T
- Talbotipia
- Vedi Calotipo.
- Telefoto
- Tecnica di trasmissione di fotografia a distanza e anche fotografia
trasmessa a distanza.
- Telefotografia
- Fotografia presa con apparecchio fotografico provvisto di
teleobbiettivo.
- Tintype
- Vedi Ferrotipo.
- Topofotografia
- Vedi Fotografia di veduta.
- Trasparenza
- Immagine fotografica positiva su pellicola o su lastra visionata o
proiettata mediante luce trasmessa
(attraverso
la pellicola).
Vedi anche
Stereografia;
Trasparenza su pellicola;
Rayografia.
- Trasparenza al collodio
- Immagine positiva ottenuta con procedimenti al collodio, destinata
alla visione per trasparenza o per proiezione.
- Trasparenza su lastra
- Immagine positiva su lastra rivestita da un'emulsione alla
gelatina, destinata alla visione per trasparenza o per proiezione.
- Trasparenza su
pellicola
- Immagine positiva costituita da un'emulsione di gelatina su
supporto primario di pellicola di materiale plastico, destinata alla
visione per trasparenza o per proiezione. Corrisponde alle moderne
diapositive.
- Turista
- Tipo di cartoncino fotografico del formato mm 105x65.
Torna all'indice
U
- Union Case
- Vedi Astuccio per fotografie.
- Utocolor
- Sistema di stampa a colori positiva diretta.
Torna all'indice
V
- Victoria
- Vedi Margherita.
- Videodisco
- Dischi ottico-analogici utilizzati per registrare fotografie,
stampe, disegni o altro in singole o in movimento come segnale video.
Può includere suono.
Le
immagini sono registrate dal raggio laser e possono essere visualizzate
sullo schermo di un video. 2004-03
- Vignettamento
- Effetto di dissolvenza dell'immagine intorno ai bordi, ricercato
nelle fotografie ritratto e ottenuto con l'uso di particolari
mascherini.
- Vintage print
- Stampa fotografica ottenuta direttamente da negativo o da
diapositiva, realizzata
dall'autore
o dallo stampatore di sua fiducia e sotto il suo diretto controllo.
Generalmente i vintage print sono firmati, datati e numerati
dall'autore.
2004-03
- Viraggio
- Trattamento chimico che serve a migliorare la stabilità di
una fotografia e trasformare il colore di un'immagine argentica.
L'argento si unisce ad un altro composto quale oro, platino, selenio e
zolfo.
- Viraggio all'oro
- Procedimento non economico con cui si effettua il cambiamento dei
toni di un'immagine argentica mediante deposizione di oro metallico
sull'immagine stessa.
- Viraggio all'uranio
- Procedimento mediante il quale le immagini nere al bromuro
d'argento vengono trasformate in immagini seppiacee o rossastre.
Torna all'indice
W
- Woodburytype
-
O Fotogliptia.
Procedimento di riproduzione fotomeccanica. Brevettato nel 1864 dal
fotografo inglese Walter Bentley Woodbury, consisteva nel ricavare
un'immagine in rilievo mediante la sola gelatina bicromatata (senza
carbone o pigmento). Tale immagine veniva stampata nel piombo con un
torchio ottenendo un intaglio a sua volta riempito di gelatina
pigmentata per formare la matrice, dalla quale si ricavavano le copie a
contatto. La maggiore o minore quantità di gelatina pigmentata
contenuta nei diversi incavi della matrice dava la tonalità delle
copie.
Torna all'indice
Bibliografia relativa agli aggiornamenti
Berselli, S.
-
Gasparini, L.,
L'archivio
fotografico. Manuale per la conservazione e la gestione della fotografia
antica e moderna, Bologna, Zanichelli, 2000.
The John Paul Getty Trust, Art and Architecture Thesaurus (AAT)
http://www.getty.edu/research/tools/vocabulary/aat/,
2003
Library of Congress, Prints and Photographs Division, Thesaurus
for Graphic Materials II. Genre and Physical Characteristic Terms
(TGMII)
http://www.loc.gov/rr/print/tgm2/,
2002
Madesani, A., La fotografia come documentazione e come opera
d'arte,
in Il patrimonio fotografico. Tutela e valorizzazione, Milano Centro
per il restauro e la conservazione della fotografia Berselli, 1999,
p. 29-34.
Scaramella, L., Fotografia. Storia e riconoscimento dei
procedimenti fotografici, Roma, De Luca, 1999
Zakia, R.
-
Stroebel, L., The Focal Encyclopedia of Photography, Boston
-
London Focal Press, 1993
Torna all'indice
Copyright AIB 2004-03,
aggiornamento 2004-03-30
a cura di
Laura Gasparini.
Laura Corti e Fiorella Gioffredi Superbi concedono
all'AIB
l'autorizzazione a pubblicare il Glossario
in versione HTML
e autorizzano
Laura Gasparini
alla cura dell'aggiornamento.