[AIB]AIB Notizie 9/2005
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WWW da scrivere

Claudio Gnoli

AIB-WEB ha sempre avuto una grafica molto semplice, che per i gusti estetici di alcuni lettori può risultare poco appagante. All'epoca della sua nascita questo tipo di look era la normalità, ma con la diffusione sul Web della multimedialità, dei portali, dei programmi preconfezionati per la gestione dei contenuti, rimanere uguali a sé stessi è diventato un caso insolito. Si è così diffusa l'impressione che i redattori di AIB-WEB siano una sorta di setta che perseguirebbe ciecamente un anacronistico ascetismo informatico.
In realtà le ragioni di questa semplicità un po' scabra sono più profonde. Infatti adottare delle sofisticazioni, mentre può compiacere una fetta di utenti, spesso significa tagliarne fuori degli altri: quelli che non hanno un computer all'ultimo grido con la versione novecentonovantanove del browser, quelli che si collegano la sera tardi da casa con un vecchio modem approfittando del fatto che il bambino si è addormentato, quelli che dopo una vita passata a comunicare con la carta non hanno la destrezza, o il tempo, o la voglia di seguire continuamente tutti gli ultimi trucchetti di questi aggeggi, quelli che usano un'interfaccia vocale o un altro dispositivo per disabili... ma che nonostante tutto ciò sono seriamente interessati ai contenuti di AIB-WEB, prima che alle sue forme.
Ce lo hanno ricordato le campagne per l'accessibilità, divenute di moda qualche anno dopo gli inizi di AIB-WEB: i documenti in formati graficamente più ricchi, quali PDF, Word e Power Point, oltre a richiedere appositi programmi per essere letti, sono più pesanti di molte volte rispetto al testo semplice, e perciò molto più lenti e in certe situazioni perfino impossibili da scaricare via rete. Invece il formato standard di base per il Web, l'HTML, permette di visualizzare pagine leggere quasi quanto i soli caratteri dei testi che contengono. Se scrivete una pagina in HTML siete sicuri che tutti la potranno leggere, in ogni parte del mondo – e spesso non immaginiamo a priori chi, quando e da dove ci leggerà: l'esperienza insegna che aprirsi al mondo produce belle sorprese, nuovi contatti e collaborazioni inaspettate.
AIB-WEB ha sempre scelto di usare questo standard. Non sono mancate occasioni in cui si è proposto di pubblicare materiale che era già pronto in altri formati (ad esempio, diapositive Power Point usate a un congresso) invece di sobbarcarsene la conversione in testo semplice. Come è giusto, non tutti i redattori concordano sempre su tutti i dettagli (abbiamo pubblicato un dibattito rappresentativo a https://www.aib.it/aib/contr/bertini1.htm), ma il principio generale è evidente; ad una memorabile riunione di redazione Eugenio Gatto concluse «è una questione di religione: a me piace leggere!».
A questo punto un buon architetto dell'informazione può commentare: ma non è necessario essere brutti per essere leggeri... Si può stare a dieta anche senza rinunciare ad alcuni piaceri, un po' di colore e una buona impaginazione posso fare già molto. Sicuramente alcuni aspetti del sito si possono migliorare in questo senso (ci abbiamo provato di recente con la homepage), e i consigli sono sempre ben accetti. Non possiamo però affidare tutto a professionisti esterni... e non soltanto per motivi economici :-). C'è infatti un altro versante dell'accessibilità che per AIB-WEB è altrettanto importante: non si tratta solo di permettere di leggere, ma anche di scrivere! Come ha ricordato David Bawden al recente congresso ISKO di Barcellona, tra gli elementi essenziali della digital literacy ci sono publishing and communicating.
Fin dai suoi inizi AIB-WEB si è sviluppato come un'opera collettiva, fondata sulla collaborazione volontaria di decine e decine di colleghi. Oltre a coordinarsi comunicando attraverso i gruppi postali, occorre parlare un linguaggio comune, e questo non può essere che l'HTML. A chi vuole collaborare con AIB-WEB basta un minimo di buona volontà per apprendere i rudimenti di HTML sufficienti a scrivere una pagina corretta. Una volta entrati in una delle sotto-redazioni si può imparare moltissimo d'altro... semplicemente facendolo.
Se AIB-WEB vuole rimanere aperto all'apporto di tutti i colleghi che ne condividono gli obiettivi, non può pretendere di essere stilisticamente impeccabile: è inevitabile che fra 120 collaboratori si producano differenze di dettagli, piccole imperfezioni, su qualche aspetto perfino scuole diverse (i title delle pagine devono essere "soggettati" o "classificati"?). Anche questi sono problemi su cui ragioniamo, ma se impiegassimo tutto il nostro tempo a limarli bloccheremmo il più essenziale flusso della scrittura, strutturazione e pubblicazione dei contenuti... Ecco perché uno dei tre vecchi motti di AIB-WEB (insieme a "WWW come database" e "WWW da bibliotecari": vedi «Bollettino AIB», 2002, n. 1, p. 43-55 (https://www.aib.it/aib/boll/2002/02-1-043.htm), apparentemente banali come le cinque leggi di Ranganathan, continua ad essere "WWW da scrivere".


GNOLI, Claudio. WWW da scrivere. «AIB Notizie», 17 (2005), n. 9, p. IV-V.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2005-11-17 a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n17/0509gnoli.htm

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